L'ECO DI BERGAMO 30 marzo 2002CittàPagina 14 Enigma del numero non risolto. Le cifre non sono quelle delle installazioni per la sicurezza. Digos: segnali anarchici Il Pacì Paciana: «Estranei allo 052» Il centro sociale si mobilita contro le telecamere ma prende le distanze dagli autori L'enigma «052» non è affatto risolto. Anzi: mentre a «L'Eco di Bergamo» è arrivata una lettera con cartoncino in carta di Firenze, con uno «052» in fucsia (i numeri sembrano tracciati con un normografo e colorati a spruzzo; la busta portava il timbro delle Poste centrali di Bergamo, data 26 marzo), in serata uno dei portavoce del Centro sociale «Pacì Paciana», Luca Radaelli ha annunciato: «Non c'entriamo con quei graffiti "052". E oltretutto, la storia del collegamento con le telecamere installate in città ci sembra piuttosto singolare. Lo sanno tutti che le telecamere sono 43, dicono che ne vogliono mettere altre 18, che fa 61. I conti non tornano». La presa di posizione ieri sera - quando era in corso proprio una riunione indetta dal Centro sociale nella sala Cgil di via Garibaldi per organizzare una serie di manifestazioni contro la «videosorveglianza» - dopo l'ultima ipotesi di soluzione del giallo circolata in città. Ovvero: 052 starebbe per 52, il numero delle telecamere che il graffitaro o i graffitari credevano fossero state installate dal Comune. Credevano: perché l'ipotesi del «numero criptico» (per un gioco conosciuto a pochi adepti, che poi non si sono neppure aggiornati per la corrispondenza reale con il «bersaglio» del messaggio), si basava su una proposta di deliberazione in cui si parlava di 52 telecamere. Ma la delibera definitiva ha stabilito che «gli occhi» dovessero essere 43: «Sono 43, e si pensa ad altre 18, dipende dalla disponibilità finanziaria», sostiene il comandante della polizia municipale, Riccardo Cargnelli. E lo ribadisce anche il sindaco, Cesare Veneziani. I sostenitori della tesi 052-52 telecamere avrebbero fatto uno «scherzo» all'amministrazione, un gesto di protesta contro le telecamere, per dimostrare che non servivano a fermare le mani dei graffitari. La Digos non fa commenti, ma evidenzia: «I fotogrammi parlano chiaro, uno dei graffitari è stato filmato». L'enigma resiste. Secondo gli investigatori, la pista anarchica è ancora privilegiata; così come i collegamenti con Silvia, la diciannovenne arrestata per l'attentato al traliccio alla Maresana, legata ai circoli anarchici. Il nome di Silvia, in diversi graffiti, era abbinato allo 052, in alcuni murales. E secondo la Digos solo chi è in ambito anarchico giocherebbe così a «sfidare» gli agenti di polizia che stanno indagando. Le ipotesi accreditate dalla Digos: «052» potrebbe essere un numero di pattuglia delle forze dell'ordine che fermarono la ragazza a scrivere sui muri in piazza Matteotti, prima dell'arresto; potrebbe stare per 52 centesimi, ovvero mille lire (per una raccolta di fondi mediatica per le spese processuali), potrebbe essere un gioco matematico legato alla data dell'arresto e dell'attentato. Potrebbe essere anche solo una firma di un graffitaro: accade a New York negli anni Settanta, con «Taki» che tappezzò la città con la sua sigla. Ma era New York, e si parla di trent'anni fa, quando nacque la street art. Adesso, enigma a parte, come forma di protesta sociale e fenomeno artistico il graffito «052» è quantomeno fuori moda. Carmen Tancredi