Home Page

Com. Stampa/Volantini

Circolo di Arcidosso

Dopo lo sciopero del 16 Aprile

Questo movimento può vincere  ( di Fausto Bertinotti)


Non cambia tutto da oggi. Oggi è già cambiato tutto. La straordinaria riuscita dello sciopero generale, le piazze gremite di tutta Italia, la generalizzazione dello sciopero, evento che apre una nuova modalità di lotta e di costruzione di rapporti sociali e di solidarietà tra soggetti diversi, ci parlano della nuova fase che si è aperta. Sì, c'è veramente in campo una nuova generazione, non in senso anagrafico, ma nelle modalità di espressione, nella radicalità dei contenuti che propone, nelle aspirazioni che esprime. Il governo arriva alla sfrontatezza di porre, il medesimo giorno dello sciopero generale, il voto di fiducia sulla sospensione delle garanzie dello Statuto dei diritti dei lavoratori per le aziende che emergono dal nero. Questo testo è inserito in un provvedimento sulla sanatoria dei capitali illecitamente esportati, pubblicamente conosciuto come "scudo fiscale". Se fosse possibile sintetizzare in un'unica espressione che ne racchiuda il senso e la prospettiva, sarebbe la seguente: la libertà dell'impresa (e dei grandi patrimoni) e la sua liberazione da ogni impaccio, da ogni vincolo che ne possa condizionare la libertà d'azione. L'impresa diviene il "dominus" cui tutto deve ruotare intorno. Precisamente contro l'imposizione di questo dominio, è sceso in campo questo straordinario movimento. D'altra parte, cosa vuol dire eliminare l'illegittimità del licenziamento senza giusta causa se non proprio affermare, addirittura simbolicamente, che tu lavoratore sei soltanto un appendice dell'impresa e che, quindi, non hai alcun diritto autonomamente da essa e dalle decisioni da essa assunte?

Questa reazione, dalla manifestazione del 23 marzo allo sciopero generale di ieri, è grandissima. Anche in altre fasi cruciali della storia politica e sociale del Paese lo fu, per esempio l'84 contro il taglio della scala mobile. Ma c'è una differenza fondamentale. Oggi non siamo nella fase di allora di strenua difesa contro l'offensiva che già annunciava la rivoluzione restauratrice del neoliberismo. Oggi il neoliberismo è in crisi ed è apertamente contestato da un nuovo movimento che ha caratteristiche mondiali e che, giustamente, è stato chiamato "il movimento dei movimenti". Per questo, al contrario del 1984 con la scala mobile, l'articolo 18 può divenire la Fort Alamo del governo delle destre.

Si può vincere veramente perché sta straripando il movimento di contestazione del neoliberismo e questo si innesta con il riaprirsi della questione sociale e, assieme, questi due fatti determinano la costruzione e la crescita di un nuovo movimento operaio, ovvero di un nuovo soggetto di trasformazione. Questo movimento chiede alla politica qualcosa di più e di meglio del semplice rappresentare nelle istituzioni la battaglia contro le modifiche all'articolo 18. Noi dobbiamo farla e fino in fondo questa battaglia. E per questo abbiamo chiesto al centro sinistra una convergenza per praticare l'ostruzionismo parlamentare. Ma ciò non basta.

Questo movimento chiede un "di più" di iniziativa. Chiede di parlare una nuova lingua e di praticare una nuova politica. Chiede di passare dalla difesa all'attacco per una alternativa alle politiche economiche e sociali portate avanti in questi anni di egemonia politica e culturale del neoliberismo (imperante anche durante i governi di centrosinistra). Chiede di passare dalla pratica perdente della concertazione a quella del conflitto sociale, chiede di passare dal vicolo cieco dell'alternanza alla costruzione dell'alternativa.

Le piazze delle sciopero generale e generalizzato erano piene di lavoratori a cui l'articolo 18 non si applica già oggi, anche perché la ristrutturazione di questi anni e l'estensione delle nuove forme di precariato hanno modificato radicalmente la struttura produttiva. Per questo proponiamo di rompere ogni indugio e di lanciare, tutti assieme, con l'arco di forze più unitario possibile, un referendum per l'estensione dell'articolo 18 a tutti e, assieme a questo, un pacchetto concentrato di quesiti sui temi ambientali e della scuola pubblica. Prepariamo tutti assieme una grande offensiva sociale per ricacciare indietro lo sfondamento che vogliono Berlusconi e D'Amato e, assieme, per dare risposta alla domanda che questo nuovo movimento chiede: costruire l'alternativa al neoliberismo.

Editoriale Liberazione del 17 Aprile 2002