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quiBresciaAmbiente
di
Michela Bignami
A
piedi o in bicicletta nella riserva naturale
delle Torbiere del lago d'Iseo
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Vista
dall'alto della Riserva naturale delle torbiere,
chiamate anche lame dagli abitanti della
zona, al confine con la parte Sud del Sebino (sullo
sfondo a destra: Iseo). Tre paesi si dividono il
controllo del parco: Iseo, Provaglio e
Cortefranca.
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Il
posto
Che
cos'è. Nelle torbiere l'uomo ha
modificato la natura, trasformandole
involontariamente in un'oasi dove si riproducono
diverse specie animali, dove sostano gli uccelli
migratori e proliferano piante rare e delicate.
Tutto perché qui per decine d'anni è
stata scavata (a mano) la torba, usata come
combustibile povero. Le grandi buche lasciate dagli
scavatori, profonde dai nove ai 12 metri, si sono
riempite d'acqua diventando, con gli anni, rifugio
di uccelli, pesci e piante da palude.
Come arrivarci. Si parcheggia presso il
monastero medievale di San Pietro in Lamosa, appena
fuori l'abitato di Provaglio d'Iseo proveniendo da
Brescia. Oppure più avanti, in uno slargo
sterrato sulla strada tra Provaglio e Iseo (sulla
destra andando verso il capoluogo
sebino).
La passeggiata
A
chi è adatta. Tutti possono percorrere
con facilità in ogni stagione i comodi
sentieri attrezzati che attraversano il parco. Solo
se è piovuto da poco è necessario
munirsi di stivali di gomma, perché si
potranno trovare vaste pozzanghere d'acqua sul
terreno. Altrimenti bastano comode scarpe da
ginnastica. Attenzione, però: in una riserva
naturale non si possono portare cani, neppure al
guinzaglio.
Quanto dura. Il tragitto tradizionale
è un sentiero che segue un percorso
semicircolare attorno alla zona Sud della riserva
(vedere la linea rossa in basso nella cartina qui
sotto) passando sotto il monastero di San Pietro in
Lamosa, che merita senz'altro una sosta. Tutto il
tragitto si percorre comodamente a piedi in circa
un'ora e mezza, poco più di mezz'ora in
bicicletta
Che
cosa vedere. Già luogo di insediamenti
palafitticoli in epoca preistorica, le lame
(così vengono chiamate dagli abitanti della
zona) sono state profondamente modificate
dall'intervento dell'uomo con l'escavazione della
torba. Degli alberi d'alto fusto si è
salvato solo qualche esemplare di ontano, al quale
si aggiungono salici, pioppi neri, robinie,
platani, olmi e cornioli. Naturalmente la classica
vegetazione palustre oggi fa da padrona: canne,
carici, tifa, giunco, felce e ninfee bianche
(fioriscono da maggio a settembre), solo per citare
le specie più conosciute.
Ma la vera attrazione del luogo è
rappresentata dalla possibilità di
sorprendere numerose specie d'uccelli nel loro
ambiente naturale. Il cormorano, l'airone cinerino
e il falco di palude sono abituali frequentatori di
questi luoghi, come pure il nibbio bruno, un altro
rapace che nidifica tra le rocce soprastanti le
torbiere. Ma qui si riproducono più di 20
specie di uccelli: alcuni poco comuni nella nostra
provincia come l'airone rosso, altri più
diffusi come il gabbiano, la folaga, il cigno
reale, la gallinella d'acqua, lo svasso, il germano
reale o il martin pescatore. Inoltre, molti
volatili scendono dalle regioni del Nord Europa a
passare l'inverno nelle lame, come il
rarissimo tarabuso, appartenente alla famiglia
degli aironi.
Il monastero. San Pietro in Lamosa, in
posizione dominante sulle torbiere, è uno di
quei pochi luoghi magici nei quali il mistero di
una storia millenaria s'intreccia con la presenza
di una natura molto particolare. Fu
costruito
nel 1083 sopra un antico tempio pagano, poi
diventato altare cristiano. Affidato ai monaci di
Cluny, nel Medioevo divenne un luogo importante per
l'economia della zona, grazie anche ai suoi vasti
possedimenti terrieri. Più tardi
passò al convento di San Salvatore di
Brescia, poi a privati e, recentemente, alla
parrocchia di Provaglio. Mantiene intatto il
fascino dell'antica struttura e conserva i resti di
ingenui affreschi medievali.
Qual è il periodo migliore. Le mezze
stagioni, la primavera con l'esplosione della vita
e l'autunno con i suoi colori particolari, sono
ideali per una piacevole passeggiata con soste nei
luoghi dai quali è possibile osservare gli
uccelli acquatici da passo. Andateci nella seconda
parte del pomeriggio o la mattina presto, e
assaporerete l'insolita sensazione di completa
solitudine in un luogo brulicante di vita.
Dove mangiare. La Franciacorta e la zona del
lago d'Iseo offrono solo l'imbarazzo della scelta
con una vasta gamma di ristoranti, trattorie e
osterie per tutti i gusti (e per tutte le tasche).
Consultate le nostre pagine di Iseo e
Rovato per scegliere un posto dove
prenotare.
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A sinistra:
un'altra immagine delle torbiere dal territorio di
Provaglio. A destra: la piccola chiesa del
monastero di San Pietro in Lamosa. Sotto: la mappa
ufficiale del parco, in rosso i percorsi
attrezzati, in nero i confini della
Riserva
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