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a
cura di Nino Lo Castro
Laurence
Gartel, pioniere della computer art
La mostra. "Laurence
Gartel". Sono esposti una decina di lavori dell'artista
americano, pioniere della computer grafica. Le opere in
mostra vanno dalla fine degli Anni 70 fino ai giorni
nostri.
Dove, come, quando. Brescia, Associazione culturale
Area, via F.lli Ugoni, 16. Aperta dal 9 giugno al 14 luglio
2001, dal martedì al sabato, dalle ore 15,30 alle
ore19,00. L'ingresso è gratuito. Per informazioni:
030 3773700.
Qui sopra, a sinistra: Georgeous face, 1992. A
destra: Candyland ,1992. Sotto a destra: Dual
personality, 1979. In basso a sinistra: Mercedes,
1980.
La recensione. Il nome di Laurence Gartel è da
sempre sinonimo di computer art. L'artista, infatti,
è stato uno dei pionieri nel campo delle immagini
elettroniche e, vent'anni fa, insieme con Andy Warhol
sperimentava le sconfinate potenzialità del mezzo
digitale, applicato all'arte visiva. Gartel ha intrapreso la
ricerca in questo campo nel 1975, quando, alla consueta
tecnica pittorica dell'olio su tela, ha sostituito una
complessa serie di studi condotti sui software e sugli
hardware.
Fotografie, graffiti, elementi pittorici digitalizzati,
nell'opera di Gartel, sono stati mescolati sul computer in
una struttura dinamica, sempre in movimento. Ma questo
artista americano si è occupato anche di altri rami
della comunicazione, con una particolare attenzione al
linguaggio pubblicitario (famose sono le sue creazioni per
Absolut Vodka, Philip Morris, Coca-Cola). Nel piccolo spazio
dell'Associazione culturale Area sono esposti una decina di
lavori, che si riferiscono a circa vent'anni di produzione.
E' evidente come l'arte di Gartel sia cambiata in questo
periodo, parallelamente alle evoluzioni dei sistemi
informatici. Tra il 1978 e il 1980 Gartel giocava con il
contrasto, le solarizzazioni, le sovrapposizioni di immagini
figurative. Con il passare del tempo, gli elementi grafici
computerizzati sono entrati a far parte delle sue
composizioni, fino a diventare gli unici protagonisti delle
opere astratte prodotte tra l'81 e l'84. L'attenzione
dell'artista si è spostata via via verso uno studio
più approfondito delle forme e dei collage modulari e
il colore, così prepotente ed emozionante,
ha lasciato il posto alle opere in bianco-nero sul finire
degli Anni '80. I lavori si presentano come veri e propri
quadri che, pensati e prodotti su un supporto digitale,
vengono successivamente stampati con un procedimento
industriale su tela. La fotocomposizione, il ritocco
digitale e la creazione di oggetti in 3 dimensioni hanno
fatto passi da gigante in questi ultimi 10 anni e Gartel
sembra essere sempre all'avanguardia nelle soluzioni
tecniche in questo campo. Oggi, infatti, i suoi lavori sono
saturi di oggetti, personaggi narranti uniti da un filo
conduttore tematico. Alcuni di questi, presenti nella mostra
di via Ugoni, sono dei collage, confusi e movimentati,
carichi di energia luminosa. Contengono inoltre semple di
ogni genere, dalle fotografie agli elementi pittorici
rielaborati al computer, fino agli oggetti in 3d, puro
frutto della fantasia plastica dell'artista.
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