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quiBresciaNotizie Settembre 2000

In questa pagina riportiamo una selezione delle principali notizie del mese di settembre 2000. Sono ordinate sia per argomenti (nel sommario) sia per data. Cliccando sul titolo riportato dal sommario, si va direttamente a leggere la notizia. Se avete variazioni o integrazioni da suggerire, scrivete a quiBrescia.

Archivio

Vai alle notizie di agosto 2000
Vai alle notizie di ottobre 2000
Vai alle notizie di novembre 2000
Vai alle notizie di dicembre 2000


Sommario

Ambiente
Il forte militare diventa ostello  01/09/00
Odolo, no alla fabbrica di ottone nell'ex Ilfo  03/09/00
Nuvolera, premi per chi ricicla  08/09/00
Via Torricella, bloccato ripetitore per telefonini  08/09/00
Prima di scavare la metro, vanno controllati gli antichi edifici  09/09/00
La Maddalena trasformata in un forno a microonde  10/09/00
Centinaia di firme per le piante di via Dal Monte  11/09/00
Mercurio nel terreno in via Villa Glori  18/09/00
Via il ripetitore per telefonini vicino alle scuole di Leno  20/09/00
A Offlaga un colosso per produrre elettricità dal metano  29/09/00
A Credaro un terreno alla naftalina  29/09/00
E' pesantissima l'aria di Brescia  30/09/00

Amministratori
Intimidazioni e lettere anonime al sindaco di Adro e al suo vice  26/09/00
Provincia, 350 mila lire per seduta ai consiglieri  29/09/00

Attentati
A Nuvolento una bomba per far tacere il pentito  20/09/00
Incendiato un locale a Bovegno  20/09/00
Bomba carta a Darfo-Boario contro i parcometri  24/09/00

Cronaca
Ancora due giovanissimi vittime della strada  03/09/00
Sette imprenditori bresciani nella banda dell'argento  06/09/00
Odolo, un altro morto sul lavoro  07/09/00
Flero, l'associazione culturale nascondeva un bordello  11/09/00
Uccide la moglie per gelosia  12/09/00
Falso ordigno nella casa di un imprenditore di Vestone  15/09/00
Ondata di maltempo nel Bresciano, disperso un velista sul Garda  16/09/00
Schianto a Belluno tra un'autobotte e mezzi militari, grave un bresciano  18/09/00
Brescia, tentata violenza carnale in pieno centro  18/09/00
Annega per salvare il suo cane  20/09/00
Precipita da 12 metri, muore operaio straniero  21/09/00
Quinzano: rubati 80 milioni in gioielleria  22/09/00
Colpo a una tabaccheria in tangenziale  23/09/00
Ss11: prima le proteste poi l'accordo  26/09/00
Cologne, rapina in un negozio di moto: 150 milioni  30/09/00

Droga
Arrestati i due che avevano venduto l'ecstasy a Cristian Mesa  08/09/00
Brescia supermarket dell'ecstasy  26/09/00
Nel bresciano una partita di eroina tagliata male, muore un tossicodipendente  27/09/00

Economia
I Folonari dividono l'impero del vino  15/09/00

Edilizia
Da residenziale a uso ufficio? No problem con le nuove norme  28/09/00

Immigrazione
Proteste in piazza Loggia per il permesso di soggiorno  23/09/00

Letteratura
Il premio Viareggio al camuno Mimmo Franzinelli  02/09/00

Paleontologia
Orme di dinosauri vicino a Riva del Garda  12/09/00

Sport
Dopo il Gorla, Principessa vince anche la Centomiglia  02/09/00
Baggio nelle Rondinelle  04/09/00
Rally, muore pilota bresciano  06/09/00
Raducioiu alla Dinamo Bucarest  09/09/00
Anche il Brescia calcio vuole le ragazze pon-pon  29/09/00

Statistiche
Troppo assenteismo in Loggia  18/09/00
Strade: 18 morti al giorno  25/09/00

Stragi
Sparito testimone-chiave dell'eccidio di piazza Loggia  22/09/00

Truffe finanziarie
Prometteva rendimenti miliardari ma lascia un "buco"  02/09/00

Urbanistica
Passeranno al comune alcune aree militari in città  20/09/00
Via libera al museo della Mille Miglia a Sant'Eufemia  28/09/00

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venerdì 1 settembre 2000

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Ambiente

Il forte militare diventa ostello 

Nel comune di Treviso Bresciano, tra le montagne che circondano il lago d'Idro, sorge il forte di Valledrane. Questo edificio militare, negli anni adibito a sanatorio minorile e a colonia estiva, è abbandonato dal 1978, ma sta per tornare a nuova vita. Un'ala della costruzione infatti, oggi in via di ristrutturazione da parte del comune, verrà trasformata in ostello, anzi in un ostello stile militare dal momento che i vecchi arredi e la struttura originaria del forte verranno mantenuti e valorizzati. I giovani, sistemati nei 60 posti letto, oltre a soggiornare in un luogo di interesse storico, avranno la possibilità di apprezzare e studiare le bellezze florifaunistiche della zona, un territorio montano di grande interesse naturale. Ma da quando sarà possibile essere ospitati nell'edificio ristrutturato? La fine dei lavori, un primo passo verso il totale recupero del forte, è prevista per la fine dell'anno.
 


 

sabato 2 settembre 2000

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Letteratura

Il premio Viareggio al camuno Mimmo Franzinelli 

Uno scrittore e studioso bresciano ha vinto il prestigioso premio Viareggio di letteratura, nella sezione riservata alla Saggistica. Si tratta di Mimmo Franzinelli, lo storico 46enne di Cedegolo che era entrato tra i finalisti con il libro "I tentacoli dell'Ovra", un lavoro sulla polizia segreta ai tempi del fascismo pubblicato da Bollati-Boringhieri. Tra l'altro lo scrittore camuno ha prevalso su un'altra bresciana (d'adozione), la presidente della Fondazione Vittoriale, Anna Maria Andreoli, in lizza con il volume "Il vivere inimitabile. Vita di Gabriele D'Annunzio", edito da Mondadori. Il premio per la sezione narrativa è stato assegnato ex equo a Sandro Veronesi ("La forza del passato") e Giorgio Van Straten (Il mio nome a memoria"). Per la poesia il riconoscimento è andato a Tiziano Rossi ("Gente di corsa").
 

Sport

Dopo il Gorla, Principessa vince anche la Centomiglia 

Principessa, guidata dallo skipper austriaco Joschi Entner, ha fatto l'en pein. Dopo aver conquistato, la settimana scorsa, il trofeo Gorla, ha vinto anche la cinquantesima edizione della Centomiglia. Entner non è nuovo all'impresa, avendo ottenuto lo stesso trofeo una decina d'anni fa. Questa edizione della più importante gara di vela in acque chiuse d'Europa è stata caratterizzata dall'assenza di vento che ha messo a dura prova gli equipaggi e l'organizzazione, avendo dilatato i tempi di percorrenza delle tre classi. La gara, che le velocissime barche della classe 1 hanno concluso una ventina di minuti dopo le 17, è stata controllata nella prima fase, quella nella parte bassa del lago, da ZetaLine di Oscar Tonoli, mentre Principessa si è poi portata in testa e ha guidato la gara fino a Bogliaco chiudendo davanti a Raffi.ca di Luca Valerio con ZetaLine terza. La Centomiglia ha preso il via sabato mattina alle 8,30: erano 350 le barche iscritte, divise in tre classi e in rappresentanza di 20 nazioni tra cui perfino l'Algeria. Dovevano compiere la rotta da Bogliaco verso sud per Sirmione, Desenzano e ancora Bogliaco, risalendo poi il lago verso Limone, passando Malcesine e Acquafresca prima di chiudere tornando a Bogliaco. Gli spettatori si sono accalcati fin dalla mattina sulle strade attorno al lago, cercando di conquistare le posizioni migliori per ammirare dall'alto lo spettacolo offerto dalle centinaia di vele spiegate.
 

