Documento politico del Partito della Rifondazione Comunista al Consiglio Comunale del 27 marzo 2001.


Questo Consiglio comunale arriva in ritardo.

Come sempre, quando si tratta dei "colpi" dell’Amministrazione Dattoli da quando il sindaco ha smarrito la sua bussola politica e vaga, ora di qua e ora di là, alla ricerca di un approdo ristoratore. E la sua è una ricerca non facile. Lo sanno bene i Consiglieri comunali, molti dei quali sono impelagati nella stessa affannosa ricerca. E lo sanno bene anche i cittadini di Triggiano, ai quali comincia a dar fastidio quest’ansia di approdo in terra sicura, specialmente quando questa passa per troppi ritardi, troppe inadempienze, troppe promesse non mantenute, troppi impegni disattesi.

Il sindaco Dattoli continua a fare scempio delle risorse di Triggiano, finanziarie, ambientali e umane.

A chi giova il centro commerciale con annessa multisala cinematografica?

Questa domanda il sindaco Dattoli preferisce non farla in Consiglio comunale, per evitare che tutti scoprano che "il re è nudo!". E allora in Consiglio comunale porta la richiesta di assenso ai lavori di ampliamento ed ammodernamento della strada provinciale Triggiano-San Giorgio, finalizzati solo ed esclusivamente alla costruzione del centro commerciale.

In che conto il sindaco Dattoli tiene tutti gli esiti della conferenza di servizi del 9 gennaio scorso?

Quanto importa che il centro commerciale insista sul territorio della Lama San Giorgio con il conseguente, terrificante impatto ambientale e idrogeologico?

Ha dimenticato il sindaco Dattoli il progetto di riqualificazione ambientale a parco naturale esistente per la stessa Lama e per il quale Triggiano ha pure impiegato non poche risorse?

E che fine hanno fatto gli impegni assunti dal sindaco Dattoli per il ripristino e la manutenzione delle strade del centro abitato, ormai in condizioni di evidente impraticabilità con conseguenti gravi riflessi sul traffico anche pedonale?

E quei miliardi che il Comune di Triggiano, cioè i triggianesi, dovranno tirare fuori per i lavori sulla strada provinciale, che servirà il "privato" centro commerciale, non era meglio impiegarli per il rifacimento delle "pubbliche" strade cittadine?

Tutto questo doveva essere fatto, non è stato fatto e non può più essere fatto. Non perché il sindaco non disponga di un sèguito che gli permetta di fare quello che si è messo in testa, ma perché ha finito i soldi, e quello che veramente doveva essere fatto ora lo si può fare solo ricorrendo ai prestiti, ai mutui, caricando i triggianesi di grosse ipoteche sulla loro tranquillità e sul loro futuro, oltre che sulle loro tasche.

E dovrà dirlo, ai triggianesi, come ha finito i soldi, come ha prosciugato le casse del Comune. E speriamo che, finalmente, parli! Visto che ha disatteso il dovere di rispondere alle interrogazioni di Rifondazione Comunista e, offeso da queste, ci nega, attraverso la noncurante negligenza e l’arrogante rifiuto dei suoi accoliti, l’accesso agli atti che, pure, la legge non solo consente ma, anzi, impone.

E, intanto, continua i suoi esperimenti nel "laboratorio del riciclaggio politico", scoprendo "l’anima di sinistra della politica triggianese", nel tentativo di appropriarsi non solo di spazi evidentemente non di sua competenza, ma anche di persone che la storia della sinistra a Triggiano l’hanno fatta e la fanno, malgrado lui.

Che i tradimenti portino ad un solo, scontato esito, i cittadini di Triggiano lo sanno, come sanno e si fidano del continuo e coerente impegno di Rifondazione Comunista per la giustizia sociale, la trasparenza amministrativa, la politica dei princìpi e dei fatti concreti per il benessere e lo sviluppo equo e solidale del nostro paese.




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