Bergamo 1aprile 2002

Quelle che seguono sono le email ricevute sugli attivisti italiani ora in Palestina, ci sono anche dei compagni di Bergamo.

I messaggi sono in ordine cronologico dal più recente al più vecchio cioè 29 marzo.


Primo messaggio:


Martedì 2 aprile alle ore 18 presidio davanti al comune P.zza Matteotti

comunicato appello del Pacì Paciana:
ISRAELE SPARA SU TUTTI !!!

Apprendiamo con rabbia che l'esercito israeliano spara sulle forze di pace
internazionali presenti nei territori occupati. La delegazione del c.s.a.
Pacì Paciana, insieme agli altri componenti del coordinamento di solidarietà
con l'intifada ed a altre organizzazioni europee è stato fatto oggetto di
numerosi colpi di fucile sparati dai carri armati. Sono 7 i feriti che hanno
dovuto ricorrere alle cure ospedaliere, di cui uno particolarmente grave
colpito allo stomaco. Apprendiamo dai nostri compagni che si tratta di una
ragazza inglese. I compagni del c.s.a. Pacì Paciana sono rimasti illesi,
altri manifestanti feriti in modo leggero dalle schegge di sassi provocate
dai proiettili hanno preferito non ricorrere alla cure mediche.stavano
svolgendo un corteo pacifico nel tentativo di raggiungere le numerose
famiglie che a beit jalla sono da giorni in balia delle forze di (difesa?)
israeliane. Riteniamo gravissimi questi fatti che si inseriscono nel
tentativo di allontanare le delegazioni dai territori occupati, pressioni di
questo tipo sono intollerabili. Una forte condanna va anche all'operato
dell'ambasciata italiana che niente fa contro il governo d'israele per
fermare l'avanzata dell'idf e per garantire sicurezza ai cittadini italiani
che rappresentano l'unico collegamento fra il popolo palestinese ed il
mondo. Le diplomazie ufficiali sono state soppiantate da una forza spontanea
che dal basso si sta muovendo al loro posto. Cosa deve succedere prima che
l'ambasciatore israeliano in italia venga espulso dal nostro territorio?

Csa Paci Paciana





Domani MARTEDì ORE 18 tutti in PIAZZA MATTEOTTI per denunciare la soluzione finale che Israele sta attuando nei confronti della popolazione palestinese.

Oggi 1/4 i carri armati israeliani hanno completato l'attacco ai Territori.
A Betlemme i soldati hanno aperto il fuoco su un centinaio di attivisti europei in Palestina per fare opera di interposizione civile. 5 di loro sono stati feriti, tra di loro nessun italiano(
http://www.italy.indymedia.org/front.php3?article_id=45024&group=webcast)

Il silenzio dei governi europei è VERGOGNOSO, la presenza di osservatori internazionali in Palestina è in questo momento di fondamentale importanza.

E' di vitale importanza appoggiare gli osservatori anche in ogni piazza d'Italia.

ROMPERE IL SILENZIO
COSTRUIRE SOLIDARIETA'

Aggiornamenti costanti sulla situazione:
Indymedia-Italia -
www.italy.indymedia.org
Radio Sherwood -
www.sherwood.it

Fonte: Pacipaciana

 

 

 