Truffe finanziarie

Prometteva rendimenti miliardari ma lascia un "buco" 

Lui è sparito con il malloppo, mentre chi si era fidato della promessa di guadagni da capogiro adesso piange il denaro scomparso. E' stata questa la prevedibile conclusione dell'ultima truffa finanziaria, architettata nel Principato di Monaco ma con un un risvolto bresciano. La società in bancarotta aveva infatti una sede anche nella nostra città, in via Musei 50. Il protagonista della vicenda è un americano di 64 anni, William Hobbs Fogwell, finanziere internazionale che cinque anni fa aveva aperto a Montecarlo la Hobbs Melville Financial Service, specializzata in investimenti sui mercati di tuto il mondo. La sede legale della finanziaria, in realtà, era Curacao, uno dei tanti paradisi fiscali nelle Antille Olandesi. Ma da Montecarlo, città prestigiosa e rifugio di molti ricchi, italiani e no, Fogwell aveva cominciato a tessere la sua tela. In che modo? Nel modo più semplice del mondo: prometteva ai suoi clienti rendimenti annui miliardari, tra il 30 e il 40 per cento del capitale che gli veniva affidato. In un periodo di calo dei tassi d'interesse si trattava di una percentuale enorme. Ma Fogwell aveva trovato un sistema semplicissimo per non mancare mai, almeno all'inizio, alla promessa: pagava gli interessi ai propri clienti con il denaro raccolto presso altri clienti. Una specie di catena di Sant'Antonio che richiedeva, per andare avanti, che il giro della finanziaria si allargasse sempre di più. Così l'americano ha cominciato ad aprire nuove sedi, sempre in posti nei quali scorre il denaro: New York, Amsterdam, Ginevra, Londra e anche Brescia. Qui, in un prestigioso ex palazzo nobiliare al numero 50, aveva l'ufficio la filiale locale della Hobbs Melwille Financial Service. Quanti soldi abbia raccolto nella nostra città non è dato sapere, e coperti da segreto sono anche i nomi degli incauti che, per ansia di guadagno facile, gli avevano affidato i propri risparmi. Si sa che il finanziere è scomparso da Montecarlo ai primi di settembre, quando le acque si sono intorbidite e alcuni clienti, che avevano chiesto la restituzione dei soldi investiti senza ottenerla, hanno cominciato a presentare denunce. Fogwell ha lasciato l'appartamento miliardario, la sede prestigiosa, le suite negli hotel di lusso, la macchina con autista e un bel buco di almeno 80 miliardi di lire. Ora è ricercato dalla polizia internazionale.
 


 

domenica 3 settembre 2000

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Ambiente

Odolo, no alla fabbrica di ottone nell'ex Ilfo 

Non si farà una fabbrica per la lavorazione dell'ottone nell'ex stabilimento dell'acciaieria Ilfo, a Odolo. Il Tar ha infatti dato ragione all'amministrazione comunale che, con una variante al piano regolatore, aveva vietato l'insediamento di lavorazioni potenzialmente inquinanti, insalubri o pericolose per la salute dei cittadini nelle vicinanze del centro abitato. Respingendo il ricorso della lumezzanese Format, che aveva scelto i capannoni dell'ex Ilfo per il proprio insediamento produttivo, Il Tar ha sposato la tesi del Comune, secondo il quale l'attività di stampaggio a caldo della lega d'ottone, con i suoi contenuti di rame, zinco e piombo, oltre che con i liquami oleosi e l'inquinamento acustico che produce, non è compatibile con una zona troppo vicina al centro del paese. Famosa in passato per le sue acciaierie, ma anche con un triste primato nel campo dei decessi da tumore, Odolo sta tentando a fatica, con la giunta del sindaco Adriana Vitali, eletta anche grazie all'attenzione per i problemi ambientali, di conciliare una forte presenza industriale con il rispetto della salute e del territorio.
 

Cronaca

Ancora due giovanissimi vittime della strada 

E' segnata da due morti e numerosi feriti la cronaca della prima domenica di settembre nella nostra provincia. Si è ripetuto, come ogni fine settimana, il rito che prevede un pesante sacrificio di vite umane, soprattutto giovanissime, anche sulle strade del Bresciano. Ha sbandato, e la sua Alfa 156 è finita prima contro alcuni cartelli stradali, poi si è schiantata contro un muretto. Così è morto, domenica notte poco dopo l'1, un ragazzo di Esine di soli 19 anni, Federico Galli. Stava percorrendo con la sua automobile la strada statale 42 a Badetto di Ceto quando ha perso il controllo della vettura. Inutile la corsa all'ospedale di Esine, dove il giovane è arrivato già morto. Feriti, anche se non in modo grave, i due amici e coetanei che viaggiavano con lui. E' invece spirata un paio d'ore dopo il ricovero all'ospedale di Desenzano Daniela Gabana, non ancora sedicenne. La giovane, i cui genitori sono titolari di un vivaio in paese, è stata investita da un'auto nella tarda mattinata di ieri mentre stava attraversando la strada a due passi da casa sua, a Padenghe sul Garda. Daniela era con la sorellina di 13 anni che per fortuna è rimasta illesa, anche se sotto shock.
 


 

lunedì 4 settembre 2000

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Sport

Baggio nelle Rondinelle 

Cominciano le trattative tra Roberto Baggio e il Brescia per arrivare a un accordo che veda il numero 10 più famoso d'Italia giocare con le Rondinelle di Carlo Mazzone. Il giocatore ha già espresso il proprio gradimento. Inoltre i conti dell'operazione, da entrambe le parti, sono stati messi nero su bianco, valutandone i lati positivi. Ecco quali sono. Prima di tutto a Baggio, al quale nessuna grande società è interessata, serve giocare con continuità in una squadra di provincia per ritrovare posto tra i big del calcio e (perché no?) magari rientrare nel giro della nazionale in vista dei mondiali di Tokyo e Seul. Poi il campione non vuole allontanarsi troppo dalla famiglia e dalla sua casa di Caldogno, in provincia di Vicenza, altrimenti avrebbe già accettato offerte come quella della Reggina o starebbe giocando in un campionato all'estero. Terzo, un allenatore come Mazzone è una garanzia per Roby: la stima e il rispetto sono reciproci e il calciatore avrebbe tutte le certezze di trovare professionalità. Per il Brescia, invece, si tratta di un colpo prestigioso, e non solo sul piano dell'immagine della società visto che l'arrivo di Baggio alza il tasso tecnico della squadra, mettendola un passo avanti rispetto a quasi tutte le provinciali in lotta per la permanenza in serie A. L'unico ostacolo sembrava essere rappresentato dai soldi, Baggio chiede a Corioni 11 miliardi l'anno, ma grazie agli sponsor del Brescia e alla Diadora, sponsor di Baggio che non ha interessi a vederlo fermo per un anno, anche le ultime reticenze sono state superate. Baggio è al Brescia dal 14 settembre con un contratto biennale che, in caso di retrocessione della squadra, potrà essere rescisso.
 


 

mercoledì 6 settembre 2000

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Cronaca

Sette imprenditori bresciani nella banda dell'argento 

Solo tra gennaio '98 e settembre '99 hanno importato illecitamente ben 566 mila chili di argento puro in grani, per un valore di 170 miliardi di lire e con un'evasione dell'Iva di 40 miliardi. Gli imprenditori bresciani coinvolti in questo gigantesco giro di contrabbando di minerale sono sette: cinque sono stati denunciati a piede libero per aver utilizzato fatture false, mentre altri due sono finiti in galera per associazione a delinquere e frode fiscale. Uno di questi è Pietro Medeghini, 63enne di Mazzano, già arrestato nel febbraio scorso per una partita di mille chili d'argento, l'altro è un lumezzanese con azienda a Bagnolo Mella. L'indagine è stata effettuata dalla Guardia di Finanza di Bologna che ha collaborato con quella bresciana.
 

Sport

Rally, muore pilota bresciano 

Avrebbe compiuto 38 anni proprio il giorno dopo la gara. Invece ha perso la vita lontano da casa, impegnato in quella che era la sua passione sportiva: il rally. Giuseppe "Bum Bum" Damioli, il noto pilota automobilistico bresciano (nato a Salò, cresciuto a Vestone ma residente a Gardone Riviera), è morto sull'isola Croata di Korcula, mentre affrontava una prova speciale del quinto Rally della Dalmazia. La sua auto, una Mitsubishi, ha sbandato urtando violentemente dalla parte del conducente contro un pino marittimo ai bordi di una strada costiera, poi è finita in mare dopo un volo di 35 metri giù da una scarpata. La navigatrice, Moira Terzi, compagna di Damioli anche nella vita, dopo aver tentato di soccorrere il pilota è riuscita a sganciarsi dalle cinture di sicurezza e a lasciare l'abitacolo prima che fosse invaso dall'acqua, in quel punto profonda un paio di metri. Per l'uomo, probabilmente già in condizioni gravissime dopo il primo urto, non c'è stato niente da fare. Subito soccorso da commissari di gara e spettatori, quando è stato estratto dalla vettura era già spirato.
 


