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martedì 1 febbraio 2000 |
Cronaca |
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II pubblico ministero Fabio Salamone aveva chiesto
quattro ergastoli per i compagni di cella di Maurizio
Bertoli, 40 anni, bresciano, ammazzato a calci e pugni dopo
atroci torture (peperoncino e limone negli occhi) nella sua
cella di Canton Mombello il 6 ottobre 1999. La Corte
d'Assise di Brescia ha invece considerato il reato un
omicidio preterintenzionale, ridimensionando quindi le
richieste del Pm e comminando condanne tra i 14 e i 16 anni.
Per il delitto sono stati condannati a 14 anni il tunisino
Wahid Rezgui, reo confesso, e a 16 anni Maurizio Colalti,
Ivano Gilberti e Rolando Masserdotti, tutti compagni di
cella del morto che avevano minimizzato la propria
partecipazione al pestaggio. Bertoli era in carcere per aver
costretto la madre a prostituirsi per pagargli la droga. Un
reato considerato infamante anche nel mondo della malavita e
per il quale era scattata la "giustizia" del carcere. |
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venerdì 1 dicembre 2000 |
Ambiente |
Il Tar dà ragione agli ambientalisti: basta rifiuti nell'inceneritore |
Il Tar di Brescia ha accettato il ricorso presentato da
alcune associazioni ambientaliste della nostra città
e ha ordinato di bloccare l'utilizzo dei rifiuti solidi
urbani nel termoutilizzatore Asm di Lamarmora. Primo round
vittorioso quindi per le associazioni bresciane, che avevano
evidenziato come l'impianto avesse ormai abbondantemente
superato il limite massimo di 266 mila tonnellate all'anno
di rifiuti per il quale era stato autorizzato. Da
lunedì, quindi, non potranno essere più
consegnati all'inceneritore dell'Asm i rifiuti solidi urbani
provenienti dal comune di Brescia e da altri 150 comuni di
tutta la provincia. Tutto verrà conferito nella
discarica di Montichiari. L'Asm ha definito "dirompente"
l'ordinanza. Dal prossimo primo gennaio l'impianto
potrà ricominciare a funzionare, a patto che rispetti
per l'anno 2001 il tetto di 266 mila tonnellate. Questo
tetto potrà venire aumentato solo modificando il
piano provinciale per i rifiuti. Il ricorso al Tar era stato
presentato dalla Legambiente centro storico, dal gruppo
Cittadini per il riciclaggio e da altri nove bresciani
abitanti nei dintorni del termoutilizzatore. I tabulati
ufficiali della Provincia mostravano chiaramente, infatti,
che nel 1999 l'inceneritore aveva bruciato 371mila
tonnellate di rifiuti e nei soli primi sette mesi del 2000
era già a quota 258mila. Per superare il tetto, l'Asm
utilizzava due delibere regionali del 1998 che collegavano
le famose 266 mila tonnellate di rifiuti al loro effettivo
potere calorico, autorizzando, di fatto, uno sforamento.
Proprio contro questo escamotage legale gli ambientalisti
avevano fatto richiesta di sospensiva al Tar. |
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Economia |
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Negli anni Ottanta, giovanissimo, era stato una delle
meteore del periodo ruggente della finanza. Ed era stato tra
quelli finiti nei guai, trascinando con sè i soldi
dei numerosi risparmiatori che si erano fidati della sua
organizzazione. Oggi di Maurizio Dusi probabilmente si
ricordano in pochi (a parte quelli che hanno perso il
proprio denaro), ma un tempo era spesso citato nelle
cronache economiche visto che era considerato l'erede di
Orazio Bagnasco, il finanziare italo-svizzero inventore dei
fondi immobiliari venduti porta a porta. Il suo piccolo
impero, composto da un arcipelago di società alla
testa delle quali c'era la finanziaria Coinvest, collocava
presso il pubblico prodotti finanziari (allora venivano
chiamati anche "titoli atipici") che promettevano rendimenti
da capogiro ed erano collegati a proprietà
immobiliari, a contratti di leasing oppure ad altre
operazioni. Cresciuto notevolmente anche grazie all'iniziale
appoggio di Bagnasco, il gruppo di Dusi aveva presto
mostrato la corda fino al crollo, avvenuto nel 1989 con un
clamoroso fallimento da circa 70 miliardi di lire. Il
tribunale di Brescia ha definitivamente messo una pietra
sulla breve ma movimentata storia di finanziare d'assalto
dell'ex giovanotto di Bagnolo Mella (che oggi ha 43 anni).
Una pietra piuttosto grossa visto che la prima sezione
penale ha condannato Dusi a 20 anni e nove mesi di
reclusione per il crack della Coinvest e di un'altra ventina
di società collegate. Insieme con lui, la bancarotta
fraudolenta è costata cara ad alcuni suoi
collaboratori: cinque anni a Vittorio Clary, quattro a
Fulvio Brambilla, cinque anni e nove mesi a Guido Coen,
cinque anni e sei mesi a Mario Kumar. Assolti invece Valerio
Francini, Gabriele Levratti, Ivo Bruno Spatti, Giovanni
Tassi, Erminio Tonon. Il tribunale ha usato la mano
pesantissima soprattutto con Dusi, per il quale il pubblico
ministero Silvia Bonardi aveva chiesto nove anni. |
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sabato 2 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Brescia mediocre sotto il profio ambientale. Senza
infamia e senza lode, la nostra città si merita una
valutazione media nell'annuale graduatoria dei 103
capoluoghi di provincia italiani presentata ieri da
Legambiente. Lo studio Ecosistema Urbano 2000, settima
edizione del Rapporto sulla qualità ambientale delle
città italiane, attribuisce infatti a Brescia una
percentuale del 51,4 per cento che, se la colloca sopra la
metà della classifica nazionale (al 36esimo posto),
la mette invece in coda nella graduatoria delle città
lombarde, davanti solo alla disastrosa Milano (voto:
insufficiente, precentuale 40,2, posizione 85°). Alla
classifica, Legambiente è arrivata analizzando tre
grandi categorie di parametri ambientali: indicatori di
qualità (smog, inquinamento idrico, malattie
all'apparato respiratorio), indicatori di risposta (raccolta
differenziata, trasporto pubblico, depurazione, verde
urbano, isole pedonali, monitoraggi, rilevamenti della
qualità dell'ambiente, gestione ambientale nelle
imprese) e indicatori di pressione (consumi di acqua
potabile, carburante e elettricità, rifiuti,
densità di motorizzazione). La somma di tutti questi
elementi ha prodotto la graduatoria nazionale e le
valutazioni da ottimo a insufficiente. Ecco la situazione
completa delle città lombarde: Pavia, vincitrice
nazionale (1° posto assoluto), ottiene il 66,4% e la
valutazione di ottimo. Bergamo, terza assoluta, ottiene con
il 60,7% il voto buono; al 5° posto c'è Sondrio
59,8%; al 7° Cremona 58,9%; all'8° Mantova 58,8%;
al 10° Como 57,4%; al 13° Lodi 55,9% (tutte con
buono). Con valutazione media, invece, vediamo al ventesimo
posto Lecco con un 53,9%, al 28° Varese con il 52,2% e
al 36° Brescia con il 51,4%. Milano, 85° posto e
40,2%, è l'unica lombarda insufficiente. |
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domenica 3 dicembre 2000 |
Ambiente |
La Regione: faremo ricorso. Corsini: più raccolta differenziata |
L'unico ente locale a mostrarsi colpito dalla decisione
del Tar sfavorevole all'Asm è stata la Regione
Lombardia. Per bocca dell'assessore Nicoli Cristiani,
delegato dal presidente Formigoni, il Pirellone ha fatto
sapere che da lunedì mattina sarebbe stata studiata
la situazione individuando la strada da intraprendere per
far ripartire al più presto il termoutilizzatore
dell'Asm di via Codignole, prospettando inoltre come sicuro
anche un ricorso al Consiglio di Stato contro l'ordinanza
del Tar di Brescia. Più defilata la posizione della
Provincia, che ha detto di aver fatto tutto quanto di sua
spettanza per il controllo delle quantità di rifiuti
utilizzati dall'impianto e poi di aver messo i dati a
disposizione. Il sindaco di Brescia Corsini invece ha
ricordato una lettera, risalente a una ventina di giorni fa
(e già anticipata da "quiBrescia"), in cui il comune
invitava l'Asm a non utilizzare per l'inceneritore rifiuti
provenienti da altri comuni. Corsini ha anche alzato la
posta in palio e rilanciato: bisogna incentivare e aumentare
la raccolta differenziata in città e provincia e per
far questo è necessario che tutte le parti in causa
si mettano insieme al lavoro. |
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I vincitori: l'Asm ha sbagliato a inseguire soltanto il profitto |
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Entusiasmo tra gli ambientalisti bresciani dopo
l'ordinanza del Tar che ha spento per un mese
l'inceneritore. In una conferenza stampa è stato
sottolineato che "la motivazione dell'ordinanza pone al
primo posto la tutela della salute dei cittadini e
dell'ambiente come diritto inviolabile al quale condizionare
l'interesse economico". Gli ambientalisti hanno anche
invitato l'Asm "invece di lamentarsi per il danno economico
subito e di piangere per il latte versato, a rimediare a una
politica industriale che ha privilegiato, in ossequio alle
ansie per la quotazione in Borsa, esclusivamente la ricerca
del massimo profitto e ha messo in secondo piano le esigenze
primarie dei cittadini e dell'ambiente". (Per le reazioni di
Verdi e Legambiente si veda la rubrica delle lettere). |
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Cronaca |
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Un fatto oscuro e dai contorni ancora misteriosi,
accaduto domenica pomeriggio, sta scuotendo e facendo
discutere la comunità di Villa Carcina. I
protagonisti del delicato episodio restano - per motivi di
privacy e riservatezza - coperti dall'anonimato, mentre su
tutta la vicenda stanno ancora indagando i carabinieri.
