CONTROLLO TOTALE

Le città contemporanee (sistema composito di elementi architettonici, struttura di valenze e valori stratificata, attraverso regole economiche che intervengono non soltanto nell’aspetto organizzativo ed estetico ma soprattutto nelle condizioni di mobilità e fruibilità della struttura urbana stessa) rappresentano i laboratori di sperimentazione della società. Sono i luoghi dove vengono messe in atto tutta una serie di strategie atte a modellare la realtà in base a volontà politiche. Ecco come questo modello associativo tipicamente moderno creerà per esempio, tramite la speculazione edilizia, dei ghetti abitativi per i migranti, rinchiudendoli in quartieri svalutati dal punto di vista immobiliare facilmente individuabili, oppure eliminerà le aree verdi per fare posto a nuovi modelli per passare il tempo libero e consumare merce (materiale e immateriale): ecco così megacinema, centri commerciali e quant’altro i suburbi del nord Italia ci forniscono. Nelle città si mettono anche in atto tutte le sofisticate tecniche urbanistico-poliziesche di controllo sociale: la novità in questo campo è il sistema TVCC, già sperimentato (con scarsi risultati) nell’Inghilterra anni ’80 per il controllo degli stadi e degli hooligans e nella Francia dalla fine degli anni ’70. Le telecamere TVCC – capaci di ruotare a 360°, con zoom ottico molto preciso, orientabili a seconda del sonoro, ecc.. – rappresentano uno degli ultimi ritrovati per quello che riguarda la tecnologia applicata al controllo sociale. Saranno in grado di riprendere e segnalare qualsiasi anomalia: da un uomo che corre a chi alza un po’ la voce, scrutando in maniera indiscreta qualsiasi movimento di qualsiasi persona. Il Grande Fratello è quindi arrivato, ma il gioco si è fatto grosso: per ora i circa 120.000 cittadini di Bergamo prenderanno il ruolo di Mascia, saranno coinvolti in un programma televisivo di dimensioni gigantesche loro malgrado. Ogni gesto verrà visto, le nostre immagini verranno registrate, memorizzate e poi chissà, modificate e utilizzate in altri modi.

Agghiacciante.