 

giovedì 7 settembre 2000

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Cronaca

Odolo, un altro morto sul lavoro 

E' stato travolto da una pesantissima putrella d'acciaio ed è morto sul colpo. Così alle 8,30 di mattina si è consumato l'ennesimo gravissimo incidente sul lavoro nella nostra provincia. Il fatto è avvenuto a Odolo, presso l'acciaieria Iro, Industrie riunite odolesi, una delle più importanti imprese siderurgiche della zona. Il morto è Ivan Neva, 48 anni, un carpentiere residente a a Soprazzocco di Gavardo. L'uomo non era un dipendente della Iro, ma di una società che ha in appalto alcuni lavori all'interno della fabbrica. Si tratta della tredicesima vittima sul lavoro nella nostra provincia dall'inizio dell'anno.
 


 

venerdì 8 settembre 2000

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Ambiente

Nuvolera, premi per chi ricicla 

E' un esempio da imitare quello del comune di Nuvolera che, per promuovere il riciclaggio dei rifiuti, ha deciso di riconoscere un premio concreto ai cittadini più attenti all'ambiente. In che cosa consiste l'iniziativa? Semplice, è stata creata una tessera ecologica: ogni volta che un cittadino (ma anche un'azienda) si reca all'oasi ecologica per scaricare materiale da riciclare (per esempio carta, vetro o rottami) la sua tessera viene timbrata e alla fine dell'anno il Comune fa il conteggio e paga. Ogni timbro vale mille lire di sconto sulla tassa dei rifiuti. Non si tratta di cifre astronomiche, ma di un segnale preciso di un'amministrazione attenta a combattere lo spreco, tanto che, per esempio, ai cittadini che usano il composter (il contenitore che trasforma in terriccio fertile i rifiuti organici di cucina e l'erba e le foglie del giardino) vine riconosciuto un altro sconto di 20 mila lire all'anno.
 

Via Torricella, bloccato ripetitore per telefonini 

Doveva essere costruito in un campo in via Torricella di Sotto, nella zona Ovest di Brescia a due passi dal colle di Sant'Anna, ma l'intervento degli abitanti della zona è riuscito a bloccarlo. Si tratta di un traliccio da utilizzare come ripetitore per telefoni cellulari, uno di quegli impianti che emettono potenti onde elettromagnetiche i cui effetti sulla salute sono ancora tutti da studiare. Il comune di Brescia, che sembra molto distratto sulle problematiche ambientali nonostante abbia un Verde come assessore, aveva naturalmente già dato il via libera alla Siemens per la costruzione di questo traliccio, alto 26 metri e piazzato a poche decine di passi dalle prime case del quartiere. Gli abitanti si sono accorti per caso che si stava costruendo qualcosa e, scoperto il potenziale pericolo per la loro salute, si sono messi in mano a due avvocati. Immediato il ricorso al Tar e al ministero dei Beni ambientali per far bloccare i lavori. Mentre il Tar deve ancora esprimersi, il Ministero ha incaricato la Soprintendenza di Brescia d'indagare e quest'ultima ha scoperto che il comune di Brescia aveva rilasciato il nulla osta paesaggistico senza una valutazione dell'impatto ambientale e senza i disegni descrittivi dell'antenna che si vuole costruire. Così, per ora, l'impianto non si farà.
 

Droga

Arrestati i due che avevano venduto l'ecstasy a Cristian Mesa 

Svolta nelle indagini per la morte di Cristian Mesa, il giovane di Ghedi morto in una discoteca di San Mauro Mare, in Romagna, dopo aver ingerito pastiglie di ecstasy. Gli investigatori hanno arrestato nella Bassa bresciana due spacciatori che, secondo l'accusa, sarebbero stati i fornitori delle pastiglie assassine. Il primo, quello che ha direttamente venduto la droga (25 pastiglie in tutto), è un ex compagno di scuola di Cristian, Antonio Abbondanza, 19 anni, ora agli arresti domiciliari nella sua casa di Ghedi. Abbondanza si era rifornito invece presso un altro giovane bresciano, Emanuele Ciceri, 18enne di Flero soprannominato "Duce", che è stato arrestato in Sardegna dove era in vacanza in un residence di Capo d'Orso, presso Palau.
 


 

sabato 9 settembre 2000

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Ambiente

Prima di scavare la metro, vanno controllati gli antichi edifici 

La Sovrintendenza ai beni ambientali e architettonici di Brescia chiede al comune un monitoraggio preventivo degli edifici monumentali vincolati che sorgono lungo il futuro tracciato della metropolitana. Questo per verificare se ci sono già danni provocati dal tempo e provvedere a eventuali lavori di rafforzamento e messa in sicurezza degli antichi edifici prima che lo scavo della galleria sotterranea nel centro storico possa provocare guai irreparabili. Ma non solo, la richiesta presentata dalla Sovrintendente Silvia Righini Ponticelli sarà utile anche per controllare a posteriori gli effetti degli scavi e del passaggio dei convogli della metropolitana leggera sui delicati monumenti.
 

Sport

Raducioiu alla Dinamo Bucarest 

Il feeling non c'era più da tempo, nonostante il calciatore si fosse impegnato a tornare in forma, dopo un finale di carriera non degno degli esordi. A questo punto la rescissione consensuale del contratto con il Brescia è stata l'inevitabile conclusione di un ritorno tra le Rondinelle che non è stato certo all'altezza delle attese. Florin Raducioiu, non ha più lo scatto bruciante dei bei tempi, ma può essere ancora utile a una squadra. Per lui s'è parlato di un interessamento della Reggiana di Gigi Maifredi e anche del Montichiari. Offerte dalla serie C, che l'attaccante rumeno ha valutato con la dovuta attenzione perché gli avrebbero permesso di restare a Brescia, la sua città d'adozione. Ma ieri è arrivata la notizia che "Radu" è stato ingaggiato nella sua patria d'origine, quella vera, dalla Dinamo di Bucarest.
 


 

domenica 10 settembre 2000

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Ambiente

La Maddalena trasformata in un forno a microonde 

Il nostro lettore Mario Madei ci ha mandato la lettera che segue con la quale smentisce, di fatto, le tranquillizzanti dichiarazioni sulla situazione dell'inquinamento elettromagnetico sul Monte Maddalena. Si tratta di una testimonianza diretta che dimostra come il problema delle emissioni delle antenne radio e dei ripetitori televisivi (tra l'altro in gran parte abusivi) sulla montagna dei bresciani sia stato, come minimo, colpevolmente trascurato. Dopo che il ministero dell'ambiente ha indicato nella Maddalena uno dei luoghi più inquinati d'Italia, anche il comune di Brescia si è deciso a intervenire e sta lavorando per ridurre il numero dei ripetitori. Ma ecco il testo della lettera.
"L'altra mattina mi sono recato per motivi professionali sulla cima del monte Maddalena a Brescia dove, per conto di clienti della ditta da cui dipendo, ho eseguito alcuni lavori inerenti alla mia attività. Avevamo con noi (eravamo in tre) ben tre telefoni cellulari Gsm (di tre marche diverse) e un cellulare Tacs. Il lavoro, che non avrebbe dovuto durare più di qualche minuto, si è protratto per quasi due ore (dalle 11 alle 13 del mattino ) perché non riuscivamo a comunicare con le persone a valle a causa dell'intensissimo campo radio-elettrico che c'era. Dovevamo lavorare sotto ai tralicci (proprio sotto, a pochi metri dalle parabole) e i telefonini avevano il "campo" che andava e veniva continuamente, da pieno ad assenza di campo. Erano come impazziti. Per fare una telefonata si rendevano necessari piu' di 10 tentativi ogni volta. Secondo l'Arpa, che l'anno scorso - a dicembre se non erro - fece i rilievi, il campo R.F. arrivava al massimo a 25 V/m., io sospetto invece che il campo (la tensione di campo) arrivi fino a 40 V/m. Chissà che valore c'era dove eravamo noi quella mattina. Peccato che, in ogni caso, il problema della sicurezza ambientale a Brescia sia sentito solo da pochi. Peccato anche per la nostra montagna: era un posto bellissimo per farci le scampagnate, ora è un forno a micro-onde a cielo aperto."
Dopo una lettera così non servono altri commenti. Naturalmente ospiteremo le spiegazioni delle autorità competenti, se vorranno inviarcele (non dimentichiamo che l'assessore all'ecologia del comune, Ettore Brunelli, è un Verde, quindi dovrebbe essere particolarmente sensibile all'argomento). E anche le testimonianze di altri cittadini, se ve ne saranno.
 