Verso le 18 di domenica pomeriggio un ragazzino di 10 anni
del paese sarebbe stato avvicinato da un conoscente 18enne e
convinto a recarsi con lui in un luogo un po' appartato. Qui
il ragazzo più grande avrebbe spogliato il bambino,
baciandolo e toccandolo nelle parti intime. Dopo pochi
istanti il piccolo avrebbe però reagito, fuggendo
seminudo e gridando. Accompagnato a casa da due amici
incontrati per caso, ha raccontato piangendo tutto ai
genitori, i quali l'hanno condotto dai carabinieri.
Immediato l'arresto del presunto pedofilo, un ragazzo del
paese assolutamente insospettabile, per il quale, nonostante
abbia negato ogni addebito, si è spalancata una cella
d'isolamento a Canton Mombello. |
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Un juventino accoltellato dai tifosi della sua stessa
squadra. L'imbecillità di certi teppisti che
frequentano il mondo del calcio non ha proprio limiti e la
ricerca della violenza fine a se stessa, spesso mascherata
come battaglia contro il "nemico", a volte non ha bisogno
nemmeno di questo alibi per scatenarsi. Lo ha scoperto a
proprie spese domenica sera Raniero Gelfi, un odontotecnico
di 26 anni residente a Breno, che, recatosi a San Siro per
la partita Juventus-Inter con un paio di amici, ha lasciato
Milano con i segni di alcune coltellate di striscio
subìte da un gruppo di tifosi juventini. Il paradosso
è che anche Gelfi è juventino, ma ha commesso
l'errore di andare in giro con due amici che portavano al
collo la sciarpa dell'Inter. I tre camuni, al termine della
partita si erano fermati nei dintorni di San Siro per
lasciare smaltire il traffico, bevendosi una birra in un
bar. Poi, era passata circa un'ora dal fischio finale, si
sono messi alla ricerca della macchina nel parcheggio. E'
qui che un gruppetto di scalmanati li ha circondati
iniziando un rapidissimo e micidiale pestaggio: pugni, calci
al ventre, una bottigliata in testa e, per il povero Gelfi,
anche una serie di coltellate. Mentre i due interisti sono
riusciti a divincolarsi e fuggire, l'odontotecnico di Breno
è rimasto a terra in balìa dei teppisti che si
sono accaniti su di lui prima di sparire nella nebbia
milanese. Un mordi e fuggi, un blitz contro tre persone
qualunque e non preparate all'attacco di sorpresa, per il
quale probabilmente i picchiatori a tradimento
(appartenenti, secondo la denuncia, al gruppo "Fighter"), si
stanno probabilmente vantando come di un'azione di guerra.
Le ferite di Gelfi, per fortuna, erano superficiali:
trasportato in ambulanza all'ospedale San Carlo, i sanitari
lo hanno medicato e gli hanno riscontrato una frattura al
gomito sinistro. Nella notte i tre amici se ne sono tornati
a Breno con la propria auto. Ma sarà difficile che li
rivedano in uno stadio. |
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lunedì 4 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Alla fine, dopo anni di inerzia, tutti sono finiti in
tribunale. Stanchi di proteste, richieste e diffide
inascoltate, i cittadini riuniti nel Comitato Monte
Maddalena si sono messi in mano a due avvocati e hanno
trascinato davanti al giudice i responsabili - secondo loro
- dell'inquinamento elettromagnetico che appesta la parte
alta della montagna di Brescia. Qui infatti, in
località Cavrelle, sono sorti negli anni ben 34
tralicci (molti sarebbero abusivi) sui quali sono stati
collocati 102 sistemi radianti (in pratica potenti antenne)
appartenenti a 90 emittenti radiofoniche e televisive.
Questa selva di antenne radio e tivù scarica nei
dintorni una quantità di emissioni elettromagnetiche
di gran lunga superiori ai limiti di legge, stando alle
rilevazioni effettuate da Ispesl e Asl, e potenzialmente
pericolose per la salute dei cittadini. Dopo una battaglia
durata anni, che si è scontrata con un atteggiamento
dilatorio da parte delle autorità, poco propense a
intevenire con decisione, i cittadini hanno deciso di far
parlare la carta bollata. In febbraio ci sarà quindi
la prima udienza, davanti al giudice civile, nella quale il
Comitato Monte Maddalena ha citato il Comune di Brescia, la
Società Funivie di Brescia (proprietaria dell'area
delle Cavrelle dove sorgono gli impianti) e la Smitt di
Castelmella, che si occupa della gestione dei tralicci. Il
Comitato chiede che vengano demoliti i tralicci,
ripristinati a verde i luoghi dove sono sorti e rimborsati i
danni ai proprietari di case della zona, che non possono
viverci perché assediati dalle emissioni
elettromagnetiche e non possono venderle perché il
valore degli immobili è precipitato. |
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martedì 5 dicembre 2000 |
Cronaca |
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Uno dei presunti componenti della banda delle Mercedes,
che da mesi terrorizza il Bresciano con rapine nelle ville,
è stato arrestato dalla polizia di Seriate dopo un
lungo inseguimento sull'autostrada. Gli agenti hanno infatti
visto l'auto, un'Audi A4 Avant, correre sulla terza corsia e
hanno controllato la targa scoprendo che era stata rubata a
Vicenza una settimana fa. Allora hanno inseguito la vettura,
che aveva a bordo tre persone, intimando l'alt. A Grumello,
dopo 18 chilometri di corsa a folle velocità, l'Audi
è finita nel fossato accanto alla corsia d'emergenza
e i tre occupanti se la son data a gambe scavalcando la rete
di recinzione e dividendosi. I poliziotti ne hanno puntato
uno e l'hanno raggiunto dopo un altro paio di chilometri
d'inseguimento a piedi. Si tratta di un albanese di 34 anni,
clandestino, che usa abitualmente una decina di diverse
identità. La sua apartenenza alla banda è
provata dal fatto che nell'Audi sono stati trovati gioielli
rubati alcuni giorni fa in una villa di Lumezzane, cellulari
e documenti provenienti da un altro colpo. |
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Grandi opere |
Costerà 32 miliardi al chilometro l'autostrada della Valtrompia |
Il consiglio d'amministrazione della Serenissima,
presieduto da Giuseppe Barbieri, ha dato il via libera al
progetto definitivo per l'Autostrada della Valtrompia
nell'ultima versione, elaborata tenendo conto dei rilievi
mossi dai comuni attraversati dalla nuova rotabile. Si
tratta di un'opera della lunghezza di 31 chilometri (11 dei
quali in galleria) con 5 ponti sul fiume Mella.
Costerà circa un quarto in più del preventivo
iniziale, cioè almeno mille miliardi di lire (poco
più di 32 miliardi e 258 milioni al chilometro) e
verrà terminata per il 2006. Ora, entro 270 giorni,
verrà convocata la conferenza dei servizi che
vedrà radunati i 25 soggetti coinvolti nell'opera e
che dovrà definirne meglio i dettagli. Poi si
passerà alla stesura del progetto esecutivo. |
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mercoledì 6 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Nell'ambito delle polemiche sul termoutilizzatore, si fa
strada una nuova spinosa questione. Infatti, durante una
conferenza stampa convocata dai Ds, il consigliere regionale
Claudio Bragaglio ha mostrato un documento, oggetto di una
delibera regionale proposta dall'assessore all'Ecologia
Franco Nicoli Cristiani (Forza Italia), nel quale è
previsto che, nel 2005, a Brescia funzionino tre
inceneritori di rifiuti (16 in tutta la Lombardia). Quindi,
oltre all'inceneritore cittadino elevato a 363 mila
tonnellate l'anno, in base al documento ne dovrebbero
sorgere altri due: uno, da 147 mila tonnellate, a Rovato;
l'altro, da 396 mila tonnellate, a Lonato. Insomma, se il
progetto si dovesse realizzare, la nostra provincia sarebbe
ancora più sommersa dai rifiuti. |
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giovedì 7 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Ricorso sì. Ricorso no. E' stato presentato. Se ne
sta ancora discutendo. Dichiarazioni e controdichiarazioni,
su posizioni contrapposte, dividono in questi giorni la
maggioranza della Regione Lombardia sulla questione del
termoutilizzatore Asm di via Codignole, che il Tar di
Brescia ha imposto di chiudere. All'interno della
maggioranza di centro destra che governa la Regione il
problema dell'impianto Asm è ormai un vero e proprio
caso politico. Si litiga sulla presentazione del ricorso al
Consiglio di Stato contro l'ordinanza del Tar. La Lega Nord,
com'è noto, è infatti contraria alla
riapertura e, pur facendo parte della coalizione che
sostiene la giunta Formigoni, ha sempre dato battaglia
contro il termoutilizzatore. E ora il consigliere leghista
bresciano Giovanmaria Flocchini si sta battendo contro il
ricorso. Sul fronte diametralmente opposto l'assessore
all'Ecologia Franco Nicoli Cristiani, bresciano di Forza
Italia, uno tra i più decisi sostenitori del ricorso
al Consiglio di Stato contro l'ordinanza del Tar.
L'impugnativa, con procedura d'urgenza, sarebbe centrata sul
principio, sostenuto anche dal'Asm, che i rifiuti andrebbero
calcolati a kilocalorie e non a peso. Ma in realtà
fino a questo momento non si è riusciti a sapere con
precisione se il ricorso è stato presentato oppure
no. Pare che sia tutto pronto, ma manchi ancora il via
libera finale. Lo darà l'assessore Maurizio Bernardo,
di Forza Italia, che ha preso in mano tutta la faccenda?