Cerchiamo di capire un po’ meglio i passaggi che hanno portato a installare delle telecamere. Non è una sorta di voyuerismo del potere che ha spinto i politicanti bergamaschi a compiere questo passo: sicuramente centra qualcosa anche il fatto che il sistema di telesorveglianza è gestito da una società "amica" da tempo di Forza Italia, ma di questa cosa ne parliamo in altri punti. Ci interessa cercare di mettere in luce le strategie di controllo in atto. Un sistema di monitoraggio delle città tramite videocamera nasce in Francia negli anni ’70 dopo una campagna stampa sulla richiesta di maggior sicurezza: è normale che i media imbastiscano campagne spesso incomplete e faziose, a seconda della propria parrocchia. Anche in Italia, per fare un caso a noi più vicino e intellegibile, abbiamo avuto – a intervalli ciclici – l’ "emergenza criminalità", ovvero uno spingere dei mezzi di comunicazione verso la creazione di una situazione (quella dell’emergenza e del suo modello tautologico, dove i giornali per esempio riprendono come oggettivi e quindi reali delle dichiarazioni soggettive di attori della situazione) assolutamente ingiustificata in termini statistici ma assai efficace per quello che riguarda il "senso comune" e l’inseguire modelli di "tolleranza zero". Ecco quindi una "giustificazione" a livello mediatico di una strategia di controllo totale, facile e pronta per tutti, pronta a limitare le libertà più essenziali in nome di una "emergenza" ben costruita. Bisogna fare un passo indietro però per capire come si è arrivati a rendere le città il nuovo spazio del controllo: le società disciplinari sono quelle società che, tra il 18° e il 19° secolo fino ad arrivare all’inizio del 20° secolo, organizzano grandi ambienti di reclusione e di organizzazione dei corpi nello spazio: famiglia, scuola, carcere, fabbrica, ospedale, caserma. E’ il carcere che serve da modello analogico: concentrare, suddividere nello spazio, ordinare nel tempo. Il tutto in facendo in modo che il carceriere possa vedere senza essere visto: alla fine del 1700 John Bentham aveva già teorizzato il modulo base di questo sistema, applicato alle prigioni. In una struttura ad anello le celle (e di conseguenza i prigionieri) erano tutte visibili dal carceriere, situato in un corpo centrale interno all’anello, mentre i condannati non potevano vedere il guardiano dato che era protetto da delle finestre translucide. Ora abbiamo una società non più basata principalmente sulla disciplinarizzazione dei corpi ma bensì sul loro controllo all’area aperta, attraverso forme e sistemi ultra rapidi e sempre "in divenire". Ecco che abbiamo quindi la fusione del sistema Panoptico di Bentham con delle tecnologie sempre più capillari, sempre più sofisticate. Saremo schedati e controllati, diventeremo sempre più campione statistico (già le telecamere attive nei supermercati servono a quello, non tanto ad evitare i taccheggi ma a verificare le reazioni del cliente di fronte ad un dato prodotto, in modo da studiare sistemi di pubblicizzazione ad hoc), la nostra immagine verrà ripresa e filmata senza il nostro consenso e senza un’autorizzazione giudiziaria per delle indagini precise (al massimo ti mettono due cartelli gialli ad indicare che l’area è sotto controllo), la nostra posizione all’interno della città sarà verificata da guardie giurate. Siamo tutti potenziali sospetti e trattati come tali. La consapevolezza di essere osservati arriverà poi a condizionare i comportamenti delle persone: questa consapevolezza stabilisce il rapporto disciplinare e di potere, ci impedirà di ridere, piangere, cantare, ballare in pubblico per non essere additati come "sospetti" e ci renderà, oltre che autocontrollati e quindi funzionali ad una serie di comportamenti richiesti dalla società, docili e spersonalizzati. Questa nuova tecnica di controllo servirà poi all’esclusione ancora più sistematica e crudele delle fasce più deboli della società: la "tolleranza zero" fagocita, cannibalizza, tutti quei soggetti sociali non conformi al nuovo assetto "globalizzato" economico e politico. La criminalizzazione di questi soggetti passa anche attraverso l’occhio vigile delle telecamere: già la polizia ha ormai adottato una prassi che consiste nell’impiego quotidiano dei reparti mobili nel presidio di strade e quartieri, prassi spesso definita come operazioni di bonifica che assumono i caratteri della militarizzazione del territorio urbano. Così come nel caso di questa "invasione" di forze dell’ordine, obiettivo privilegiato di queste operazioni è quello di sgomberare lo spazio urbano dalle presenze non consone al nuovo assetto di attività economiche e della nuova rappresentazione della civiltà umana della maggioranza della popolazione (quella che conta, quella che ha più eco nei media, quella che sposa la logica della massimizzazione dei profitti e dunque non tollera gli sprechi… tra cui l’esclusione sociale). In più, come già detto, le telecamere agiscono nel livello del subconscio con una normalizzazione dei comportamenti e delle emozioni attraverso l’autocontrollo imposto dalla gessatura di un occhio indiscreto.

Abbiamo definito un bel quadretto, "1984" (un "occhio" emanazione del potere che ti scruta in tutto quello che fai) è ormai realtà pronta ad essere applicata (meglio, venduta, dato che la telesorveglianza muove giri di miliardi) nelle nostre vite quotidiane. Il Grande Fratello ricomincia, questa volta gli attori sono finalmente presi dalla strada e la regia – incurante della privacy e di libertà essenziali – è pronta a mandarlo in onda….

