|
|
quiTeatrobrescianoa
cura di Rossella Prestini
I
"Caicì de Inzì" e il rilancio della
tradizione
La
compagnia
In
dialetto bresciano i caicì sono i chiodi. Si
dice che a Inzino, frazione di Gardone Valtrompia,
ci fossero artigiani così abili a lavorare
il ferro che, ai tempi della Serenissima, Venezia
diede loro il compito di forgiare i chiodi per la
costruzione dei galeoni. I "Caicì de
Inzì" hanno scelto questo nome proprio per
rendere omaggio alla tradizione del loro paese.
Associazione
culturale di animazione teatrale, i Caicì
sono nati proprio con lo scopo di intrattenere e
diverire. Nel 1979, infatti, un gruppo di genitori
decise di organizzare alcune attività per
rallegrare la festa organizzata nella scuola
elementare frequentata dai figli. Finita l'
esperienza, però, queste persone, che
lavorando insieme avevano iniziato a conoscersi e
si erano appassionate alla loro nuova
attività, si resero conto di non voler
concludere la cooperazione. A qualcuno allora venne
l'idea di proporre al paese di Inzino, non
particolarmente attivo in ambito culturale, uno
spettacolo teatrale il giorno di Natale. E'
iniziata così, nel 1980, l'esperienza sul
palcoscenico di questo gruppo di persone (una
trentina di membri in tutto, fra cui citiamo
Damiano Tira, Giorgio Galvani, Duilia Pedretti,
Andrea Peli, Natale Velo, Michela Cristinelli,
Meris Epis, Claudio Battariga, Battista Rambaldini,
Mauro Barbieri, Luigi Sosta, Evelina Sanzogni,
Irene Tavana, Romeo Falconi, Liliana Beffa, Roberto
Cordini e Viviana Arcieri), che non aveva nessuna
familiarità con il palco e che oggi, dopo un
ventennio di attività, è diventato
una vera e propria attrazione nella provincia di
Brescia, e riesce a richiamare anche più di
400 persone in una sola serata. Agli spettacoli dei
"Caicì" è infatti quasi impossibile
trovare posto e, sin dal debutto ("L'anemia de la
siura Angelica"), il pubblico ha dimostrato di
apprezzare la loro recitazione schietta, che mette
in scena la realtà della gente
comune.
Il
lavoro
"I
Caicì de Inzì" calcano la scena da
molti anni. E' quindi logico che il loro lavoro si
sia evoluto e sia cambiato: alcuni attori non ci
sono più, altri sono appena arrivati,
diverse persone si sono alternate alla regia
(dall'80 all'82 Leonello Campanelli, dall'83 all'86
Luigi Bondio, dall'87 al 96 Battista Rambaldini,
dal 97 al 2000 Giorgio Galvani). Le collaborazioni
sono state moltissime, quella con Charlie Cinelli,
del 1999, ha dato vita allo spettacolo
"Torololo..Gnà fil gnà font,
gnà cusudura". Parecchie caratteristiche
della loro opera, comunque, sono rimaste immutate.
La
compagnia, per esempio, non ha mai smesso di
utilizzare il dialetto nelle sue rappresentazioni.
Questa è infatti la lingua della gente
semplice, la lingua della tradizione, alla quale i
Caicì si sentono profondamente legati, pur
vedendo che, soprattutto per i giovanissimi,
l'attaccamento a certi valori va sempre più
scemando. Il vernacolo, poi, permette di usare
certe espressioni improponibili in italiano
rendendo, come ha detto a quiBrescia Damiano Tira,
ogni discorso vivace e colorito. Alla base del loro
amore per il teatro, comunque, c'è la voglia
di stare insieme facendo qualcosa di divertente che
coinvolga anche altre persone. Così la
scelta cade quasi sempre su commedia spiritose,
ironiche, che presentano scorci di vita condivisi
dalla maggior parte delle persone. Tutti questi
testi sono scritti in bresciano da diversi autori,
ma a volte i Caicì traducono le opere
dall'italiano o da altri dialetti. E' il caso per
esempio dell'ultimo lavoro, "El mort en del
vestare", scritto in mantovano da Augusto Morselli
e tradotto dal regista Battista Rambaldini; oppure
di un testo di Samy Fayad, messo in scena nel '96
con il titolo "Come sa fà a svaligià
'na banca". Un aspetto sicuramente importante degli
allestimenti dei Caicì è la
scenografia. Gli ambienti infatti vengono creati
con estrema cura, diventando non meno importanti
della stessa rappresentazione e la loro
realizzazione viene affidata, sin dal 1983,
all'estro e alla fantasia di William Fantini.
Un'esperienza molto intensa quella di queste
persone che, tramite il teatro, cercano di
promuovere i sentimenti in cui credono e che
sembrano loro fondamentali: amore, famiglia,
amicizia e solidarietà.
Guarda
alcune immagini tratte dallo spettacolo dei
Caicì in formato
RealPlayer.
Per contattare la compagnia: Damiano Tira 030
831836 oppure Luigi Bondio 030 832618.
|
Consulta
l'archivio dei
gruppi teatrali
bresciani
Leggi
le
recensioni di
www.quiBrescia.it
Torna
alla pagina indice del teatro
Segnala
la tua compagnia a: teatro@quibrescia.it
|
|
|