Formigoni vuole privatizzare anche l’edilizia residenziale pubblica

Una Società per Azioni per la gestione degli alloggi pubblici. Affitti come nel settore privato, ma solo dopo le elezioni.

 

Per merito dell’iniziativa di Rifondazione Comunista e del centrosinistra contro la legge regionale n. 12/01 presentata da Polo e Lega che prevedeva la nomina di un commissario straordinario per la liquidazione delle ALER, l’obiettivo della loro soppressione è stato per il momento fermato. La maggioranza infatti ha ritirato gli articoli relativi.

Ma l’obiettivo di privatizzare l’edilizia pubblica non è stato affatto accantonato, infatti la maggioranza di centrodestra, respingono tutti gli emendamenti contrari di Rifondazione, ha comunque votato la costituzione di una Società per Azioni con lo scopo di gestire il patrimonio immobiliare della Regione e delle Aler.

Si tratta di una decisione gravissima, di un vero e proprio esproprio a danno dei lavoratori che quelle case hanno pagato e che, se dovesse passare, avrà gravissime conseguenze per tutti gli inquilini delle case popolari, perché tra pochi mesi il nuovo padrone di casa, per volontà del Polo, di Formigoni e della Lega, sarà un privato, una S.p.A..

Per prima cosa aumenteranno gli affitti in modo indiscriminato e generalizzato.

Formigoni ha infatti già pronta nel cassetto una proposta di legge, ma che tirerà fuori solo dopo le elezioni, per la revisione dell’attuale normativa sui canoni nell’edilizia pubblica che prevede “la progressiva convergenza verso i canoni di mercato”.

Si vorrebbero dunque applicare nell’edilizia pubblica gli stessi affitti del settore privato.

Salvo una ristretta fascia sociale di inquilini da “proteggere” (le attuali prime due fasce con reddito lordo di 19 milioni) per tutti gli altri inquilini sono previsti affitti di mercato (10/15 milioni l’anno) e chi non riesce a pagare si arrangi a chiedere il Fondo sociale, se ce ne sarà per tutti. E se non riesce a pagare si prepari allo sfratto.

Questa è la politica del centrodestra, di Polo e Lega. Anziché cittadini con diritti da esigere (come il diritto alla casa) vogliono sudditi che umilmente chiedano aiuti e sovvenzioni per sopravvivere. Questa significa in concreto il termine di privatizzazione dei servizi pubblici e ridimensionamento dello stato sociale.

Così, dopo la sanità e la  scuola  ora  tocca  l’edilizia

 

residenziale pubblica.

Rifondazione comunista contrasterà a fondo ogni ipotesi di smantellamento e privatizzazione delle ALER lombarde perché la casa rappresenta un aspetto ancora importante delle politiche sociali statali e regionali. Ed il settore pubblico deve semmai essere rilanciato e non abolito.

Rifondazione comunista vuole infatti:

la difesa della natura giuridica pubblica delle ALER; un flusso regolare e certo di finanziamento regionale agli Enti gestori; modalità di accesso all’edilizia pubblica ampia e non discriminatoria; l’introduzione di un meccanismo di determinazione dell’affitto sociale basato, proporzionalmente, sul reddito equivalente (procapite); l’eliminazione della decadenza per motivi di reddito.

Stefano Cattaneo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

contro

il pensiero unico

leggi

Liberazione

giornale comunista

tutti i giorni in edicola (escluso il lunedì)