Vedremo. Nel frattempo sono iniziate lunedì mattina
in via Codignole le procedure di spegnimento
dell'inceneritore che non può più accettare
rifiuti solidi urbani fino alla fine di quest'anno, avendo
superato il tetto annuale di 266 mila tonnellate per il
quale era stato autorizzato. Così a Montichiari,
invasa da una valanga di immondizia, si guarda con una certa
apprensione agli sviluppi della vicenda. La discarica
dell'Asm in località Cava Verde, che già serve
molte località della Bassa e dell'Alto Mantovano, ora
deve infatti assorbire anche l'immondizia dei 155 comuni
finora serviti dall'inceneritore, tra cui Brescia. |
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Cronaca |
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Alle 12,50 di giovedì sulla linea ferroviaria
Brescia-Edolo, qualche centinaio di metri a nord della
stazione di Iseo, un treno con a bordo una ventina di
passeggeri si è scontrato con un convoglio
proveniente da Marone (su cui viaggiavano solo il
macchinista e il capotreno) che era fermo al semaforo rosso.
Fortunatamente, vista anche la scarsa velocità del
mezzo in arrivo, il bilancio dello scontro non è
stato grave: una quindicina di persone sono rimaste ferite,
ma soltanto due, Gianbattista Volpi (49enne di Esine) e
Marco Cristini (20enne di Pisogne), sono state ricoverate
nell'ospedale di Iseo, in condizioni non preoccupanti. Il
fatto, però, riporta l'attenzione su questa tratta
ferroviaria (a binario unico), gestita dalla società
Ferrovie Nord Milano, già teatro di numerosi
incidenti (nel '96, in uno scontro tra due treni, avevano
perso la vita cinque persone). La linea, che in molti punti
è sprovvista persino di passaggi a livello, è
infatti decisamente obsoleta e necessita di manutenzione e
controlli accurati. |
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Terrore sulla Milano-Brescia. Guida 20 chilometri contromano |
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Probabilmente anche qualche automobilista bresciano l'ha
incrociato sulla A4 mentre viaggiava (a velocità
moderata, per la verità) completamente contro mano.
Ha infatti imboccato l'autostrada Milano-Brescia ad Agrate e
ha percorso pericolosamente una ventina di chilometri nel
senso contrario a quello di marcia prima che la polizia,
avvertita da alcuni automobilisti terrorizzati per esserselo
improvvisamente trovato avanti, lo bloccasse presso l'area
di servizio Brembo. Si tratta di un uomo di 75 anni del
quale non è stata rivelata l'identità e che,
ha spiegato confuso agli agenti, non si era accorto
dell'errore. Per fortuna non ha provocato incidenti. |
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venerdì 8 dicembre 2000 |
Grandi opere |
Autostrada, Gussago in rivolta. Il sindaco minaccia l'ostruzione |
E' già arrivato il primo no al progetto della
nuova Autostrada della Valtrompia, approvato qualche giorno
fa dal consiglio d'amministrazione della Serenissima
presieduto da Giuseppe Barbieri, e che sta per entrare nella
fase esecutiva. Il ribelle è il sindaco di Gussago,
Bruno Marchina, che si lamenta per il fatto che la
società non abbia tenuto in alcun conto i rilievi
mossi dal comune della Franciacorta, con il sostegno di gran
parte dei cittadini. A Gussago infatti dovrebbe passare una
bretella di collegamento tra l'autostrada valtrumplina e la
A4, da San Vigilio di Concesio al casello di Ospitaletto. Il
percorso, stando al progetto approvato, si svilupperà
con una corsia in galleria e con l'altra all'esterno, mentre
è prevista la creazione di tre svincoli. Gussago che
cosa chiede? Che l'autostrada passi completamente in
galleria, per non deturpare le splendide colline dei
dintorni, e che non vengano costruiti gli svincoli, per non
dare il colpo finale alla già problematica
viabilità locale che vede la provinciale 19 tra
Gussago e Concesio spesso intasata (quando le frane non
obbligano a chiuderla). Il sindaco di Gussago si chiede
anche come mai tutte le richieste dei comuni della Val
Trompia siano state accettate, facendo lievitare i costi
dell'opera da 520 a 1.000 miliardi di lire, mentre le
aspettative del suo comune non sono state neppure prese in
considerazione. E, mettendo sotto accusa i due bresciani nel
consiglio d'amministrazione della Serenissima (Mino
Martinazzoli e Andrea Lepidi), promette che la sua
amministrazione bloccherà con tutti i mezzi la
costruzione della nuova strada, anche ricorrendo, quando
possibile, all'ostruzionismo. |
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sabato 9 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Sembra essere stato definitivamente accantonato il
progetto di costruire nel Parco del Mella un centro per lo
smistamento e la distribuzione della frutta e della verdura
fresche per la rete di supermercati della Auchan, la
società francese partner del gruppo italiano
Rinascente. Il progetto prevedeva la costruzione di due
capannoni in un'area di 5 mila metri quadrati, con
l'abbattimento di alcune centinaia di alberi. Al suo fianco
sarebbe sorta una strada che avrebbe attraversato il parco
in direzione sud-est, sbucando nella zona di via Dalmazia.
Bloccato in commissione Urbanistica, ora il progetto
è stato messo da parte e Auchan sta valutando altre
ipotesi alternative. Il Parco del Mella è una fetta
di verde nella zona di via Orzinuovi, delimitata a Sud dal
macello comunale, a Ovest dalla tangenziale, a Nord dalla
ferrovia Milano-Brescia e a Est dal fiume Mella; è
stato inaugurato quattro anni fa dal Comune di Brescia che
ha speso 720 milioni per attrezzarlo. Contro i progetti
dell'Auchan e della strada si erano espressi Legambiente,
Coda, Amici dei parchi, Wwf e gli scout dell'Agesci. |
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domenica 10 dicembre 2000 |
Cronaca |
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L'imprenditore tessile di Manerbio Giuseppe Soffiantini,
conosciuto per essere stato rapito il 17 giugno 1997, sembra
perseguitato dai malviventi. Domenica 10 dicembre, infatti,
nelle ore centrali della mattina un gruppo di banditi
è entrato nella sua villa di Manerbio, mettendo a
soqquadro le stanze alla ricerca di preziosi o denaro. I
ladri sono fuggiti qundo hanno sentito rientrare in casa il
figlio Paolo. La notizia non è stata diffusa fino a
quando, l'altra notte, l'imprenditore di Manerbio è
rimasto vittima di un altro furto. Questa volta a colpirlo
è stata la banda delle Mercedes che, a Bergamo, ha
messo a segno un vecchio trucco della malavita. Un ladro ha
seguito l'imprenditore dal parcheggio fino all'hotel dove
avrebbe dovuto presentare un libro. Ha consegnato il
cappotto in guardaroba subito dopo Soffiantini e poi ha
fatto suonare un cellulare che aveva lasciato in tasca. La
guardarobiera non si è insospettita quando lo
sconosciuto si è avvicinato ai cappotti per
rispondere al telefono e poi se n'è andato via
dall'albergo in fretta. Nel frattempo, però, il
malvivente aveva già frugato nelle tasche dei
soprabiti dei clienti facendo sparire due mazzi di chiavi:
quelle della Mercedes 500 di Soffiantini e quelle della
Porsche di un'altra persona. Naturalmente alla fine della
conferenza le auto non c'erano più. |
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lunedì 11 dicembre 2000 |
Cronaca |
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Tragico week end sulle strade della nostra provincia. Tra
sabato e domenica sono morti due coniugi di Brugherio
sull'autostrada, una donna di 36 anni a Rovato, un giovane
di Esine a Pisogne e un bimbo di nove anni a Ghedi. |
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martedì 12 dicembre 2000 |
Ambiente |
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L'Azienda dei servizi municipalizzati di Brescia ha
presentato al Consiglio di Stato (che ha sede a Roma) un
ricorso contro l'ordinanza del Tar di Brescia che ha
ordinato di fatto lo spegnimento del termoutilizzatore di
via Codignole perché ha superato il tetto annuo di
266 mila tonnellate di rifiuti per il quale è
autorizzato. L'Asm ha anche ottenuto la procedura d'urgenza,
con conseguente dimezzamento dei tempi per giungere alla
discussione. Probabilmente il Consiglio di Stato si
occuperà della vicenda nella camera di consiglio in
calendario per martedì 19 dicembre, oppure
venerdì 22. Secondo indiscrezioni, l'impugnativa
dell'Asm si fonda su due argomenti. Il primo è che
più della quantità di rifiuti bruciata conta
la loro "qualità", cioè il loro potere
calorifico. Il secondo è che, stando ai dati in
possesso dell'Asm, l'inceneritore non avrebbe provocato
danni ambientali e anche le emissioni di fumi risulterebbero
tutte nella norma. L'azienda ha fatto anche i conti del
danno economico derivato dallo spegnimento dei forni
dell'impianto per un mese fino alla fine dell'anno: circa 12
miliardi in tutto, 10 dei quali per il mancato guadagno
derivante dalla produzione e dalla vendita di energia e
calore, e 2 miliardi di maggiori costi per i comuni che
devono smaltire i rifiuti in discarica. Anche la Regione
Lombardia, nella riunione della giunta di lunedì
scorso, ha intanto deciso di ricorrere al Consiglio di
Stato, visto che l'ordinanza del Tar contrasta con una sua
delibera del '98. |
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giovedì 14 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Scaricavano direttamente nel vicino fiume Chiese e nella
rete fognaria sostanze altamente tossiche come zinco, rame,
nichel e cromo esavalente, tutte materie "biocumulabili",
cioè che impiegano anche centinaia d'anni a essere
assorbite e neutralizzate dalla natura. In più, nel
magazzino dell'azienda (una società per la cromatura
dei metalli di Odolo) erano in giacenza altre 27 tonnellate
di rifiuti e fanghi tossici che pure stavano per essere
smaltiti senza autorizzazione nè cautele. Le analisi
effettuate dall'Arpa hanno rilevato il superamento di tutti
i limiti d'inquinamento negli scarichi aziendali, ma la cosa
è ancora più più grave perché
tutto finiva nella rete fognaria di un paese, Odolo,
sprovvisto di un sistema di depurazione. L'azienda era priva
di ogni autorizzazione, sia quella per il trattamento e lo
stoccaggio dei residui di lavorazione e di rifiuti tossici,
sia quella comunale per l'esercizio dell'attività di
cromatura. Una donna di 35 anni di Lumezzane della quale
sono state fornite solo le iniziali D. C., che mandava
avanti l'impresa inseme con il marito R. B. di 37 anni,
è stata segnalata all'autorità giudiziaria per
disastro ambientale. Ma gli avvelenatori di Odolo se ne
infischiavano di ogni tipo di legge o normative. La Guardia
di Finanza, che ha fatto irruzione in fabbrica, vi ha
infatti trovato anche quattro lavoratori extracomunitari non
in regola con il permesso di soggiorno e con il versamento
dei contributi e che lavoravano in precarie condizioni di
sicurezza. Inoltre sono state rilevate numerose
irregolarità fiscali. |
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Cronaca |
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Un imprenditore bresciano, Carlo Tomasoni, 32 anni.
