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quiArtePittura
a
cura di Nino Lo Castro
Franco
Dagani e le suggestive luci dell'arte
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Qui sopra: Autoritratto, fotografia, 2000.
In basso a destra: Doppia luce in ombra,
installazione, 2000.
L'artista
Fraco
Dagani è nato a Bassano Bresciano nel 1954 e
ha frequentato la cattedra di Concetto Pozzati
all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Oggi,
concilia l'insegnamento di discipline pittoriche e
educazione grafico visiva al liceo Calini
sperimentale, con il lavoro di artista. Sempre alla
ricerca di nuovi stimoli, il suo atelier in via
Trento è più di uno studio, spesso
sede di installazioni e mostre, aperto alla
curiosità dei passanti. Attivo ormai da
più di 15 anni nel campo
dell'arte, Dagani ha esplorato diversi stili
espressivi, dall'informale alla fotografia, sempre
con un atteggiamento di ricerca e sperimentazione.
La sua prima mostra personale risale al 1979, anno
in cui ha esposto alla biblioteca comunale di
Manerbio. Da allora il suo lavoro ha trovato spazio
in numerose esposizioni sia in Italia sia
all'estero, oltre alle numerose apparizioni a
Brescia e in provincia. Multimedia Arte
contemporanea, l'Aura e la Primo Piano sono solo
alcune delle gallerie cittadine che hanno ospitato
le opere dell'autore di Bassano. Per la sua
formazione professionale, sono state molto
importanti le esperienze fatte in Ungheria, dove
Dagani ha esposto più volte e ha collaborato
con autori del luogo. Particolarmente proficuo il
sodalizio con Halàsz Kàroly,
importante artista magiaro con cui ha realizzato la
mostra "Dialogus XIII", ospitata nella Fések
Galéria di Budapest. In quell'occasione
l'autore bresciano e quello magiaro hanno dialogato
pittoricamente su composizioni astratte: i segni
neri, espressione di una marcata gestualità,
di Dagani si contrapponevano ai dischi
monocromatici inseriti da Kàroly
Halàsz. Ne è uscito un lavoro molto
interessante, alla ricerca di un equilibrio
visivo-istintuale, esule da ogni composizione
formale. Altra importante collaborazione, la mostra
"Solo aria solo luce" realizzata con Viviana
Buttarelli. Anche in questo caso il risultato sono
state opere di grande forza emotiva, dovuta alle
differenze tra i due stili espressivi.
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Qui sopra a sinistra:
Cento luci, installazione, 2000. A destra un
particolare della stessa opera, olio su tela. Sotto a
destra: Cento rose, installazione in ricordo del 28
maggio, giorno della strage di piazza Loggia. A sinistra un
particolare della stessa opera, la numero 56, pigmento su
carta.
Le sue opere
Le
opere di Franco Dagani hanno esplorato, nel corso
degli anni, l'universo infinito della pittura
informale. Partendo dalle sperimentazioni materiche
dei primi lavori, l'artista ha via via cercato di
ridurre al minimo il proprio intervento pittorico,
tendendo a una maggiore pulizia del segno e a una
più rigorosa composizione. Col tempo, i suoi
quadri hanno assunto un aspetto molto diverso dagli
esordi. L'essenzialità del tratto ha spinto
Dagani ad abbandonare i forti cromatismi, a
vantaggio di tonalità più tenui. Sono
nate, come estrema conseguenza di questo processo,
le composizioni a due colori, il bianco e il nero,
che hanno permesso all'artista di approfondire lo
studio degli spazi e del movimento. Alcuni suoi
inchiostri di quel periodo, pur essendo astratti,
ricordavano dei veri e propri paesaggi, fatti di
macchie e semplici linee, che giocavano con i
contrasti tra luce e ombra. E proprio la luce
è uno dei temi più cari a Dagani
insieme con l'acqua. Due elementi estremamente
affascinanti e mutevoli allo stesso tempo, una
sfida per l'artista e una fonte di continua
ricerca. Peculiarità dell'artista è
quella di lavorare a quattro mani su un'opera. Tra
le collaborazioni più proficue ci sono
quelle con Viviana Buttarelli o con l'artista
ungherese Halàsz Kàroly. "In entrambi
i casi", a detto a quiBrescia lo stesso autore, "ho
imparato molto. Collaborare con altri artisti sulla
stessa opera ti apre la mente, ti aiuta a vedere il
tuo lavoro da un'altra angolazione, facendolo
crescere". Tra gli ultimi lavori di Franco Dagani
ci sono le serie dei "100". Si tratta di
installazioni di cento piccoli quadri dipinti a
mano, esposti su una grande superficie (una parete
bianca o una vetrina). Riproponendo lo stesso
soggetto per un tale numero di volte, l'autore
gioca con le inevitabili diversità tra i
singoli componenti, esaltando sia l'insieme che la
singola unità. Il lavoro, così,
può vivere infinite volte.
Franco
Dagani vive e lavora a Brescia. Per contattarlo 030
381469
Qui sopra a
sinistra: Wasser-water-l'eau, stampa
digitale su carta, opera che ha partecipato alla
II° Biennale internazionale Mail Art di
Bodenbourg-Germania. A destra: Tre critici sul
Danubio, fotografia a colori, 1996.
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