Le ultime evoluzioni sull’assetto urbanistico del nostro territorio

In visita pastorale alla settima circoscrizione, l’assessore Nappo ha movimentato il consiglio del 20 novembre scorso portando notizie sull’area Magrini e sulle altre zone oggetto di trasformazione.

Area Magrini: come già scritto su queste pagine la grande area (45.000 metri quadri) verrà edificata con 100.000 metri cubi. Cioè 2,5 metri cubi ogni metro quadrato. Per fare un paragone l’area ex Filati Lastex a Redona, prevede un più equilibrato rapporto di 1,5 metri cubi per metro quadrato.

La differenza sta nel fatto che a Redona si fanno residenze di lusso immerse nel verde, tant’è che l’ampliamento della palestra comunale si fa nel parco "Turani" per non "rubare" verde ai signori.

L’abbattimento della ex palazzina uffici della Magrini, all’angolo tra via Spino e via S.Bernardino, verrà ampiamente recuperato proprio con volumi commerciali (supermercato o negozi).

La scuola materna o di altro grado viene confermata, così come la strada diagonale che taglierà in due l’area, dal ponte della ferrovia di via S.Bernardino all’angolo di via Carnovali e via Lotto.

Area Gres: la sala polifunzionale pubblica da ricavare nel quadro della ristrutturazione sarà, se ci sarà, dentro l’edificio della scuola ENAIP. Essa troverà posto nel vecchio capannone alto 3-4 piani con il caratteristico tetto a sega.

Il problema è che in questo edificio dovrà trovare spazio, per almeno 2 anni, anche il Conservatorio. La scuola musicale infatti deve essere ristrutturata e sarà spostata provvisoriamente nello spazio che doveva essere a disposizione del quartiere di S.Tomaso.

Area Franchi: è quella dei vivai, attualmente occupata dagli uffici del "Giornale di Bergamo", e verrà edificata. C’è un progetto fermo da anni che prevede ville a schiera o appartamenti.

Area Parco Ovest: udite, udite, l’assessore Nappo si impegna a realizzare, dopo la "Porta del Parco", anche il parco. La realizzazione avverrà prima della fine del mandato (2004) altrimenti scade il vincolo ed i proprietari dei terreni possono chiederne la restituzione o il rimborso dei danni.

L’affermazione è stata sentita da circa 30 testimoni, compresi i consiglieri ed il segretario che speriamo abbia verbalizzato. Controlleremo che non ci siano vuoti di memoria.

Area nuovo Ospedale: qui l’assessore ci ha

 

rilasciato una versione del motivo per cui il nuovo ospedale è in pericolo. I proprietari dei terreni, che prima volevano zero, ora pretendono molti, troppi quattrini. Che i terreni valgono poco lo abbiamo scritto, detto e ripetuto, perché sono paludosi. Il Comune aveva pensato ad un indennizzo con esproprio bonario a £ 35.000 per metro, contro le 50.000/60.000 lire pagate per i terreni della Fiera di Boccaleone. Quando i proprietari hanno saputo la cifra, si sono agitati e sono ricorsi agli avvocati per cercare di ottenere più soldi, pare che chiedano £.90.000 per metro. Il Comune pare invece intenzionato a non superare il prezzo di £. 50.000, pertanto i proprietari minacciano di fare ricorso.

Ora dato che non è improbabile trovare un vizio di forma nell’Accordo di Programma (firmato ai tempi di Rosy Bindi) potrebbe saltare tutto in aria e Bergamo perdere 600 miliardi di finanziamenti.

Anche in questo caso le malelingue suggeriscono che questa sia una versione di facciata per coprire il fatto che non ci sono più i soldi per l’ospedale. Non ci sarebbero più perché, i nostri attuali amministratori di centrodestra non avrebbero peso dentro l’attuale Governo ed in Regione. Como ed altre città stanno infatti per costruire il loro nuovo ospedale e i soldi non bastano per tutti.

Area Stadio: sempre Nappo dice che il nuovo stadio si deve realizzare con due condizioni: 1) il concorso dei privati; 2) un accesso agevole dalla città.

Sembra però che i privati (Radici) non abbiano più presentato il piano finanziario richiesto e che ci sono grosse divergenze sui volumi. Traducendo: visto che Radici Miro chiede di costruire 350.000 metri cubi, ma non gliene danno più di 250.000, pare non sia più interessato alla faccenda.

Area Colognola: "Industrie nel bosco" avete letto bene -nel bosco- anche se sappiamo tutti che non c’è un bosco a Colognola.

Non è un finale surrealista: se non c’è un bosco, significa che lo costruiranno insieme ai capannoni!

Cosa vuol dire? Venite a vedere la "foresta" di via Canovine e vi renderete conto.

A distanza di 20 anni dalla realizzazione dei capannoni, ci sono 3 abeti riciclati da qualcuno dopo le feste di Natale e piantati nelle vuote aiuole.

Roberto Suardi