titolare di un'impresa di pulizie, è stato duramente
pestato con un sbarra di ferro a tarda ora da due rapinatori
albanesi che l'hanno aggredito e derubato. I banditi hanno
atteso l'uomo poco dopo le 23 nel piazzale fuori dagli
uffici della cooperativa La Rapida, in via Guzzetta.
Picchiato con una spranga di ferro, l'imprenditore ha avuto
solo il tempo di gridare e chiamare aiuto, ma ha dovuto
lasciare ai due malviventi la valigetta che teneva in mano,
contenente i soldi delle paghe, circa 100 milioni di lire in
contanti. Forse i rapinatori volevano impossessarsi anche
della Mercedes dell'uomo, parcheggiata nei pressi, ma sono
stati messi in fuga da un vicino di casa che, armato di una
pistola scacciacani, ha sparato due colpi in aria. Una
pattuglia di carabinieri, arrivata sul posto in breve tempo,
ha fermato poco distante uno dei malviventi, mentre un altro
albanese, dipendente della ditta come custode e sospettato
di essere il basista del colpo, è stato individuato e
catturato più tardi in nottata. Tomasoni ha dovuto
ricorrere alle cure dei sanitari. Caccia aperta al terzo
uomo, coautore della rapina, fuggito con i soldi. |
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Gli agenti della questura di Brescia, nell'ambito di
un'operazione antidroga sviluppatasi a livello nazionale e
partita dalla Puglia, hanno sequestrato 37 chilogrammi di
eroina e fermato alcune persone nella nostra provincia. Il
sequestro è avvenuto sull'Autostrada A 21, nei pressi
del casello di Cremona, dove nascosti nel doppio fondo
ricavato in una vettura guidata da un albanese (originario
di Tirana ma residente in Belgio), sono stati trovati i 37
chili di eroina, del valore di alcuni miliardi. La droga,
proveniente dalla Grecia via Albania e Puglia, era diretta a
Brescia. Albanesi sono cinque dei sei arrestati, tra cui due
donne e il capo della banda, residente in Puglia ma legato a
un importante clan della malavita di Tirana. In manette
anche un bresciano: Pierangelo Lombardi, 27 anni, di
Gavardo, punto di riferimento della banda nella nostra
provincia. |
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Metropolitana |
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Il primo risultato, il più importante, l'hanno
raggiunto. Il Comitato per il referendum sulla metropolitana
di Brescia ha toccato e superato la cifra cruciale di 10
mila firme raccolte. Quanto basta perché la
consultazione popolare possa essere indetta. In pochi mesi,
questo gruppo spontaneo di cittadini ha fatto quello che
nessuno si sarebbe mai aspettato e ora potrebbe mettere i
bastoni tra le ruote al megaprogetto voluto dal sindaco
Paolo Corsini. Si tratta di una grande opera destinata a
cambiare il volto alla città nei prossimi anni: 18
chilometri di linea, 23 stazioni previste, per un costo di
circa 1.120 miliardi di lire. Il Comitato ha diffuso i dati
in una conferenza stampa: 10.100 firme di cittadini raccolte
anche grazie ai 150 banchetti organizzati in questo periodo
dai volontari in tutta la città. Poiché per
richiedere la consultazione servono almeno 10 mila
sottoscrizioni valide, la raccolta continuerà ancora
per qualche giorno in modo da avere un margine di sicurezza.
Poi il malloppo verrà consegnato in Comune. Qui
un'apposita commissione di valutazione dovrà
convalidare il referendum, e qui cominceranno probabilmente
anche i problemi. Quanto tempo impiegheranno le
autorità comunali per dare il via libera? Se la
prenderanno comoda oppure lavoreranno alacremente? Nel primo
caso il rischio è che il referendum debba slittare
addirittura al 2002, a giochi ormai fatti e a lavori
già in corso, rivelandosi inutile. Per questo il
Comitato chiede che la verifica delle firme venga effettuata
entro un mese, in modo che la consultazione dei cittadini
bresciani possa essere abbinata alle elezioni politiche
della prossima primavera (consentendo di risparmiare anche
sui costi). E in vista della campagna pro o contro il
referendum, è sempre il Comitato a stigmatizzare il
fatto che una società pubblica come l'Asm abbia
già iniziato a influenzare l'opinione pubblica
investendo centinaia di milioni in pubblicità su
radio e televisioni locali. Una scelta inopportuna, è
stato detto, fosse anche solo per questioni di stile. Per
questo, se referendum sarà, il comitato
chiederà una sorta di par condicio. |
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venerdì 15 dicembre 2000 |
Amministratori |
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I cittadini di Brescia pagheranno nel 2001 circa 136
miliardi di lire di tasse, il che equivale a una pressione
fiscale di 789 mila lire a testa, neonati compresi. Lo
dicono le cifre del bilancio comunale di previsione che,
alla voce entrate fiscali, segna - tra l'altro - la bella
cifra di 83 miliardi per l' Ici e di 42 miliardi per la
tassa per i rifiuti. Ma il grosso degli incassi che palazzo
Loggia prevede per l'anno prossimo deriva dalle entrate
extratributarie: 171 miliardi di lire, tra le quali spiccano
i 50 miliardi di dividendi della controllata Asm e i ben 28
miliardi alla voce multe (ma di questi, 17 sono vecchie
multe non pagate e iscritte a ruolo). Per la cronaca, il
bilancio del comune di Brescia pareggia entrate e uscite
sulla bella cifra di 577 miliardi e il personale
costerà nel 2001 ben 125 miliardi di stipendi. I
dipendenti sono in tutto 2.145: uno ogni 90 abitanti. |
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Economia |
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Il dato è clamoroso: fatture false per 2.100
miliardi sono state scoperte dalla Guardia di Finanza in
provincia di Brescia solo nell'ultimo anno. I settori nei
quali il fenomeno è apparso più accentuato
sono stati l'edilizia e il commercio dei metalli ferrosi:
più della metà sono state contestate a
società del gruppo "Bagaglino" attivo nelle
costruzioni e nel turismo. Gli accertamenti delle fiamme
gialle hanno consentito di recuperare 1.000 miliardi di lire
a tassazione e 315 miliardi di Iva. Sempre nel 2000 sono
stati sequestrati immobili per un valore di 20 miliardi e
conti correnti bancari per 7 miliardi. |
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Trasporti |
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Il comune di Brescia si prepara a investire 46,7 miliardi
di lire per far partire le prime due Lam, linee ad alta
mobilità, destinate a snellire e rendere più
scorrevole ed efficiente il sistema di trasporti urbani
cittadino. Le Lam, che attraverseranno la città da
Nord a Sud-Est e da Nord-Ovest a Sud-Ovest, sono in pratica
due linee di autobus con corsia preferenziale molto
più veloci ed efficienti delle attuali, che
potrebbero dare una svolta al trasporto pubblico di Brescia.