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L’APPALTO

Il 23 – 8 – 2000 il Comune di Bergamo emette un bando di gara per asta pubblica per l’affidamento del servizio di installazione e gestione del sistema di telesorveglianza urbana. Si tratta dell’installazione di telecamere di controllo in luoghi considerati a rischio della città, ma che per la quasi totalità riguardano il centro, e di gestione delle informazioni visive che si riceveranno mediante una sala operativa collegata alle centrali dei carabinieri, polizia di stato, vigili urbani e di una società portavalori di Bergamo, la Fidelitas. Si tratta di un progetto riguardante l’introduzione di un sistema di videosorveglianza gestito da privati che dovrebbe monitorare 24 h su 24 alla Grande Fratello punti nevralgici della città, e che secondo il sindaco forzista Cesare Veneziani porterebbe Bergamo all’avanguardia dal punto di vista della cosiddetta "sicurezza" mediante una politica che prevede tra l’altro l’equiparazione dei vigili urbani alle forze di polizia e l’introduzione dei vigili di quartiere.

Nel verbale di asta pubblica del Comune di Bergamo per l’appalto ai lavori di installazione e gestione del sistema di telesorveglianza del 2 – 11 – 2000 viene disposto l’appalto nell’osservanza del dettato del d.l. 157/95 con aggiudicazione (ai sensi dell’art. 23 comma 1 lettera b) secondo il criterio dell’offerta economicamente vantaggiosa valutata in base a punteggi e criteri espressamente previsti dal bando di gara, quali: le caratteristiche metodologiche e tecniche del progetto per lo svolgimento del servizio con precisazione del numero di addetti al servizio, modalità di reclutamento e organizzazione del personale, procedure, metodologie e luogo di lavoro, e l’offerta economica, a cui viene (arbitrariamente) attribuito dalla commissione tecnica il punteggio massimo di 20/100. L’importo complessivo a base d’asta è di £ 3.220.000.000 suddivisi in £ 2.000.000.000 per la gestione dell’impianto e £ 1.220.000.000 per l’installazione delle telecamere.

I requisiti per la partecipazione alla gara sono assai stringenti: spicca subito la necessità di avere svolto servizi di sorveglianza nell’ultimo triennio – antecedente al bando – per un importo non inferiore ai 2 miliardi, con l’effetto di escludere dalla gara due degli istituti di sorveglianza operanti da anni in provincia e di restringere in modo esagerato il numero dei possibili partecipanti alla gara. Due degli istituti (CVB e Istituto Sorveglianza Provincia di Bergamo) si riuniscono in associazione temporanea d’impresa (ATI), ma il Comune li esclude dalla gara applicando il decreto legislativo n.° 157 del 17 – 3 – 1995 che vieta l’associazione temporanea d’impresa e ignorando invece il decreto legislativo n.° 65 del 25 – 02 – 2000 che lo modifica in senso favorevole alle associazioni temporanee d’impresa. Dopo un ricorso al TAR (accolto) le due società vengono riammesse alla gara. Presentano così offerte solo 3 soggetti: FIDELITAS, MONDIALPOL e la ATI (CVB e ISPB). Il 2 – 11 – 2000 il presidente della gara, il comandante della polizia municipale Cargnelli apre la gara e si esaminano i plichi ricevuti. La gara viene sospesa e le relazioni tecniche vengono trasmesse al responsabile del procedimento (arch. Mazza) affinchè questi, avvalendosi di una commissione tecnica informale, proceda al loro esame e all’attribuzione del punteggio previsto dal bando – massimo 80 punti su 100. Il 22 – 12 – 2000 si procede all’apertura delle buste contenenti le offerte economiche da cui risulta che Mondialpol offre un ribasso del 5 %, la Fidelitas del 6,8 % e la ATI del 20,175 % (!!!).

