L'ECO DI BERGAMO 20 marzo 2002Il_fatto_del_giornoPagina 3 Nella notte le segreterie confederali nazionali hanno proclamato per oggi due ore di sciopero generale contro il terrorismo Qui Bergamo: «Reagiremo con unità e fermezza» I leader di Cisl, Cgil e Uil scossi e preoccupati. Moltrasio (Unione industriali): troppo alti i toni «Sono, siamo preoccupati. Preoccupati per questo clima di tensione che ci riporta agli anni bui del terrorismo». Mario Gualeni, segretario provinciale della Cisl è scosso e lo si intuisce dal tono della voce più alto del solito nel commentare l'assassinio di Marco Biagi: «In questo clima, la nostra Italia, sfortunatamente, offre un terreno fertile agli atti estremi e drammatici. È già successo, la storia ce l'ha insegnato. Perciò io dico che non si deve alimentare la tensione sociale. Ma chi l'ha alimentata? Dobbiamo chiedercelo. È evidente che il Governo e gli industriali non hanno fatto nulla per smorzare, anzi hanno messo sul tappeto temi importanti per la gente tentando di eliminare alcune garanzie». E, si domanda ancora Mario Gualeni «perché questo delitto proprio adesso? Anche questo ci dobbiamo chiedere». Ma, conclude «noi reagiremo a questa strategia della tensione. Reagiremo con unità e fermezza, subito». Subito, e questa mattina si saprà quale sarà la risposta del sindacato. Una risposta unitaria. Ieri sera, dopo l'annuncio del brutale omicidio, i tre segretari delle confederazioni bergamasche si sono chiamati per tentare di mettere a punto una reazione immediata. «Inizialmente abbiamo pensato a un'ora di sciopero, l'ultima della giornata, con successivo presidio davanti alla prefettura, un presidio con le bandiere abbrunate in segno di lutto e dolore. Un presidio contro ogni violenza terroristica», spiega Maurizio Laini, leader orobico della Cgil. Poi, secondo quanto si è appreso da fonti sindacali, le segreterie nazionali si sono incontrate nella notte per definire un programma comune per tutta la Penisola: due ore di sciopero generale, oggi, contro il terrorismo. Quattro pre a Bologna, dove è stato ucciso Marco Biagi. «Quel che è certo è che i terroristi non passeranno- prosegue Laini -. Per il sindacato i morti per mano terroristica sono una tragedia. Tutti. Questi sono metodi che non avremmo voluto mai più vedere». Sì, concorda il collega della Uil, Roberto Prometti «quando ci sono queste tensioni, immancabile da noi arriva la tragedia. Ma io credo che i lavoratori come sempre sapranno rispondere con determinazione e con l'esempio forte della democrazia. Non è una speranza, è una certezza, la mia». Sul fronte imprenditoriale il leader dell'Unione degli industriali di Bergamo è talmente colpito da questo inatteso e feroce evento che riesce a esprimere solo poche parole: «Sono sconcertato - ripete Andrea Moltrasio - mi sembra una cosa terribile. Forse i toni recentemente si sono alzati, alzati un po' troppo. Non so dire nient'altro» conclude amaramente. E anche la Sinistra giovanile vuole esprimere il proprio lutto e insieme stringersi attorno alla famiglia del professor Biagi. Il segretario provinciale, Matteo Rossi, parla di «orrore per un gesto barbaro che ha colpito una persona, le sue idee e il suo lavoro, e con questa anche la democrazia del nostro Paese». E ribadisce «la fermissima condanna verso ogni tipo di violenza, soprattutto quella che assurdamente pretende di essere giustificata da motivi politici». Rosella del Castello