Con l'occasione verranno effettuati investimenti per
modificare l'arredo urbano delle zone attraversate, mentre
sono previsti collegamenti con la progettata metropolitana
leggera automatica. Se tutto funzionerà come da
programma e i cantieri verranno aperti nella prossima
primavera, le prime due linee delle Lam saranno inaugurate
appena prima delle elezioni amministrative nella primavera
del 2003. Il progetto è approdato, per la seconda
volta e per l'approvazione definitiva, nel consiglio
comunale che ha detto di sì nella notte tra
venerdì e sabato con 22 favorevoli, quattro contrari
e sei astenuti. |
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domenica 17 dicembre 2000 |
Cronaca |
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C'è anche un cittadino bresciano tra le dieci
persone morte questa domenica in diversi incidenti in
montagna sulle Alpi. Si tratta di un 31enne residente a
Passirano, in Franciacorta. L'uomo, Alessandro Inverardi,
magazziniere in un'azienda di Provaglio d'Iseo, la Chicco,
stava sciando fuori pista nella zona della Presolana quando
è precipitato perdendo la vita. Il fatto è
accaduto in un canalone sulla cresta del Visolo, tra
Castione della Presolana e Colere, proprio sotto gli occhi
di un amico di Inverardi, Oliviero Negri, che stava sciando
con lui e di alcune decine di altre persone che si trovavano
nella stessa zona per un "fuori pista". Inverardi, esperto
sciatore e iscritto da anni al Cai, è scivolato per
alcune centinaia di metri lungo un canalone ghiacciato dal
quale stava scendendo con gli sci dopo aver raggiunto a
piedi la cima della Presolana. |
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lunedì 18 dicembre 2000 |
Ambiente |
Parco delle Colline, non è nato ed è già costato 140 milioni |
Non è ancora nato, ed è già costato
140 milioni. A tanto ammonta la cifra già sborsata
dagli enti locali per il futuro Parco delle Colline il cui
iter sta procedendo, sia pure a passo di lumaca. Si tratta
di un "parco locale d'interesse sovraccomunale" (questa la
definizione ufficiale) che verrà costituito tra i
comuni di Collebeato (l'unico ad averlo già
deliberato), Brescia, Botticino, Cellatica e Rodengo. In
città, il parco interessa il monte Maddalena, i colli
di San Giuseppe e Sant'Anna, la valle di Mompiano, il parco
Castelli, il corso del fiume Garza fino al Civile e ancora
la zona di Costalunga, della Bornata e l'area verde che da
via Turati arriva sino a Canton Mombello. Per mettere a
punto i primi studi, e siamo solo all'inizio, gli enti
locali hanno già versato 140 milioni a quattro
tecnici che hanno lavorato a diversi aspetti del progetto
(per la cronaca: Lanciano, Crea, Vitale e Fasser). Al comune
di Brescia è toccato il 60 per cento della spesa,
alla Provincia il 25 per cento, il resto ai comuni minori.
Ma a che punto è l'iter tormentato di questo parco
del quale ormai si parla da anni? Dopo l'appprovazione in
via definitiva del perimetro del parco da parte del
consiglio comunale cittadino avvenuto nella notte tra
venerdì e sabato (23 sì e 4 no), tocca alla
definizione dell'ente gestore e delle linee d'indirizzo. Il
tutto partendo da una convenzione con il comune di
Collebeato che, essendo più avanti degli altri, ha
una sorta di diritto di primogenitura. Poi tutta la
documentazione dovrà finire in Regione per il via
libera. Naturalmente si tratta di un parco con vincoli molto
leggeri, all'interno dei quali ogni comune resta autonomo
nelle decisioni riguardanti il proprio territorio. |
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Il consiglio comunale straordinario di lunedì si
è concluso alle 2 di notte con un'insolita
convergenza tra la maggioranza di centro-sinistra e An sul
termoutilizzatore dell'Asm di via Codignole. L'impianto, che
produce energia elettrica e acqua calda bruciando rifiuti,
è stato chiuso fino alla fine del mese da
un'ordinanza del Tar di Brescia, poiché aveva
superato il tetto di 266 mila tonnellate all'anno per il
quale era stato autorizzato. La riunione del consiglio
comunale era stata convocata su richiesta di Rifondazione,
An e Forza Italia nel tentativo di mettere in
difficoltà la giunta Corsini, stretta tra le
pressioni dell'Asm (controllata-controllante del comune) e
quelle della componente Verde della maggioranza. Ma i
problemi, com'è emerso dal risultato della notte,
sono anche all'interno dell'opposizione visto che alla fine
sono state votate due analoghe "raccomandazioni" (per la
verità entrambe piuttosto generiche nei contenuti),
una della maggioranza e una di An, passate anche grazie
all'astensione reciproca. |
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martedì 19 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Partenza martedì mattina alle 7,50 dalla stazione
di Rovato, con l'interregionale diretto a Milano. Obiettivo:
il Pirellone, a pochi passi dalla stazione Centrale. Qui una
cinquantina di ambientalisti bresciani della zona a Ovest
della città hanno manifestato distribuendo volantini
contro l'inceneritore progettato dalla Cogeme che la Regione
Lombardia sembra orientata a riesaminare dopo un primo
giudizio negativo (espresso nel gennaio scorso personalmente
dal presidente della giunta Formigoni). Si tratta di un
impianto simile a quello dell'Asm di via Codignole, che
dovrebbe sorgere - se verrà autorizzato - a Bargnana
di Rovato. Una delegazione di bresciani è stata
ricevuta dalla commissione Ambiente del Pirellone alla
presenza di consiglieri regionali di diverse sigle politiche
eletti nella nostra provincia. Gli ambientalisti avevano con
sè le oltre 15 mila firme di cittadini raccolte
contro l'inceneritore che ha fatto registrare anche il no
degli agricoltori e dei viticoltori della Franciacorta.
Già attivissima nel business dei rifiuti con le
discariche di Castrezzato, Rovato e Provaglio d'Iseo, ora la
Cogeme vuole costruire un impianto per bruciare le
immondizie e produrre energia, ma i comitati ambientalisti
temono che questo possa aumentare la già rilevante
importazione di rifiuti nella nostra provincia e peggiorare
la qualità dell'aria nella zona. |
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Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell'Asm
contro la chiusura del termoutilizzatore di via Codignole,
ordinata dal Tar il 1° dicembre scorso su richiesta di
alcune associazioni ambientaliste. L'azienda dei servizi
municipalizzati potrà quindi riaprire subito
l'impianto, anche se prima dovrà aspettare di
disporre del testo dell'ordinanza. Naturalmente per il
riavvio dei forni dell'inceneritore vi saranno anche da
rispettare alcuni tempi tecnici. L'impianto, che produce
energia elettrica e acqua calda bruciando rifiuti, era stato
chiuso fino alla fine del mese da un'ordinanza del Tar di
Brescia, poiché aveva superato il tetto di 266 mila
tonnellate all'anno per il quale era stato autorizzato.
Sulla questione è stato chiamato a esprimersi il
Consiglio di Stato, presso il quale l'Asm - seguita dalla
Regione Lombardia - aveva presentato ricorso contro la
decisione del Tar. Si trattava di un ricorso dovuto a motivi
di principio visto che ai primi di gennaio l'impianto di via
Codignole era destinato comunque a riaprire. Ma all'Azienda
premeva che venisse sancito il fatto che l'elemento
più importante nel valutare la quantità di
rifiuti bruciabili nell'inceneritore non dev'essere il loro
peso, ma il loro potere calorico. |
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mercoledì 20 dicembre 2000 |
Amministratori |
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E' diventato operativo mercoledì il cambio della
guardia al vertice della prefettura della nostra
città. Alberto De Muro, dopo tre anni a Brescia, ha
preso servizio come commissario di governo per la Provincia
autonoma di Trento. Al suo posto si è insediata in
palazzo Broletto Annamaria Cancellieri, dal 1996 prefetto di
Bergamo, dov'era arrivata da Vicenza. |
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Cronaca |
Impiegati quasi tutti assenteisti alla Sovrintendenza di Brescia |
Durante l'orario d'ufficio uscivano a fare la spesa,
andavano in banca, facevano commissioni e addirittura
qualcuno è stato sorpreso mentre si recava a messa
anziché al lavoro. Altri, poi, non si presentavano
per alcuni giorni, certi di non perdere nemmeno una lira di
stipendio. Le indagini della Digos sui dipendenti della
Sovrintendenza per i Beni ambientali e architettonici di
Brescia, iniziate a settembre, hanno portato alla luce un
caso clamoroso di assenteismo collettivo. Ben 42 dei 56
impiegati dell'ufficio di via Gezio Calini (che controlla
anche le province di Mantova e Cremona) gestivano infatti
comodamente il loro tempo, certi della copertura di colleghi
complici che addirittura timbravano il cartellino per gli
assenti ingiustificati. Sulle loro teste, però, ora
pende l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. |
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Metropolitana |
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Sono state depositate mercoledì presso la
Segreteria del comune di Brescia le 10.800 firme raccolte
tra i cittadini bresciani dal Comitato per referendum sulla
metropolitana. La raccolta delle sottoscrizioni prosegue
ancora per questa settimana, anche se i promotori del
referendum contano di aver raggiunto una quota di sicurezza,
al riparo da doppie sottoscrizioni, illeggibilità di
alcuni dati, errori materiali di trascrizione, e altro. A
questo punto si apre la questione della data del referendum:
perché abbia qualche valore deve infatti essere
indetto prima che le ruspe dei cantieri abbiano cominciato i
lavori e quindi nella prossima primavera. Per poter andare
al voto in una domenica fra aprile e giugno del 2001 -
spiegano i promotori - il regolamento comunale prevede che
il Comitato di valutazione si esprima positivamente entro il
31 dicembre prossimo. "Verificato il numero di firme da
parte della segreteria generale", sostiene un comunicato,
"il passaggio al Comitato di valutazione dovrebbe essere
più formale che sostanziale, visto che il Comitato si
è già espresso nello scorso maggio
sull'ammissibilità del quesito numero 2 proposto dal
Comitato promotore che recita: La cittadinanza di Brescia
è favorevole alla realizzazione di una metropolitana
leggera che attraversi il territorio del Comune di Brescia?.
Il rinvio di un anno del referendum complicherebbe non poco,
sotto il profilo della legittimità democratica, la
prosecuzione della gara d'appalto già avviata
dall'Asm". |
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giovedì 21 dicembre 2000 |
Ambiente |
C'è anche un militare bresciano tra le vittime dell'uranio-killer |
C'è anche un bresciano tra i militari italiani
colpiti da tumore dopo essere stati assegnati in missione
nell'ex Jugoslavia, e per i quali si sospetta un
avvelenamento provocato dall'uranio impoverito contenuto
nelle bombe, gettate a migliaia nella zona dai velivoli
della Nato durante la guerra contro Milosevic. L'uomo
sarebbe un sottufficiale che risiede in un comune dell'Ovest
bresciano, la cui identità non è stata
rivelata per motivi di privacy. Con il suo reggimento il
militare bresciano si è recato in Bosnia e Kosovo.
