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In amichevole sfidammo anche altre squadre in trasferta; a Noventa, a Millepertiche, a Fossà, a Caorle. Vincemmo anche un torneo a Campobernardo, incontrando invece minor fortuna in altri tornei, come a Cà Fornera e a S.Anastasio.
In seguito, un po’ per scarsa volontà organizzativa, un po’ per l'età dei giocatori stessi che cominciavano a vedere il campo da calcio come una prateria troppo vasta per inseguire un pallone, questo tipo di attività venne meno.
Continuammo, e lo facciamo tuttora, a partecipare solo al torneo annuale di calcetto che viene ancora oggi organizzato in palestra; esso rappresenta l'unico appuntamento agonistico della stagione ed equivale al nostro campionato. Solo una volta, nel 1997, siamo riusciti a vincerlo e simboleggia il 1° piccolo scudetto della nostra storia.
Tra i nostri trofei ci sono anche due targhe-disciplina, vinte in altrettanti tornei, per il fair-play dimostrato sul campo dai giocatori; ma, se dobbiamo essere onesti fino in fondo, non possiamo non ricordare anche momenti meno felici sul piano prettamente sportivo, come quella volta in cui un nostro portiere, espulso ingiustamente durante una partita del torneo in palestra, per dieci minuti buoni non volle saperne di abbandonare la porta, finché dopo vari tentativi, tra le ovazioni del pubblico divertito, fu convinto dal nostro allenatore a riprendere la via degli spogliatoi; o come quella volta che il Portvs fu costretto a pagare una multa di 50.000 lire per le intemperanze dei tifosi nei confronti della terna arbitrale! …anche questo è il Portvs!
Nati per dare spazio in un campo da calcio a chi, per inabilità, non l'aveva mai avuto, giochiamo tuttora secondo uno spirito che ha da sempre caratterizzato la squadra: per divertimento.
Sulle nostre maglie c'è uno sponsor che non è uno sponsor: sì perché, quella scritta "Amnesty International", un movimento che si batte per il rispetto dei diritti umani, abbiamo chiesto noi di poterla stampare, per una scelta ideologica e senza scopo di lucro.
E per quanto riguarda il nome? Già, quel nome in latino, così difficile da pronunciare, tant'è vero che tutti dicono "el Portvs", cosa significherà mai? Portvs Liqventiae, secondo il libro di Dino Cagnazzi "Torre di Mosto; la sua gente, le sue vicende", pubblicato nel 1979, non è altro che la denominazione del villaggio che anticamente occupava la zona dove ora sorge Torre di Mosto; e il fatto di avere un nome latino ha condizionato anche la scelta del simbolo, ovvero un elmo romano stilizzato.
Ogni anno, puntualmente a dicembre, ha luogo la cena sociale che è diventata ormai una tradizione, quasi un raduno precampionato (il torneo inizia a gennaio), dove viene definita la squadra che scenderà in campo e viene messa ai voti (…vino permettendo!) qualsiasi decisione riguardante il gruppo, nonché la sottoscrizione delle tessere per l´anno seguente.(la prima tessera è del 1995)
Da poco, abbiamo anche una nuova sede, presso il "Gin bar" di via Molino; il titolare, associato Portvs, ci ha messo gentilmente a disposizione anche una bacheca dove sono esposti i trofei e le coppe vinte, corredate da una serie di foto di tutti questi anni.
Credo che nessuno dei soci fondatori, il giorno in cui ci costituimmo, avrebbe mai pensato che nel 2000 la squadra sarebbe stata ancora in vita. E il segreto dello "Spirito Portvs", così in controtendenza con il calcio esasperato di oggi, sta tutto qui: nelle cose semplici e genuine, nel gruppo, nel far giocare anche i meno bravi, nelle cene annuali, nelle maglie bruttine ma storiche, in uno sponsor che sostiene un'idea, in una bacheca piena di premi di consolazione, in un nome leggendario, in un motto rubato ad un poeta, in un sito divertente, nei dopo-partita intorno al tavolo di un bar, a far baldoria comunque vada, nel prendere questo gioco, il calcio, solo come un gioco, perché altro non è. |