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quiTeatrobrescianoa cura di Rossella Prestini

Il teatro come scelta: "La Betulla"


In apertura: una scena tratta dallo spettacolo "La cena" di Jean Claude Brisville.

La compagnia
La passione teatrale di Bruno Frusca ha radici profonde. Probabilmente gli è stata tramandata dal padre ufficiale dell'esercito che, negli Anni 30 durante la campagna di Libia, faceva arrivare dall'Italia alcune compagnie per allietare i propri soldati, recitando lui stesso nei ruoli scoperti. Infatti il debutto di Bruno Frusca è avvenuto prestissimo, quando l'oggi regista, attore e scenografo de "La Betulla" aveva solo quattro anni. Da allora il palco per lui è stato un chiodo fisso e, dopo un'esperienza con "La Loggetta" di Brescia, nel '68 è arrivata la decisione di fondare a Nave una propria compagnia, che ha debuttato con "Avamposto" di Alfonso Sastre. La strada percorsa dal gruppo in 32 anni di attività è ovviamente inenarrabile. Un gran via vai di persone (di cui il regista ricorda ancora tutti i nomi), decine di spettacoli, migliaia di trasferte, problemi e successi, ma ogni cosa è stata affrontata da Bruno Frusca con risoluzione, caratteristica che gli ha certamente permesso di stare in piedi nonostante le avversità che normalmente una compagnia teatrale incontra. Uno dei punti fermi del fondatore de "La Betulla", infatti, è l'autonomia. "Io non ha mai chiesto niente a nessuno, non ha mai bussato alle porte giuste, tutto quello che ho, l'ho ottenuto con le mie forze", ha detto Frusca a quiBrescia e, alla vista del teatro privato che ha fatto costruire sotto la propria casa di Nave nel 1974, ci si può anche credere. E' infatti un teatro in piena regola, con un centinaio di posti, dove la compagnia può provare e allestire gli spettacoli. Certo la cosa è abbastanza sorprendente (anche la Rai gli dedicò un servizio nel 74), ma non stupisce se si riesce a comprendere la passione che anima chi, benchè non da professionista, sta dedicando la vita al palcoscenico.

Qui sopra: due scene tratte dallo spettacolo "Antigone" di Jean Anouilh. Sotto, a destra, un'immagine tratta da "Mariana Pineda" di Garcia Lorca.

Il lavoro
Il teatro in ogni sua forma: così, in una frase, si può riassumere il lavoro de "La Betulla"; i 30 e più spettacoli allestiti dal gruppo hanno caratteristiche assai diverse sia dal punto di vista testuale, sia come messa in scena e interpretazione. Frusca infatti crede che nel teatro non si debba chiudere nessuna porta. Ogni via va intrapresa, provata e sperimentata, senza rimanere vincolati a un genere o seguire il filone di un successo. Così, nel repertorio de "La Betulla" (la compagnia ha questo nome dal 1974, prima si chiamava "Gli amici del teatro"), compaiono testi di Garcia Lorca, Anton Checov, Cervantes, Luigi Pirandello, ma anche di sconosciuti autori dialettali, o formati da poesie e canti popolari. E così il regista, autore, attore e scenografo del gruppo, ogni volta crea qualcosa di nuovo, aiutato ovviamente dai suoi attori fra cui citiamo Sergio Insonni, Bruno Scorza, Massimiliano Musio, Ester Liberini, Andrea Albertini, Mariangela Sottini e Rosanna Pedrinelli. Insomma, un mix di esperienze diverse con momenti intensi e più leggeri, ma sempre curati nei minimi dettagli. Come l'ultimo spettacolo, "La cena", tratto da un testo di Jean Claude Brisville, autore francese che vive e lavora a Versailles. L'opera, ambientata nel 1815, narra dei maneggi di due individui i quali, dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, decidono a tavolino e tra succulente portate il destino della Francia. La compagnia, che può vantare la partecipazione a numerosi festival nazionali e internazionali, oltre a tantissime esibizioni nella nostra provincia e in tutta Italia, è sempre alla ricerca di nuove leve, di giovani appassionati. Unico requisito richiesto: l'amore per il palco.

Guarda alcune immagini tratte dallo spettacolo de "La Betulla" in formato RealPlayer.

Per contattare la compagnia: Bruno Frusca 030 2530374.



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