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quiArte a cura di Nino Lo Castro

Viviana Buttarelli e i suoi spazi blu


Qui sopra: Senza titolo, 2000, esposto in occasione di "Solo aria solo luce" alla galleria Primo Piano. In basso a destra l'artista in uno scatto di Roberto Covre.

L'artista
Viviana Buttarelli, bresciana d'adozione, è nata a Viadana, un piccolo centro del mantovano dal quale è partita giovanissima alla volta di Parma per frequentare l'istituto d'arte. Nella vicina Bologna, invece, si è iscritta all'Accademia di belle arti, dove ha conosciuto Franco Dagani, suo amico e collega bresciano con il quale la Buttarelli ha più volte lavorato. Ultimo frutto di questa collaborazione, la mostra organizzata alla galleria Primo Piano di Brescia nel 2000, intitolata "Solo aria solo luce". La prima esposizione della Buttarelli è, invece, datata 1986, anno in cui, da poco uscita dall'accademia, ha partecipato a una importante collettiva al palazzo dei Diamanti di Ferrara, intitolata "Figure dallo sfondo 2 " e curata da Romana Loda. "E' stato proprio quest'evento", ha detto l'artista a quiBrescia, "a far crescere la fiducia in me stessa e nel mio lavoro". Infatti da allora non si è più fermata. L'anno seguente era a Brescia, con una collettiva organizzata alla galleria Multimedia e nella nostra città è nata anche la sua prima personale, ospitata nella sala Cacciadenno. Così, fino ai primi Anni '90, Viviana Buttarelli ha esposto il suo lavoro tra la nostra provincia e quella di Mantova, dove nel 1989 ha partecipato al "XXIX premio Suzzara". Già nel '91, però, è stata invitata a Paks in Ungheria per prendere parte a una collettiva intitolata "Varosi numelodesi kozpont kallitoterme". Numerose quindi sono le mostre alle quali ha partecipato, da Brescia e Reggio Emilia, da Milano a Roma, da Piacenza a Livorno, città che ha ospitato l'ultima tappa di "Escatologica", esposizione itinerante già presentata a Milano, Roma e Mantova.


Qui sopra a sinistra: Blu, 1996-97. A destra: Blu, 1996-97. Sotto a sinistra: Opera del 1998, per la collezione "Bonap-Art". A destra: Senza titolo, 2000.


Le sue opere
Come già abbiamo accennato, la carriera artistica di Viviana Buttarelli è iniziata nel 1986, con la partecipazione alla collettiva "Figure dallo sfondo 2 ", vero e proprio trampolino di lancio per il suo lavoro. Nel corso degli anni, la sua opera ha subìto diverse trasformazioni spesso maturate grazie ai viaggi compiuti dall'artista, dall'Europa ai paesi orientali. Proprio il contatto con realtà totalmente diverse dalla nostra ha stimolato la creatività della Buttarelli e l'ha spinta a mettere in discussione il suo lavoro, facendolo progredire e maturare di anno in anno. Le prime opere dell'artista mantovana erano delle pitture informali, in cui protagonista era la pura gestualità, anche se già allora si intuiva una forte sensibilità verso la terza dimensione dell'immagine, e un'attenzione particolare nei confronti delle superfici pittoriche. I suoi quadri, infatti, esasperavano il rapporto tra materia e segno, con una tensione poetica sofferta e torbida. Con il passare del tempo, la forma è però mutata. I semplici quadri si sono trasformati prima in bassorilievi poi in oggetti tridimensionali, soggetti narranti o parti di un'installazione spaziale. Il rapporto con lo spazio è alla base delle trasformazioni subìte dall'opera della Buttarelli e un esempio lampante di questo nuovo modo di sentire sono i lavori prodotti tra il 1996 e il 1998, intitolati semplicemente "Blu". Si tratta di una serie di formelle quadrate ricoperte da un profondo blu Klein, che contengono, come fossero teche, dei segni astratti in rilievo e dei panneggi increspati. L'attenzione è tutta rivolta alle superfici dell'opera, sperimentando andamenti e ritmi, profondità e movimento, grazie alla luce che rivela le forme attraverso la propria incidenza. Questi lavori possono definirsi un nuovo punto di partenza. Alcuni elementi che li caratterizzano, infatti, sono ricorrenti in altre produzioni della Buttarelli. Il formato quadrato, per esempio, è utilizzato di volta in volta in modo diverso, come modulo costruttivo o come scatola di plexiglass contenente oggetti. Altro carattere molto caro all'artista è il blu. Questa tonalità profonda, a metà tra il prussia e l'oltremare (la stessa che ha toccato la sensibilità di Ives Klein) è protagonista di molte opere perché in grado di modificare la percezione delle profondità, sfigurando le superfici. Anche nelle istallazioni degli ultimi Anni '90 questo colore è centrale: in "Sotto il cuscino", contenuta nella collezione "Bonap-Art", o nell'opera esposta a Mantova in occasione di "Sculpt".
Le ultime esperienze, invece, hanno in sè un elemento nuovo che rivoluziona in un certo senso il rapporto tra opera e spettatore. E' qui che la parola scritta entra a far parte del lavoro della Buttarelli. Oltre ad avere una valenza estetica propria, infatti, la parola contiene sempre un concetto, lo stesso che viene espresso dal lavoro nel suo insieme. La scrittura diventa la chiave per entrare nell'opera, una porta attraverso la quale si vede esattamente quello che vuole l'autrice. Non si tratta di una didascalia, ma di uno stimolo, una corda appesa sulla quale arrampicarsi per raggiungere l'essenza del lavoro. Molto interessanti sono anche le collaborazioni con Franco Dagani, altro artista bresciano con il quale ha esposto nel 2000 diversi lavori a quattro mani all'interno della mostra "Solo aria solo luce".

Viviana Buttarelli vive tra Brescia e Mantova. Per contattarla 030 2426120.

Qui sopra a sinistra: Senza titolo, 1996. Più in alto a destra un'opera del 1998 esposta a "Sculpt", museo di Gazzoldo degli Ippoliti (Mn).



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