L'ECO DI BERGAMO 16 marzo 2002Prima_cronacaPagina 13 Gli ex sindaci ricordano il lungo dibattito sull'uso dei terreni destinati al polo fieristico Un'area contesa tra nomadi e camping La città aspettava da anni. Da talmente tanto che sono diverse le amministrazioni comunali coinvolte nella realizzazione del nuovo polo fieristico. Se ne ricorda anche Giorgio Zaccarelli, sindaco di Bergamo dal 1979 al 1990. «Ricordo soprattutto - spiega Zaccarelli - il dibattito aperto in città sulle diverse possibili utilizzazioni dell'area di via Lunga. Da alcune parti veniva già proposta la realizzazione di un polo fieristico permanente, mentre molte voci in città spingevano per posizionare lì campi nomadi. Ricordo anche un'iniziativa dell'ex Azienda autonoma di soggiorno, che in quel punto avrebbe desiderato realizzare un campeggio attrezzato per i turisti». A spingere per la realizzazione del polo fieristico era, negli anni '80, la Promoberg, che proprio in quell'area identificò l'ideale collocazione della fiera permanente. «Certo - rileva Zaccarelli - ma credo che all'epoca il settore non fosse ancora in grado di garantire sviluppi positivi agli investimenti in questo settore. Si avvertiva la potenziale utilità di una fiera permanente anche a Bergamo, ma non c'era la garanzia di far fruttare gli investimenti. I tempi, insomma, non erano ancora del tutto maturi». Più o meno sulla stessa lunghezza d'onda il suo successore, Gian Pietro Galizzi, inquilino di Palazzo Frizzoni dal '90 al '95. «All'inizio degli anni '90 - spiega l'ex sindaco - non c'era grande spazio per realizzare progetti futuristici. Ricordo che ci occupammo della questione nella fase della predisposizione del piano regolatore, e si convenne che la destinazione migliore in quel momento fosse il piazzale della Celadina. Poi ho saputo che è stata cambiata la localizzazione, e immagino che la decisione sia stata frutto di maggiori riflessioni». Nel corso della cerimonia d'inaugurazione il sindaco Cesare Veneziani non ha rinunciato a una battuta polemica. Rivolgendosi al presidente della Bergamo Fiera Nuova, Roberto Sestini, Veneziani ha detto: «La destinazione della Celadina prevedeva la demolizione dell'ex macello, ma come sappiamo stiamo ancora lavorando per la chiusura del campo nomadi. Se non avessimo cambiato la destinazione della fiera, oggi non saremmo arrivati alla posa della prima pietra». E mentre il predecessore di Veneziani, Guido Vicentini, preferisce non rilasciare alcun commento, la replica arriva dall'ex assessore al Commercio, Roberto Margiotta, che fu uno strenuo difensore della scelta di localizzare la nuova fiera alla Celadina. «Eravamo già al progetto definitivo - spiega -, e va anche ricordato che fummo noi a costituire la Bergamo Fiera Nuova, a dimostrazione dell'interesse con il quale il Comune guardò all'opera. La scelta della Celadina era stata compiuta dopo un'attenta ponderazione dei costi di gestione, che in quel punto avrebbero garantito un'elevata competitività alla fiera bergamasca». E sui tempi: «I nostri programmi prevedevano la fine dei lavori nel 2001. Se Veneziani non avesse cambiato la localizzazione, oggi la nuova fiera sarebbe già realtà». Ro. Be.