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quiBresciaMostre a cura di Nino Lo Castro

Il corpo in bianco e nero di Lynn e Robert Bianchi

La mostra. Lynn e Robert Bianchi: "Heavy in white & Trough darkness". La mostra, inedita per l'Italia è composta da 50 immagini fotografiche, prodotte dai
due artisti newyorkesi.

Dove, come, quando. Brescia, Galleria "Ken Damy Fine Art", corsetto S. Agata 22, tel. 030 3750295. Aperta fino al 15 aprile, orari: tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 15,30 alle 19,30. L'ingresso è libero.

In apertura un'opera di Lynn Bianchi.
Qui sotto due fotografie di Robert Bianchi tratte da Trough darkness.


La recensione. La mostra, allestita al museo Ken Damy Fine Art, è una carrellata di 50 immagini fotografiche prodotte dai due artisti newyorkesi Lynn e Robert Bianchi. Entrambi lavorano con la fotografia, ma con un approccio totalmente diverso sia tecnico sia per quanto riguarda la scelta dei soggetti.
Il lavoro di Lynn Bianchi è diviso in tre gruppi tematici: "The spaghetti eaters", "The distorsion" e "Cariatids", legati tra loro dalla particolare tecnica, ad alti toni, utilizzata dall'artista. I protagonisti di queste opere sono nudi femminili, immagini di bellezza classica che, muovendosi in diversi contesti, diventano di volta in volta figure mitologiche o ironiche, impegnate in atteggiamenti di ordinaria quotidianità. Le atmosfere risultano sempre eteree e surreali, grazie anche al personalissimo modo che ha l'autrice di ritoccare le immagini: i toni della fotografia sono chiarissimi e l'ambiente spesso si fonde con i personaggi che sembrano immersi in una nebbia lattiginosa. In sede di stampa, poi, l'autrice riesce a ottenere una grana che ricorda le antiche incisioni sbiadite o le prime foto ritoccate di fine 800. I corpi che affollano le composizioni di Lynn Bianchi non incarnano affatto l'ideale di bellezza moderno, ma richiamano alla mente le curve sinuose della venere di Botticelli, piuttosto che il candido incarnato di Paolina Borghese. Spesso l'artista gioca opponendo un corpo magro e ossuto a uno esageratamente grasso e voluttuoso, ritraendoli in posizioni classicheggianti o posture ardite che caratterizzano la teatralità del suo messaggio.
Robert Bianchi, invece, ama il buio. Le sue fotografie esplorano da vicino l'epidermide nera, i corpi e i visi di alcuni modelli di colore. A differenza di Lynn, Robert racconta la poesia e la bellezza del corpo umano cercando di carpire la luce che modella le forme, facendole fuoriuscire dall'oscurità. L'autore ritocca i suoi scatti sovrapponendo all'immagine positiva in bianco e nero dei tratti in negativo, quasi riuscisse a sovraesporre solamente le zone d'ombra portando la luce dove in realtà c'è il buio. Cosi facendo, riesce a ottenere delle forme quasi metalliche, in cui luci e ombre si compenetrano. L'opera esula dalla descrizione anatomica per suggerire atmosfere e superfici innaturali: il corpo umano si trasforma diventando ora scultura, ora pura emozione. L'attenzione è puntata sulla forma estetica che diventa protagonista unica dell'opera di Robert Bianchi. L'uomo, in questo caso di colore, si tramuta così nell'icona di una bellezza classica e idealizzata, in perfetto accordo con il gusto artistico americano (in particolare newyorkese) di questo inizio millennio.

Qui sopra a destra: un'immagine di Lynn Bianchi tratta da The spaghetti eaters.



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