 

lunedì 11 settembre 2000

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Ambiente

Centinaia di firme per le piante di via Dal Monte 

E' stata consegnata al sindaco di Brescia Paolo Corsini la petizione firmata da centinaia di cittadini contro l'ennesimo taglio di alberi previsto dal comune in città. Dopo quelle di via Bazzini, via Camozzi, via Carducci e Fossa Bagni, ora dovranno essere sacrificate anche 20 delle 30 piante situate in via Dal Monte e via Brognoli, proprio a fianco del Civile. Lo spazio verde, l'unico a sud dell'ospedale, deve sparire per lasciare spazio a un nuovo parcheggio. Gli abitanti della zona però non ci stanno e, per salvare gli alberi, hanno fondato un comitato spontaneo che ha raccolto centinaia di firme. Se il comune non tornerà sui suoi passi, promette il comitato, i cittadini sono disposti a ricorrere ad azioni molto più incisive della raccolta di firme. L'obiettivo è difendere a tutti i costi la sopravvivenza degli ultime piante che, benché siano su strade ingombre di macchine e già utilizzate come parcheggi, rappresentano almeno un, sia pur minimo, spicchio di verde.
 

Cronaca

Flero, l'associazione culturale nascondeva un bordello 

Ufficialmente era un'associazione culturale, un club privato con ben 8 mila soci. Ma in realtà la sua vera attività era quella di night club. Quando però i carabinieri vi hanno fatto irruzione, nel Papillon di Flero c'erano circa 300 clienti, alcuni dei quali occupati nei separé in intimità con le 27 ragazze, quasi tutte originarie dell'Est europeo, che teoricamente avrebbero dovuto svolgere l'attività di ballerine. La presidentessa di questa anomala associazione culturale, Pierina Ferraglio, una bresciana di 51 anni, è stata arrestata con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. Il locale è stato sigillato.
 


 

martedì 12 settembre 2000

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Cronaca

Uccide la moglie per gelosia 

E' stata trovata all'alba, morta con la testa fracassata nella sua automobile, una Golf bianca, finita in un fosso ai bordi della strada Lenese, la statale 668, tra Ghedi e Montichiari. Ma l'ipotesi di un tragico incidente stradale è durata poco: la fine della giovane donna marocchina di 34 anni, Lamiaa Maghfori, residente a Ghedi in via Tasso con il marito, Mohammed Hoka, un connazionale 47enne, presentava troppe anomalie. Prima di tutto la ferita, tipica di un colpo inferto con forza da un oggetto lungo e pesante come un bastone, non di uno scontro fortuito. Poi il fatto che la donna fosse riversa sul sedile anteriore destro e che la vettura fosse piegata nel fosso, ma senza vistose ammaccature. Così è subito finito sotto torchio il marito, che ha ben presto confessato il delitto. Nella notte verso le quattro ha incrociato la moglie nel parcheggio di via Tasso: l'uomo strava rientrando a casa, la donna stava partendo per andare a lavorare a Castelgoffredo. Subito è scoppiato un violento litigio, l'ennesino dovuto alla gelosia dell'uomo, al termine del quale l'operaio marocchino ha colpito più volte la moglie alla testa con una mazza da baseball. Poi il goffo tentativo di depistaggio che la polizia ha subito smascherato. L'omicida ha anche additato un cassonetto nei dintorni, dove sono stati trovati una tuta sporca di sangue e la mazza da baseball. L'uomo è finito in carcere a Canton Mombello: la coppia lascia due figli di 12 e 8 anni.
 

Paleontologia

Orme di dinosauri vicino a Riva del Garda 

La notizia è certa, le impronte lo dimostrano e i protagonisti sono stati identificati. Sull'Alto Garda, centinaia di milioni di anni fa, c'era una zona di passaggio sulle rotte di trasferimento dei dinosauri. Qui, appena fuori dal confine della provincia di Brescia, in Trentino, poco dopo Riva del Garda in località Marocche di Dro, sono state trovate orme appartenenti ad almeno due specie di rettili e gli specialisti del Museo tridentino di storia naturale stanno continuando a cercare altre impronte. Intanto sono stati individuati i due protagonisti di una lotta per la sopravvivenza dell'era giurassica. Uno è un erbivoro, lungo sei o sette metri, pesante alcune centinaia di chili, un lento e inoffensivo quadrupede. Sulle sue tracce c'era un carnivoro, un ceratosauro bipede di circa cinque metri di lunghezza, capace di muoversi in velocità grazie alle lunghe zampe posteriori e dotato di artigli arcuati con i quali dilaniare la preda. Non si sa come sia finito questo inseguimento preistorico, se di un inseguimento si trattava, avvenuto addirittura milioni di anni prima che il lago di Garda esistesse e le cui tracce sono miracolosamente arrivate fino a noi.
 


 

venerdì 15 settembre 2000

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Cronaca

Falso ordigno nella casa di un imprenditore di Vestone 

Gli hanno telefonato di sera in fabbrica, la Puliplac di Nozza di Vestone, annunciando che nel giardino della sua villetta avrebbe trovato "un pacco regalo". In effetti una scatola c'era davvero e l'allarme è scattato subito in casa del titolare, Pier Emilio Rossetti, che ha avvisato i carabinieri. In via Fornaci a Nozza, dove capannone e villetta sono adiacenti, sono arrivati i militari e gli artificieri con un robot specializzato. Per fortuna la scatola, aperta senza problemi, aveva all'interno solo qualche filo e un orologio da polso. Falso allarme, dunque, anche se sono iniziate le indagini per individuare i responsabili del gesto.
 

Economia

I Folonari dividono l'impero del vino 

Una delle più importanti e più antiche famiglie imprenditoriali bresciane si è divisa i gioielli di casa: i cinque cugini Folonari, contitolari di un gruppo attivo nel vino e nell'agricoltura per un valore stimato di circa 500 miliardi, hanno deciso di divorziare, separando le proprie attività imprenditoriali. L'hanno fatto senza clamorosi litigi, affidando a un noto studio professionale milanese (Guatri, Gallo & Associati) l'incarico di valutare i beni, proponendo la soluzione migliore e meno onerosa sul piano fiscale. Così il gioiello di famiglia, la Tenimenti Ruffino (dieci aziende agricole in Toscana, uno stabilimento a Pontassieve, un fatturato di 110 miliardi soprattutto nel vino e un utile di 20 miliardi), resta in mano ai fratelli Marco e Paolo. Agli altri due fratelli Ambrogio e Alberto (che tra l'altro è vice presidente della Banca Lombarda), riuniti nella holding "Tenute A&A Folonari", sono andate due aziende agricole nel Chianti, a Nozzole e Cabreo, e una a Gracciano, nella zona di Montepulciano. Inoltre, sempre alla A&A sono finite le società di import-export Previ e Premiovini, la partecipazione nella Monterossa, in Franciacorta, oltre a una dotazione di liquidi di circa 100 miliardi di lire. Si è ritirato, ma le cifre della sua liquidazione non sono conosciute, Italo Folonari.
 


 

sabato 16 settembre 2000

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Cronaca

Ondata di maltempo nel Bresciano, disperso un velista sul Garda 

Coltivazioni competamente distrutte soprattutto nel basso Garda, edifici pubblici scoperchiati, attività produttive bloccate, oltre ai guasti alle proprietà di privati cittadini. Ammontano a decine di miliardi i danni provocati nella nostra provincia dalla furia degli elementi. Molti comuni hanno chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale. La tromba d'aria è piombata nel Bresciano all'improvviso, intorno alle 18,30, annunciata da tuoni e accompagnata da un forte vento. E' stata particolarmente violenta e ha lasciato il segno dovunque è passata. In Valtrompia chicchi di grandine grossi come albicocche hanno spaccato i vetri (compreso quelli della chiesa di Lumezzane San Sebastiano) e danneggiato le auto e i tetti di molte case. Sul lago d'Iseo, a Sulzano, la forza del vento ha sradicato alcuni alberi e divelto la linea elettrica, bloccando per un paio d'ore il traffico sulla statale. A Mompiano il maltempo ha costretto l'arbitro Braschi a sospendere per un quarto d'ora la partita Brescia-Juventus di coppa Italia. Su tutto il basso lago di Garda la tromba d'aria ha prodotto disastri di ogni genere scoperchiando case, edifici pubblici e danneggiando barche e automobili. Tra Desenzano e Sirmione, il vento e le onde hanno ribaltato una barca a vela con a bordo quattro turisti milanesi, due sorelle con i rispettivi mariti. Tre dei velisti sono stati salvati in tempo da una motonave di linea: il quarto, Primo Fiazza, 47 anni, è ancora ufficialmente disperso: sono arrivati anche i sommozzatori con una telecamera, ma finora non si è trovata traccia dell'uomo.
 