Sent: Sunday, March 31, 2002 7:59 PM

Subject: notizie da gerusalemme


> Gerusalemme, 31 marzo 2002, ore 20.54 locali
>
> secondo giorno: sabato 30 marzo 2002
>
> Dopo lo "stallo" del primo giorno, ieri (sabato) l'azione di pace e'
> entrata finalmente nel vivo: interposizione ai check point di Ramallah
> e Betlemme, manifestazione al consolato spagnolo con i pacifisti
> israeliani.
> La giornata e' iniziata con un "piccolo inconveniente":verso le 10:30,
> nei pressi dell'hotel Ambassador, dove risiede una parte della
> delegazione, mentre stava scattando delle foto innocue alla citta'
> sottostante, Kekko e' stato improvvisamente fermato e poi arrestato dai
> militari israeliani. Verra' rilasciato nel pomeriggio dopo una lunga
> permanenza in caserma tra insulti e umiliazioni. Kekko ha riportato
> atteggiamenti nei suoi confronti che ancora una volta confermano la
> sospensione dei diritti civili e democratici e l'instaurarsi di un
> regime di potere arbitrario da parte dei militari. Pensate che anche
> solo radunarsi in una decina di persone lungo la strada, semplicemente
> per riposare, puo' comportare l'accerchiamento dei militari e lunghi
> controlli: ogni nostro anche banale atteggiamento puo' essere il
> pretesto per un abuso di potere.
> intanto noi (Roberta, Gianluca, Maurizio), insieme a tutta la carovana
> dell' "action for peace", nel tentativo di ragiungere Ramallah, siamo
> stati bloccati al check point di Gerusalemme Nord! Il festosissimo
> corteo della carovana non ha potuto niente di fronte al dispiegamento
> dei militari. Se per noi italiani la situazione si presenta surreale,
> per i palestinesi e' addirittura normale che i propri figli
> frenquentino una scuola elementare recitata dal filo spinato a pochi
> metri dal check point e dai carri armati. Bambini e adulti esprimevano
> il loro ringraziamento suonando i clacson delle auto in uscita dal
> posto di controllo e mostrando il segno della vittoria che qui
> significa resistenza. Ala fine i militari, schierati per caricarci, ci
> hanno costretto ad indietreggiare e scegliere la seconda tappa
> prevista: Betlemme.
> Durante il viaggio abbiamo visto un quartiere ultraortodosso israeliano
> recintato da alte mura in cui, per impedire qualsiasi tipo
> di "contaminazione", e' vietato l'ingresso a tuti gli stranieri.
> Gl insediamenti dei coloni israeliani all'interno dei territori
> palestinesi sono collegati da strade che bypassano qualunque zona
> araba, nelle quali possono circolare soltanto auto con targhe gialle
> che distinguono gli automezzi israeliani da quelli palestinesi.
> Sembrerebbe grottesco se non fosse drammatico constatare come gli
> israeliani, anche se militarmente dominatori, siano prigionieri di se
> stessi e come non se ne rendono conto.
> Alle porte di Betlemme, proprio in mezzo al territorio riconosciuto
> come palestinese, si staglia sulla collina piu' alta uno degli
> insediamenti coloniali piu' controversi. E' stato costruito li' perche'
> importante strategicamente (domina Betlemme) e perche' vi passa
> l'acqua. Attualmente e' abitato solo a meta' a causa dell'alto rischio
> ed il governo per incentivare l'insediamento dei coloni, offre
> vantaggiosissimi incentivi fiscali e detassazioni, facendone la
> pubblicita' persino tra la popolazione di origine ebraica dei paesi est-
> europei.
> Verso le 15.00 siamo arrivati al check point di Betlemme e dopo lunghe
> e molto tese trattive ci fanno passare.
> Li' veniamo accolti trionfalmente e Betlemme che prima appariva vuota e
> spettrale improvvisamente si riempie di uomini, donne e bambini, che si
> aggregano al nostro "corteo", ci salutano dalle finestre, escono di
> casa per abbracciarci, per offrirci un po' di quel poco che hanno e per
> ringraziarci per essere li'.
> Abbiamo trovato una citta' fiera e determinata a resistere, piena si'
> di volantini affissi con le immagini e i nomi dei "martiri
> dell'intifada", ma assolutamente laica (il sindaco di Betlemme e'
> comunista e sui muri dominano le facce del "Che" e la falce e martello)
> L'impressione che abbiamo avuto e' che soltanto la folle (scientifica?)
> politica di Sharon puo' regalare questa citta' e i suoi abitanti agli
> integralisti.
> Prima di arrivare nella piazza principale incontriamo un monumento,
> opera di uno scultore italiano, che spera di rappresentare il 2000 con
> una catena spezzata: la prigionia della guerra ha infranto una viva
> speranza ed i volti dei "martiri" appaiono anche sulla scultura.
> Nella piazza principale i dirigenti del movimento di resistenza della
> citta' hanno salutato la nostra carovana ("Action for Peace"), hanno
> ribadito piu' volte di voler vivere in pace ed insieme agli israeliani,
> ma di voler vivere! e vivere nella propria terra; hanno drammaticamente
> ribadito, purtroppo, di non avere ormai piu' nulla da perdere.
> Nel frattempo ci sono giunte notizie da Ramallah, dove Bove' ed un
> parlamentare italiano sono riusciti ad entrare nel bunker di Arafat.
> Mentre una parte della carovana ha deciso di rimanere a Betlemme per la
> notte, da dove ha raggiunto il campo profughi di Deeshe, noi siamo
> tornati a Gerusalemme (abbiamo abbandonato rapidamente Betlemme prima
> che al tramonto le vie d'accesso alla citta' fossero chiuse), anche per
> avere notizie di Kekko, partecipando poi al presidio presso la casa di
> Sharon ed alla presenza davanti al consolato spagnolo.
>
> secondo giorno: sabato 30 marzo 2002
>
> Dopo lo "stallo" del primo giorno, ieri (sabato) l'azione di pace e'
> entrata finalmente nel vivo: interposizione ai check point di Ramallah
> e Betlemme, manifestazione al consolato spagnolo con i pacifisti
> israeliani.
> La giornata e' iniziata con un "piccolo inconveniente":verso le 10:30,
> nei pressi dell'hotel Ambassador, dove risiede una parte della
> delegazione, mentre stava scattando delle foto innocue alla citta'
> sottostante, Kekko e' stato improvvisamente fermato e poi arrestato dai
