NO ALLA LEGGE RAZZISTA BOSSI-FINI
NO ALL’ATTACCO AI DIRITTI DEI LAVORATORI MIGRANTI
COSTRUIAMO UN MOVIMENTO DI DIFESA DEI DIRITTI DEI MIGRANTI PER LA DIFESA DEI DIRITTI DI TUTTI
Il 19 gennaio a Roma più di duecentomila persone sono scese in piazza per protestare contro il disegno di legge del governo di centro destra sull’immigrazione e per il diritto al futuro di tutti i cittadini, italiani e immigrati.
L’assemblea nazionale dei Social Forum e delle associazioni di immigrati e di antirazzisti, tenutasi a Brescia lo scorso 9 febbraio, ha proposto di proseguire la mobilitazione contro la legge Bossi Fini, con iniziative diffuse sul territorio, ma coordinate in una cornice unitaria nazionale.
Anche in Lombardia, quindi, è necessario per movimento antirazzista continuare a ribadire l’opposizione a una legge che vuole ridurre gli immigrati a forza lavoro precaria, priva di diritti, da sfruttare e di cui disfarsi quando non più necessaria alle esigenze della produzione.
A uomini e donne che chiedono libertà di circolazione e uguaglianza di diritti, il governo delle destre oppone leggi che incrementano la clandestinità, comprimono i diritti di libertà, ostacolano l’inserimento sociale e l’accesso a sanità, casa, istruzione.
La legge Bossi - Fini vuole istituzionalizzare nel nostro paese un doppio canale di garanzie, negando i diritti di cittadinanza a centinaia di migliaia di uomini e donne, in ragione della loro provenienza.
Ma la legge Bossi - Fini si salda anche con le politiche governative in materia di lavoro: l’attacco all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, il libro bianco di Maroni, l’attacco alla previdenza pubblica. E’ un ampio disegno di smantellamento del sistema di garanzie e diritti, frutto delle conquiste del movimento operaio, che risponde perfettamente ai progetti di ridefinizione del mondo del lavoro, imposti dalla globalizzazione neoliberista.
A Roma abbiamo visto esprimersi un movimento antirazzista composito e plurale capace di mobilitare migliaia di lavoratori, di immigrati, di antirazzisti; esso è costituito da tutte quelle organizzazioni sociali, politiche e sindacali che in questi anni hanno saputo porre un argine alle peggiori forze xenofobe e razziste. E’ necessario quindi anche per il gruppo giovanile del Partito della Rifondazione Comunista partecipare attivamente a mantenere l’unità e ad aumentare il radicamento di questo movimento; questo significa partecipare a costruire (lì dove mancano) piazze tematiche, interne ai Social Forum provinciali e comunali, che si occupino della lotta per la difesa dei diritti dei migranti e dei Rom.
Inoltre dobbiamo lavorare perché queste piazze tematiche si propongano come vere e proprie strutture per l’incontro e per l’autorganizzazione dei migranti siano essi singoli o organizzati in associazioni (culturali o di mutuo soccorso) presenti sul territorio; perché queste strutture si attivino nella costruzione di iniziative di controinformazione sugli effetti di precarizzazione e di incremento della clandestinità che questa legge produrrà sulla condizione dei migranti; perché propongano iniziative concrete di disobbedienza contro l’applicazione della legge.
Infine è necessario che i Social Forum propongano percorsi di lotta e vertenzialità nei confronti delle istituzioni pubbliche di governo (Enti Locali) per la conquista da parte dei migranti di diritti sociali minimi che però oggi non gli sono garantiti; stiamo parlando del diritto alla casa, alla salute, all’istruzione, al lavoro (come diritto e non come condizione schiavile).
Crediamo che comunque i Giovani Comunisti non si debbano sciogliere all’interno di queste strutture (i Social Forum) ma debbano mantenere ed esprimere, nel rispetto della pluralità, la propria identità e soggettività.
Quindi crediamo si debba portare all’interno di queste strutture di movimento contributi di analisi che leghino la condizione del soggetto migrante a quella delle migliaia di soggetti che oggi vedono le loro condizioni precarizzate dal processo della riorganizzazione produttiva e del lavoro del sistema capitalista globale; per questo l’azione in difesa dei diritti dei migranti non può più essere sorretta solo da motivazioni etiche e solidaristiche ma deve divenire momento di lotta inserito nella più generale campagna contro il sistema politico ed economico neo-liberista incontrando le lotte di altri settori sociali, soprattutto i lavoratori nativi mobilitati contro l’attacco ai loro diritti.
Per tutte queste ragioni non possiamo più lasciare che gli interventi nei Social Forum siano lasciati alla spontaneità e alla generosità dei Coordinamenti dei Gio.Co. Provinciali ma devono acquisire una analisi e una modalità di intervento comune (nel rispetto delle particolarità territoriali).
