L'ECO DI BERGAMO 30 marzo 2002CittàPagina 14 La giovane si trova agli arresti domiciliari da cinque mesi e proclama la propria innocenza: «Non ci sono prove» Fuoco al traliccio, Silvia rinviata a giudizio La studentessa è imputata per l'attentato al ripetitore della Maresana dello scorso luglio La vicenda dell'incendio al ripetitore della Maresana finirà in un'aula di tribunale. Il sostituto procuratore che si sta occupando del caso, Enrico Pavone, ha infatti presentato la richiesta di rinvio a giudizio per Silvia Guerini, la studentessa ventenne di Bergamo che da oltre cinque mesi si trova agli arresti domiciliari per le accuse di attentato a impianti di pubblica utilità, incendio doloso e porto abusivo di materiale esplodente. La giovane, che si è sempre dichiarata innocente, è ritenuta dagli inquirenti uno dei responsabili dell'attentato al traliccio della Maresana: la sera del 4 luglio dell'anno scorso un incendio danneggiò il traliccio, alto una sessantina di metri, base dei ripetitori di una cinquantina di canali radio, tv e per la telefonia cellulare. Le fiamme causarono danni per 800mila euro e oscurarono per giorni alcuni segnali televisivi, rendendo difficoltose le comunicazioni con i cellulari. Alla base del traliccio fu trovata la scritta «Lotta alla nocività e alla Telecom». L'abitazione di Silvia Guerini, studentessa del Secco Suardo, fu perquisita il 17 luglio e dopo tre mesi, esattamente il 22 ottobre, gli agenti della Digos la arrestarono e da allora si trova agli arresti domiciliari. La giovane ruota attorno ai movimenti anarchici cittadini ed era già stata bloccata un mese prima dell'attentato mentre scriveva proclami sul palazzo del Comune. A casa della ragazza gli agenti trovarono e sequestrarono alcuni oggetti, fra cui quattro bulloni e una bomboletta spray. I quattro bulloni (di acciaio zincato a fuoco) sono di un tipo speciale utilizzato esclusivamente per fissare le staffe alle parabole dei tralicci e non possono essere comprati al dettaglio, ma solo su ordinazione. Inoltre la bomboletta di vernice sequestrata ha stampigliata sul fondo la sigla con lo stesso giorno di produzione della bomboletta trovata alla Maresana il giorno dell'incendio. Silvia Guerini ha sempre respinto ogni accusa: ha raccontato che quella sera si trovava in Città Alta con alcuni amici, per un concerto della Banda Bassotti a Sant'Agostino. Lo spettacolo era in programma per le 21, proprio quando il traliccio iniziò a bruciare. Per quanto riguarda la bomboletta trovata nella sua abitazione, la difesa ha replicato alle accuse ricordando che di bombolette ne vengono prodotte a miliardi. I bulloni, invece, farebbero parte di una collezione di oggetti strani (una passione della giovane) e non ci sarebbe nessuna prova che siano gli stessi del traliccio. Nelle prossime settimane l'udienza preliminare di fronte al gup.