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quiArtePittura
a
cura di Nino Lo Castro
Le mutevoli
visioni di Giorgio Bertelli
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Qui sopra:
due immagini tratte da Il mio
Cohèlet, graffite su carta, 1986. Sotto,
a destra, Ai piedi della croce, tecnica
mista su carta, 1995.
L'artista
Giorgio
Bertelli è nato nel 1957 a Brescia.
Nonostante abbia compiuto studi scientifici (prima
il liceo e poi la facoltà di Economia) ha
nutrito da sempre un forte interesse nei confronti
dell'arte. Poco più che ventenne, infatti,
ha esposto una serie di disegni a matita nella
mostra "Il mio Cohèlet",
ospitata dalla galleria Studio 80 di Brescia,
allora gestita da Aldo Bresciani. In questa sua
prima personale l'artista ha illustrato alcuni
passaggi di uno dei libri contenuti nella Bibbia,
l'Ecclesiaste, testo che poi ha ripreso una decina
d'anni più tardi attraverso una rilettura
iconografica totalmente diversa. Delle numerose
personali di Bertelli, parecchie sono state
allestite nella nostra città: alla libreria
Queriniana nell'83, alla Galleria dell'Incisione
nell'88 e alla Primopiano nel 99. Nel 1993, insieme
con altri giovani artisti bresciani tra i quali
Perrini e Ugo Donati, ha contribuito alla
realizzazione del progetto "Aura", che consisteva
nell'apertura di uno spazio espositivo libero e
autogestito, nel quale i giovani emergenti
potessero esporre le proprie opere senza dover
sottostare alle dure leggi del mercato dell'arte.
Il progetto dell'Aura diventò ben presto una
realtà di produzione e confronto artistico
di grande importanza, proponendo al pubblico
bresciano le nuove tendenze dell'arte giovanile di
quegli anni. Bertelli ha subìto negli anni
grandi cambiamenti dal punto di vista stilistico,
passando con estrema facilità da un
materiale all'altro senza rimanere impigliato in
estetismi o nella mera tecnica. Dai primi anni '80
a oggi, infatti, la sua opera è stata
esposta in innumerevoli rassegne artistiche, a
partire dalla nostra provincia, passando per Milano
e Bologna fino ad arrivare a Dublino e New York.
Negli ultimi tempi Bertelli ha intrapreso anche
l'attività di editore, costituendo le
"Edizioni L'Obliquo", che hanno pubblicato numerosi
testi di raffinato gusto grafico-compositivo editi
in un numero limitato di copie.
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Qui sopra: due immagini
tratte da Ecclesiaste, 1998, pastelli a olio su carta
preparata, 26x18 cm. Sotto, a destra, I repeat: follow
the red lights, 1993, tecnica mista su carta, 29x21
cm.
A sinistra: Sic transit gloria mundi, 1993, tecnica
mista su carta, 34x26 cm.
Le
sue opere
Comincia
con la pura grafica la produzione artistica di
Giorgio Bertelli, che, dal 1980 a oggi, si è
impadronito delle più diverse tecniche, per
illustrare temi assai differenti fra loro. Tra i
numerosi cicli di opere che l'artista ha proposto
in questi anni, uno tra i più importanti
è sicuramente quello del Cohélet:
rilettura iconografica di uno dei
libri meno conosciuti dell'antico testamento,
l'Ecclesiaste, realizzata nel 1985. Si tratta di
una serie di disegni allegorici di grande impatto
emotivo nei quali la cura per la grafica e
l'aspetto formale della composizione portano alla
luce una serie di visioni macabre, miste a simboli
arcaici della cultura ebraica. Questo tema ha
talmente coinvolto Bertelli da convincerlo, dieci
anni più tardi e in seguito a una rilettura
successiva del testo bibblico, a riproporre il suo
Cohélet in un modo totalmente nuovo. Con i
pastelli a olio ha infatti illustrato scenari
oscuri, dai quali fuoriescono anatomie straziate,
di colore livido, senza più simbologie di
sorta, ma che semplicemente rappresentano le
atmosfere angoscianti del suo immaginario. Anche
perchè, come dice l'artista, "molte mie
opere sono immagini ancorate a suggestioni
letterarie, ma mai si tratta di vere e proprie
illustrazioni". Uno degli episodi che hanno
contribuito a far cambiare la pittura di Bertelli,
è stata l'esperienza di lavoro che ha
vissuto nel 1994, quando, con le due figlie Gemma e
Antonia (che all'epoca avevano 9 e 11 anni), ha
prodotto una serie di opere a quattro e sei mani,
utilizzando collage di fotografie, segni, colori e
pastelli a olio. "Quest'esperienza", ha detto a
quiBrescia l'artista, "mi ha aiutato molto, ha
contribuito ad ampliare la mia esperienza
pittorica, liberandomi
dalla morsa della rigidità formale a
vantaggio della libertà espressionista". E
questo nuovo filone tecnico si nota nel lavoro
"Piccola suite per Malcolm Lowry" del 1996,
ispirato al celebre libro "Sotto il vulcano"
scritto appunto da Lowry. Questo ciclo di opere
rappresenta una serie di paesaggi vulcanici, su
fondo nero: uniche protagoniste risultano essere le
esplosioni di luce e le atmosfere lunari della
composizione. Le "Terre calde", risalenti al 1999,
invece, rappresentano le forme riconoscibili
dell'Africa, oppure il corso di alcuni fiumi
immaginari lavorati a bassorilievo su formelle di
terracotta, come fossero visti da un satellite. Tra
le ultime produzioni di Giorgio Bertelli c'è
anche la serie della "Via Crucis", esposta alla
galleria Maison Fleur di Curmayeur nel 2000. Qui
l'artista è intervenuto graficamente su
antiche stampe dell'800, giocando ironicamente con
segni e colori sui simboli più grotteschi
dell'iconografia religiosa.
Giorgio
Bertelli vive e lavora a Brescia, per contattarlo
030 3770449.
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Qui sopra, a destra:
Come una pecora muta, tecnica mista su carta, 1993. A
sinistra, Perenne eternità delle parole,
tecnica mista su carta, 1993.
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