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Rassegna Stampa

Circolo di Arcidosso

Dal quotidiano "IL Tirreno" del 09 Ottobre 2001

Referendum, centrosinistra soddisfatto

Rifondazione delusa e il centrodestra evidenzia la scarsa affluenza


GROSSETO. Ha votato il 39,5% dei grossetani e il 66,9% ha detto sì alla modifica del titolo V della Costituzione Italiana. Il dato è inequivocabile, anche in Maremma, ed è in linea con la tendenza nazionale. Non c'è molta voglia di commentare, tra i politici locali. La guerra in Afganistan ha il sopravvento, come è facile immaginare, e alla fine il risultato del referendum costituzionale - il primo nella storia della Repubblica Italiana - non entusiasma né deprime. Unico partito che usa note diverse è Rifondazione Comunista. «Il referendum - dicono - apre le porte a Bossi e alla sua devolution». Ma questo è un punto molto controverso.
«Eravamo per il no - dice il segretario di Rifondazione Comunista, Salvatore Allocca - e credo che i nostri voti ci siano stati. Il nostro timore - spiega - è che la vittoria dei sì possa essere usata dal cemntrodestra come uno scivolo per peggiorare questa riforma costituzionale». Insomma, Rifondazione Comunista teme che si approfitti del risultato del referendum per aumentare il divario tra nord e sud del Paese e per dare «un'ulteriore stretta di privatizzazioni». Secondo Allocca «si rischia di aver dato uno scivolo alla devolution di Bossi» e Rifondazione Comunista annuncia che si opporrà «sul terreno di una scelta diversa, quello dei diritti uguali per tutti». D'altra parte Allocca sottolinea che «anche in Parlamento il centrodestra non ha votato questa riforma solo per non consegnarne al centrosinistra il merito».
Quello di domenica era un risultato prevedibile, secondo il segretario provinciale di Forza Italia, Jacopo Padovani. «La percentuale dei votanti - dice - fa intendere che la gente aveva capito che si trattava di un referendum inutile, dal momento che si sa che c'è una precisa volontà politica da parte della Casa delle Libertà, di andare quanto prima ad una riforma in senso federalista». Secondo Padovani i dati mostrano che «la gente vuole avere il federalismo, ma ha anche la consapevolezza che il Governo Berlusconi ha già una proposta in cantiere: una riforma che sarà tutt'altra cosa rispetto a quella approvata domenica, un federalismo equo».
Per il vicepresidente di An, Mario Lolini, non è appropriato parlare di rivincita di fronte al risulttao del referendum. «Votare, per me, è un dovere - dice - ed io ho votato e ho votato no. Adesso staremo a vedere la proposta sul federalismo che farà il Governo. Questa del centrosinistra era stata partorita un po' frettolosamente». Di più Lolini non si sbilancia. Certo che pare difficile immaginare Alleanza Nazionale a condividere una forma di federalismo spinto come quello che vorrebbe il ministro per le riforme Umberto Bossi. «La riforma federalista - dice Lolini - è una cosa delicata e deve coinvolgere sia il centrodestra che il centrosinistra». Ciò che pare tranquillizzare Alleanza Nazionale, comunque, è il fatto che la Lega non abbia, di fatto, i numeri per tenere il Governo sotto ricatto. «Oggi - dice Lolini - la Casa delle Libertà può permettersi di dire no o ni, perché ha la maggioranza».
Sul fronte del centrosinistra, il segretario dei popolari, Giancarlo Bastianini, sottolinea il fatto che la percentuale dei votanti sia stata comunque più alta rispetto a quella raggiunta negli ultimi referendum che si sono svolti. «Certo - dice - da un punto di vista politico sarebbe stato meglio avvicinarsi più possibile o superare il 50%, ma credo che anche la guerra, l'attacco degli Stati Uniti, abbia tenuto tanta gente a casa nelle ultime ore di apertura dei seggi». Nel merito del risultato, però, Bastianini è soddisfatto. «Finalmente - dice - si comincia ad avere un po' di vera autonomia locale».
Per il segretario dei Ds, Fabio Capitani, si può parlare di una soddisfazione moderata. «I numeri - spiega - non sono meravigliosi, ma visti gli ultimi referendum e tenuto conto del sostanziale black out dei mass-media sull'argomento, la partecipazione è stata alta. E poi, l'ampia vittoria dei sì mostra che è stato recepito il senso della riforma. Spero che il Governo sappia tenere conto del risultato e non si lasci trascinare da Bossi».