 

lunedì 18 settembre 2000

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Ambiente

Mercurio nel terreno in via Villa Glori 

C'è molta preoccupazione tra gli abitanti per la situazione dell'inquinamento nella zona di via villa Glori-via Morosini-via Nullo, una fetta di città a ridosso di via Milano, ma soprattutto a ridosso di diversi insediamenti industriali tra cui spicca quello chimico della Caffaro. L'anomalia della presenza di uno stabilimento chimico di grandi dimensioni in quello che ormai è un quartiere densamente popolato, è balzata clamorosamente agli occhi di tutti quando la Asl ha prelevato campioni di terreno nel giardino della sede della IV Circoscrizione, al numero 13 di via Villa Glori, proprio al confine con la Caffaro dalla quale, alcuni mesi fa, c'era stata una fuoriuscita di acqua. Ebbene, il responso lascia a bocca aperta per lo stupore: "Le analisi evidenziano", scrive l'Asl, "la presenza di mercurio in concentrazione superiore a quanto previsto per un sito a verde pubblico, privato e residenziale". Il presidente della Circoscrizione, Maurizio Margaroli, ha chiesto il "carotaggio" del terreno (cioè un'analisi che vada più in profondità), che l'Asl non ha ancora effettuato, e poi ha trasmesso gli atti in suo possesso alla magistratura. E mercoledì prossimo, 20 settembre, è indetta per le ore 15 in via Villa Glori 13 una conferenza di servizi, allargata a tutte le istituzioni locali, per valutare lo stato di salute della zona. Che, aggiungiamo noi, viste le premesse dev'essere pessimo.
 

Cronaca

Schianto a Belluno tra un'autobotte e mezzi militari, grave un bresciano 

C'è anche un ragazzo di Polaveno ferito insieme con altri soldati, tutti alpini, coinvolti nel pomeriggio in un incidente nel bellunese, con la colonna di automezzi sui quali viaggiavano. Enrico Pintossi, 20 anni, residente nella frazione San Giovanni in via Tonetti 21, era partito volontario per una ferma di 12 mesi con il fratello Marcello, di un anno più giovane. E stato ricoverato con prognosi riservata all'ospedale di Vicenza dov'è giunto in elicottero dopo essere stato trasportato in un primo tempo al nosocomio di Belluno, ma entro poche ore dovrebbe uscire dalla terapia intensiva. Il gruppo di alpini della Julia stava andando a Tai di Cadore per raggiungere il poligono della Val d'Oten, sopra Calalzo, per un periodo d'addestramento. L'incidente è avvenuto a Belluno, in via Marisiga: la sbandata di un'autopompa ha coinvolti i quattro mezzi militari che provenivano in senso opposto, un furgone e alcune auto. Schiacciati dal ribaltamento del camion sul quale viaggiavano sono morti due alpini, deceduto anche il guidatore del furgone, 28 i feriti
 

Brescia, tentata violenza carnale in pieno centro 

La stavano costringendo a subire violenza in città, in via Solferino, a due passi dalla stazione ferroviaria. Questa è l'accusa lanciata da una ragazza bresciana di 23 anni contro due extracomunitari nordafricani, uno dei quali, un marocchino, è stato arrestato mentre l'altro è riuscito a fuggire. Tutto è accaduto poco dopo le 24, in via Solferino. Una pattuglia di agenti della squadra volante della Questura in perlustrazione è stata attirata dalle urla di una donna che si trovava dietro un'edicola con due uomini. Mentre uno dei due fuggiva, l'altro, armato di coltello, è stato affrontato dai poliziotti che lo hanno disarmato e catturato. I due, ha raccontato la giovane donna, l'hanno bloccata mentre camminava per la strada e, minacciandola con l'arma, l'hanno portata dietro l'edicola strappandole la borsetta e poi obbligandola a spogliarsi. Il marocchino catturato, che ha 25 anni e un regolare permesso di soggiorno, è a Canton Mombello.
 

Statistiche

Troppo assenteismo in Loggia 

I dipendenti del comune di Brescia sono ai primi posti per assenteismo in Italia. Sembra impossibile, ma questo è il dato che emerge da uno studio della Corte dei Conti che esamina le cifre delle presenze sul lavoro nei comuni italiani nel 1998 e fa un confronto generale. La notizia è che il dipendente medio della Loggia (nel '98 erano 2.451: si tratta quindi di una delle maggiori "aziende" di Brescia) oltre al periodo di ferie, se ne sta a casa 15 giorni all'anno per malattia, più altri otto di permesso retribuito. In tutto, 28 giorni di assenze, pari all'11 per cento sul totale di 251 giorni di lavoro previsti nell'anno. Una bella cifra, ma niente in confronto a quella dei dipendenti del comune di Trento che passano a casa il 17 per cento dei giorni lavorativi, mentre Milano, Bergamo e Monza si attestano sul 12 per cento. I migliori in classifica sono i comuni del Centro-Sud: Latina con solo il 2 per cento, Messina, Siracusa e Firenze con il 6 per cento. Comunque l'alto livello di assenteismo dei bresciani viene attribuito dai responsabili della Loggia ai corsi di formazione e aggiornamento dei dipendenti (per quanto riguarda i permessi retribuiti) e alle maternità che, nel '98, sono state ben 63 tra le impiegate del comune di Brescia.
 


 

mercoledì 20 settembre 2000

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Ambiente

Via il ripetitore per telefonini vicino alle scuole di Leno 

La Telecom ha dieci giorni di tempo per smantellare l'antenna parabolica installata a giugno, in via De Giuli, a Leno. Questa la decisione del Tar, interpellato per risolvere la diatriba in atto tra il colosso delle telecomunicazioni e il comune bassaiolo: con un'ordinanza del sindaco, lo scorso 3 giugno, era stato intimato alla Telecom di sospendere i lavori di agganciamento della parabolica, ma il ripetitore per cellulari era stato comunque messo in funzione. Gli effetti sulla salute delle emissioni elettromagnetiche non sono ancora stati studiati a fondo, e si sospetta che siano all'origine di vari tipi di tumore. La vicenda si trascina da molto tempo. Tutto è iniziato alcuni anni fa quando gli amministratori di Leno avevano chiesto alla Telecom di spostare da via De Giuli il traliccio (su cui a giugno è stata montata la parabolica della discordia), perchè troppo vicino alle scuole del paese, concentrate in quella zona. La società però non aveva accolto la domanda e anzi, a ottobre dell'anno scorso, aveva deciso di installare una nuova parabolica del diametro di tre metri. Ha preso così il via un braccio di ferro tra Telecom e amministrazione che, tra diffide, istanze e ordinanze è arrivato fino al 3 giugno, giorno in cui l'antenna è stata montata con una decisione di forza. La sentenza del Tar dovrebbe ora mettere la parola fine alla questione, ma resta una domanda: chi aveva dato alla Telecom il permesso di installare il traliccio, proprio in una zona così frequentata da bambini e adolescenti?
 

Attentati

A Nuvolento una bomba per far tacere il pentito 

La pista seguita dagli investigatori è quella del messaggio trasversale, dell'avvertimento di stampo mafioso. Le indagini sulla bomba che ha fatto saltare in aria il centro estetico "Eclisse mania" di Nuvolento sono indirizzate verso una traccia ben precisa: quella dell'avvertimento rivolto dai suoi ex compagni a Luciano Lazzari, il narcotrafficante bresciano che in carcere ha deciso di vuotare il sacco diventando un pentito e incastrando i suoi complici. Un segnale preciso dei clan della droga quindi, visto che il centro, al quale la magistratura aveva messo i sigilli dallo scorso novembre, era gestito dalla moglie del Lazzari. Un'intimidazione rivolta a tutti i pentiti in vista dei prossimi interrogatori e del processo. Ieri i carabinieri hanno interrogato numerose persone collegate in qualche modo alle bande di trafficanti di droga decimate dalle cosiddette operazioni Penelope, nelle quali finirono in menette decine di persone tra boss e personaggi minori. Intanto si è appurato che il rudimentale ordigno era formato solo da polvere da cava ed è stato fatto esplodere con una miccia. La palazzina di via Trento in cui ha sede il negozio ha subito gravi lesioni e solo per caso la potenza della bomba non ha fatto crollare il pavimento dell'appartamento sovrastante il negozio, dove dormiva una famiglia di tre persone: sarebbe stata una strage.
 