> militari israeliani. Verra' rilasciato nel pomeriggio dopo una lunga
> permanenza in caserma tra insulti e umiliazioni. Kekko ha riportato
> atteggiamenti nei suoi confronti che ancora una volta confermano la
> sospensione dei diritti civili e democratici e l'instaurarsi di un
> regime di potere arbitrario da parte dei militari. Pensate che anche
> solo radunarsi in una decina di persone lungo la strada, semplicemente
> per riposare, puo' comportare l'accerchiamento dei militari e lunghi
> controlli: ogni nostro anche banale atteggiamento puo' essere il
> pretesto per un abuso di potere.
> intanto noi (Roberta, Gianluca, Maurizio), insieme a tutta la carovana
> dell' "action for peace", nel tentativo di ragiungere Ramallah, siamo
> stati bloccati al check point di Gerusalemme Nord! Il festosissimo
> corteo della carovana non ha potuto niente di fronte al dispiegamento
> dei militari. Se per noi italiani la situazione si presenta surreale,
> per i palestinesi e' addirittura normale che i propri figli
> frenquentino una scuola elementare recitata dal filo spinato a pochi
> metri dal check point e dai carri armati. Bambini e adulti esprimevano
> il loro ringraziamento suonando i clacson delle auto in uscita dal
> posto di controllo e mostrando il segno della vittoria che qui
> significa resistenza. Ala fine i militari, schierati per caricarci, ci
> hanno costretto ad indietreggiare e scegliere la seconda tappa
> prevista: Betlemme.
> Durante il viaggio abbiamo visto un quartiere ultraortodosso israeliano
> recintato da alte mura in cui, per impedire qualsiasi tipo
> di "contaminazione", e' vietato l'ingresso a tuti gli stranieri.
> Gl insediamenti dei coloni israeliani all'interno dei territori
> palestinesi sono collegati da strade che bypassano qualunque zona
> araba, nelle quali possono circolare soltanto auto con targhe gialle
> che distinguono gli automezzi israeliani da quelli palestinesi.
> Sembrerebbe grottesco se non fosse drammatico constatare come gli
> israeliani, anche se militarmente dominatori, siano prigionieri di se
> stessi e come non se ne rendono conto.
> Alle porte di Betlemme, proprio in mezzo al territorio riconosciuto
> come palestinese, si staglia sulla collina piu' alta uno degli
> insediamenti coloniali piu' controversi. E' stato costruito li' perche'
> importante strategicamente (domina Betlemme) e perche' vi passa
> l'acqua. Attualmente e' abitato solo a meta' a causa dell'alto rischio
> ed il governo per incentivare l'insediamento dei coloni, offre
> vantaggiosissimi incentivi fiscali e detassazioni, facendone la
> pubblicita' persino tra la popolazione di origine ebraica dei paesi est-
> europei.
> Verso le 15.00 siamo arrivati al check point di Betlemme e dopo lunghe
> e molto tese trattive ci fanno passare.
> Li' veniamo accolti trionfalmente e Betlemme che prima appariva vuota e
> spettrale improvvisamente si riempie di uomini, donne e bambini, che si
> aggregano al nostro "corteo", ci salutano dalle finestre, escono di
> casa per abbracciarci, per offrirci un po' di quel poco che hanno e per
> ringraziarci per essere li'.
> Abbiamo trovato una citta' fiera e determinata a resistere, piena si'
> di volantini affissi con le immagini e i nomi dei "martiri
> dell'intifada", ma assolutamente laica (il sindaco di Betlemme e'
> comunista e sui muri dominano le facce del "Che" e la falce e martello)
> L'impressione che abbiamo avuto e' che soltanto la folle (scientifica?)
> politica di Sharon puo' regalare questa citta' e i suoi abitanti agli
> integralisti.
> Prima di arrivare nella piazza principale incontriamo un monumento,
> opera di uno scultore italiano, che spera di rappresentare il 2000 con
> una catena spezzata: la prigionia della guerra ha infranto una viva
> speranza ed i volti dei "martiri" appaiono anche sulla scultura.
> Nella piazza principale i dirigenti del movimento di resistenza della
> citta' hanno salutato la nostra carovana ("Action for Peace"), hanno
> ribadito piu' volte di voler vivere in pace ed insieme agli israeliani,
> ma di voler vivere! e vivere nella propria terra; hanno drammaticamente
> ribadito, purtroppo, di non avere ormai piu' nulla da perdere.
> Nel frattempo ci sono giunte notizie da Ramallah, dove Bove' ed un
> parlamentare italiano sono riusciti ad entrare nel bunker di Arafat.
> Mentre una parte della carovana ha deciso di rimanere a Betlemme per la
> notte, da dove ha raggiunto il campo profughi di Deeshe, noi siamo
> tornati a Gerusalemme (abbiamo abbandonato rapidamente Betlemme prima
> che al tramonto le vie d'accesso alla citta' fossero chiuse), anche per
> avere notizie di Kekko, partecipando poi al presidio presso la casa di
> Sharon ed alla presenza davanti al consolato spagnolo.
>
> Terzo giorno: domenica 31 marzo 2002
>
> La tensione e' altissima. La citta' e' blindata fin dalla matina da un
> ingente dispiegamento dell'esercito. Nonostante questo la giornata
> inizia positivamente: Mario, il ragazzo arrestato venerdi' per aver
> esposto la bandiera palestinese durante la manifestazione, e' stato
> rilasciato nella mattina. Al ritorno dal tribunale, dove c'eravamo
> recati a sostenerlo per il processo (che poi non si e' tenuto) siamo
> stati seguiti fino alla porta d'ingresso alla citta' vecchia da alcuni
> poliziotti a cavallo. Un imponente schieramento di polizia e
> dell'esercito israeliano, con anche cecchini appostati sulle mura, ci
> ha inizialmente anche impedito di entrare e di recarci cosi'
> all'albergo.
> Nel pomeriggio, presso l'hotel Ambassador, si e' tenuta l'assemblea
> plenaria di Action for peace: al termine della discussione si e' deciso
> che domani una delegazione di 50 persone si rechera' a Ramallah per
> fare interposizione insieme ai pacifisti che gia' si trovano la'.
> Speriamo anche noi di essere parte di questo gruppo.
>
> Kekko - Francesco Chiodelli (Movimento Studentesco Bergamo), Maurizio
> Morgano e Roberta Maltempi (Giovani comunisti/e Bergamo) e Gianluca
> Zoni (Giovani comunisti/e Varese)