Qualche tempo dopo il ritorno gli è stato
diagnosticato un tumore alle corde vocali: operato, è
attualmente in convalescenza. La questione dell'uranio
radioattivo sta comunque agitanto le acque in tutta Italia.
Sono infatti più di 50 mila i militari, tutti
volontari, che hanno fatto parte a rotazione della forza di
pace inviata nella zona dopo la guerra, tra questi i
bresciani sono diverse centinaia. E l'area affidata ai
nostri soldati è stata una di quelle maggiormente
tartassate dalle bombe della Nato. Come funziona il
contagio? Un proiettile a uranio impoverito, dopo aver
colpito il bersaglio, produce polvere radioattiva di uranio
che si deposita nel raggio di circa 50 metri dal luogo
dell'esplosione. Questa polvere, finissima e respirabile,
viene rimessa in sospensione nell'aria dal passaggio di
persone a piedi o di veicoli. L'uranio respirato si deposita
nei polmoni oppure nei reni, ma viene assorbito anche
durante tutto il percorso dell'inalazione e soprattutto
attraverso le ferite. Produce un danno chimico e, più
a medio termine, radiologico. Insomma, un vero killer. |
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A Pisogne, nell'alto Sebino, è scattato l'allarme
per una forma di inquinamento da Pcb (policlorobifenile),
che è stata rilevata controllando il latte prodotto
da tre aziende di allevamento della zona. Le analisi di
routine effettuate dall'Asl hanno segnalato un livello di
Pcb, una sostanza chimica paragonabile alla diossina,
superiore al massimo consentito dalla legge (anche se, pare,
di poco). Immediato il blocco del latte conferito dai tre
allevamenti alla Cissva, un caseificio di Capodiponte, che
è stato immagazzinato in attesa di ulteriori
accertamenti. Ma poiché il Pcb viene introdotto dai
bovini con il cibo e, una volta metabilizzato, finisce nel
latte, ora è necessario controllare l'inquinamento
ambientale dei terreni nei quali è stato raccolto il
foraggio dato in pasto agli animali. Si tratta probabilmente
di una piana a cavallo tra le province di Brescia e Bergamo,
nella zona compresa tra Pisogne e Costa Volpino. Qui sono
già previsti controlli del terreno da parte
dell'Arpa, l'agenzia regionale preposta a questo tipo di
analisi. |
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venerdì 22 dicembre 2000 |
Cronaca |
Auto sotto il treno sulla Iseo-Edolo: ferita una donna di Sulzano |
Ennesimo grave incidente venerdì mattina verso le
11,30 sulla linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Questa
volta a farne le spese è stata una donna di 35 anni,
Rossella Gervasoni, residente in via Gazzane a Sulzano,
travolta da un treno che viaggiava in direzione di Iseo
mentre, a bordo della sua Lancia Y10, stava attraversando le
rotaie prive di passaggio a livello in via Mazzini a
Sulzano. La donna è stata estratta dalle lamiere
della vettura e trasportata con l'eliambulanza all'ospedale,
dove se la caverà in una quarantina di giorni.
L'incidente, uno degli innumerevoli avvenuti su questa
tratta ferroviaria, ripropone il problema della manutenzione
della linea, che dovrebbe essere rimodernata e provvista
almeno delle basilari misure di sicurezza. |
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Metropolitana |
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E' stato firmato venerdì pomeriggio da tutti gli
enti locali interessati il primo atto burocratico per il
prolungamento in Valtrompia della metropolitana leggera di
Brescia. Comune, Provincia, Comunità montana
più i sindaci dei quattro paesi interessati
(Concesio, Villa Carcina, Sarezzo e Gardone Val Trompia)
hanno sottoscritto il cosiddetto accordo di programma. Si
tratta di un atto formale che viene ora inviato al ministero
dei Trasporti ed è necessario per ottenere i
finanziamenti statali, indispensabili perché l'opera,
se e quando si farà, venga effettivamente costruita.
Se vedrà la luce, questo tratto aggiungerà
altri 14 chilometri di percorso e 15 stazioni ai 18
chilometri già previsti (con 23 stazioni) per la
prima fase della metropolitana. Il tratto valtrumplino si
dovrebbe collegare con il metrobus cittadino alla
Stocchetta, per terminare a Inzino di Gardone Val Trompia.
Dovrebbe costare circa 690 miliardi: il 60 per cento a
carico dello Stato, il 15 per cento della Regione e il resto
da reperire a livello locale. |
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sabato 23 dicembre 2000 |
Amministratori |
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Pareggia entrate e uscite a quota 577 miliardi di lire il
bilancio di previsione per il 2001 del comune di Brescia
approvato sabato a maggioranza (22 favorevoli e nove
contrari) dopo sei ore di discussione da parte
dell'assemblea di palazzo della Loggia sui 135 emendamenti
presentati dall'opposizione (tutti respinti), che ha in
pratica preparato un preventivo alternativo a quello del
centro-sinistra. I conti del comune di Brescia alla voce
entrate fiscali segnano la bella cifra di 136 miliardi di
lire tra i quali spiccano gli 83 miliardi di incassi per l'
Ici e i 42 miliardi per la tassa per i rifiuti. Ma il grosso
delle entrate che palazzo Loggia prevede per l'anno prossimo
deriva da fonti extratributarie: 171 miliardi di lire, tra
le quali segnaliamo i 50 miliardi di dividendi della
controllata Asm e i ben 28 miliardi alla voce multe (ma di
questi, 17 sono vecchie multe non pagate e iscritte a
ruolo). Per la cronaca, il personale costerà nel 2001
ben 125 miliardi di stipendi. I dipendenti sono in tutto
2.145: uno ogni 90 abitanti. Mentre la pressione fiscale per
gli abitanti della città sarà di 789 mila lire
a testa, neonati compresi. |
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Cronaca |
Sequestra l'ex fidanzata fugge per mezza Italia e l'accoltella |
Sembrava una fuga d'amore, invece era un vero e proprio
sequestro di persona. Vittima una ragazza bresciana di 16
anni residente a Molinetto di Mazzano. La giovane, che aveva
avuto una storia d'amore con un operaio rumeno di 22 anni
abitante a Ghedi, Marius Costantin Pavarace, era scomparsa
da casa da venerdì scorso e i genitori avevano messo
in allerta le forze dell'ordine. Le ricerche sono state
estese a tutta Italia e i cellulari dei due ragazzi sono
stati intercettati. L'automobile dell'operaio è stata
avvistata domenica dai carabinieri sul lungomare di Marotta
di Pesaro. Non si trattava di una fuga d'amore, ma di un
vero e proprio sequestro di persona messo in atto dal
giovane rumeno per convincere Emanuela a rimettersi con lui.
Vistosi circondato e senza più una via d'uscita, il
giovane ha ferito la ragazza alla gola con un taglierino e
poi ha tentato di suicidarsi, ma è stato bloccato dai
militari, cinque dei quali sono rimasti leggermente feriti
nella colluttazione. Emanuela è stata operata
all'ospedale di Fano e ora è fuori pericolo. Il
ragazo rumeno è invece finito in carcere con l'accusa
di sequestro di persona e tentato omicidio. |
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Fortuna |
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Quest'anno Babbo Natale ha bussato con due giorni
d'anticipo a Concesio. Qui, al bar Alba di via Rodolfo 81,
è stata giocata una delle tre schedine che in tutta
Italia hanno azzeccato il 13 di sabato al Totocalcio. Il
bottino dell'anonimo scommettitore ammonta a 2 miliardi 758
milioni e 72 mila lire. La ricevitoria è gestita
dalla signora Alba Guerini e da suo fratello Giorgio. |
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domenica 24 dicembre 2000 |
Cronaca |
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Sono entrati in casa nella notte tra venerdì e
sabato. Pronti a tutto e ben organizzati, hanno addormentato
con uno spray soporifero tutti i componenti della famiglia
di Mauro Cominotti, un imprenditore residente in via Paolo
VI 4 a San Faustino di Bione (in Valsabbia). Così ha
colpito ancora una volta la banda delle Mercedes, che
evidentemente sapeva che cosa cercare. Per portar fuori dal
garage la Clk Kompressor blu di Cominotti, i ladri hanno
spostato l'auto della moglie dell'imprenditore e il furgone
della ditta. Naturalmente hanno anche setacciato
accuratamente l'appartamento delle vittime, prelevando
denaro e gioielli d'oro, ma lasciando perdere l'argenteria e
le collane di perle. Alla fine se ne sono andati con un
bottino stimato intorno ai 120 milioni, Mercedes compresa.
Nonostante il rumore che i banditi devono aver fatto, la
famiglia Cominotti non s'è accorta di nulla fino alla
mattina quando marito, moglie e i due bambini si sono
svegliati con un gran cerchio alla testa. |
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Società |
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A Iseo c'è grande fermento tra i fan di Cristina
Plevani che hanno preparato una mega festa per questa
mattina: la vincitrice del Grande Fratello farà il
rientro ufficiale in paese. Per chi volesse partecipare ai
festeggiamenti, l'appuntamento è fissato per
stamattina alle 11, sul porto Gabriele Rosa. Più
tardi, rigorosamente riservato a 150 invitati, è
stato organizzato un party sull'acqua che si terrà su
un battello appositamente noleggiato per l'occasione.
Cristina, 28enne bagnina iseana, ha vinto il premio di 250
milioni messo in palio dalla trasmissione televisiva. La
ragazza, votata dal 60% dei telespettatori, ha strabattuto
gli ultimi due concorrenti rimasti in gara: il siciliano
Salvo e il casertano Pietro, con i quali però ha
dichiarato di voler dividere il premio. |
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martedì 26 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Saranno stabiliti nei prossimi giorni tempi e modi della
riaccensione del termoutilizzatore di via Codignole.
