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quiArte
a
cura di Nino Lo Castro
Adriano
Grasso Caprioli e la magia nell'arte
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L'artista
Pittore
bresciano, nato nell'ottobre del 1927 a Gussago,
Adriano Grasso Caprioli, ha frequentato prima il
ginnasio Arnaldo, poi il liceo scientifico Calini
in città. Ed è stato subito dopo il
diploma che è esplosa la sua
creatività artistica, accompagnata dalla
voglia di apprendere la tecnica pittorica.
Così già nel '40, nello studio del
napoletano Gustavo Vitale, Caprioli si è
avvicinato ai primi rudimenti tecnici che ha poi
affinato frequentando i corsi di pittura tenuti
all'Aab dal maestro Rizzi. Da quel momento la
passione per l'arte lo ha coinvolto totalmente,
tanto da fargli abbandonare la facoltà di
geologia per lavorare nello studio milanese del
pittore Silvio Consadori, originario di Cellatica.
I primi anni '50 lo hanno visto iscritto
all'Accademia di Vienna e già vincitore di
alcuni premi sia in Austria sia in Svezia dove si
era recato per un viaggio. Proprio nel paese
scandinavo, l'artista bresciano si è trovato
particolarmente bene. Le atmosfere e i paesaggi del
nord Europa hanno stimolato la sua
creatività, convincendo Caprioli a tornare
in questi luoghi molte volte per esporre il
proprio lavoro. Ma anche Brescia è stata
molto importante per la carriera di questo artista.
Nel 1952, infatti, la prima personale ha visto la
luce proprio all'Aab e da quel momento le sue opere
hanno riscosso un grande successo, portandolo nelle
gallerie di tutto il nord Italia. Da Brescia a
Venezia, da Milano a Verona, la sua pittura
materica, fatta di colle e polveri, di sbavature e
colate,
ha iniziato a soddisfare anche l'artista che in
passato aveva distrutto molti lavori perchè
non convinto dal risultato ottenuto. Questo
è stato un periodo di grande produzione,
scaturita da una passione sempre crescente per
l'arte. Tra gli Anni 60 e 70, poi, la pittura di
Caprioli ha subito un ritorno all'espressionismo
naturalistico con figure surreali. La sua tecnica
si è affinata notevolmente e, nel giro di un
decennio, ha esposto in più di 20 occasioni,
per esempio a Brescia, Vienna, Eisenstadt e Torino.
Per tre volte, inoltre, l'artista è stato
presidente dell'Aab, entrando così a far
parte dell'Olimpo dei pittori bresciani. Gli Anni
'80 sono stati quelli della sua consacrazione e del
raggiungimento della piena maturità
artistica ed esistenziale. Le sue ultime
apparizioni sono state mostre antologiche
organizzate a Verolanuova e nella sala dell'Aab.
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In apertura: Nudo e
testa equina, 1974, olio su tela. Sopra a destra:
Paesaggio-Papaveri, 1974, olio su tela.
Qui sopra a sinistra: Cavaliere, la morte e il
diavolo, 1988, olio su tela. A destra: Ippica
Carlyle, 1988, olio su tela. Sotto Apocalisse,
1985, olio su tela.
Le
sue opere
Il
percorso artistico di Adriano Grasso Caprioli ha
attraversato diversi stili espressivi,
sperimentando, con il passare del tempo, varie
tecniche e nuovi
linguaggi. Le sue prime pitture, di stampo
espressionista, caratterizzate da tratti violenti e
tonalità molto forti, hanno ormai 50 anni e,
in questo lasso di tempo, l'artista ha dipinto
quadri di ogni genere, dalle nature morte ai
paesaggi, dai ritratti al nudo, passando per i temi
naturalistici, religiosi e sportivi, ma puntando
sempre l'attenzione verso la forma, il ritmo
compositivo e l'armonia strutturale. Caprioli ha
maturato il proprio stile attraverso un percorso
ben preciso. E la ricerca affannosa della
semplicità e di un certo decorativismo
geometrico, che ha caratterizzato le sue produzioni
giovanili, ha poi affinato la sua capacità
di cogliere sempre la linea essenziale di ogni
forma, senza dare spazio a meri decorativismi. Non
solo la razzionalizzazione della forma, ma anche la
libera espressività, il disegno fuori da
ogni schema tradizionale e le sperimentazioni
tecniche hanno contribuito in maniera determinante
a formare lo stile di questo artista. Con il
passare del tempo, le pitture di Caprioli hanno
assunto un carattere più raffinato. I colori
più studiati e le dolci sfumature hanno
introdotto nelle sue opere atmosfere surreali e
tensioni diverse nei suoi racconti. Sia i ritratti
sia gli splendidi paesaggi sono andati via via
assumendo un carattere onirico, le forme si sono
frammentate e gli spazi narrativi hanno iniziato a
sovrapposrsi fino a comprendere nello stesso quadro
diverse storie, tutte independenti e allo stesso
tempo parte di un solo racconto. C'è una
sorta di approccio magico tra Caprioli e l'arte, i
suoi quadri cercano sempre di evidenziare le
tensioni spirituali della figura piuttosto che
quelle materiali, che si tratti
di un paesaggio, di un ritratto, o di una scena
sportiva, il protagonista ha sempre un'alone
trascendentale che esula dalla figura per svelare
qualcosa di sé. Le opere di questo artista
contengono una sorta di codice alchemico, ogni
elemento del quadro vive di vita propria pur
essendo parte di un insieme. E' proprio
l'attenzione ai particolari e alla ritmica degli
eventi che permette di entrare a fondo nei messaggi
dell'artista. Un'altra operazione molto
interessante è stata quella portata avanti
da Caprioli nel 1999, quando, riproducendo dei
particolari di famose opere dell'800, ha dato vita
a una mostra di grande carattere. In quel caso,
personaggi di Canova, di Segantini, di Hayez o di
Klimt, pur riconoscibili, hanno assunto sembianze
differenti e, posti dall'artista in un contesto
più intimista, si sono raccontati allo
spettatore in maniera più confidenziale,
svelando i propri lati nascosti, messi a nudo dalla
sensibilità di questo artista bresciano.
Adriano
Grasso Caprioli vive a Brescia. Per contattarlo 030
2906092.
Qui sopra a
sinistra: Madonna da B. montagna, 1982, olio
su tela.
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