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quiArteScultura
a
cura di Nino Lo Castro
Mirko
Bedussi e la scultura dell'anima
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L'artista
Questo
giovane scultore nato a Brescia nel 1966, si muove
nel mondo dell'arte già da 10 anni. Partendo
dalla nostra città, dall'Atelier Applause,
Mirko
Bedussi (a destra fotografato da Roberto Covre) ha
fin'ora riscosso un discreto successo di critica.
Durante gli ultimi anni di studio all'accademia di
Brera, ancora giovanissimo, ha insegnato disegno
dal vero agli studenti del "Caravaggio" di Brescia.
Il suo lavoro già in quel periodo andava
consolidandosi e col tempo le sue opere hanno
cominciato ad assumere la particolare
personalità che ancora oggi le caratterizza.
Gli anni dal 1992 al '96 hanno visto il lavoro di
Bedussi in numerose collettive bresciane, dallo
Spazio Culturale San Zenone all'Aura arte
contemporanea e alla libreria Libra. Nel 1993
è stato invitato al palazzo della Permanente
di Milano in una mostra di grande prestigio, che lo
ha lanciato definitivamente nell'arena dell'arte
contemporanea, facendolo diventare uno degli
artisti della galleria di Ada Zunino. Il suo
lavoro, anche se di medie dimensioni, ricorda e
ispira grandi volumi: Bedussi ha infatti realizzato
per la capitaneria di porto di Catania
un'opera-monumento da collocarsi sulla banchina
d'approdo della stessa città.
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In alto, sotto il
titolo: Venere, 1991, scultura in gesso cerato
(90x65x95).
Sopra a sinistra: Icaro, scultura in gesso patinato e
applicazione in foglia d'oro, 1991 (200x200). A destra:
Terzo millennio 1999, scultura in gesso patinato. In
basso da sinistra a destra: Icaro 1996, gesso.
Torso femminile 1994, terracotta. Uomo
inginocchiato 1994, gesso. Più in basso
Sezione 1° 1999, creta.
Le
sue opere
I
lavori di Mirko Bedussi, collocati nel panorama
dell'arte contemporanea, seguono il filo della
nostalgia e insieme del disincanto che si respira
oggi nei confronti della classicità. Pur
mantenendo una struttura e un'estetica vicine al
gusto classico, la sua scultura si muove in
obbliquo attraverso le nuove tendenze, proponendo
figure in bilico perenne tra l'anatomia e
l'architettura antropomorfa. Questo giovane artista
bresciano segue una procedura realizzativa
personalissima,
che gli permette di lavorare sui volumi e sulle
superfici in un divenire continuo tra progetto e
improvvisazione. La lavorazione quindi si
può idealmente dividere in due parti: la
costruzione della struttura, che sintetizza i
volumi e racchiude lo spazio in gabbie metalliche,
e la successiva applicazione della pasta gessosa,
fase in cui bisogna fare i conti con l'indurimento
repentino dell'impasto. In una terza fase,
più riflessiva e mentale, Bedussi si dedica
al ritocco e alla levigatura delle superfici,
graffiate o coperte di cera, con una cura e un
procedere che ha molto a che fare con la pittura.
Attratto dalle forme essenziali delle maschere e
delle sculture africane, l'artista riproduce nei
volumi e nei gesti delle sue opere qualcosa di
simile a icone umane, in atteggiamento di preghiera
o di ringraziamento. Questi personaggi proiettano
verso l'esterno (o verso l'alto) una tensione di
natura umana che è l'anima racchiusa nelle
opere. Queste paiono quasi levigate dal tempo
più che dalla mano dell'artista: i gesti
geometrici e primitivi, i caratteri accennati dei
volti, le superfici sofferte, fanno sembrare questi
lavori una sorta di reperti archeologici del terzo
millennio. Le posture classicheggianti si scontrano
con le sofferenze dei visi e dei materiali corrosi,
facendo assomigliare le sculture di Bedussi a
esseri mitologici antropomorfi o a divinità
di una cultura che ancora deve venire.
Mirko
Bedussi
vive e lavora a Brescia. Per contattarlo: 030
3384850
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Qui sopra a
sinistra: Icaro: il cielo 1999
(162x58x50), gesso patinato. A
destra Icaro: il sole 1999 (145x121x50),
gesso policromo.
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