Problema aeroporto:

Tre domande ad Alfonso Gianni

 

Il giorno 11 aprile, in occasione dell’assemblea di apertura della campagna elettorale a Bergamo, abbiamo intervistato il capolista di Rifondazione Comunista alla Camera sul problema dell’aeroporto e dei voli notturni che continuano a svolgersi sulle nostre teste e sopra i nostri quartieri, ecco le sue risposte ed i suoi propositi sull’argomento.

Cosa pensi della decisione della commissione parlamentare in merito alla riapertura dell'aeroporto di Orio al Serio ai voli notturni?

R..: E' chiaro che quello che è successo nella votazione alla Camera, non è un "incidente di percorso" come vuol far credere la maggioranza di centro-sinistra, ma è la logica conclusione della rinuncia ad una reale e concreta battaglia ambientalista. In modo estremamente semplice possiamo dire che  viene subordinato alle esigenze del mercato (in questo caso specifico quello del trasporto rapido internazionale delle varie DHL, TNT, UPS, ecc.) il diritto dei cittadini alla salute.

Cosa è utile fare per modificare questa situazione e quale sarà il tuo impegno in tal senso?

R..: L'unica strada percorribile, per far recedere dalle decisioni prese, è in primo luogo quella del rilancio sul territorio della lotta contro lo sviluppo dell'aeroporto e, secondariamente, per una rivalutazione dell'impatto ambientale di una struttura così vicina ad un grande centro abitato. A questo vostro impegno corrisponderà sicuramente il mio personale e quello dell'intero partito, che come si può rilevare dal programma elettorale, fa delle questioni della qualità della vita, del problema ambientale e di un diverso modello di sviluppo i capisaldi del proprio futuro lavoro.

Quale nesso c’è, secondo te, tra le questioni ambientali e quelle del lavoro?

R.: Un nesso inscindibile e fondamentale per un diverso modello di sviluppo, a cui facevo riferimento precedentemente. Noi, infatti, riteniamo che un corretto intervento sul territorio che salvaguardi l'ambiente e il patrimonio naturale, non può che produrre nuova occupazione. Per questo ad esempio proponiamo l'attuazione della legge 183 (per la difesa del suolo), che da sola può portare all'impiego di 300.000 giovani e tecnici.

 

Telesorveglianza  

 

Oscenità in luogo pubblico. Era questa l’accusa al nostro emigrato in Svizzera, pescato durante la minzione in un parchetto, da una guardia, nel film “Pane e cioccolata”. Non è la sola minaccia. Paletta e secchiello, perciò, anche per i nostri amici animali. Quotidianamente si occupano dei loro bisogni. Ora dovranno farlo con maggiore attenzione.

Una guardia, sempre presente, inflessibile, pervasiva, ci controllerà, probabilmente a partire da giugno, nello spazio pubblico della città. Sarà posta sotto lr gronde. I tetti faranno da cavalletto per queste telecamere dagli occhi indiscreti. Attraverso fibre ottiche, le nostre immagini arriveranno alla questura, al comando dei carabinieri, alla stazione della vigilanza urbana. Saremo sicuramente sotto sorveglianza.

Grande successo per l’Amministrazione comunale. Alla sicurezza per il cittadino ci si arriva anche così. Dopo il vigile di quartiere laddove è stato posto, ecco anche la telesorveglianza. Il nemico sufficientemente dichiarato, l’emigrato extracomunitario, deve stare attento. Una guardia sarà sempre dietro di lui, anzi sopra. Un altolà, un alza le mani o sparo, sempre pronto ad entrare in azione. Naturalmente agita le braccia anche la ditta appaltatrice. Diversi miliardi sono pronti ad entrare in cassa per questo nuovo lavoro in onore della sicurezza. Bel colpo.

Posti telefonici, macellerie islamiche, artigianato africano, grandi poster con attori delle telenovelas indiane: via S.Bernardino e via Moroni sono i prossimi annunciati obiettivi della telesorveglianza. Troppa presenza extracomunitaria. Dietro i bisogni che rendono possibile quel tipo di negozi, si agitano interessi criminosi. Lo zoom della telecamera è infatti già pronto a inquadrare la statuetta d’ebano decapitata o l’agnello sgozzato che passa l’uscio della macelleria. Reati insopportabili.

Poco tempo fa anche la Giunta di Milano riteneva la prostituzione come un reato insopportabile. Grande mobilitazione, largo coinvolgimento dei mass-media, diffuso impiego dei vigili. Dovevano fotografare i clienti delle prostitute. Risultato: le signorine sempre sulla strada, un esponente di rilievo della Giunta in Commissariato, perché frequentatore probabilmente  incallito di tali donne. Speriamo che la telesorveglianza locale non porti ad un simile risultato. Non dico per questo reato, ma manco per la minzione.

Carlo Angelillo