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quiArtePitturaa cura di Nino Lo Castro


Rinaldo Turati: la natura nel gesto

L'artista
Nato a Concesio nel 1956, Rinaldo Turati proviene da una tradizione pittorica classica, dopo essersi diplomato all'istituto d'arte di Gargnano per molti anni ha lavorato in pittura con uno stile quasi ottocentesco, dedicandosi al paesaggio an plein air sulle le tracce della tradizione pittorica dei grandi naturalisti lombardi. Nei primi anni '90 Turati, già un ottimo paesaggista con un buon numero di mostre alle spalle, si è iscritto all'accademia di belle arti di Brera, in una Milano che in quegli anni proponeva alla ribalta dell'arte contemporanea stili espressivi molto distanti dai suoi. Inevitabilmente la sua pittura subisce un cambiamento, attratto dal lavoro degli informali italiani degli anni '60, comincia a proporre una pittura diversa. Nella prima metà del decennio passato, Rinaldo Turati organizza numerose personali all'interno di spazi espositivi di prestigio, come la chiesa del Carmine a Brescia nel '90 e nel castello di Portese sul Benaco nel '91, sempre in città nella sala Piamarta nel '95 e nella sala mostre comunale SS: Filippo e Giacomo nel 1997. Il suo lavoro è entrato a far parte anche di moltissime mostre collettive, tra le quali i "Salon primo", organizzati ogni anno dall'accademia di Brera con i lavori dei migliori studenti, la biennale d'arte contemporanea di Francavilla Fontana e "Il bosco sacro", organizzata a Niardo. La sua nuova pittura, una sorta di "naturalismo astratto", viene subito apprezzata sia dalla critica che dal pubblico, e ha visto la sua prima uscita con la mostra "Da vigna in tina", organizzata a villa Glisenti nel 1998, per poi proseguire con "Raccolte", "improvvisazioni" e "La vigna" del '99, fino ad arrivare all'ultima sua personale del 2000 "Radici Brune" organizzata nella Galleria Internazionale a Milano.

In alto, sotto il titolo: "La vigna", palazzo Cominelli Cisano, S. Felice del Benaco 1999. Qui sopra due opere grafiche tratte dalla stessa mostra.
In basso "Zolle", 1999, cemento, acrilico, olio - cm 26x18x13.

Le sue opere
I Come detto in precedenza, il lavoro di Turati subisce un cambiamento che può sembrare radicale: dal paesaggismo classico dei suoi inizi alla pittura a metà tra l'informale e il gestuale delle sue opere più recenti. In realtà il filo conduttore che lo ha accompagnato è sempre l'amore per la natura, la sua attenzione però si è spostata su un più profondo studio del particolare e la ricerca pittorica ha approfondito il rapporto tra l'artista e la superficie dell'opera. Affascinato dal lavoro degli "informali" italiani, in particolare Afro Basaldella, Alfredo Chighine e Emilio Scanavino, Rinaldo Turati ha messo in discussione tutto il lavoro fatto fino ad allora e ha cominciato a creare delle composizioni di puro colore e segno, nelle quali è rappresentata la pura emozione che ispira la natura e non più la sola apparenza. Questo passaggio dalla pittura rappresentativa a quella evocativa cambia il suo rapporto con il lavoro: lo rende più diretto e la protagonista dell'opera diventa la superficie pittorica. Le sue opere sono spesso dei pannelli di legno di forma allungata, sui quali le sue terre brunite vengono usate a velatura o con spessi strati grumosi, sempre seguendo una composizione estremamente ritmica e istintuale che crea atmosfere particolarmente coinvolgenti. Il segno, graffiato o dipinto, sottolinea un passaggio, lega i tralci di vite, pennella le radici, aggiunge la luce dove sprofondano i bruni, ma non è mai protagonista vero, ma una sorta di codice cuneiforme con il quale l'artista descrive il movimento e il ritmo delle sue emozioni. Sicuramente questa capacità di muoversi con estrema sicurezza sulla superficie del quadro, giocando con le tonalità, con le strutture compositive, con gli spessori di colore, creando atmosfere velate o ruvidi chiaroscuri, deriva dalla sua esperienza come pittore figurativo, abituato a ritrarre la realtà così come appare, con le regole ferree della rappresentazione. In questi ultimi anni le opere di Rinaldo Turati, vengono create in funzione dell'ambiente, facendo quella che si può definire "installazione pittorica": le sue strutture sfruttano l'estrema verticalità o la posizione orizzontale e di volta in volta possono diventare dei moduli di una struttura più complessa, o seguire un elemento architettonico dello spazio espositivo, come nel caso della sua ultima mostra "Radici brune". Di recentissima fattura sono i video, nei quali Turati sceglie di dipingere immerso nel bosco, in una sorta di performance evocativa nella quale l'artista dipinge la natura dal suo interno, trasformando la forte energia trasmessa dal luogo in forma pittorica diretta, (qui è possibile vedere come Rinaldo turati lavora alle sue opere) dipingendo con gesti istintivi le sue emozioni.

Rinado Turati vive e lavora a Brescia. Per contattarlo: 030 396633


Sopra due opere tratte da "Da vigna in tina", villa Glisenti 1998.
In basso: Tralcio 1999, olio su tavola, cm 22x120.



Guarda il video della performance di Rinaldo Turati


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