 

fonte: movimento studentesco bergamasco



Due comunicati da due diverse zone (fronti.) che ci sono arrivati oggi dai compagni bergamaschi:

31-03-02
h14.59
Ciao a tutti dalla brigata palestina! Noi siamo ancora a Deishei, i disobbedienti che erano venuti qui ieri sera sono andati a Gerusalemme per il processo dell`arrestato. Qui nel frattepo sono arrivati 24 francesi. La situazione generale si sta ulteriormente aggravando. C`e` stato un attentato ad Haifa che ha provocato 10 vittime ed e` stato rivendicato da Hamas, a Gaza i combattenti hanno lanciato un missile kassan2 e Sharon ha dichiarato che tutte le postazioni dell`autorita`-polizia palestinese devono essere abbandonate.Cio` fa pensare alla volonta` di attaccare anche la strscia di Gaza.
20000 riservisti sono stati chiamati alle armi per interventi nella striscia di Gaza e West-bank. Fate il possibile per diffondere la notizia in tutta Italia e attraverso tutti i canali che noi siamo qui e che non ci muoviamo!
La famiglia della matrire del campo ci ha chiesto se c`e` qualcuna di noi ragazze che ha voglia di dormire a casa loro. Non appena abbiamo novità ve le comunichiamo.Mi raccomando almeno uno di voi deve stare attaccato ad internet!!!(indymedia e
www.haaretzdaily.com nelle news sembra che sia il giornale di sx israeliano, unico modo per sapere notizie in diretta).
Vi abbracciamo brigata palestina
VIVA L`INTIFADA

31-03-02
h20,31
Ciao da Monte
Ieri 30 marzo siamo andati al check point fuori da Gerusalemme per andare a Ramallah ma non ci hanno fatto passare; abbiamo manifestato ma e stato inutile.
Ci siamo spostati al check point verso Betlemme e qui i francesi(e noi al seguito) hanno forzato il blocco davanti ai soldati esterefatti e siamo giunti in corteo nella piazza di Betlemme. Qui abbiamo
incontrato Michele ed un altro che non conosco (la cosa piu importante e che stanno entrambi bene). Siamo rimasti per circa tre ore poi siamo andati a manifestare sotto la casa di Sharon insieme a Peace Now. Stamattina dieci di noi sono partiti per Ramallah per difendere l' OSPEDALE circondato dai carri armati!!! Qui le cose si stanno mettendo al peggio e neppure essere europeo ti garantisce la pelle se sei in zona di rastrellamento; Ma per capire come ragiona un israeliano medio
basterebbe andare alla Spianata del Tempio e vedere quale banda (ARMATA) di folli fanatici religiosi popola questo luogo.
Monte

Fonte: pacipaciana

 



Vi inoltriamo tre comunicati della brigata Palestina, il gruppo di
interposizione civile del csa Pacì Paciana in Palestina, pervenutoci in
serata (30/3 h 18.00, h 21.30, h 22.00).

