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«È irrazionale lo sfruttamento dell'acqua» Il geologo Nenci contesta la realizzazione di nuovi pozzi sopra quota 1000
f. b.
CASTELDELPIANO. Il problema acqua è diventato sull'Amiata e nei territori da essa serviti, un problema caldo. Eppure, nonostante l'imponenza del problema, talora si prendono scorciatoie e si cerca di risolvere la sete della montagna e della pianura con iniziative, da parte dei responsabili, che più volte lasciano perplessi anche gli addetti ai lavori, visto che sull'Amiata si trova la più importante riserva idrica a servizio sia della provincia di Grosseto, che quella di Siena. Daniele Nenci, geologo di Arcidosso e redattore, per la parte geologica, dei Piani Strutturali di Arcidosso, Casteldelpiano e Santa Fiora, in una nota fa delle considerazioni sul problema. «L'Ato - scrive Nenci - e a questo punto (considerato il silenzio su una questione così importante) anche la Provincia di Grosseto, sono convinti di risolvere la carenza idrica dell'ambito Ombrone, procedendo a un ipersfruttamento dell'acquifero amiatino attraverso una messa in opera di pozzi profondi da realizzarsi sopra quota 1000. Si dice in una studio sulla vulnerabilità della falda amiatina commissionato dalla Provincia anche all'Università di Siena, che i pozzi verranno realizzati prima per studiare meglio l'idrodinamica dell'acquifero e poi per prelevare acqua attraverso pompaggio nel periodo estivo. Gli afflussi della stagione umida dovranno compensare i prelievi forzati della stagione secca. La questione, così posta è totalmente errata per quanto concerne l'equilibrio ambientale dell'Amiata, prosegue Nenci, in quanto, nella stagione secca, i corsi d'acqua che si originano dal cono amiatino, già fortemente carenti di corpo idrico per le radicali captazioni delle sorgenti, sono praticamente asciutti ed ulteriori prelievi forzati a mote decreterebbero la fine degli stessi e delle forme di vita legate all'acqua. Si vuol vendere, turisticamente parlando, l'Amiata per le sue peculiarità ambientali e si asciugano tutti i corsi dìacqua e le manifestazioni sorgentizie presenti all'interno del cono vulcanico?, si chiede Nenci. Tanto più che sono possibili soluzioni che non solo potrebbero evitare ulteriori emungimenti, ma potrebbero consentire la diminuzione dei prelievi alle sorgenti, prevedendo, a valle dell'Amiata, la realizzazione di uno o più bacini collinari che, consentendo lo stoccaggio e la successiva potabilizzazione dell'acqua, potrebbero risolvere i problemi di carenza idrica della costa. Questa è l'unica posizione, conclude il geologo, ambientalmente compatibile».
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