Per questo è necessario attivare momenti di coordinamento provinciali e regionali per lo scambio di contributi ed esperienze delle realtà territoriali (provinciali o comunali), per l’analisi di esperienze pilota (come il movimento di lotta espressosi a Brescia due anni fa che ha portato la conquista del permesso di soggiorno per centinaia di immigrati pachistani e senegalesi) ma anche per l’individuazione di una comune iniziativa per la costruzione del movimento.
SCHEMA DI INTERVENTO DEI GIOVANI COMUNISTI A LIVELLO REGIONALE SU: LOTTA CONTRO DdL BOSSI-FINI E PER LA DIFESA DEI DIRITTI EDI MIGRANTI
Incontro con Coordinamenti provinciali dei Giovani Comunisti per verificare l’analisi e l’intervento: sulla questione della condizione dei migranti e della lotta contro la Bossi-Fini, il ruolo dei Gio.Co. nei Social Forum locali e nel movimento antirazzista.
- Costruzione di un Coordinamento regionale per: scambiare esperienze, individuare esperienze pilota, costruire un intervento unitario per quanto riguarda il ruolo dei Gio.Co. nel movimento antirazzista.
- Attivare un momento di formazione sulla legislazione nazionale ed europea in materia di immigrazione, sulle forme organizzative del movimento antirazzista, sulle modalità per coinvolgere degli immigrati (perlopiù giovani) nel gruppo giovanile. Inoltre creare un gruppo di compagni che si occupino quotidianamente di monitorare l’applicazione della legge, unico modo per denunciarne gli abusi o per combatterla efficacemente.
Produrre un Vademecum di spiegazione della legge Bossi-Fini tradotto in lingue (francese, inglese, spagnolo, arabo) utile strumento di controinformazione e di aiuto per i molti immigrati che ancora non conoscono la legge
- Costruire forme veloci di comunicazione e di scambio di materiale di analisi, di esperienze, di proposte organizzative e soprattutto strumento di continuo monitoraggio della applicazione della legge. Può essere anche uno spazio di discussione; pensiamo ad una mailing list di posta elettronica e uno spazio nel sito internet regionale dei Gio.Co. (in costruzione) per collegare tra loro le federazioni o i singoli compagni.
- Costruire in ogni Federazione un collettivo di Giovani Comunisti che insieme ai compagni del Partito costruisca una Commissione immigrazione.
- Le Commissioni devono avere come priorità di lavorare all’interno dei Social Forum, che sono strutture del movimento antirazzista.
- Queste Commissioni devono dotarsi delle conoscenze (il quadro sociale e quello legislativo) e degli strumenti necessari (rapporti con avvocati, con sindacati, con associazioni di immigrati); inoltre importante che i compagni oltre a lavorare all’interno dei Social Forum interagiscano con le associazioni degli immigrati e con gli uffici dei sindacati (CGIL o sindacati di base) che si occupano del fenomeno (uffici dei diritti). Per ultimo è fondamentale che sia le Commissioni del Partito che i Social Forum inizino un processo di radicamento nei luoghi in cui gli immigrati lavorano, vivono, pregano, si incontrano (quartieri, negozi etnici, sedi di associazioni); a questo proposito è fondamentale procedere ad una approfondita azione di inchiesta sul territorio.
- Costruire assemblee e momenti di incontro pubblico con gli immigrati in cui la spiegazione della legge Bossi-Fini diventi il contesto per costruire momenti di confronto e di autorganizzazione per gli immigrati. Queste assemblee devono parlare anche a tutti quei cittadini nativi che rischiano di essere attratti dai richiami razzisti del governo; questo può essere fatto costruendo una unione tra la battaglia antirazzista e la lotta per la difesa dei diritti sociali per tutti.
- Iniziare una azione di inchiesta sociale sulla condizione dei migranti nel territorio; l’inchiesta oltre a permettere un maggiore radicamento sia al Partito che al movimento permette di individuare la situazioni dei bisogni riguardanti il permesso di soggiorno, la casa, la salute, l’istruzione ed il grado del loro soddisfacimento o di negazione.
- Colta la problematica più urgente è possibile organizzare una lotta sul territorio ed una vertenza con gli Enti Locali. Importante allargare la battaglia condotta in modo che il diritto sociale venga rivendicato non solo per gli immigrati ma anche per i cittadini nativi; per questo si migranti deve legare la precarizzazione dei diritti dei migranti con il processo di smantellamento e privatizzazione delle garanzie nell’accesso al lavoro e ai servizi sociali.
Costruire con le associazioni dei migranti, con i sindacati, con le realtà della sinistra moderata ed antagonista una piattaforma sociale che leghi la difesa dei diritti dei migranti alla difesa dei diritti di tutti; cercare attraverso questa di costruire alleanze più ampie anche con Enti Locali progressisti o attenti a queste problematiche.