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COMUNICATO 30/3 h 18.00
Il 25 marzo, una delegazione di 6 compagni e compagne del c.s.a PACI` PACIANA di
bergamo e` partita per raggiungere la palestina, unendosi con altri 30 compagni/e
del comitato nazionale di solidarieta` con l`intifada, che porta avanti progetti di
aiuto e appoggio alla popolazione palestinese. Progetti quali: adozione degli asili
di Hebron, Gaza, Ramallah, Deisheih e Nablus. Cooperazione per la nascita delle
Radio libera palestinese. Il nostro obbiettivo, inoltre, e` quello di fare della
controinformazione e attivita` di interposizione. Per questo ci siamo recati a
deisheih campo profughi piu` volte attaccato dalle truppe di occupazione israeliane.
La situazione che abbiamo trovato e` molto grave, il 29 marzo una ragazza di 16 anni
proveniente da questo campo si e` fatta esplodere in un centro commerciale di
Gerusalemme. immediatamente gli israeliani hanno esternato l`intenzione di colpire
il campo per vendetta. Da ieri il campo e` allertato e il comitato ha deciso di
rimenere nel centro culturale del campo. questo e` il piccolo aiuto che possiamo
portare alla popolazione, sperando che la nostra presenza possa in qualche modo
salvaguardare la vita degli abitanti. abbiamo esercitato tutte le pressioni
possibili, con la stampa internazionale e il consolato italiano, affinche` la nostra
presenza fosse piu` pubblica possibile. la notte e` andata bene, questa mattina
abbiamo fatto delle azioni di interposizione non violenta a Beit Jala. Ci siamo
trovati la strada sbarrata dai tank che ci hanno impedito di arrivare al villaggio.
Normale occupazione israeliana !! Un risultato positivo l'abbiamo ottenuto nella
giornata, la delegazione denominata Action for peace arrivata oggi a Betlemme su
nostra prwecisa richiesta ha mandato qui a Deisheih 70 persone. Dunque ora il
gruppo d'interposizione presente nel campo e' piu' numeroso. stasera abbiamo
ricevuto la notizia che sharon ha dichiarato l`intenzione di attaccare i territori,
non tenendo conto della presenza di osservatori internazionali a ramallah, betlemme
e deisheih. ha inoltre fatto sapere che le delegazioni sono state dichiarate espulse
dalla regione. Questo ci fa credere in un imminente attacco israliano nella zona e
ci fa chiedere l`attenzione dei mezzi di informazione sulla situazione che stiamo
vivendo in empatia con la popolazione.



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COMUNICATO 30/3 h 21.30
Action for peace si è unita al Comitato di solidarieta con l'intifada per difendere la popolazione di Deheishe. I compagni del Pacì hanno incontrato la Roby, Maurizio. Kekko è stato arrestato perchè faceva delle foto, ma al momento è stato rilasciato e sta bene.

Ore 21.30 in Palestina appena saputo che una persona di questo campo si e'
fatta esplodere a Tel Aviv, l'occupazione tremenda subita da Deihsceih il
mese scorso viene vendicata in questi giorni a caro prezzo.
La notte scorsa attendevamo l'arrivo dei tank che sono entrati a Beit Jalla
a 2 km da qui, si pensava che venissero qui ma invece cio' non e' avvenuto.
Siamo rimasti soli dentro Ibdaa,pronti ed organizzati e consapevoli di cosa
fare per aiuare la popolazione di qui. Avevamo attivato tutti i canali
necessari tra cui quello del console che aveva dovuto tener conto della
nostra presenza, e l'aveva segnalata anche agli israeliani. Non pensiamo di
aver fermato i carri ma comunque rappresentiamo un problema in piu' di cui
debbono tener conto. Ora siamo anche in 100 per l'arrivo di 70 compagni
della delegazione di Action for Peace. Sicuramente quest'ulteriore azione
cambia le carte in tavola. Stiamo a vedere visto che al confine col Libano
ci sono stati attacchi degli Hezbollah che stanno impegnando truppe
israeliane.


