Superman

C’era una volta un ragazzo chiamato Cesare, abitava in una piccola città padana e frequentò il locale istituto tecnico "Esperia". Facendosi a piedi il percorso dalla stazione fino in fondo a via Gavazzeni, ogni giorno malediceva i governanti della città che non costruivano la passerella per scavalcare lo scalo ferroviario ed arrivare prima a scuola, <<ma quando sarò grande, ci penserò io>>.

Quando diventò grande andò a lavorare in una grande azienda di Torino, dopo finì per cascare in alcune cattive compagnie ed ebbe anche la sua buona dose di sfortuna. Pensate, ogni società in cui entrava come amministratore poco dopo la sua uscita, finiva per fallire.

Ma un giorno il suo destino cambiò, apparve una luce azzurra abbagliante ed una musica coinvolgente "forza quiiii, forza laaaa…", la sua vita non fu più la stessa. Si trasformò in un superuomo, vestito di tutina aderente azzurra.

Svolazzava per i cieli della città cantando: << ti regalerò stadio, ospedale, inceneritore, tangenziali, tram veloci, telesorveglianze, fiera, palatenda, parcheggi sotto e sopra città alta, la passerella della stazione! >>. Ma dopo tre anni da sindaco si accorse che non aveva fatto ciò che voleva fare.

Il problema era grosso perché la luce azzurra andava ancora forte, ma ormai molti si aspettavano anche i fatti, persino il signor Moltrasio, presidente degli industriali, diceva che non bastano più le parole.

Allora si ribellò ed urlò ai quattro venti: << ora basta, voglio i miei poteri speciali! >>.

Triste e sconsolato ricordò le parole di un tale di Arcore "ghe pensi mi", prese cazzuola e malta si diresse in via Lunga, prese la prima pietra e disse: <<questa è la prima pietra, chi mi rompe ancora gliela tiro dietro…>>. Tornando a casa si fece a piedi tutta via Gavazzeni e via Bonomelli insieme a migliaia di studenti che, tornando da scuola, maledicevano i governanti della città che non costruiscono la passerella della stazione.

Il resto è cronaca dei nostri giorni….

Lamacorta