La gara viene vinta dalla Fidelitas in quanto la commissione tecnica "informale" le attribuisce un punteggio tecnico complessivo maggiore rispetto alle altre concorrenti. L’intera procedura seguita dal Comune di Bergamo viola in modo grossolano i principi generali dell’ordinamento in materia di scelta del contraente, dei principi del giusto procedimento amministrativo, di buon andamento della pubblica amministrazione e del principio di proporzionalità. Configura violazione di legge (art.1 c.2 L. 7/8 n.° 241) e (art.23 c.2 d.l.g.17 – 3 – 1995 n.° 157) erronea e falsa applicazione di legge (n.°157), eccesso di potere per sviamento, travisamento dei presupposti di fatto, carente istruttoria, contraddittorietà, disparità di trattamento, illogicità, irragionevolezza e ingiustizia manifesta.

Le accuse al Comune riguardano anzitutto il fatto che nella gara ad asta pubblica, non essendoci un appalto concorso in cui assumono rilevanza i requisiti di efficienza e adeguatezza tecnica, appare innaturale attribuire valore prioritario alle relazioni tecniche, in quanto valore primario discriminante assume l’elemento economico, a cui invece è stato attribuito solo il 20 % del punteggio massimo complessivo. Attribuire l’80 % del punteggio totale all’adeguatezza tecnica rende inutile l’offerta economica e rappresenta un’innovazione assoluta in questo campo almeno in ambito locale, in quanto la stessa amministrazione in una gara recentissima attribuisce il 40 % del punteggio all’adeguatezza tecnica. L’80 % del punteggio è criterio che vanifica ogni possibilità di attribuzione del servizio secondo criteri di economicità, tant’è che il ribasso offerto dalla ATI avrebbe consentito un risparmio netto al Comune e a tutti i cittadini bergamaschi di £ 428.000.000 (ribasso ATI £ 645.000.000, ribasso Fidelitas £ 217.000.000).

I molteplici vizi che inficiano il procedimento amministrativo riguardano inoltre la commissione tecnica e la sua attività posta in onere nello sprezzo più assoluto per le leggi e i principi dell’ordinamento. E’stato violato anzitutto il principio di immutabilità della composizione della commissione di gara, che nelle sedute del 2 – 11 – 2000 e 2 – 12 – 2000 presentava soggetti diversi, è stato violato il comma 2 art.23 d.l.s. 17 – 3 – 1995 n.°157 che impone la predeterminazione dei criteri di valutazione sull’offerta economicamente più vantaggiosa. I parametri di valutazione delle offerte tecniche e i meccanismi di attribuzione del punteggio sono arbitrariamente determinati da un organo incompetente (la commissione tecnica informale) e comunque dopo la presentazione delle offerte, mentre per le esigenze di trasparenza di cui all’art. 24 lett. B legge 8 – 8 – 1977 n.°584 e art.8 c.3 legge 30 – 3 – 1981 n.° 113 gli elementi tecnici ed economici delle offerte e i parametri applicati nell’esame devono essere noti preventivamente alla presentazione delle offerte.

Il Comune inoltre da ottima prova di illogicità e irragionevolezza (ma si può usare anche un’altra parola….) allorchè attribuisce il punteggio sull’offerta tecnica della Fidelitas, sebbene questa non indichi il numero di addetti nel servizio d’intervento, sebbene gran parte dei suoi allegati siano scritti in inglese senza traduzione e sebbene siano evidenti alcune discordanze nei dati forniti sugli effettivi di uomini e mezzi: a pag. 19 della relazione Fidelitas vengono indicate 534 guardie giurate e 153 automezzi radiocollegati, mentre nella licenza prefettizia in base a cui può operare la società vengono indicate 320 guardie e solo 95 auto. Viene ignorata l’offerta delle concorrenti riguardo a ispezioni aggiuntive gratuite, e mentre queste indicano per il servizio di centrale l’impiego di 3 addetti per turno con l’avvallo di personale tecnico e la Fidelitas si limita ad indicare solo 3 addetti senza ulteriori specificazioni, la commissione tecnica informale le attribuisce 30 punti, 20 in più di Mondialpol e dell’ATI.