Deheishe, 30 marzo


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COMUNICATO 30/3 h 22.00

Questa notte saremo in tanti a Deheishe

Dopo la breve confrontazione con i tank israeliani alle porte di Beit Jala decidiamo di tornare al centro di Betlemme (anche gli attivisti mangiano!). Appena arrivati all'hotel dove alloggiano I componenti del I.S.M. (internetional solidarity movement) arriva finalmente una buona notizia: la delegazione di action for peace è riuscita a passare il check point e si sta avvicinando a Betlemme.
Nessuno, tantomeno loro, credeva che ce l'avrebbero fatta.
Ci incontriamo finalmente nella piazza della natività ed è strano come in queste condizioni la gioia di rivedersi faccia dimenticare le polemiche che regolarmente fioriscono nell'intricato panorama del movimento italiano.
Ci raduniamo in un'improvvisata assemblea e prende parola il sindaco di Betlemme.
Ringrazia tutti per la insperata presenza in città e racconta delle difficoltà che quotidianamente affrontano sotto la minaccia delle armi israeliane.
Poi viene il momento di prendere decisioni. La richiesta di aumentare la presenza internazionale nel campo di Deheishe viene accolta con calore dai componenti di "action for peace" e settanta attivisti, principalmente italiani, decidono di passare la notte con noi nel campo. Il nostro rientro è stato accolto con sorpresa e gioia dagli abitanti; piùdi cento occidentali decisi ad interporsi non si erano mai visti da queste parti.
Questa notte saremo in tanti a Deheishe e sotto questo cielo, troppo spesso tracciato dai missili, stiamo scrivendo tutti insieme una memorabile pagina di solidarietà.
Buona notte (?).

Deheishe, 30 marzo

fonte: pacpaciana

 



Vi inoltriamo due comunicati del 29 marzo dalla Palestina. Il primo è dei gruppi di solidarietà internazionali da Deheisheh, il secondo è del movimento dei disobbedienti.

Aggiornamenti costanti su Indymedia Italia (italy.indymedia.it), Tactical Media Crew (
www.tmcrew.org) e Radio Sherwood (www.sherwood.it).



29 marzo 2002 - COMUNICATO

I gruppi di solidarietà internazionali presenti in palestina per fermare l'occupazione e in protezione della popolazione palestinese hanno fatto questo pomeriggio un corteo per le strade di Deheisheh, per dire no all'escalation di violenza che nelle ultime ore è precipitata nei territori palestinesi e in Israele.

L'occupazione di Ramallah, quest'oggi, da parte dell'esercito israeliano ha causato per ora 10 morti, tra cui due giornalisti stranieri, e un centinaio di feriti.

L'Unione europea, ha chiesto a Israele di ritirare le proprie truppe e i carri armati dal quartier generale di Yasser Arafat a Ramallah.


Sono due i morti e 22 i feriti, invece, a Gerusalemme per l'esplosione della ragazza sedicenne proveniente dall'accampamento di Deheisheh, vicino a Betlemme.

La popolazione del campo di Deheisheh ha annunciato che non opporrà all'esercito alcun tipo di resistenza, chiedono però che finisca la violenza israeliana per far fine anche quella palestinese.


Il governo di Ariel Sharon e il suo esercito continuano tuttavia l'accerchiamento dei territori. Dopo Ramallah, Tulkarem, poi Nablus e Betlemme dove ci si aspetta un attacco immediato.


Il cordinamento italiano dei comitati in solidarietà con l`Intifada, alcuni attivisti di Indymedia Italia, New York e San Francisco, rimarranno nel campo di Deheisheh e congiuntamente con le altre delegazioni italiane ed internazionali che si trovano a Betlemme e a Gerusalemme continueranno a fare delle azioni non violente per portare il proprio appoggio al popolo palestinese e per chiedere il ritiro immediate delle truppe d'occupazione dai territori palestinesi


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DISOBBEDIENTI ALL'ANNIENTAMENTO DEL POPOLO PALESTINESE: 12 IN MISSIONE
TRA LE CANNONATE A RAMALLAH,
CENTINAIA CARICATI A GERUSALEMME, UN ARRESTATO ED ESPULSO.

