L'ECO DI BERGAMO 07 aprile 2002 Pezzotta, leader Cisl: «Il sindacato sfila con chi condanna il terrorismo». 1.500 partecipanti per la questura, 4.000 per gli organizzatori Si sdoppia il corteo per la pace in Medio Oriente «Slogan troppo unilaterali»: il gruppo dell'Ulivo e di Cisl, Cgil, Uil si stacca da quello del Social forum A Roma la manifestazione unitaria per la pace in Medio Oriente è saltata: hanno ritirato la loro adesione Cgil, Cisl e Uil, la Margherita e i Ds. Non condividono i toni, gli striscioni unilaterali, il pacifismo a senso unico dei centri sociali, di Rifondazione comunista e del Social forum. Per gli stessi motivi anche la manifestazione bergamasca ha subìto un evidente cambiamento. In pratica i cortei sono diventati due. Davanti quello del Social forum e di Rifondazione comunista, che si apre con uno striscione inneggiante l'intifada, dietro, staccato di qualche decina di metri, quello dell'Ulivo e del sindacato unito. Nessuna condivisione dell'unilateralismo della sinistra e dei giovani dei centri sociali, che peraltro rappresentano la parte più cospicua della sfilata, una sfilata che ha visto protagoniste 1.500 persone, per la questura, 4.000 per i manifestanti. Tra questi il leader della Cisl, Savino Pezzotta: «Il sindacato sta sfilando in tante città d'Italia in questo momento. Con chi chiede anche una condanna forte al terrorismo. L'obiettivo di questa iniziativa è quello di spronare chi di dovere a muoversi per la pace in Medio Oriente: l'Onu, in primis, anche con forze da inserire tra i due schieramenti. E poi l'Ue, che dovrebbe essere più decisa e schierata. Infine il governo italiano». E Maurizio Laini, segretario provinciale della Cgil, evidenzia il ruolo «non da protagonista ma importante del sindacato nel denunciare e sensibilizzare verso determinati e concreti problemi». Il corteo parte dalla stazione e gira in via Paleocapa, poi risale lungo via Quarenghi, arriva in piazza Pontida, percorre via Sant'Alessandro, via Garibaldi, viale Roma e raggiunge piazza Vittorio Veneto. Bandiere dell'Ulivo, della Margherita, dei Comunisti italiani, della Cgil, della Cisl, della Uil, dell'Arci. E naturalmente le bandiere della Palestina e d'Israele: pace per tutti. «Anche perché - sostiene Giancarlo Zilio, coordinatore dell'Ulivo - stiamo assistendo a un preoccupante rigurgito di antisemitismo, in Europa e nei Paesi arabi moderati. Questo è un dato davvero pericoloso». «Sì - gli fa eco Giovanni Sanga, Margherita -: due popoli in due Stati, in confini sicuri e riconosciuti. Solo così si smorzeranno le tensioni che stanno divampando nell'area del Mediterraneo e in Europa». Unanime la critica a Sharon che «ha contribuito a far precipitare la situazione», come sottolinea Antonio Misiani, segretario dei Ds. Mentre è forte soltanto in un corteo, quello ulivista e sindacale, la condanna al terrorismo. L'altra sfilata ha puntato sugli slogan contro Bush e Sharon, sui cori in favore dell'intifada, sulle bandiere della Palestina. Con tante bandiere rosse, a contorno. Un corteo colorato e rumoroso, organizzato dal Bergamo social forum insieme alla comunità islamica contro l'intervento militare israeliano e per una «pace giusta in Palestina». Aperta dal grande striscione «Con il popolo palestinese, intifada fino alla vittoria», questa tranche della sfilata ha deviato a un certo punto, passando sul Sentierone e in largo Belotti, distinguendosi anche nel tragitto dalla sfilata dell'Ulivo. Un serpentone ingrossato dalla presenza di molti immigrati (alcuni con la kefiah palestinese e altri con abiti islamici), dai giovani del Pacì Paciana, da militanti del Movimento studentesco, Rifondazione Comunista. Marco Sironi (Prc) sottolinea che l'iniziativa «ha dimostrato concretamente che i palestinesi non sono soli». Non sono mancate le sorprese, come un collegamento in diretta telefonica dalla Palestina con alcuni pacifisti bergamaschi, e i momenti simbolici: la manifestazione si è chiusa con il falò di una bandiera americana e di un «tank» israeliano in cartone, mentre davanti al monumento al Partigiano sono state stese bandiere palestinesi per sottolineare «l'analogia tra la lotta di liberazione dal nazifascismo e quella del popolo palestinese». Rosella del Castello Mauro Guido