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quiTeatrobrescianoa
cura di Rossella Prestini
I
classici secondo "La Maschera"
In
apertura, un'immagine di gruppo tratta dallo
spettacolo "La vita che ti diedi" di Luigi
Pirandello. Sotto, a sinistra, un'immagine dello
spettacolo "In cucina" di
Ayckbourn.
La
compagnia
Anche
se si frequenta un corso o una scuola di teatro,
resta comunque abbastanza difficile mettere a
frutto le esperienze accumulate. Tornati alla vita
di tutti i giorni, infatti, ci si deve scontrare
con il solito tran tran e non sempre si trovano
persone con cui condividere il proprio bagaglio,
soprattutto se non si è inseriti nel mondo
del professionismo che, seppur pieno di insidie e
problemi, offre spesso interessanti
opportunità. E' stato per passione, ma anche
per non buttare via alcuni anni di studio che, nel
1987, Giovanna Baldi, abitante a Palazzolo, ha
pensato di coinvolgere alcuni amici nel progetto di
una compagnia teatrale. E' iniziato allora il
percorso de "La Maschera", un gruppo di non
professionisti che hanno puntato molto sul lavoro
dell'attore, cercando di raggiungere un buon
livello qualitativo, con una particolare attenzione
alla padronanza gestuale e alla dizione.
E
così questi appassionati - fra cui citiamo
Lorena Agosti, Sergio Biraga, Mario Ruggeri,
Jessica Raccagni, Sara Scaratti e Massimo
Venturelli - si sono inoltrati nel mondo del
teatro, partecipando inizialmente a corsi e
seminari di vario genere. Per fare solo qualche
esempio, sono andati a scuola di perfezionamento
d'espressione e animazione teatrale dal Teatro
Prova di Bergamo; e ancora dai Quatrotablas Lima
(Perù), allievi dell'Odin Theater; e perfino
di clownerie con Daniele Finzi Pasca del Teatro
Sunil di Lugano. Ma benché i membri del
gruppo abbiano dimostrato interesse per diverse
branche del teatro, le loro produzioni si sono
subito orientate verso rappresentazioni classiche,
anche se non troppo viste. Questo perché,
secondo la filosofia de "La Maschera", il teatro ha
anche il compito di arricchire lo spettatore,
stimolandolo emotivamente e culturalmente.
Essendo passato molto tempo dagli esordi, anche
questa compagnia, come spesso accade, ha
subìto numerosi cambiamenti strutturali.
Stranamente, però, benchè la regia
sia oggi affidata alle mani di Massimo Venturelli
(Giovanna Baldi gli ha passato il testimone nel
'90), la compagnia non ha mutato il suo modo di
intendere il teatro e non si riscontrano nella sua
produzione vistose fratture stilistiche. Si
potrebbe insomma dire che "La Maschera" si è
sempre mantenute fedele alla sua impostazione di
base, pur senza disdegnare occasionali aperture
verso la novità: lo dimostrano alcune
collaborazioni con diverse realtà espressive
come quella del teatro-danza.
Qui sopra, un'immagine tratta dallo spettacolo "Chi
ruba un piede è fortunato in amore", di
Dario Fo. Sotto, a destra, un'immagine da
"Così teneri legami" di Loleh Bellon.
Il
lavoro
Il
curriculum de "La Maschera" mostra chiaramente
l'orientamento artistico di questa compagnia. Dopo
l'esordio, nel 1984, con "La storia della bambola
abbandonata" di Bertolt Brecht, infatti, la
produzione si è caratterizzata per la
ricerca di testi inusuali, seppur perfettamente
inseriti nel contesto della prosa tradizionale. Si
sono così susseguite sulla scena, fra le
altre, "Ma non è una cosa seria" e "La vita
che ti diedi" di Luigi Pirandello, "La piccola
città" di Torton Wilder, "Lo zoo di vetro"
di Tennessee Williams e, come ultima
pièce in ordine di tempo, "Vetri
rotti" di Arthur Miller. Tutti questi lavori - la
maggior parte dei quali sono stati presentati anche
fuori dalla nostra provincia nella Bergamasca, a
Crema, in Toscana e Piemonte - vengono
proposti seguendo la via della fedeltà al
testo, con uno stile che vuole portare alla ribalta
la parola e la gestualità dell'attore, alla
cui sovranità si piegano sia la scenografia
sia la musica e le luci. Non che questi elementi
siano relegati a ruoli marginali: le luci, per
esempio, sono uno dei mezzi espressivi più
presenti nella regia di Venturelli e la scelta
della musica impegna molto il gruppo, sempre alla
ricerca dei brani più adatti per ogni
allestimento, però si tratta sempre di una
sorta di supporto per far meglio risaltare il testo
e la recitazione.
Per far conoscere sempre più il teatro, poi,
il gruppo organizza, dal 1988, una rassegna,
"Sabato e teatro", nella quale si sono esibiti
numerosi gruppi, amatoriali e non. Di recente
creazione è invece un'altra rassegna,
dedicata agli spettacoli per bambini, che "La
Maschera" sta promuovendo.
Per contattare la compagnia: Massimo Venturelli 030
733977.
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