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE IMMEDIATA E GENERALE CONTRO LA LIQUIDAZIONE
NEL SANGUE DELL'ANP

APPELLO DEI DISOBBEDIENTI A FIANCO DELLA PALESTINA E DELLE SORELLE E DEI FRATELLI PRESENTI NEI TERRITORI

Il governo israeliano del massacratore Ariel Sharon ha deciso la soluzione finale della questione palestinese: la liquidazione nel sangue dell'Autorità Nazionale, l'annientamento della vita e dei diritti del suo popolo. Yasser Arafat è stato condannato all"isolamento totale": il quartier generale dell'Anp a Ramallah è invaso dai carri e dalle truppe israeliane, l'ufficio dov'è asserragliato il suo presidente è tempestato dalle mitragliatrici pesanti, Arafat stesso ha invocato il "martirio".
Ai palestinesi è stata lasciata solo la strada di una resistenza disperata.
Centinaia di disobbedienti, di Ya Basta, dei Giovani Comunisti e della Rete No Global, tra i pacifisti della Carovana giunta ieri in Palestina, sono impegnati in queste ore in atti di mobilitazione concreta nei Territori.
Dodici nostri fratelli e sorelle hanno raggiunto Ramallah invasa e stanno tentando di riunirsi con José Bovè e gli attivisti francesi e belgi con lui nel Ramallah Hotel.

Tutti gli altri hanno stamane inscenato una manifestazione di fronte all'Orient House soppressa mesi fa dall'aggressione dell'esercito israeliano, esponendo la bandiera palestinese: per questo sono stati
brutalmente caricati dalla polizia a cavallo, che ha fatto diversi feriti e ha tratto in arresto il compagno Mario Campagnano, disobbedienti di Rifondazione Comunista di Roma, ora all'aeroporto di Tel Aviv in attesa di essere espulso dopo essere stato sottoposto ad un prolungato pestaggio.

Altri attivisti, compresi compagne e compagni di Indymdia Italia, sono a Betlemme e a Deishe minacciate di rappresaglia dopo l'attentato odierno a Gerusalemme Ovest, eseguito secondo alcune fonti da una kamikaze proveniente da quelle zone.
A Ramallah non si riesce a fare il conto dei morti, mentre altre azioni disperate contro civili israeliani rispondono alla guerra totale ai civili scatenata da Sharon.
Tutti i Territori sono stati ripiombati nell'occupazione militare, soppressi i diritti dei palestinesi, minacciata la loro vita, estirpata la loro speranza di pace.
Tutto questo è la risposta di Sharon e del suo governo alle offerte della Lega Araba e a quella di cessate il fuoco incondizionato avanzata da Arafat ieri sera.
La famosa "comunità internazionale" sta dimostrandosi inesistente. I poteri imperiali che siedono a Washington e a Bruxelles hanno liquidato, nel primo caso, la proposta dell'Anp e nel secondo le hanno opposto il più vergognoso silenzio.
Il governo italiano guerrafondaio di Silvio Berlusconi non sta pronunciando una sola parola su quanto accade.
Il movimento delle e dei disobbedienti chiama in Italia alla mobilitazione immediata e generale delle reti sociali e dei singoli, perché mille atti di disobbedienza civile facciano eco qui a quelli che stanno compiendo le nostre sorelle e i nostri fratelli in Palestina al fianco di popolazioni stremate e minacciate di annientamento.
Il movimento delle e dei disobbedienti andrà nelle strade e nelle piazze a gridare che ora basta, che la guerra globale si deve fermare, che vanno smascherati i poteri dell'Impero delle multinazionali e delle
oligarchie che la muovono, che un'Europa raccolta intorno alla sola merce e capace solo di assecondare massacri e guerre non è la nostra Europa. Saremo nelle strade e nelle piazze sin da oggi, a partire dalla
manifestazione convocata per oggi pomeriggio alle 17 e 30 nella
capitale, a piazza S. Marco, di fronte alla sede di quell'Organizzazione delle Nazioni Unite che non sa e non può mettere in atto le sue risoluzioni e che passivamente vede demoliti gli stessi principi di diritto su cui dovrebbe essere fondata la sua inesistente
autorità.
Con la Palestina e le sue popolazioni, contro la guerra, contro il dominio imperiale: ovunque e sempre disobbedienza civile e sociale!


29 Marzo 2002,
Anno secondo della Guerra Globale Permanente,
Primo giorno della soluzione finale per i palestinesi


MOVIMENTO DELLE E DEI DISOBBEDIENTI

fonte: pacipaciana




DOMANI 30/3 PRESIDIO A MILANO
ALLE 16.30 IN CORSO EUROPA, 12

CI TROVIAMO ALLE 15.00 DAVANTI AL CSA PACì PACIANA
PER ORGANIZZARE LE MACCHINE.

In Palestina la situazione sta precipitando.
Dopo aver circondato la sede dell'OLP, l'esercito israeliano sta invadendo tutti i Territori con i carri armati e i metodi che ben conosciamo!
E' importante in questo momento qui in Italia scendere in piazza davanti a tutte le ambasciate israeliane per rispondere all'infame attacco sionista.

Qui sotto, la mail che ci è arrivata questa sera (29/3) dai bergamaschi in Palestina per fare interposizione civile.





