Lenin

Note biografiche

Nikolaj Lenin, pseudonimo di Vladimir Il'ic Ul'janov, uomo politico sovietico (Simbirsk 1870 - Gorki 1924).

La sua importanza nella storia contemporanea è legata sia alla nascita dell'URSS, sia alla rielaborazione del pensiero di Marx, in relazione agli sviluppi dell'imperialismo e alla costruzione di un movimento rivoluzionario mondiale.

La sua formazione politica avvenne nella critica al populismo e al terrorismo (suo fratello Aleksandr, populista, era stato giustiziato perché coinvolto nella preparazione di un attentato contro lo zar), a cui contrappose l'azione consapevole e organizzata delle masse secondo i principi del marxismo.
Confinato in Siberia dal 1897 al 1899 per la sua attività rivoluzionaria nei circoli operai di Pietroburgo, vi sposò Nadezda Krupskaja, che fu poi la sua più fedele collaboratrice politica, e scrisse la sua prima grande opera "Lo sviluppo del capitalismo in Russia" (1899), in cui analizzava l'integrazione della Russia nell'economia capitalistica e la nascita di una moderna classe operaia rivoluzionaria.

Costretto all'esilio, visse in Svizzera e in Germania; fu il principale promotore del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR) e insieme con Martov e Plechanov fondò la rivista teorica "Iskrà" (Scintilla). In questi anni elaborò la teoria sul partito rivoluzionario ("Che fare?" (1902), "Un passo avanti, due indietro" (1904)): convinto che la coscienza rivoluzionaria (cioè la capacità di porsi le questioni della politica e del potere statale) non sorgesse "spontaneamente" nella classe operaia, sostenne la necessità di un'avanguardia di "rivoluzionari di professione" organizzata in un partito saldamente disciplinato, in grado di abbattere l'autocrazia zarista e di saldare l'alleanza fra operai e contadini, per superare la subalternità alla borghesia liberale e accelerare la rivoluzione proletaria. Lo scontro sulle tesi leniniste sul partito e sulle condizioni particolari della Rivoluzione in Russia determinò la divisione del POSDR nella frazione radicale bolscevica, leninista, e in quella menscevica, marxista riformista. Durante la rivoluzione del 1905 Lenin tornò in Russia, operando invano perché si realizzasse un ampio fronte fra operai e contadini. Di nuovo esule nel 1907, nel 1912 ruppe definitivamente con i menscevichi e i bolscevichi si costituirono in un partito autonomo.
Lenin criticò le deviazioni positivistiche e fatalistiche del marxismo in "Marxismo ed empiriocriticismo" (1909), mentre ne "L'imperialismo fase suprema del capitalismo" (1917) individuava nella I guerra mondiale lo sbocco inevitabile delle contraddizioni economiche e politiche del capitalismo monopolistico, e dichiarava la necessità di trasformare la guerra imperialistica in guerra rivoluzionaria, contro le tendenze "patriottiche" delle socialdemocrazie europee.

Dopo lo scoppio della rivoluzione in Russia, grazie all'interessamento dei socialisti svizzeri, Lenin ottenne dal governo tedesco di rientrare in patria su un vagone piombato (16 aprile 1917). Rifiutò ogni collaborazione con il governo provvisorio e si battè per il passaggio dalla fase borghese alla fase socialista della rivoluzione, auspicando il ritiro immediato dalla guerra, il passaggio del potere ai soviet e quello della proprietà delle terre e delle officine ai contadini e agli operai (Tesi di aprile). Costretto alla clandestinità dopo la fallita insurrezione di luglio a Pietrogrado, analizzò in "Stato e Rivoluzione" (1917)le condizioni della "dittatura del proletariato", intesa come fase di passaggio dall'abbattimento dello Stato borghese all'esaurimento della funzione dello Stato nel Comunismo. Tornato a Pietrogrado nell'ottobre, si battè per l'immediata presa del potere da parte dei soviet, in cui i bolscevichi stavano conquistando la maggioranza. L'insurrezione scoppiò a Pietrogrado il 7 novembre 1917 e presto si estese a tutta la Russia.

Il primo governo sovietico, chiamato Consiglio dei Commissari del Popolo, fu presieduto da Lenin e composto esclusivamente da bolscevichi. I primi provvedimenti riguardarono la confisca delle terre dello zar e della nobiltà e la decisione di aprire trattative di pace con gli imperi centrali. Concluso il pesantissimo trattato di Brest-Litovsk con la Germania (3 marzo 1918), Lenin potè dedicarsi alla situazione interna per far fronte alla guerra civile che opponeva il nuovo potere sovietico alle armate "bianche" controrivoluzionarie. Intanto si dedicò alla costruzione di un movimento rivoluzionario mondiale fondando a Mosca la Terza Internazionale (1919), battendosi tuttavia contro le fughe ideologiche in avanti che isolavano il movimento rivoluzionario ("L'estremismo, malattia infantile del Comunismo", 1920). Contro le opposizioni interne, fece approvare nel 1921 al X Congresso del Partito (divenuto nel 1918 Partito Comunista) una risoluzione che permetteva di espellere i membri colpevoli di comportamento "frazionistico". Potè così essere adottata una nuova politica economica (NEP), che attenuava i rigori del comunismo di guerra consentendo forme di libero mercato. Colpito da un attacco di aploplessia (26 maggio 1922), Lenin dovette rallentare il lavoro e affidarlo sempre più ai suoi collaboratori, tra cui veniva primeggiando Stalin.
Negli ultimi anni di vita la sua azione fu indirizzata soprattutto contro le involuzioni burocratiche del regime sovietico, in cui vedeva minacciare di spegnersi il ruolo protagonistico delle masse nel processo rivoluzionario e i fondamenti della democrazia proletaria. Nel suo testamento politico suggerì una direzione collegiale, non fidandosi a fondo di nessuno dei dirigenti comunisti.

Note biografiche tratte da "Compact - Enciclopedia della storia universale", Ed. De Agostini. Versione per internet per il presente sito a cura di Luca Leonardi.