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quiArtePitturaa cura di Nino Lo Castro


Daniele Schivardi: immagini nel buio

L'artista
Daniele Schivardi è nato a Milano il 16 febbraio del 1949. Attratto dalla pittura fin da giovanissimo, a cavallo tra gli anni '60 e '70 ha frequentato il liceo artistico di Roma. Da molto tempo ormai l'artista vive a e lavora nella nostra provincia e, com'egli stesso afferma, la sua opera è cresciuta e si è caratterizzata proprio in ambito bresciano. Essendo maturato abbastanza presto come artista, già nel decennio tra il 1983 e il '92 Schivardi aveva esposto il suo lavoro in sale importanti: alla galleria S. Michele e all'Abba, per riferirci a Brescia, ma anche in città come Milano e Bologna e alla galleria Fumagalli di Bergamo, spazio espositivo di prestigio, che ha ospitato una sua personale. Nonostante il discreto successo ottenuto nel primo periodo, comunque, la ricerca artistica di Schivardi non si è mai fermata e il suo lavoro, ancor oggi in continua evoluzione, è diventato via via più maturo e complesso, incontrando i favori della critica e riuscendo a imporsi in contesti sempre più prestigiosi. Dopo aver ricevuto una commissione dal comune di Torino per grandi opere da collocare in un parco pubblico, infatti, nel 1996 una sua personale è stata organizzata nel Marxstrasse Trier in Germania e successivamente al palazzo ducale di Revere (Mn). Schivardi ha poi partecipato a una collettiva dal nome "In differenze, work in progress n° 5" con un lavoro che è entrato a far parte della collezione dello Young Museum. Di quest'anno è invece la performance "La papessa", ricavata da un lavoro presentato alla Aab di Brescia, composto da otto stazioni pittoriche. L'ultima mostra "Ciclo estetico-sbandieramento: 100+1 ritratti non commissionati e non necessariamente con significato" è stata allestita all'interno di villa Glisenti a Villa Carcina e conteneva 101 pitture di diversa grandezza create con varie tecniche.

In apertura: Senza titolo, 1998, acrilico su faesite, 170x380. In alto, a sinistra Senza titolo, 1998, acrilico su faesite, 190x180. Qui sopra tre opere dall'ultima mostra "100+1 ritratti...":da sinistra a destra Bandiera di inverso 150x100, Bandiera di sei 50x40 e Bandiera di uno: chi? io (un occhio) 50x40. In basso un pezzo della serie: Le lampade.

Le sue opere
La pittura di Daniele Schivardi può essere definita una trasposizione surreale delle visioni che affollano la sua mente. Infatti, sin da giovanissimo, l'artista ha espresso il suo furore creativo attraverso il disegno e le arti pittoriche, all'inizio con uno stile più realista, poi con sperimentazioni tecniche che hanno cambiato il modo di apparire dei suoi soggetti. Le opere di Schivardi hanno iniziato così a raccontare di luoghi oscuri, nei quali vivono personaggi stralunati, che sembrano raccontare allo spettatore la propria sofferenza, attraverso linee compositive classiche, avvolte da un'aurea sacra, misteriosa e a tratti macabra. Per l'artista inoltre ogni opera rappresenta il punto di arrivo di un lungo percorso, il sunto di una riflessione contenuta in un contesto più grande: la ricerca artistica individuale. Con il passare del tempo, poi, i suoi racconti si sono fatti sempre più complessi, anche a causa del bisogno che Schivardi ha cominciato ad avvertire: quello "far uscire" la pittura dal quadro, occupando lo spazio in maniera da coinvolgere lo spettatore all'interno dell'opera. Sono nate così le istallazioni pittoriche, creazioni in cui le immagini dipinte paiono vivere di vita propria, divenute finalmente personaggi narranti. Ne "La papessa" del '98, per esempio, l'artista s'ispira alla storia-leggenda scritta nell'800 dal frate domenicano Jacopo da Varagine, che narra di una donna inglese del IX secolo entrata, non si sa come, a far parte del mondo ecclesiastico, divenuta papa, poi smascherata da un parto prematuro durante una processione e vista dai contemporanei come l'incarnazione dell'Anticristo. Questa storia è raccontata nelle otto stazioni (gruppi di due, tre e a volte anche quattro quadri e da un grosso pannello sul quale è illustrata la crocifissione della Papessa) dipinte dall'artista che, con il suo segno espressionista, riesce a creare atmosfere oniriche e allo stesso tempo surreali. E il tema del sacro continua a essere caro a Schivardi che anche in questo periodo sta lavorando ad una grossa opera "6 sindoni + una" che verrà presentata nei prossimi mesi. Si tratta di un'installazione circolare composta da sei tele dipinte sui due lati che simboleggiano la ritualità e circondano una settima sindone sulla quale è rappresentata la divinità. Un nuovo dio, immagine della sua personale religione, non codificata, ma che si racconta attraverso la pittura.

Daniele Schivardi vive e lavora a Mazzano per contattarlo: 0329 2283087

Sopra al centro: la Papessa 1998, acrilico su faesite 180x200. Sopra e sotto rispettivamente la II e la IV stazione.




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