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quiBresciaAmbiente
di
Michela Bignami
Un
monumento naturale: l'altopiano di
Cariadeghe
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Il posto
Che
cos'è. Una grande conca dai bordi
rialzati posta sulla sommità di un massiccio
calcareo (600/900 metri sul livello del mare), al
limite meridionale delle Prealpi bresciane, che
custodisce nel sottosuolo un intrico di grotte che
rappresentano un patrimonio di grande valore
scientifico e, in superficie, incanta i visitatori
con la bellezza del suo manto boschivo di faggi,
betulle, carpini, noccioli e castagni. I fenomeni
di carsismo, oltre a modellare il paesaggio, hanno
creato, con il naturale drenaggio di acque
sotterranee, grotte e gallerie che costituiscono un
mondo nascosto di grande fascino.
Come arrivarci. Provenendo dalla statale 45
bis, che da Brescia porta al lago di Garda, o dalla
tangenziale sud, si raggiunge il paese di Nuvolento
e si va in direzione Serle. Seguendo i cartelli
turistici con l'indicazione "Monumento naturale
altopiano di Cariadeghe", superata l'ultima
frazione Villa, si entra nel territorio e,
lasciatasi sulla destra la zona militare, si
prosegue fino alla cappella-rifugio degli alpini,
dove si può posteggiare.
La
passeggiata
A
chi è adatta. Grazie alla limitata
ampiezza del territorio, i percorsi principali,
indicati sul posto con appositi segnali, possono
essere percorsi nell'arco di una giornata. A
seconda dei propri desideri e del proprio grado di
allenamento ci si può disegnare un percorso
più o meno lungo e impegnativo; quello che
noi proponiamo non presenta particolari
difficoltà e dura circa due ore.
Il
tragitto. Partendo dalla cappella-rifugio degli
alpini, si segue l'indicazione "Monastero di S.
Bartolomeo" e si sale per la via asfaltata, che,
dopo un centinaio di metri, va abbandonata per
svoltare a sinistra, in un sentiero boschivo. Da
qui inizia il tratto più impegnativo della
passeggiata, costituito da un'aspra salita che dura
circa mezz'ora e, nonostante stronchi le gambe e il
fiato, ripaga con la bellezza di un sottobosco
colorato del verde di muschi e felci e, qua e
là, del lilla dei ciclamini. Terminata la
salita, si è accolti dalla bella immagine
del monastero di S. Bartolomeo (dell'VIII secolo)
con la sua massiccia struttura in pietra, posta su
un bel prato verde dove è possibile fermarsi
per un pic-nic. Da qui si domina il paesaggio e si
gode di un'ampia vista che, nelle giornate limpide,
spazia per mezza provincia. Il percorso, dopo una
sosta per ammirare lo splendido scenario, riprende
sotto la collina del monastero, lungo una comoda
strada sterrata che, tra monumentali faggi e
castagni, conduce fino alla località
Valpiana, dove si incontra l'omonima trattoria.
Senza abbandonare la strada, si attraversa il
cortile della trattoria e si tiene la destra al
primo bivio, proseguendo per un tratto tra dolci
colline erbose, che regalano ai visitatori un
incredibile senso di pace e tranquillità.
Imboccando la strada più bassa, al bivio
successivo, ci si inoltra in uno splendido
boschetto di betulle, che rompe l'uniformità
del paesaggio. Col diradarsi del bosco e dopo aver
proseguito per la strada più alta di un
ennesimo bivio, si giunge in uno spazioso
avvallamento erboso, sito proprio al centro della
conca dell'altopiano, di cui si notano i profili
rialzati. Da qui si prosegue tra prati e tratti
boschivi, tenendo sempre la destra ad ogni bivio,
fino ad arrivare a una sbarra in ferro, da dove si
segue l'indicazione "Piazzale Ruchì".
L'ultima mezz'ora di tragitto, incantevole con i
suoi castagni secolari dopo l'ampia distesa erbosa
del Ruchì, dove sorge l'osteria con lo
stesso nome, riconduce al punto di partenza,
stanchi, ma appagati.
Che cosa vedere Una delle poche grotte della
zona facilmente accessibili senza l'utilizzo di
particolari attrezzature è il Bus del
Budrio, una vera e propria finestra su
quell'affascinante mondo sotterraneo di cui abbiamo
già accennato. Varcato il cancelletto si
scende nel sottosuolo con una rozza gradinata in
pietra, a ridosso delle
pareti del pozzo, e si è accolti da una
temperatura fredda e da un'aria molto umida, che
vale la pena di tollerare per godere di uno
spettacolo certamente singolare. La grotta si trova
vicino alla località Casinetto ed è
facilmente individuabile consultando la cartina
dettagliata, disponibile per tutti al rifugio degli
alpini nel quale inizia e finisce la nostra
passeggiata.
Qual è il periodo migliore. Questo
luogo di rara suggestione non perde il suo fascino
in ogni stagione dell'anno, tuttavia riteniamo che,
per la grande varietà di specie arboree
presenti, siano l'autunno, con i colori caldi che
il fogliame assume, e la primavera, con il
risveglio della natura, i periodi in cui
l'altopiano offre la sua immagine migliore.
Dove mangiare. In una delle due trattorie
che si incontrano lungo il percorso: Valpiana e
Ruchì. Entrambe offrono primi piatti di
paste fresche e secondi di carne con contorni di
formaggi e funghi. Un pasto completo viene sulle 40
mila lire.
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