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quiBresciaMostre
a
cura di Nino Lo Castro
Lavoro
e sogni e delle "Donne del Vietnam"
La mostra. "Donne del
Vietnam". Sono esposti una ventina di fotografie in
bianco-nero e a colori del bresciano Claudio Colombo, che si
riferiscono ad un suo recente viaggio in Vietnam.
Dove, come, quando. Brescia, salone Vanvitelliano di
palazzo Loggia. Aperta dal 22 al 30 giugno 2001, dal
lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore18, il
sabato dalle 9 alle 11. L'ingresso è gratuito. Per
informazioni: 030 2977215.
La recensione. "Donne del Vietnam" raccoglie circa
una ventina di immagini in bianco-nero e a colori, che il
fotografo besciano Claudio Colombo ha realizzato in un suo
recente viaggio nel paese orientale. L'autore (classe 1960)
ha cominciato molto presto a lavorare con la fotografia,
attraverso il reportage giornalistico. Già nel '75,
infatti, a soli 15 anni, collaborava con il giornale di
Brescia tramite l'agenzia Massadi e Putelli. Pur avendo
fatto molte esperienze nel campo pubblicitario, la
foto di cronaca è sempre stata una passione per
Colombo, la ricerca dello scatto rubato al di fuori dello
studio lo ha portato a viaggiare per tutto il mondo, dalla
Somalia appena uscita dalla guerra (nel 1994), passando per
Sarajevo (1996), l'Albania e il Kossovo (nel 1999). La
mostra, ospitata nel salone Vanvitelliano del palazzo
Loggia, racconta la vita, le atmosfere e i colori di un
territorio che si sta liberando solo ora dall'incubo della
guerra, anche se sono ormai passati 18 anni dalla fine del
conflitto con gli Stati Uniti. Una particolare attenzione
è riservata alla condizione della donna, ritratta
così come la si vede per strada o nei campi.
Nonostante la misera condizione nella quale versa l'intero
paese, sotto il profilo economico e sociale (in Vietnam il
45 per cento della popolazione vive con meno di due dollari
al giorno), le immagini di Colombo riescono a sottolineare e
trasmettere la grande dignità e la profonda fierezza
con cui le donne vietnamite lavorano guardando verso un
futuro. Fatta eccezione per le gosse città come
Hanoi, Huè e Ho-Chi Minh City (l'ex Saigon), dove i
ragazzini portano i jeans e mangiano da Mc Donald's e si
cominciano a vedere i palazzi di cristallo sul modello dei
vicini Korea e Hong Kong, la maggioranza della popolazione
che vive nei villaggi lavora con modalità e
ritmi
rimasti immutati da quasi un secolo. Ed è proprio
ritraendo questi contesti che Colombo è riuscito a
raccontare le donne vietnamite, la loro forza interiore.
Nele zone rurali, infatti, è la popolazione di sesso
femminile a occuparsi dell'economia familiare accudendo i
figli, spesso numerosissimi, e gestendo il patrimonio
(qualche dollaro al giorno ricavato dal lavoro dei campi).
Nelle immagini si vedono ragazze più o meno giovani
lavorare immerse nelle risaie, nei mercati e addirittura
nelle cave di ghiaia, sempre con un' atteggiamento fiero e
con il sorriso negli occhi, trasmettendo una voglia di
vivere che raramente si incontra per le strade delle nostre
città.
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