L'impianto, "spento" dal Tar di Brescia il 1° dicembre
(su richiesta di un gruppo di ambientalisti) e "riacceso"
dal Consiglio di Stato il 19 (dopo il ricorso dell'Asm), ha
intanto ricominciato ad accoglieri i rifiuti provenienti dai
circa 150 comuni bresciani che lo alimentano. La sensazione
è che Asm e Comune, soddisfatti della vittoria di
principio ottenuta con il ricorso, non abbiano ora nessuna
fretta di riavviare i forni senza che prima siano state
gettate le basi di quello che viene chiamato "patto per i
rifiuti" e che dovrà coinvolgere naturalmente anche
la Provincia, il cui consiglio ha approvato proprio
venerdì all'unanimità un ordine del giorno in
questo senso. Intanto si sono appresi i contenuti
nell'ordinanza di riapertura dell'impianto da parte del
Consiglio di Stato. La corte, senza entrare nel merito della
questione (che dev'essere ancora oggetto di sentenza da
parte del Tar di Brescia, come impone la procedura),
sostiene che "allo stato degli atti non può ritenersi
provato il pericolo di un danno grave ed irreparabile alla
salute e all'ambiente, impregiudicata la decisione della
causa nel merito, per questo motivo accoglie l'appello".
Insomma, valutando la situazione in base agli atti
presentati dalle parti, i giudici hanno dato via libera
all'Asm. |
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Cronaca |
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Credevano di poter fare i furbi impunemente e ora
richiano fino a sei mesi di carcere o una multa di 1
milione. Si tratta di un cittadino di Iseo di 38 anni, S.P.,
e di una milanese 43enne, R.R. La coppia era in ritardo per
raggiungere lo scalo lombardo della Malpensa e allora ha
pensato a un sistema, ingegnoso ma illegale, per bloccare il
poprio aereo, che doveva partire da Roma. Il fatto è
accaduto verso le 4 del mattino di martedì 26
gennaio: i due, per paura di perdere l'aereo, hanno fatto
una telefonata da un cellulare, annunciando che
all'aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma, settore arrivi
nazionali, stava per essere messa una bomba. La voce era di
una donna e l'incauta non sapeva che il centralino del 113
registra i numeri di tutte le chiamate in arrivo.
Così è stato anche per il cellulare dal quale
era stato lanciato il falso allarme: gli agenti romani,
sospettando che la bomba fosse finta, hanno allertato i
colleghi di Milano che hanno tenuto d'occhio un gruppetto di
ritardatari. La polizia ha richiamato il numero di cellulare
e quando l'iseano ha risposto la coppia è stata
identificata e denunciata per procurato allarme. |
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Tragedia per un giovane ingegnere bresciano, Matteo
Accampi, 27 anni, residente a Mompiano in via Trainini.
L'uomo si trovava in Kenya, dove stava raggiungendo i
genitori Mario e Roberta, che da alcuni anni possiedono una
casa per le vacanze nella zona residenziale di Malindi, per
passare insieme le feste di fine anno. Atterrato in piena
notte all'aeroporto di Mombasa, Accampi stava viaggiando
sulla strada che dallo scalo conduce a Malindi quando il
pullmino sul quale si trovava con altri sei turisti italiani
è stato violentemente tamponato da un camion. L'urto,
e probabilmente la forte velocità dei mezzi, hanno
provocato un incidente dalle gravissime conseguenze. Dalle
lamiere contorte del pullmino i soccorritori hanno estratto
i corpi senza vita dell'ingegnere bresciano e di un bambino
kenyano. Feriti cinque degli altri sei turisti lombardi e
l'autista del mezzo. Tra i primi ad accorrere sul luogo
dell'incidente sono stati i genitori del giovane,
preoccupati per il ritardo del proprio figlio. E sono stati
loro a comunicare la tragica notizia all'altra figlia
rimasta a Brescia, Cecilia. |
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mercoledì 27 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Apertura in due fasi per il termoutilizzatore Asm di via
Codignole, l'impianto bruciarifiuti (dai quali si produce
acqua calda per il teleriscaldamento) "spento" dal Tar di
Brescia il 1° dicembre su richiesta di un gruppo di
ambientalisti e "riacceso" dal Consiglio di Stato il 19 dopo
il ricorso dell'Asm. Mercoledì pomeriggio è
arrivato all'ex municipalizzata l'atteso via libera alla
riattivazione dei forni da parte della giunta del Comune di
Brescia. In realtà le laboriose procedure per la
riaccensione erano già iniziate nei giorni scorsi e i
rifiuti da bruciare avevano già ricominciato a
confluire nell'impianto. Nella notte tra mercoledì e
giovedì è quindi stata riattivata la prima
"linea", mentre la seconda ripartirà dal 1°
gennaio, completando così la rimessa in funzione
dell'impianto. |
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L'Amministrazione provinciale si considera ancora
impreparata a stabilire le nuove modalità per il
conferimento dei rifiuti al termoutilizzatore Asm di via
Codignole da parte dei comuni del Bresciano. Così la
giunta guidata da Alberto Cavalli ha deciso di prorogare per
i primi sei mesi del 2001 le regole in vigore per l'anno
2000. Le stesse che hanno portato al superamento del tetto
di 266 mila tonnellate all'anno di rifiuti smaltiti nel
maxibruciatore, provocandone l'ordinanza di chiusura del Tar
del 1° dicembre scorso (poi annullata dal Consiglio di
Stato). E' stata ancora una volta accantonata una vecchia
delibera mai applicata dell'ex maggioranza in Provincia (la
giunta Lepidi) che prevede una classificazione dei comuni in
base alla percentuale di rifiuti riciclati: chi ricicla di
più può mandare l'immondizia all'inceneritore
(meno costoso) in percentuali maggiori rispetto a chi
ricicla di meno, che deve spendere più soldi per
smaltire i propri rifiuti in discarica. Ma questa delibera
è considerata "superata" dalla giunta Cavalli, che
peraltro s'è impegnata a dimezzare nel 2001 i rifiuti
urbani extraprovinciali smaltiti nelle discariche bresciane.
Tornando al termoutilizzatore, entro pochi giorni la
Provincia convocherà le parti (comuni e Asm) intorno
a un tavolo per gettare le basi per fissare le nuove regole
di conferimento dei rifiuti nell'impianto. |
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Grandi opere |
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La Provincia di Trento ha deciso di costuire un tunnel
lungo la statale Gardesana. Si tratta di una galleria che
metterebbe in sicurezza il tratto tra Riva e Limone,
attualmente chiuso per l'enensima frana caduta nei giorni
scorsi. La situazione di equilibrio precario e di
friabilità costante dello strato roccioso della zona
della Rocchetta, ha convinto i trentini a mettere in
cantiere un'opera che dovrebbe eliminare alla radice il
problema delle frane in quel tratto della trafficatissima
statale. Il tunnel, che inizierà a sud dell'abitato
di Riva, sarà lungo 1,250 chilometri e costerà
75 miliardi di lire. I lavori, secondo i programmi,
dovrebbero iniziare alla fine dell'anno prossimo e
concludersi nell'estate del 2002, ma questo
significherà che il tratto di statale a Nord di
Limone, oggi bloccato da una grossa frana, non verrà
riaperto prima di un anno e mezzo al traffico civile.
Rischiano di essere pesanti le inevitabili conseguenze per
il turismo nella zona, che vive soprattutto dei flussi
provenienti dal Nord. |
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giovedì 28 dicembre 2000 |
Infortuni sul lavoro |
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Era impegnato nel taglio di alcuni alberi in un terreno
montano di proprietà del comune di Pertica Bassa,
quando è scivolato precipitando in un dirupo profondo
una trentina di metri e battendo il capo contro alcune
rocce. Così ha perso la vita Angelo Pirlo, un
pensionato 65enne padre di cinque figli ed ex operaio in
un'acciaieria di Odolo, residente in via Parrocchia nella
frazione Ono Degno. L'uomo stava raccogliendo la legna
insieme con il figlio Dario, operaio forestale, quando ha
improvvisamente perso l'equilibrio ed è precipitato.
Inutile il soccorso del figlio: per Angelo Pirlo non c'era
più niente da fare. |
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Un grave infortunio sul lavoro ha ucciso giovedì
un immigrato marocchino residente nella nostra provincia.