Incendiato un locale a Bovegno 

L'incendio si è sviluppato in concomitanza con un fortissimo temporale, quindi all'inizio tutti hanno attribuito le fiamme a un corto circuito provocato dal maltempo o da un fulmine. Ma le indagini sul rogo alla discoteca Vox di Bovegno hanno ben presto preso un'altra strada. E' successo quando gli investigatori si sono accorti che due porte del locale erano state forzate. I piromani hanno anche sparso materiale infiammabile su divanetti e poltrone e poi hanno appiccato l'incendio che ha provocato alcune centinaia di milioni di danni. Vendetta o estorsione?
 

Cronaca

Annega per salvare il suo cane 

L'hanno trovato morto, annegato in un canale accanto al suo setter che aveva tentato di salvare. Così ha perso la vita nelle campagne di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, un conosciuto edicolante di Desenzano con la passione per la caccia, Egidio Papa, di 50 anni. Papa si era recato con un amico in località Turchetti, al confine tra le province di Verona e di Mantova, per una battuta di caccia. All'improvviso il cane dell'edicolante è finito dentro un canaletto d'irrigazione trovandosi in difficoltà per risalire. L'uomo allora ha cercato di afferrarlo dalla sponda, ma poi ha deciso di scendere nel fosso per spingerne fuori l'animale. Probabilmente aveva sottovalutato il fondo viscido e la profondità del canale, gonfio d'acqua: Papa è scivolato finendo risucchiato dalla corrente nel tratto in cui il fosso inizia a scorrere nel sottosuolo per passare sotto a una strada di campagna. Il suo corpo, insieme a quello del cane, è stato trovato pochi minuti dopo, alcune decine di metri più in là, dove il canaletto riemerge all'aperto. Purtroppo non c'era più niente da fare. Papa gestiva con la moglie Nerella Ferrari l'edicola di via Garibaldi a Desenzano.
 

Urbanistica

Passeranno al comune alcune aree militari in città 

Giuliano Amato ha inserito le caserme bresciane nel cosiddetto Dcpm, il Decreto del presidente del consiglio dei ministri che contiene i beni di proprietà dello Stato che è possibile vendere. Il pacchetto riguarda numerosi edifici posti nella nostra città: le caserme Papa, Randaccio, Gnutti e Goito-San Gaetanino; la piazza d'armi del Violino, il Campo Marte e l'ex Polveriera di Mompiano. Un complesso di edifici e di terreni molto vasto, per la destinazione dei quali c'è già un accordo tra il comune di Brescia e lo Stato. Campo Marte e la Polveriera diventeranno aree attrezzate per il verde pubblico e passeranno tra le proprietà comunali; come la Caserma Randaccio, dalla quale si ricaveranno un parcheggio e una residenza universitaria oltre ad alcuni spazi adibiti ad uso culturale. In cambio, per tutte le altre proprietà Palazzo Loggia si è impegnato a cambiare il piano regolatore in modo da farle diventare interessanti per gli investitori privati ai quali lo Stato vuole venderle. La centralissima caserma Gnutti di via Crispi potrà così essere ristrutturata ad uso residenziale. Stesso discorso, con in più l'aggiunta di uffici e negozi, per l'altro immobile centrale, quello della Goito-San Gaetanino (in pratica l'ex distretto militare di corso Magenta-via Callegari). L'enorme caserma Papa di via Oberdan, invece, verrà destinata ad attività industriali leggere o artigianali. Ma il cammino burocratico della vicenda non è certo ancora concluso. Ora un'apposita commissione di funzionari dello Stato dovrà valutare i beni e stabilire se qualcuno dovrà versare dei soldi per compensare l'altra parte: gli esperti decideranno se l'autorizzazione al cambiamento di destinazione delle caserme che verranno trasformate in case, negozi e magazzini, basterà a coprire il valore di Campo Marte, della Polveriera e della Randaccio, oppure se il comune di Brescia dovrà aggiungere una cifra in denaro. Solo alla fine di questa valutazione, se non vi saranno altri intoppi, si potrà procedere al passaggio di proprietà.
 


 

giovedì 21 settembre 2000

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Cronaca

Precipita da 12 metri, muore operaio straniero 

Stava lavorando per un'impresa di costruzioni incaricata di svolgere alcune manutenzioni alle strutture della Omav di Rodengo Saiano, ma, mentre si trovava sul tetto dell'edificio per un sopralluogo, una lastra ha ceduto facendolo precipitare al suolo. Ha perso così la vita un operaio marocchino di 30 anni: l'uomo, residente a Palazzolo, è caduto da un'altezza di 12 metri riportando gravi ferite che gli sono state fatali. Inutile la corsa all'ospedale di Brescia.
 


 

venerdì 22 settembre 2000

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Cronaca

Quinzano: rubati 80 milioni in gioielleria 

Hanno alzato la saracinesca e forzato la serratura penetrando all'interno del negozio. L'allarme è regolarmente scattato, ma prima che le forze dell'ordine arrivassero sul posto i malviventi se l'erano già data a gambe con il bottino. Il furto avvenuto nella notte alla gioielleria Spinelli, in via De Gasperi a Quinzano d'Oglio, ha fruttato circa 80 milioni in preziosi.
 

Stragi

Sparito testimone-chiave dell'eccidio di piazza Loggia 

Il pentito Martino Siciliano, 56 anni, uno dei testimoni chiave per ricostruire la strategia della tensione in Lombardia e Veneto negli anni Settanta, è scomparso e non si è presentato a un'udienza fondamentale nell'ennesimo processo per la strage di Piazza Fontana a Milano. L'uomo è anche un testimone chiave nella faticosa ricostruzione della verità sulla strage di Piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974. Siciliano, originario di Padova, a quei tempi era un militante di secondo piano dell'organizzazione terroristica di estrema destra "Ordine Nuovo" e, insieme con un altro estremista e uomo della Cia in Veneto, Carlo Digilio, ha ricostruito per i pubblici ministeri bresciani Francesco Piantoni e Roberto Di Martino il tragitto della bomba destinata a piazza Loggia: in auto da Mestre a Milano, per poi giungere nella nostra città. Indagati come presunti mandanti della strage di Brescia sono i capi di allora di "Ordine nuovo" nel Veneto: Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, gli stessi accusati per piazza Fontana. Zorzi, che a quei tempi si rifugiò in Giappone, è oggi un ricco imprenditore del Sol Levante. Il pentito Siciliano, che vive con la famiglia in Sud America, è sparito mentre era in Italia per alcune deposizioni su piazza Fontana. La scomparsa di Siciliano, e quindi l'indisponibilità della sua testimonianza per l'inchiesta, sarebbe un duro colpo per le indagini.
 


 

sabato 23 settembre 2000

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Cronaca

Colpo a una tabaccheria in tangenziale 

Si sono presentati di sera, armati e con il volto coperto da un passamontagna, alla tabaccheria del distributore sulla tangenziale, nel territorio del comune di Roncadelle, e si sono fatti consegnare tutti i soldi in cassa. Poi sono fuggiti con il bottino, circa 10 milioni di lire, facendo perdere le tracce. La Fiat Uno rubata utilizzata dai due banditi per allontanarsi è stata ritrovata abbandonata poco distante.
 