L’ultima frontiera nelle indagini sul gruppo Berlusconi riguarda una maxitangente da 91 miliardi di lire versata in occasione della legge Mammì e delle concessioni TV alla Fininvest.

Le norme sull’emittenza TV vengono approvate il 5 – 8 – 1990, ben prima dell’affare dei 91 miliardi, ma per mesi al ministero delle poste e telecomunicazioni fu in ballo il piano sulle frequenze, varato poi nel ’92.

Furono mesi delicatissimi per il futuro della Fininvest. E proprio in quel periodo altri dirigenti del gruppo si attivarono per trovare i 91 miliardi di fondi neri dal misterioso destino.

La caccia al tesoro comincia il 28 – 11 – 1995, quando le Fiamme Gialle bussano alla porta della Fiduciaria Orefici, a due passi dal Duomo di Milano. I finanzieri hanno in mano un ordine di sequestro firmato dal P.M. Greco in cui vengono citate 13 società offshore della Fininvest. Il pacchetto di controllo di almeno 4 di queste è detenuto fiduciariamente dalla Orefici per conto del Biscione. Fra le migliaia di documenti sequestrati spunta un dossier chiamato "mandato 500". E’ il mandato fiduciario personale di Silvio Berlusconi, sul quale soltanto il responsabile della cassa centrale della Fininvest ha una procura per operare. Tutto l’affare dei 91 miliardi ruota intorno a questa cartelletta, infatti…

Nel ’91 vengono date disposizioni per aprire un mandato fiduciario intestato a Silvio Berlusconi e su tale mandato dovevano essere acquistati titoli di Stato. La dirigenza Fininvest (Moranzoni, Manzo, Scabini) per ritirare i CCT si serviva di una società portavalori di Bergamo, la Fidelitas. I titoli, stando a quanto stabilito dai magistrati, diventavano denaro contante grazie a 5 istituti di credito di San Marino. E da San Marino il denaro liquido veniva trasportato sempre attraverso i furgoni blindati Fidelitas fino a Milano 2. Il responsabile della Fidelitas Luigi Ferrara racconta al P.M. Greco (6 – 3 – 1993) che la società veniva utilizzata sia per trasportare a San Marino plichi contenenti valori sia per trasportare da San Marino denaro contante consegnato a Scabini in Fininvest. In due singoli viaggi viene dichiarato un valore di denaro trasportato per £ 3.500.000.000 e £ 6.700.000.000. In tutto vennero effettuati 14 viaggi, ma con modalità singolari. La Fidelitas infatti lavorò in nero. Ferrara dice che Moranzoni gli diede in pagamento denaro contante. Altri dipendenti della società portavalori ricordano come in occasione del primo trasporto nessuno in Fininvest voleva firmare le ricevute di avvenuta consegna. Scabini viene interrogato dal P.M. Greco il 12 – 3 – 1993. Scabini era già stato interrogato il 28 – 2 – 1993 sui titoli, sul denaro contante e sul mandato 500 ma non ha mai parlato di trasporti Fidelitas e assicura di aver assistito solo a 2 consegne. La procura gliene contesta 14.

Il 20 maggio a San Vittore viene interrogato Raffaele Maria Zenoni, braccio destro di Moranzoni; secondo lui i 91 miliardi hanno seguito un percorso tortuoso e incomprensibile. Prima i bonifici dall’estero diretti alla Fiduciaria, poi la trasformazione in CCT, poi la conversione in contanti a San Marino, infine la consegna a Milano 2 e da qui, sempre in contanti, il trasporto verso il Canton Ticino.

A chi finirono i 91 miliardi in ritirati in contanti da Silvio Berlusconi?

