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quiBresciaMostre a cura di Nino Lo Castro

Impressionismi in Europa. Non solo Francia

Qui sopra: Lezione a memoria, 1898, di Ignazio Pinazo, olio su tela di 75x98 cm, ospitato alla Casa Museo Pinazo, Godella (Valencia).

La mostra. "Impressionismi in Europa. Non solo Francia" ospita 87 opere di 25 diversi autori, provenienti da nazioni come Germania, Inghilterra, Norvegia, Spagna, Svezia, Russia, Olanda.

Dove, come, quando. Brescia, palazzo Martinengo, via Musei 30. Aperta dal 7 luglio al 6 gennaio 2002. Gli orari: dalle10 alle 21,30 fino al 2 settembre, dal 4 settembre in poi dalle 9,30 alle 19,30, tutti i giorni tranne il lunedì. I biglietti costano 12 mila lire intero e 8 mila ridotto. Per informazioni: 030 297551.


Qui sopra a sinistra: Sotto il tendone, 1910, di Joaquin Sorolla, olio su tela di 99x126 cm, ospitato dal Museo Sorolla, Madrid. A destra: Pescatrici, 1903, sempre di Joaquin Sorolla, olio su tela di 93x126 cm, ospitato al Diputatiòn de Valencia. In basso, a destra: Riflessi, 1889, di Andres Zorn, Olio su tela di 120,5x84,5 cm, collezione privata, Stoccolma. A sinistra: Giovane donna sulla spiaggia, 1886, di Philip Wilson Steer, olio su tela di 125,5x91,5 cm, ospitato al Musée d'Orsay, Parigi.


La recensione. La mostra "Impressionismi in Europa. Non solo Francia" allestita nelle sale di palazzo Martinengo, ospita 87 opere di 25 diversi autori, francesi e italiani esclusi, provenienti da nazioni come Germania, Inghilterra, Norvegia, Spagna, Svezia, Russia e Olanda, non tradizionalmente legate alla corrente impressionista. Il museo D'Orsay di Parigi, il National Museum di Norimberga, la Tate Gallery di Londra e il Museo nacional del Prado di
Madrid, sono solo alcuni dei 41 musei che hanno messo a disposizione le proprie opere per l'allestimento dell'esposizione. Un grande lavoro di studio e di ricerca quindi per gli organizzatori di Brescia Mostre e per il curatore Renato Barilli, che hanno messo in piedi un progetto di risonanza internazionale. L'idea cardine sulla quale è stata costruita la mostra è quella di dare alla corrente impressionista una dimensione europea, di fenomeno interculturale, libera da ogni identificazione territoriale. Non solo in Francia quindi, ma in tutta Europa si è sviluppato, nella seconda metà dell'Ottocento, il bisogno di raccontare la realtà nella sua immediatezza, cogliendo la poesia dell'attimo attraveso una nuova tecnica pittorica, tanto nebulosa quanto evocativa. E' stato l'avvento della fotografia che ha messo in crisi un certo modo d'intendere la figura dell'artista e la funzione della rappresentazione pittorica, così le capacità interpretative e la sensibilità di ogni autore hanno cominciato ad avere il sopravvento sulla fedeltà narrativa. Ed è così che gran parte dei pittori europei hanno maturato autonomamente un comune filone artistico, dal quale sono scaturiti capolavori senza tempo. Inglesi, tedeschi e russi hanno dimostrato una sensibilità pittorica inaspettata, a metà tra la tradizione e la modernità. L'uomo e la tematica sociale sono al centro dell'esposizione, che sottolinea con forza l'unità che da sempre racchiude le diverse culture europee. Da questa mostra emergono nomi di autori pressoché sconosciuti al grande pubblico, ma che nei propri paesi d'origine sono da tempo riconosciuti come artisti di indiscusso valore. Alcuni di questi sono gli inglesi George Clausen, Wilson Steer e Henry Herbert La Tangue, che con i loro lavori narrano scene di vita di gente semplice attraverso una tavolozza irradiata di luce. Oppure il russo Valentin Serov, che nei suoi ritratti ha dato prova di grande forza espressiva pur utilizzando una pennellata d'impressione. Un esempio di sperimentazione pittorica estrema è sicuramente quello dello spagnolo Ignacio Pinazo, che in alcuni dei suoi quadri sembra saltare a piè pari 50 anni di storia dell'arte, dipingendo in maniera estremamente istintuale, al pari di alcuni artisti d'inizio Novecento. E ancora si potrebbero citare i quadri dello spagnolo Joaquìn Sorolla, o le donne dipinte dallo scandinavo Anders Zorn, passando per i lavori di Cristian Krohg. Sicuramente un evento di grande portata culturale, che apre allo spettatore le tradizionali frontiere dell'impressionismo, annullando i confini e facendogli scoprire nuovi lidi, ricchi di importanti capolavori troppo spesso dimenticati da critici e musei di tutto il mondo.

In alto a destra: Ritratto di Mara Kostantinovna, 1895, di Valentin Serov, olio su tela di 88x68,5 cm, ospitato al The State Russian Museum, Sanpietroburgo. Qui sopra a sinistra: Nel frutteto, 1893, di Henry Herbert La Thangue, olio su tela di 83x 72,5 cm, ospitato al Bradford art Gallery and Museum, Baradford.



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