Immigrazione

Proteste in piazza Loggia per il permesso di soggiorno 

Erano 5.500 a chiedere il permesso di soggiorno: dopo la sanatoria di luglio ne sono rimasti 3.300 con i documenti non in regola. La protesta degli immigrati pakistani è ripresa nella nostra città con la parola d'ordine: "Regolarizzazione per tutti". L'iniziativa è ripartita con un corteo che, sabato 23 settembre, da piazza della Loggia si è snodato per le vie del centro città. Con i pakistani, nei giorni successivi hanno presidiato a turno piazza Loggia immigrati indiani e africani, anche se non si è trattato di un'azione di massa, ma di un'occupazione "soft", poco più che simbolica per far capire alla gente che il problema rimaneva e non è stato risolto quest'estate. Anche perché il governo aveva promesso che avrebbe affrontato la situazione entro la prima settimana di settembre ma s'era dimenticato l'impegno. Martedì 26, dopo un incontro a Roma con il sottosegretario agli Interni Giannicola Sinisi di una delegazione d'immigrati, accompagnati da funzionari sondacali e dal sindaco di Brescia Paolo Corsini, sono emerse tre vie d'uscita per risolvere la situazione dei 3.300 irregolari. 1) La possibilità di consegnare in questura nuova documentazione per sostituire quella carente o mancante. 2) L'uso del cedolino di ricevuta rilasciato dalla questura come una sorta di certificato temporaneo che possa consentire di ottenere un lavoro regolare e non in nero. 3) Valutare se si possano far rientrare anche questi 3 mila extracomunitari nei flussi d'ingresso nel nostro paese previsti dalla legge 40: se negli ultimi tre anni non è stato raggiunto il tetto massimo, la regolarizzazione si potrà fare al più presto, altrimenti bisognerà aspettare. Dagli immigrati e dal segretario della Cgil bresciana Dino Greco, che ne appoggiava le richieste, è stata espressa insoddisfazione sui risultati della giornata romana. Gli immigrati, sotto la minaccia di uno sgombero forzato da parte delle forze di polizia, hanno poi deciso di lasciare il presidio alla Loggia, dandosi però due appuntamenti quotidiani: alle 11 di ogni mattina davanti alla questura di San Polo, e alle 18 di tutti i pomeriggi nella piazza.
 


 

domenica 24 settembre 2000

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Attentati

Bomba carta a Darfo-Boario contro i parcometri 

Un anonimo gruppo combattente si dev'essere costituito a Darfo Boario per lottare contro i numerosissimi parcometri, appena realizzati dal comune e che tante polemiche hanno provocato tra i cittadini della località camuna che non vogliono proprio saperne di pagare per la sosta. Verso le 2 di notte una "bomba carta", realizzata con polvere nera, è stata fatta esplodere in corso Italia, all'interno di un parcheggio pubblico proprio sotto un condominio. Da quelle parti non transitava nessuno: non ci sono quindi testimoni dell'atto vandalico che ha semidistrutto la colonnina del parcometro, installato da poco da una ditta privata. C'è parecchia tensione a Darfo, dove da qualche tempo si moltiplicano i gesti di questo tipo: nel maggio scorso fu danneggiato l'Albergo Terme, chiuso da nove anni; in luglio, ignoti diedero fuoco al Rock Cafè di Corna; pochi giorni dopo una bomba carta danneggiò la vetrina dell'Immobiliare Eden. La notte tra sabato e domenica scorsi, infine, è stata incendiata la sede dell'Unione sportiva nello stadio comunale.
 


 

lunedì 25 settembre 2000

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Statistiche

Strade: 18 morti al giorno 

E' un dato che forniamo senza commenti, perché non ne ha bisogno: da gennaio ad agosto di quest'anno sulle strade della nostra provincia è morto un essere umano ogni 42 ore. Sono infatti 132 le persone che hanno perso la vita sull'asfalto nei primi otto mesi di qust'anno solo nel Bresciano. Il dato nazionale è ancora più impressionante: ogni giorno in Italia muoiono per strada in media 18 persone, mentre 888 rimangono ferite: una strage degna di una guerra. La cifra del 1999, fornita dall'Istat, l'Istituto centrale di statistica, è di 6.633 vittime nel corso dell'anno. Gli orari peggiori? Dopo le 18, quando si fa sentire la stanchezza e la visibilità diminuisce. Ma è durante il fine settimana che il numero dei morti aumenta considerevolmente rispetto alla media.
 


 

martedì 26 settembre 2000

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Amministratori

Intimidazioni e lettere anonime al sindaco di Adro e al suo vice 

Lettere anonime contenenti minacce di morte sono arrivate nei mesi scorsi al sindaco di Adro, Paolo Parzani, e al suo vice, Giambattista Belussi. I due amministratori sono stati bersagliati in almeno un paio di occasioni ciascuno: al primo cittadino le lettere sono arrivate in municipio, mentre quelle a Belussi sono state spedite al suo indirizzo di casa. Le missive, insieme ad alcune affermazioni che sono state mantenute segrete perché potrebbero aiutare gli investigatori ad individuare l'anonimo mittente, chiedono le dimissioni dei due, promettendo, in caso contrario, la morte. Sul fatto stanno indagando i carabinieri.
 

Cronaca

Ss11: prima le proteste poi l'accordo 

Il tratto della variante alla statale 11 Padana superiore, tra Bargnana e Chiari, non è stato aperto questa mattina. La strada è stata bloccata dalla protesta di una quarantina di agricoltori che, espropriati dei terreni necessari alla costruzione della nuova rotabile, non sono ancora stati rimborsati dopo ben 10 anni di attesa. Alla fine tuttavia, dopo una giornata di polemiche e trattative, la sera è stato firmato un accordo tra agricoltori e Anas: l'azienda pubblica delle strade ha stabilito finalmente tempi e modi della liquidazione di quanto dovuto ai coltivatori (parte sarà versato entro dicembre di quest'anno, parte entro la prossima Primavera) e gli agricoltori hanno tolto cartelli e trattori. La contestata variante era stata occupata con numerosi mezzi agricoli che avevano impedito il transito agli altri veicoli. "Prima pagate e poi passate", era l'eloquente cartello che, insieme con altri contro l'Anas, era stato innalzato dai manifestanti. Quindi, dopo l'annullamento della cerimonia di inaugurazione, deciso dall'Amministrazione provinciale su richiesta dei sindaci di Chiari e Rovato, la questione si è complicata ulteriormente. Oltre al mancato rimborso dei proprietari terrieri, il tratto di strada lungo otto chilometri, che l'Anas ha impiegato 10 anni a costruire, è costato la cifra stratosferica di 20 miliardi di lire e pare addirittura essere pericoloso. Insomma, in questi otto chilometri c'è un concentrato da manuale d'inefficienza, incapacità burocratica e spreco di denaro pubblico.
 

Droga

Brescia supermarket dell'ecstasy 

Brescia, supermercato dell'ecstasy. Almeno questo sembra emergere dopo l'arresto, avvenuto la scorsa notte, di nove giovani vicentini e due bresciani: Emilio De Bellis, 20 anni e Giordano Chilovi, 22: incensurati, ufficialmente operai, ma anche spacciatori di alto livello delle pastiglie killer nel Vicentino. Il rifornimento di merce per questo traffico, infatti, avveniva proprio nella nostra città. La droga, venduta all'ingrosso dai bresciani per 8 mila lire a pastiglia, subiva poi un altro passaggio a 24 mila lire, per essere infine smerciata nelle discoteche e nelle piazze della provincia veneta al costo di 50 mila lire a pastiglia. Si calcola che, ogni settimana, da Brescia all'Alto Vicentino viaggiassero circa un migliaio di pasticche.
 


 

mercoledì 27 settembre 2000

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Droga

Nel bresciano una partita di eroina tagliata male, muore un tossicodipendente 

E' caccia aperta nella nostra provincia allo spacciatore che ha venduto dosi di una partita di eroina tagliata male, causando malori a catena tra i tossicodipendenti bresciani. Una di queste dosi ha ucciso S.T., 29 anni di Pozzolengo, abbandonato agonizzante in una stradina di campagna nei pressi di uno stabilimento, dove è stato trovato morto. L'uomo però, se fosse stato portato in ospedale, avrebbe potuto essere curato. Questo almeno è il parere degli investigatori, che hanno fermato un 30enne bresciano accusato di aver lasciato senza assistenza l'amico, credendolo spacciato. Un altro ragazzo della città è stato salvato appena in tempo da un malore: è stato causato dalla stessa partita di eroina?
 


 

giovedì 28 settembre 2000

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Edilizia

Da residenziale a uso ufficio? No problem con le nuove norme 

E' stata modificata la normativa regionale per il cambiamento di destinazione d'uso degli immobili. La nuova legge, approvata dall'ultima assemblea del Pirellone, è molto più permissiva: da oggi in poi chi vuole cambiare la destinazione di un appartamento da residenziale a uso ufficio (o viceversa), potrà seguire procedure molto più snelle. Addirittura, se non vengono effettuate opere edilizie e l'appartamento ha un'estensione inferiore ai 150 metri quadri, non è neppure necessario informare il comune del cambiamento di destinazione. Se l'appartamento supera i 150 metri quadrati, invece, basta una semplice comunicazione in municipio. Se però sono necessarie opere edilizie, va seguita la procedura normale delle autorizzazioni.
 