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GLI ATTORI

*Sensormatic: azienda fornitore di tecnologie per il controllo con sede in Florida, USA [951 Yamato road, 6600 Congress Ave., P.O. Box 310700, Boca Raton, Florida 33431 0700 USA]. Ha un fatturato di circa 1.600 milioni di dollari (circa 1.750 milioni di euro) l’anno. E’ da anni una delle aziende leader a livello mondiale per quello che riguarda la videosorveglianza, ha trovato l’accordo con la Fidelitas e di conseguenza con il Comune di Bergamo per quello che riguarda l’installazione del sistema di videocontrollo. Un suo depliant recita testualmente: "La Sensormatic fornisce soluzioni complete, integrate, personalizzate sulla copertura di merci, beni, informazioni e persone […] offre soluzioni globali per la protezione e la deterrenza". Lavora già in Italia, con privati e uffici pubblici, avendo già più 25.000 telecamere di propria produzione installate sul territorio, in casinò, aeroporti, centri convegni, centri commerciali, collegi universitari, banche, porti, ospedali, caserme, musei, carceri, stadi… Maggiori informazioni sul loro sito: www.sensormatic.com

*sistema TVCC: è il sistema più all’avanguardia per quanto riguarda la telesorveglianza. Consiste di telecamere molto sofisticate, UKON mod. Survejor 2000: agiscono con un raggio di azione di 360° in orizzontale e 180° in verticale ; sono attivabili automaticamente da suoni e rumori e si possono girare tutte simultaneamente se percepiscono rumori superiori ai 60 db; sono in grado, grazie alla loro alta definizione, di riprendere una targa a più di 200 metri con le più casuali condizioni atmosferiche; resistono dai – 40°C ai + 70°C; resistono a forti ulti nonostante siano collocate a 5 metri d’altezza; sono predisposte per l’applicazione di rilevatori acustici, cioè di microfoni direzionali mediante i quali gli operatori della centrale possono oltre che vedere, ascoltare la conversazione (come si dichiara nella relazione tecnica che è stata presentata al Comune di Bergamo: "il sistema è potenzialmente in grado di integrarsi con unità audio che consentono la riproduzione sonora dei rumori ambientali provenienti dal luogo videosorvegliato") che viene registrata tramite sistema DVD, pratico e indeteriorabile. Importante è notare come tutte le telecamere dislocate sul territorio siano connesse ad un computer centrale in grado di gestire fino a 1024 telecamere simultaneamente e può essere collegato ad un satellite che è in grado di trasmettere e registrare dati in archivi. Il computer è situato presso una centrale operativa gestita da operatori della Fidelitas situata in una specie di bunker con stanze stagne, porte blindate, sistemi di sicurezza e protezione sofisticatissimi, materiali all’avanguardia per qualsiasi evenienza (anche bellica…)

*FIDELITAS: agenzia di sicurezza operante, da principio, a Bergamo e Brescia. Fornisce uomini e mezzi per la vigilanza privata e il trasporto valori. La sede centrale è a Bergamo, sebbene società "satelliti" siano diffuse, con altro nome, per una dozzina di città italiane. La proprietà è in mano ai fratelli Luigi (plurindagato)e Claudio (direttore generale e fondatore della società; ex carabiniere) Ferrara. Hanno vinto, in modo assai strano, l’appalto per l’installazione del nuovo sistema di videosorveglianza, forse grazie al fatto che già all’inizio degli anni ’90 aveva ripulito 91 miliardi di fondi neri della Fininvest che andavano a "garantire" l’approvazione delle frequenze della legge Mammì.

*COMUNE DI BERGAMO: amministrazione in mano al centrodestra (Forza Italia e AN) con l’appoggio esterno dei neoalleati leghisti. Il sindaco Cesare Veneziani e buona parte della dirigenza di Forza Italia è stata inquisita, in varie riprese, per fatti di corruzione. Il sindaco ha inoltre un "vizietto" particolare: ogni 25 aprile va a commemorare i caduti fascisti della Repubblica Sociale. L’amministrazione Veneziani si sta distinguendo per inefficienza e incapacità in vari settori.