L'ECO DI BERGAMO 14 marzo 2002CittàPagina 14 Il documento approvato ieri al Pirellone dopo la discussione, durata venti sedute, di 3.500 emendamenti e 181 ordini del giorno La sanità lombarda riparte dai privati Sì al piano sociosanitario. Nuova gestione per gli ospedali: arrivano le fondazioni «Licenziato» dalla Giunta Formigoni nell'ottobre scorso, esaminato in Commissione III (Sanità) dai primi di novembre alla metà di gennaio, il nuovo Piano socio-sanitario regionale 2002 - 2004 è stato approvato ieri dal Consiglio regionale della Lombardia dopo una ventina di sedute in aula, la discussione di oltre 3.500 tra emendamenti e sub emendamenti, e la presentazione di 181 ordini del giorno, di cui una trentina accolti. Ma quali sono i punti principali del Piano che «rivoluzionerà» la sanità lombarda? Ecco i punti principali. Riorganizzazione della rete ospedaliera Si punta ad una riduzione dei posti letto per acuti (4 ogni 1.000 abitanti) per potenziare e incrementare i posti letto per la lungodegenza e la riabilitazione (da 1,1 attuali a 1,5 posti letto ogni 1.000 abitanti), a vantaggio di ulteriori posti nelle Residenze sanitarie assistenziali, quindi di anziani e disabili, e del potenziamento del day-hospital e del day-surgery. Il Piano prevede anche il «blocco» dell'accreditamento per l'alta specialità: questo settore, infatti, insieme a quello per acuti, appare attualmente più che adeguato rispetto alla domanda. Residenze assistenziali È prevista una profonda riorganizzazione: l'obiettivo è quello di completare la rete delle Residenze sanitarie assistenziali per anziani (Rsa) e quelle per disabili (Rsh), riformulando i loro modelli sulla base delle caratteristiche diverse degli utenti, partendo da una dettagliata e più accurata analisi del fabbisogno. Anche in questo campo, verranno introdotti criteri di accreditamento legati alle caratteristiche e alle effettive prestazioni effettuate dalle varie strutture di ricovero. Le tariffe saranno differenziate in base alla reale quantità e qualità delle prestazioni socio-sanitarie effettivamente erogate. Nel breve periodo il Piano prevede un fabbisogno di posti nelle Rsa in grado di coprire la fascia di popolazione che già oggi rappresenta la punta massima tra i ricoverati: il 7% degli anziani sopra i 75 anni (53.000 posti entro il 2012, cioè 9.000 più degli attuali). Una nuova offerta residenziale è prevista per i disabili che ora sono ricoverati negli istituti di riabilitazione, dotati di 2.000 posti letto. Sono le Rsh, nelle quali potranno essere ospitati i disabili non suscettibili di riabilitazione, che invece ora occupano la metà dei posti letto degli istituti. Buono socio-sanitario e voucher Il buono socio-sanitario è un contributo economico a favore dell'utente nel caso in cui l'assistenza è prestata da un familiare o da un volontario che può essere, ad esempio, un vicino di casa o un membro di una associazione. Il voucher è un contributo economico a favore dell'utente solo in caso di prestazioni erogate da un operatore professionale e accreditato. Ambedue le modalità hanno lo scopo di favorire la vita autonoma e la permanenza in famiglia dell'utente che necessita di prestazioni di lunga assistenza, consentendogli di soddisfare i propri bisogni attraverso la libera scelta delle modalità di assistenza e degli erogatori. Buono e voucher sono aggiuntivi e non sostitutivi della rete dei servizi, di cui è previsto un rafforzamento. Livelli garantiti e fondi integrativi Il sistema socio-sanitario lombardo punta a erogare anche servizi e prestazioni non inserite nei Livelli essenziali di assistenza fissati in sede nazionale (ovviamente garantiti), soprattutto per la popolazione anziana destinata a crescere inesorabilmente, con conseguente aumento dei costi. Il Piano indica alcune possibilità per aumentare le risorse finanziarie a disposizione del sistema, quali l'attivazione di forme mutualistiche e di fondi integrativi a livello regionale. Verrà in particolare avviato uno studio di fattibilità per l'introduzione di un sistema assicurativo mutualistico obbligatorio per garantire la copertura del rischio socio-sanitario per le categorie più deboli (anziani, disabili, non autosufficienti), facendo tesoro di esperienze già attuate dai Paesi europei, in particolare dalla Germania. Non profit Un'altra strada indicata dal Piano è l'acquisto da parte di soggetti non profit, delle prestazioni per alcune patologie. Una prima iniziativa riguarda l'Odontoiatria. In questo campo è prevista la progettazione di un fondo integrativo regionale ad hoc, nell'ambito di una iniziativa cofinanziata dal Ministero della Sanità. Medico di medicina generale e pediatra Il Piano prevede di valorizzare e rendere più efficace il ruolo del medico di famiglia (medici di Medicina generale e pediatri di libera scelta), nel rispetto e rafforzamento del rapporto fiduciario medico paziente. Si tratterà poi di sperimentare anche modalità di lavoro innovative e volontarie, quali forme associative e collaborazione con altre figure professionali. Equilibrio economico e governo delle Aziende Uno dei punti fermi della Regione è l'equilibrio economico finanziario del sistema. Quindi il Piano prevede lo sviluppo di un sistema di remunerazione delle prestazioni, con il Fondo sanitario regionale, sempre più razionale e puntuale che consideri tutti gli aspetti (strutturali, organizzativi e gestionali) coinvolti nell'erogazione delle prestazioni e che permetta, grazie ad un sistema efficace di controllo, di differenziare le modalità di remunerazione a seconda del grado di qualità dei servizi. Per quanto riguarda il governo delle aziende pubbliche gli obiettivi prevedono: 1) Il ruolo dell'Asl L'Asl deve sempre più concentrarsi sul suo ruolo di garante della salute dei cittadini, di acquirente delle prestazioni, di programmazione e controllo. In questa prospettiva è prevista la sperimentazione di forme di esternalizzazione negli ambiti della prevenzione rivolta alla persona. Resta invece saldamente in mano alle Asl la titolarità in materia di assistenza collettiva in ambienti di vita e di lavoro. Anche per la prevenzione alla persona, comunque, le forme sperimentali devono garantire il livello di assistenza individuato nell'accordo Stato-Regioni; 2) Le Fondazioni È prevista la sperimentazione della trasformazione di Aziende ospedaliere in Fondazioni, in numero limitato, ferme restando la maggioranza pubblica nella proprietà e il carattere pubblico dell'attività ospedaliera; 3) La formazione di organismi consortili o altre forme di aggregazione tra le aziende ospedaliere per renderle più competitive, attraverso una più forte capacità negoziale, la messa in comune di molti servizi di supporto; 4) L'introduzione di politiche innovative nel settore degli investimenti e collaborazione tra pubblico e privato per contribuire in modo sostanziale alla ricerca e alla innovazione, nonché l'introduzione di strumenti di finanza innovativa, dal fondo immobiliare al project financing. Obiettivi specifici Comprendono la realizzazione di interventi prioritari e di progetti innovativi. I primi sono legati ad una serie di iniziative rivolte, per esempio, alla tutela materno-infantile, ai malati oncologici, alla salute mentale, alle malattie cardiovascolari, al diabete. I secondi, invece, intendono perseguire l'introduzione di nuovi strumenti quali (tra gli altri) la telemedicina, il sistema informativo, l'educazione sanitaria, l'osservatorio epidemiologico, la ricerca della qualità. Alberto Ceresoli