Urbanistica

Via libera al museo della Mille Miglia a Sant'Eufemia 

I privati vi investiranno 6 miliardi e mezzo, e si terranno in concessione lo splendido complesso dell'ex Monastero di Sant'Eufemia, comprese le dipendenze, per 55 anni. Qui, e non da oggi, è destinato a vedere la luce il Museo della Mille Miglia: un accordo che era già stato messo a punto dalla giunta Martinazzoli e alla cui fase edificativa il consiglio comunale di Brescia ha dato via libera. I portici del loggiato verranno chiusi da strutture di alluminio e vetro per ospitare i vecchi modelli delle auto, mentre l'ingresso all'area avverrà dal lato della piazza della chiesa, come una volta. Vi saranno inoltre spazi di servizio e informazione, zone per riunioni e convegni. Sul progetto ha votato a favore tutto il consiglio comunale, con l'esclusione di Rifondazione, che l'ha definito "scandaloso" e dei Verdi, il cui rappresentante (che fa parte della maggioranza, ma la cui base era fortemente contraria) ha preferito uscire pudicamente dall'aula.
 


 

venerdì 29 settembre 2000

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Ambiente

A Offlaga un colosso per produrre elettricità dal metano 

Sorgerà a Offlaga uno dei più grandi impianti a metano per la produzione di energia elettrica di tutta la Lombardia. Si tratta di una nuova centrale dell'Ansaldo, destinata a vedere la luce al confine con i comuni di Bagnolo Mella e Manerbio, nell'ex area industriale Busseni. La giunta del paese della Bassa ha dato il via libera all'investimento iniziale da 50 miliardi per costruire il generatore "ecologico" a basso consumo di combustibile che assorbirà circa 90 posti di lavoro. Per il comune di Offlaga ci saranno grossi ritorni economici dall'operazione: innanzi tutto l'energia elettrica costerà il 50 per cento in meno delle tariffe correnti, poi vi saranno i benefici di una piccola percentuale sugli utili della centrale. In totale viene calcolato che, tra risparmi e introiti, per i 3.200 abitanti di Offlaga la nuova centrale possa valere circa 10 miliardi all'anno. Abbastanza da mettere a tacere i problemi per l'ambiente, soprattutto per la falda freatica di tutta la zona visto che un impianto di quelle dimensioni ha bisogno di enormi quantità di liquido per il raffreddamento. E per gli abitanti dei comuni vicini, depauperati dell'acqua e senza alcun ritorno economico, si profila una vera e propria beffa.
 

A Credaro un terreno alla naftalina 

Hanno dovuto farsi ricoverare all'ospedale in 23, uno dei quali, il più grave, a Bergamo. Sono gli abitanti di Credaro, un paese appena al di là dell'Oglio, al confine con la nostra provincia, che hanno la sfortuna di risiedere nei pressi di un'azienda che stava effettuando i lavori per un piazzale da adibire a parcheggio per i propri camion. Ebbene, nel terriccio di riporto utilizzato per spianare il terrapieno era presente una percentuale di naftalina talmente alta (addirittura l'83 per cento, secondo le analisi dell'Asl) da provocare in tutta la zona circostante nausee, dolori di testa, bruciori alla gola e ai polmoni. Le esalazioni pericolose ed inquinanti hanno causato una vera e propria ecatombe tra gli abitanti delle case vicine, al punto che molti hanno dovuto essere ricoverati. Il comune ha dovuto intervenire revocando la concessione e mettendo sotto sequestro il cantiere in attesa che la magistratura decida se prendere o meno provvedimenti. Ma la domanda alla quale si dovrà rispondere è questa: da dove proveniva il terriccio, più naftalina che terra a dire la verità, finito nel piazzale del paese bergamasco?
 

Amministratori

Provincia, 350 mila lire per seduta ai consiglieri 

Quest'anno è il secondo aumento che si sono concessi e, lo sottolineiamo, è stato votato all'unanimità. I consiglieri della provincia hanno deciso di assegnarsi un gettone di presenza di 350 mila lire lorde per seduta: un bell'aumento rispetto alle 210 mila precedenti. Vuol dire che ogni assemblea del consiglio provinciale (in media una al mese) e ogni riunione di commissione (una media di quattro riunioni per consigliere al mese) frutta 350 mila lire. Non si tratta di un'indennità, ma di un gettone legato all'effettiva presenza in sala, anche se, volendo, basta farsi registrare e poi restare lì circa un'oretta. In tutto, considerando appunto le cinque sedute di media, si tratta di 1.750.000 lire lorde mensili intascate da ciascun eletto. Diverso il discorso per i capigruppo che possono essere presenti a tutte le commissioni, accumulando in totale una ventina di partecipazioni al mese per un "valore" di circa 7 milioni lordi. Sono tanti? Sono pochi? Il dibattito è aperto: i consiglieri comunali di Brescia, per fare un esempio, incassano solo 79 mila lire per riunione. Ma, non dubitiamo, presto si adegueranno ai cugini della Provincia.
 

Sport

Anche il Brescia calcio vuole le ragazze pon-pon 

Tra le iniziative positive che si possono "copiare" dall'America, finisce spesso che in Italia arrivino le più inutili e sciocche. Anche il Brescia calcio si è segnalato per fantasia e originalità decidendo di importare addirittura le ragazze pon-pon. Sì, avete capito bene, quelle giovanotte tutte minigonne a pieghe e piume varie, destinate a fare da contorno alle imprese sul campo dei maschietti. Le stesse signorine immortalate da tanti filmetti made in Usa come poveri esseri in adorazione per i campioni, sportivi e virili. Bene, la società di Gino Corioni ha lanciato un vero e proprio concorso per le ragazze bresciane "amanti della danza e dello sport" che vogliano far parte di questo gruppetto di sculettanti fanciulle, destinate a esibirsi allo stadio prima, dopo la partita e nell'intervallo. Non sappiamo chi abbia avuto la folgorante idea, ma dev'essere piaciuta parecchio all'interno della società visto che le selezioni sono aperte. Tremiano al pensiero di quale possa essere la prossima trovata...
 


 

sabato 30 settembre 2000

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Ambiente

E' pesantissima l'aria di Brescia 

Come sempre i responsabili comunali dell'Ambiente (l'assessore è il Verde Ettore Brunelli) hanno fatto la danza della pioggia. Pare infatti che non abbiano strumenti diversi dalle precipitazioni atmosferiche per combattere un pericolo oscuro che minaccia la nostra vita: l'inquinamento dell'aria che respiriamo in città. A lanciare quasi ogni giorno l'allarme per questo lento cancro che divora i polmoni di tutti, ma è particolarmente pericoloso per bambini e anziani, sono le centraline di rilevamento della rete provinciale sparse per tutta Brescia. Rilevanti "superi della soglia di attenzione" (che tradotto significa allarme rosso) vengono stavolta evidenziati per le polveri fini: si tratta di polveri sospese nell'aria con diametro inferiore ai dieci micron, che penetrano nel sistema respiratorio e sono dannose (secondo uno studio, spesso anche letali) soprattutto d'inverno. Ebbene, per tre giorni, dal 25 al 28 settembre, il tetto massimo di 50 microgrammi per metrocubo è stato superato un po' dappertutto, con punte massime di oltre 100 microgrammi rilevati nella zona di Bettole dove anche sabato 30, insieme con quella del Broletto, sono stati segnalati livelli di pericolo. L'inquinamento da polveri fini è provocato dagli scarichi delle auto, da quelli industriali e di riscaldamento. Che cosa può fare il povero Brunelli se non pregare che piova per qualche giorno?
 

Cronaca

Cologne, rapina in un negozio di moto: 150 milioni 

Armi alla mano hanno fatto irruzione nel negozio di motociclette Lancini Moto di Cologne e, dopo aver legato e imbavagliato il titolare, un cliente e un impiegato, hanno caricato su un furgone una dozzina di motociclette enduro e da cross e se ne sono andati indisturbati. Così quattro uomini (secondo i testimoni parlavano con accento meridionale) hanno messo a segno una rapina con sequestro di persona, facendo perdere le tracce con un bottino del valore di circa 150 milioni: oltre alle moto, nuove e usate, hanno infatti portato via dalla cassa una ventina di milioni in contanti e caschi e tute dagli scaffali del punto vendita.