LETTERA DELLA BRIGATA PALESTINA
29 MARZO 2002 H 21.57



la micro manifestazione fatta nel campo non e` servita a molto se non a portare
solidarieta` alla popolazione, i pacifisti che ci hanno raggiunto erano quasi tutti
americani, ma non si sono fermati nel campo come speravamo, sono
tornati a betlemme.
abbiamo contattato l`unita` di crisi della farnesina, ci hanno risposto che la
situazione e` molto critica, che siamo andati troppo oltre, che ci avevano gia`
avvertito ieri che l`unica cosa da fare era uscire al piu` presto dai territori, che
nessuno puo` varcare il check di betlemme, neanche i parlamentari che si trovno con
action for peace, le ultime notizie sono che provano a mandarci un diplomatico da
tel aviv.
i carro armati sono entrati da beit jalla all` altezza della tomba di rachele e da
betlemme, ci si aspetta che arrivino al campo verso mezzanotte, tra poco saremo soli
a ibda, tutti gli uomini abbandoneranno il campo, che non opporra` resistenza,
mentre sono decisi a combattere a betlemme, piu` facile difendersi
visto che siamo nel weekend della settimana santa.
i compagni di milano hanno fatto una diretta su radio popolare. quando entreranno nel campo staccheranno subito la luce e la linea
telefonica quindi se ci sono problemi vi chiamiamo noi per telefono.
ci dicono che se dovessero attaccare il campo noi dovremmo essere al sicuro dentro
ibda, ma queste sono le previsioni dei palestinesi.
a questo punto provate in tutti i modi possibili a fare delle pressioni di qualunque
genere chiamate l` ambasciata israeliana...non sappiamo neanche noi.
a parte le parole dure che uso, ma ho fretta, noi siamo un bel gruppo, siamo
tranquilli, abbiamo cibo e acqua per restare vari giorni, non pensiamo a niente di
tragico, al massimo ci pigliano, ci fanno uscire e ci portano all`ambasciata, anche
quegli otto temerari che sono a ramallah stanno bene e sono protetti dagli israeliani
dentro una casa. il nostro pensiero va alla popolazione del campo e su questo siamo
irremovibili, resteremo a deisheih per tentare di proteggerli, abbiamo gia` visto
cosa succede quando fanno rappresaglie verso i paesi o campi di origine dei martiri.

vi abbracciamo tutt@ baci dalla brigata palestina

fonte: pacipaciana

 



"La polizia a cavallo israeliana sta caricando un gruppo di circa 200 pacifisti
italiani nei pressi della sede dell'Organizzazione per la liberazione della
Palestina, a Gerusalemme est. Gli agenti stanno picchiando con manganelli
i manifestanti, giunti ieri in Israele per partecipare a iniziative di pace
con attivisti israeliani e palestinesi."

ALTRE INFORMAZIONI VERRANNO DATE INN SEGUITO
VISITATE IL SITO
www.italy.indymedia.org
__________________________________
Scrivete all'ambasciata italiana in Israele :
italemb@netvision.net.il

e all'ambasciata israeliana in Italia per conoscenza :
info-coor@roma.mfa.gov.il
e al presidente
presidenza.repubblica@quirinale.it

Io, NOME e COGNOME, in qualità di cittadino italiano, chiedo che venga presa
una posizione chiara sugli eventi che hanno coinvolto i pacifisti italiani
a Gerusalemme.
Ritengo sia da ritenersi un sopruso inqualificabile quello che sta accadendo,
lo Stato di Israele sta dimostrando ancora una volta che, pur riempendosi
costantemente la bocca sulla violenza usata dai terroristi palestinesi,
usa la violenza come unico modo per relazionarsi con il mondo.
Non accetto in alcun modo le accuse di antisemitismo che vengono rivolte
a chi si ribella ai metodi israeliani, proprio come condanno i metodi che
il movimento nazista utilizzò nei confronti del popolo di israele, così
oggi condanno i metodi del governo israeliano.
Se tale governo si sente offeso dal paragone con i nazisti, sappia, che
il mondo intero si sente offeso dal suo comportamento.
Israele non può giustificare le violenze che commette ogni giorno con il
fatto di averne subite a propria volta durante la seconda guerra mondiale.
Israele sta portando avanti un terrorismo di stato ingiustificato e ingiustificabile.
Chiedo formalmente che vengano poste ad Israele sanzioni adeguate al comportamento
tenuto, la carica nei confronti del movimento pacifista dimostra che il
governo israeliano sta lavorando per lo sterminio del popolo palestinese
e non certo per il raggiungimento della tanto agoniata PACE!

NOME e COGNOME

fonte: pacipaciana