Paringianu è una frazione di Portoscuso che si trova a circa 4 chilometri di distanza.
Paringianu ha origine da Paringianeddu un paesino adesso scomparso. Da Paringianeddu infatti alcune famiglie si spostarono poco lontano, nel luogo dove oggi si trova il paese di Paringianu.
Il paese è diviso in varie parti (merausu):
all'ingresso si trova via Sulcis, chiamata dagli abitanti "su de is fogherisi"
perchè prima in quella via abitavano tutte famiglie di
cognome Fulgheri, ed è il primo nucleo abitativo di Paringianu.
Via Salvo D'Aquisto è invece "su de is marrocusu", perchè ci
abitavano famiglie con il cognome Marroccu. Un po' più avanti si trova
"carbonaxia", questo nome deriva dal fatto che in quella zona si produceva il carbone
ricavato dalla legna.
L'ultima zona Nuraxi Atzori ha questo nome perchè ci sono i resti di un
nuraghe molto antico, era certamente conosciuto dai
fenici perchè ci sono delle stradine che portano a Bruncu Teula dove dicono
che ci fosse il porto dei fenici, invece l'altra stradina porta a monte
Sirais dove ci sono stati dei ritrovamenti di catacombe e di anfore
fenice.
Fino
agli anni Venti, Paringianu non aveva una chiesa, e il prete arrivava una
volta alla settimana e si recava di casa in casa a dare la benedizione,
finchè l'ingegnere di una ditta di Cagliari che costruiva gli argini
artificiali del fiume si offrì di costruirla, a condizione
che tutti gli operai di Paringianu lo aiutassero. La chiesa fu
terminata il il 2 settembre e consacrata al santo del giorno: San
Giuseppe.
Il fiume si chiama Flumentepido, nasce tra i
territori di Iglesias e Carbonia, nelle campagne di Barega,
attraversa il sulcis per vari Chilometri, e sfocia nei pressi di Paringianu,
nello stagno di Boi Cerbus. Anche se in estate le acque sono scarse
e lente, nel corso degli anni questo fiume è stato protagonista di
piene improvvise molto pericolose che hanno reso necessaria la
costruzione degli argini e della foce artificiale.
Lo stagno di Boi
Cerbus, e la foce artificiale.
La
peschiera è molto antica, è nata insieme al paese, si affaccia nello stagno di Boi Cerbus.
Ed è ancora oggi utilizzato per la pesca. Lo stagno è collegato al mare aperto,
le sue acque sono basse e salate, permettono la pesca di anguille,
arselle, e muggini che preferiscono le acque calde. Vista la
bassa profondità infatti la temperatura dell'acqua sale
velocemente.
I "Serrusu" nello stagno, fanno da
barriera al pesce, che non fugge in mare aperto.
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