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quiArte
a
cura di Nino Lo Castro
La
web-art di Roberto Covre
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L'artista
Roberto
Covre, classe 1962, vive e lavora a Brescia come
fotografo professionista. Decisamente eclettico,
l'artista è in continua evoluzione sia per i
temi trattati sia per la varietà e la
contemporaneità dei mezzi espressivi
adottati. Il
primo approccio con il mondo dell'arte, infatti,
Covre lo ha vissuto come musicista, ma il mezzo con
il quale è alla fine approdato alla
produzione artistica è stato la fotografia,
poi sostituita dal video, vissuto come modo
espressivo più libero e completo. Anche il
video però ha subito numerosi evoluzioni e,
inizialmente presente nelle opere dell'artista
bresciano come protagonista unico, in lavori
più recenti è diventato un elemento,
parte di una composizione più ampia:
l'installazione spaziale. Dopo aver collaborato con
lavori e scritti per diverse pubblicazioni tra il
1984 e l'87, Covre si è esibito in diverse
performance (Rosa flieder, Il tempio
della gioventù alcolica e Before de
mirror meet the light). Nel '93 Brescia ha
visto la sua prima personale dal titolo Okapia
industriale che verrà ripetuta qualche
anno più tardi anche a Milano, Dietro le
palpebre chiuse del '96 e Blu (contemporanea
1+1) del '97 sono i titoli di altre importanti
esposizioni che lo hanno visto protagonista. In
occasione dell'uscita del disco del gruppo musicale
"Grande Omi", realizzato dal Consorzio produttori
indipendenti, Covre si è occupato delle foto
di copertina e della produzione del videoclip che
ebbe un discreto successo. Proprio in questi ultimi
anni i suoi lavori sono stati presentati attraverso
Internet , alcune immagini tratte da queste
pubblicazioni telematiche sono Bodynet
explorer e Lifting del 1998, It's no
game del 1999, Lifestyles
2000.
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In alto, sotto il
titolo: Blu, 1997. Sopra a sinistra: Lifestyle
2000, Internet.
A destra: Bodynet explorer 1998, Internet. In basso a
destra: un'immagine da Il grande Omi
1997.
Le
sue opere
I
temi attorno ai quali gravita il lavoro di Roberto
Covre sono due: il dettaglio e la totalità.
Nelle sue opere infatti l'artista cerca di trovare
un taglio inconsueto, puntando l'attenzione su un
particolare esplicativo che diventa protagonista,
fuori dal contesto originario, rappresentato con
mezzi di documentazione come la fotografia o il
video.
Ma le atmosfere che Covre cerca di ricreare
attraverso l'obiettivo di una camera prendono corpo
nelle istallazioni, dove lo spazio viene utilizzato
come fosse materia solida. La totalità di
cui si parlava è quindi facilmente
individuabile da parte di chi visita una delle
installazioni dell'artista bresciano, trovandosi
all'interno di una realtà parallela nella
quale tutto esiste in funzione di tutto. Ogni
elemento, dalla luce al suono, fa parte del lavoro
e contribuisce a far "vivere" allo spettatore
l'evento, come dire che l'opera si completa
nell'esperienza personale di ognuno.
In
It's no game del '99, per esempio, il
cadavere suicida ritratto dall'artista sembra aver
trovato nello spazio bianco della stampa
fotografica un suo baricentro
compositivo: è forse questa sensazione
di stasi a esprimere un senso di distacco,
togliendo drammaticità al gesto e dando
all'immagine un significato surreale. Giocando con
la figura della morte, l'artista ne esalta
l'aspetto tragicomico. L'atmosfera creata dai neon
e la posizione stessa della foto rispetto allo
spazio circostante danno a questa immagine un
carattere sacro, accentuato anche dal percorso con
il quale lo spettatore le gira intorno. Anche in
altre opere Covre riesce a cancellare i caratteri e
la valenza intrinseca di un soggetto, ponendolo in
un contesto costruito. Potremmo definire web-art
quella di Roberto Covre, non solo perchè
molti dei suoi lavori sono stati presentati via
Internet, ma anche per il carattere "virtuale"
delle sue opere, che trasportano lo spettatore in
una realtà parallela. Una realtà
esistente solo nel suo lavoro, costruita ad arte
grazie alla capacità dell'artista di
stimolare sensazioni attraverso luci, colori, suoni
e immagini.
Roberto
Covre vive e lavora a Brescia. Per contattarlo:
covremail@tin.it
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Qui sopra: It's
no game, 1999, Pianissimo arte contemporanea,
Codogno.
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