L'uomo, Abbes Laanaam, un 41enne abitante a Pianico in
Valcamonica, lavorava alle dipendenze di una ditta di
costruzioni di Darfo-Boario. Ieri l'operaio era stano
inviato con alcuni compagni a completare i lavori per il
capannone di una fabbrica di piastrelle a San Paolo d'Argon,
nella Bergamasca. Salito sul tetto, l'uomo ha messo un piede
su una lastra di plexiglass che non ha retto al peso,
sfondandosi e facendo precipitare il muratore da un'altezza
di sei metri su un mucchio di sassi. Per Laanaam non
c'è stato niente da fare: avrebbe compiuto 42 anni il
giorno di Capodanno |
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venerdì 29 dicembre 2000 |
Ambiente |
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Si profila la possibilità di un blocco della
circolazione automobilistica nel comune di Brescia, dopo che
per una decina di giorni di seguito le centraline di
rilevamento della rete della città hanno segnalato un
supero dei livelli di attenzione (ma nella maggior parte dei
casi anche di allarme) per alcuni elementi inquinanti come
le polveri fini (Pm10) nell'aria che si respira. La
situazione è tenuta sotto controllo da parte del
Comitato permanente sulla qualità dell'aria, mentre
palazzo Loggia invita i cittadini a fare un uso moderato
dell'automobile. Un intervento drastico del comune non
è escluso per i prossimi giorni, se la situazione non
dovesse migliorare. Il livello si attenzione è stato
fissato dalla Regione a 50 microgrammi di polveri fini per
metro cubo d'aria, mentre il livello di allarme è di
75 microgrammi per metro cubo. |
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Amministratori |
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E' Vito Gnutti, senatore, imprenditore, ex leghista
fondatore del movimento Lombardia Lombardia, il consigliere
comunale di Brescia che ha partecipato a meno sedute
dell'assemblea nella quale è stato eletto. Sulle 20
di quest'anno, si è fatto vedere solo a otto. Ma ha
disertato anche tutte le riunioni della commissione
Personale e Organizzazione, l'unica nella quale è
inserito. Il caso di Gnutti (che ha promesso maggiore
assiduità da quando, in primavera, lascerà il
senato) è unico, ma nella speciale classifica
dell'assenteismo in Loggia lo seguono, anche se non da
vicino, un altro imprenditore, Giovanni Dalla Bona,
indipendente eletto con il centro-destra, che è stato
presente 13 volte su 20; ed Ettore Fermi, socialista nella
maggioranza, che ha partecipato a 15 assemblee. Tra i due
ex, dimessisi nel corso dell'anno, spicca Viviana
Beccalossi, An, che ha presenziato a cinque sedute su nove
prima di lasciare. L'altro ex consigliere, il diessino Paolo
Ferliga, ha partecipato a 11 assemblee su 14. Nutrita e
folta - naturalmente all'interno soprattutto della
maggioranza, che ha più consiglieri, ma anche tra
l'opposizione - la schiera di coloro che non si sono mai
persi una seduta: sono ben 18 su 41, sindaco compreso. Va
ricordato che ogni consigliere comunale incassa circa 75
mila lire lorde a seduta e 50 mila per ogni riunione di
commissione: una miseria se si pensa che le assemblee durano
parecchie ore. |
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Cultura |
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Si tratta di una notizia che a molti potrà
apparire insignificante, ma che è importante per la
cultura bresciana e probabilmente metterà fine ad
anni di polemiche. All'interno del decreto sul
"Riordinamento del sistema degli enti pubblici nazionali"
c'è una novità significativa per la nostra
città. La Fondazione del Vittoriale, titolare
dell'archivio, del museo e della villa di Gabriele
D'Annunzio a Gardone Riviera con tutti gli annessi, sta per
passare dallo Stato (per la precisione dal ministero dei
Beni culturali) all'Università statale di Brescia. Un
trasferimento importante di responsabilità dopo che
la gestione romana della prestigiosa fondazione è
stata caratterizzata da pesanti polemiche e differenze di
vedute tra addetti ai lavori, comprese quelle più
recenti tra il gruppo legato alla presidente del Vittoriale,
Anna Maria Andreoli, e quello vicino a Piero Gibellini, uno
dei maggiori esperti di D'Annunzio in Italia. Ora è
prevista un fase di studio, durante la quale un comitato di
"saggi" preparerà il passaggio delle consegne, per il
quale c'è tempo fino al prossimo giugno. Si tratta di
un'occasione che l'Ateneo bresciano non vuole perdere: il
rettore Augusto Preti ha dato l'incarico di studiare il
problema a Sandro Fontana, uomo di cultura, già
importante politico nell'ex Dc, titolare della cattedra di
Storia contemporanea all'università. Una persona, si
dice, al di sopra delle parti, che saprà muoversi con
tatto e diplomazia. Ma allo stesso tempo uno studioso in
grado di valutare come valorizzare l'enorme patrimonio
storico e culturale contenuto negli archivi del Poeta, in
buona parte ancora inesplorati e che potrebbero gettare una
nuova luce su alcuni anni turbolenti di storia italiana,
quelli a cavallo della presa di potere del fascismo. |
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Grandi opere |
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Ben 70 mila metri quadri coperti, di cui 8.300 adibiti a
supermercato alimentare (il più grande del Bresciano)
e il resto suddiviso tra 120 negozi, sale giochi, cinema.
Sono queste le cifre da capogiro del mega centro commerciale
che verrà costruito a breve termine nel comune di
Montichiari, in località ex Valentini, vicino alla
frazione di Vighizzolo. Infatti, in questi giorni, è
passata la delibera comunale - votata favorevolmente da
Lega, Ppm, Forza Italia e contrastata dai soli Ds - che dopo
numerose polemiche e proteste ha dato il via definitivo al
progetto, voluto dall'amministrazione precedente un mese
prima delle elezioni. Il malcontento per la nuova
realizzazione serpeggia ancora nel comune di Montichiari: i
più preoccupati sono, ovviamente, i piccoli
commercianti del centro storico che poco potranno contro il
gigantesco centro commerciale. Secondo il comune invece
l'ipermercato porterà grandi benefici: 350 nuovi
posti di lavoro, la creazione di uno spazio per il
divertimento, la riqualificazione di un'area oggi degradata
e ovviamente gli introiti di circa 3 miliardi derivanti
dagli oneri di urbanizzazione. E i piccoli negozianti? Nella
convenzione c'è il diritto di prelazione per i
commercianti locali che intendano ampliare la loro
attività trasferendosi nel centro, sempre che abbiano
i soldi per farlo. |
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Metropolitana |
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Si farà, non si farà... Le voci corrono e
si contraddicono negli ambienti vicini a palazzo Loggia sul
referendum per la metropolitana leggera di Brescia. Il
pomeriggio del 29 dicembre alle 18,30 si è riunito il
Comitato comunale di valutazione, che doveva esprimersi dopo
aver preso atto delle oltre 10 mila firme raccolte dal
Comitato per il referendum e analizzate nei giorni scorsi
una per una dagli uffici comunali. Secondo quanto risulta a
quiBrescia, il quorum di 10 mila firme valide sembra sia
stato raggiunto e quindi la consultazione popolare sulla
metropolitana dovrà essere fatta. Ma i membri del
Comitato di volontari che ha raccolto le firme, prima di
brindare al successo aspettano una comunicazione ufficiale,
attesa per i primi di gennaio. A questo punto si apre il
dibattito sulla data. Quella più comoda e più
logica sarebbe in primavera, in abbinamento con le elezioni
politiche. Ma il regolamento comunale di Brescia permette di
abbinare un referendum locale consultivo con le elezioni
politiche o lo consente solo per il voto amministrativo? In
questi giorni gli addetti ai lavori stanno proprio studiando
questa ipotesi. E se così non fosse, i Verdi sono
pronti a chiedere alla maggioranza di palazzo Loggia (della
quale fan parte) una modifica in tempi stretti del
regolamento. Se tutto andrà come il Comitato si
augura, i 162 mila bresciani aventi diritto di voto saranno
chiamati a rispondere a questo quesito: "La cittadinanza di
Brescia è favorevole alla realizzazione di una
metropolitana leggera che attraversi il territorio del
Comune di Brescia?". |
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Società |
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La scuola bresciana cambia faccia. Nel 2000/2001 infatti
il numero di studenti stranieri (iscritti agli istituti
pubblici) è cresciuto del 20 per cento rispetto
all'anno precedente: oggi gli alunni immigrati sono 5.738 su
un totale di 124.568 e la nostra provincia, in Lombardia,
è seconda solo a Milano. Dai dati forniti dal
Provveditorato agli studi si desume che la maggior parte
degli studenti extracomunitari frequentano le materne e le
elementari (6,21 per cento) mentre il numero cala alle medie
(5,80 per cento) e alle superiori (1,41 per cento). Inoltre,
fra gli istituti superiori, i più gettonati sono i
professionali, come l'Ipsia Moretto, l'Itc Abba-Ballini e
l'Itis Castelli, scuole che permettono una qualificazione
nel mondo del lavoro. Ma di che nazionalità sono
questi ragazzi? Per lo più marocchini, albanesi e
slavi, ma anche cinesi, pakistani, ghanesi e indiani. |
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domenica 31 dicembre 2000 |
Società |
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Si è conclusa con un mezzo disastro per le carenze
organizzative sul fronte della sicurezza la festa di fine
anno in piazza Loggia allestita dall'organizzazione Sine
Mora e dal Seconda Classe, con il congruo sostegno economico
del comune di Brescia che ha stanziato ben 57 milioni
più altri 18 per l'esibizione del gruppo macedone
degli Agusevi. Iniziata con qualche tensione per il presidio
da parte di un gruppo di alcune decine di immigrati
pachistani e nordafricani delle migliori posizioni sotto il
palco, mantenute con la forza nonostante le proteste di
molti, con il procedere dello spettacolo e delle libagioni
la serata si è trasformata in un vero e proprio
fallimento, complice il mancato intervento di vigili urbani
e polizia. Le continue invasioni del palco da parte degli
immigrati più scalmanati hanno messo in
difficoltà gli artisti e costretto, per esempio, la
band di Charlie Cinelli a tagliare il proprio spettacolo
dopo pochi minuti, mentre anche gli Agusevi hanno ridotto di
molto la durata della loro performance. A mezzanotte poi, un
energumeno è addirittura saltato sul palco per
impossessarsi della bottiglia di spumante quasi prima che
fosse stappata per salutare l'anno nuovo. Sotto il palco,
nel frattempo, intimidazioni, minacce, insulti e anche
qualche tafferuglio avevano reso impossibile gustarsi la
serata ai molti che si erano recati in piazza per una
pacifica festa. Troppo tardi la polizia ha isolato i
cantanti dagli spettatori più turbolenti: ormai il
disastro era stato fatto e molti se n'erano andati
disgustati |