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Com. Stampa/Volantini

Circolo di Arcidosso

TESTIMONI DELLA SPERANZA

La guerra è cominciata. In violazione di qualsiasi norma di legalità internazionale, la guerra si presenta con il suo volto di sempre: la legge del più forte, dove le armi determinano il diritto, ciò che è giusto o sbagliato. Questa guerra viene presentata come un atto di giustizia nella lotta al terrorismo ma in realtà questa guerra alimenta il terrorismo; questa è una guerra per il petrolio, finalizzata a costruire un nuovo ordine mondiale unipolare basato sul dominio e sulla forza.

Addirittura, la guerra in televisione diventa spettacolo, mentre sappiamo bene che la guerra è paura, è morte di innocenti, direttamente sotto le bombe e in misura assai maggiore dopo, nei drammi della fame, dell'emergenza igienica e sanitaria.

Questa guerra non è purtroppo un fatto isolato. Siamo all'interno di una vera e propria crisi di civiltà. Le risorse del pianeta sono distribuite in modo sempre più ineguale. Il degrado ambientale aumenta a dismisura. Milioni e milioni di persone sono obbligati a migrare per poter sopravvivere e vengono ricattati, trattati in modo disumano, discriminati per la loro Fede. Cresce l'insicurezza, la paura del domani. Oggi si guarda al futuro come ad un pericolo, in cui è a rischio il posto di lavoro, lo stipendio, la pensione. La convinzione crescente è che i nostri figli staranno peggio di come siamo stati noi.
Contro questa guerra e contro questo ordine mondiale basato sull'ingiustizia sono cresciute in questi anni le voci di protesta. E' nato un grande movimento contro questa globalizzazione neo liberista che ha posto la necessità di costruire un'alternativa. Contro la guerra enormi sono state le manifestazioni di popolo e milioni di persone hanno testimoniato la loro volontà di pace esponendo alla finestra una semplice bandiera con i colori dell'arcobaleno.

Le Chiese, in Italia come negli Stati Uniti, dal Papa alle Chiese protestanti, hanno espresso non solo una ferma volontà di pace, ma hanno saputo svolgere una intensa attività volta ad impedire la guerra. Abbiamo in questi giorni ascoltato con rispetto quel messaggio profetico che chiama al ravvedimento, al non conformarsi al secolo presente, che non si rassegna.

Condividiamo questo messaggio di denuncia e di speranza.

Le parole delle bombe, dei missili, degli attentati non sono le parole ultime; forse non sono nemmeno le parole più forti. Abbiamo costruito in questi anni altre parole. Contro normalità dell'ingiustizia e lo spettacolo della guerra è rinata la capacità di indignarsi e la volontà di cambiare. I giovani, migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze, sono stati più di altri i testimoni di questa nuova speranza.

Per questo, nell'ora presente, in cui sembra che la logica della forza sia quella vincente, nell'ora in cui potenti e tiranni si fanno scudo dell'immagine di Dio per perseguire i propri interessi, scriviamo queste poche righe per testimoniare la volontà di un percorso comune. Un percorso degli uomini e delle donne che non accettano questa barbarie come l'orizzonte della loro vita.

Noi di Rifondazione Comunista pensiamo che il rafforzamento e l'allargamento di un vasto e unitario movimento nonviolento per la pace e la giustizia sociale, per affermare che "un altro mondo è possibile" costituisca oggi il vero punto di unione di tutti gli uomini e le donne che vogliono essere portatori di speranza. Un movimento rispettoso delle diversità, in cui ognuno e ognuna possano portare le proprie esperienze e convinzioni. Noi vogliamo starci in quanto comunisti a fianco di chi ha altri ideali e altri convincimenti. La speranza oggi non è un obiettivo da raggiungere ma un percorso, un cammino di lotta in cui sappiamo, come dice il profeta Isaia, che "
il frutto della giustizia sarà la pace". Vi chiediamo di percorrerlo insieme.