A chi i buoni scuola? Solo agli studenti delle scuole private

"Il buono scuola è un provvedimento di giustizia, destinato a tutti gli studenti, di scuole sia pubbliche che private, ed in particolar modo a quelli in condizioni economiche più disagiate":

Roberto Formigoni, presidente Regione Lombardia.

Il 15 luglio 2001 veniva assegnato in Lombardia il primo "buono scuola", ma soltanto il 24 ottobre, a più di tre mesi di distanza e solo a seguito di continue pressioni istituzionali, sono stati resi noti i dati relativi all’avvenuta erogazione, soltanto grazie all’impegno dei consiglieri regionali di Rifondazione Comunista. Analizzandoli, si capisce il perché di tanta reticenza da parte di Formigoni a renderli pubblici. In una regione in cui la popolazione studentesca è di 980.680 alunni, di cui 901.620 (91,92%) frequentanti scuole pubbliche e 79.240 (8.08%) scuole private, i "buoni scuola" stanziati sono stati 46.935, per un ammontare complessivo di più di 58 miliardi di lire. Il più grande investimento di denaro pubblico mai avvenuto in Lombardia nel campo dell’istruzione è però andato per il 99,74% a studenti di scuole private (46.335 domande ammesse per uno stanziamento di 58 miliardi 282 milioni, con un rimborso medio di 1.257.000 lire), mentre solo 600 sono state le famiglie che mandano i propri figli in un istituto pubblico ad essere finanziate, mediamente con 250.000 lire, per un totale di 150 milioni di lire.

Un provvedimento destinato indifferentemente a scuole pubbliche e private? 46.300 domande di scuole private contro 600 di quelle pubbliche, 58 miliardi e 282 milioni contro 150 milioni, una vergogna…

E poi, come se non bastasse, un altro dato clamoroso è evidenziato dall’analisi delle fasce di reddito. 11.107 "buoni" sono stati destinati a famiglie che dichiarano un reddito annuo pro-capite (da moltiplicare cioè per il numero dei componenti il nucleo familiare) da 30 a 60 milioni, per un totale di 15 miliardi di stanziamento, addirittura superiore alla somma spesa annualmente in Lombardia (14 miliardi) per il diritto allo studio di quasi 1 milione di studenti.

A fianco di questi ricchi (eppure finanziati) vi sono poi 26 famiglie che dichiarano un reddito negativo ed altre 1.806 che dichiarano di guadagnare annualmente da 0 a 5 milioni pro-capite.

Come fanno tali persone, la cui mera sopravvivenza dovrebbe essere una quotidiana lotta, a spendere 6, 8 o 10 milioni per mandare i propri figli ad una scuola privata? La risposta, semplicissima, si chiama evasione fiscale, arrogante evasione fiscale. Come è possibile che di fronte a tale evidenza Formigoni, prima di procedere all’erogazione, non abbia provveduto ad un controllo? Cecità improvvisa o semplicemente disinteresse?

I buoni scuola? Vergognosamente discriminanti!

Francesco Chiodelli (Kekko)

Movimento Studentesco di Bergamo