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Lettera a Michele Cassano


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Il Partito della Rifondazione Comunista di Triggiano incontra Michele CASSANO, candidato Sindaco de L’Unione alle elezioni amministrative del 28 e 29 maggio 2006.

 

Carissimo Michele,

 finalmente è ufficiale! Sei il candidato Sindaco de l’Unione per Triggiano!

Sei il nostro candidato Sindaco!

Quando cominciò a prendere forma il progetto politico che ci avrebbe accompagnato e tenuto in ansia fino a questi giorni non avremmo mai potuto sperare che questo incarico così delicato e affascinante potesse essere affidato alla tua persona. Non perché tu non ne fossi degno o capace - la tua storia politica e umana e le tue competenze stanno lì a dimostrarlo! – ma perché, fra i tanti nomi che si rincorrevano, il tuo proprio non esisteva. Siamo a Triggiano e qui non è semplice riconoscere i meriti, anzi…Eppure è successo!

 L’Unione cittadina ti ha scelto a suo massimo rappresentante e noi, che di questa coalizione siamo parte integrante e, come ebbe a dire un altro tuo formidabile tifoso, sentinella vigile, siamo sicuramente contenti e, permetticelo, un pochino anche fieri.

Contenti perché tanta storia assieme non la cancella neanche lo tsunami di una desistenza finita male o qualche comizio iroso, che pure non è stato piacevole ascoltare, e fieri perché finalmente e per la prima volta a questo incarico viene chiamato un personaggio non baciato dalla fortuna o sponsorizzato da qualche feudatario più o meno estraneo alle nostre vicende, ma un uomo, un politico triggianese, di sinistra, che questa chiamata se l’è guadagnata nei banchi del Consiglio Comunale, spesso a fianco a noi, per le strade, anche qui spesso assieme a noi, e soprattutto nella considerazione della gente, del popolo di Triggiano.

 E proprio delle donne e degli uomini di Triggiano, dei loro figli, dei loro anziani, delle persone che pur non essendo triggianesi abitano la nostra città, vogliamo parlarti in questa lettera che, oltre ad essere il nostro più convinto “in bocca al lupo!”, vuole essere un pro-memoria per la fatica immane e meravigliosa che ci accingiamo a compiere.

Da troppo tempo i cittadini triggianesi sono stati ridotti a “merce di scambio” dagli interessi privati e personalistici di troppi “arraffoni” di turno, locali o forestieri. Vorremmo che il tuo primo compito, prima ancora di diventare Sindaco, fosse quello di restituire a questa gente la dignità di “cittadinanza”.

Un cittadino libero mantiene vivo il senso di identità e di appartenenza a quella comunità che gli ha dato i natali o lo ha accolto. Quanto questo senso oggi sia vivo, ma spesso tristemente represso, lo constatiamo quotidianamente vivendo le contraddizioni e le storture della nostra città, le sue miserie e le sue meschinità, il suo disordine caotico e spersonalizzante, l’assenza di un qualsiasi sia pure piccolo segno di riferimento ad una istituzione, il Municipio, da tempo ormai immemorabile preda ed ostaggio di razziatori senza scrupoli e luogo devastato dalle loro inconfessabili scorrerie.

Il cittadino triggianese è stato deprivato anche dell’ultimo bene sociale, quello più antico, del più grande dei diritti, quello più intimo: la speranza in un futuro migliore.

Restituiamogli quella speranza, la voglia di vivere Triggiano, di partecipare alla costruzione della sua rinascita, di godere della sua crescita.

 Facciamogli vedere e sentire che un’altra Triggiano è possibile!

Facciamogli vedere e sentire che il cambiamento è possibile!

Che è possibile rifondare nel profondo il rapporto tra cittadini, governo locale e territorio, affinchè la pubblica Amministrazione non sia più un tempio sacro, accessibile solo a poche vestali che lì celebrano riti conosciuti e praticati solo dai pochi “addetti ai lavori”, ma diventi strumento di democrazia attiva, e, attraverso la valorizzazione di ricchezze, competenze, intelligenze, cantiere di costruzione e sperimentazione di luoghi e spazi nuovi di partecipazione.

Cambiare il ruolo delle istituzioni significa concepire le risorse e le conoscenze come patrimonio dei cittadini e non degli “addetti ai lavori”, chiamati invece a compiere il loro ufficio con quello spirito di servizio necessario a comprendere le esigenze ed i bisogni di tutti, prioritariamente dei più deboli ed emarginati, ed indispensabile per risolvere i problemi che l’amministrazione di una città come Triggiano comporta.

Una ricognizione puntuale e severa delle incapacità ed inefficienze della macchina amministrativa, quale che sia la loro origine, costituirà un’ulteriore possibilità perchè la gente torni finalmente ad avere voce e sarà sicuramente l’avvio di una stagione di progresso civile e sociale non più differibile per la nostra comunità.

A cominciare da una sana politica di redistribuzione del reddito a favore delle fasce meno abbienti sia attraverso una equa progressività delle imposte e dei tributi, sia mediante il rilancio dei servizi, perché questi non siano appannaggio degli “amici degli amici” ma effettiva risorsa e patrimonio a disposizione dei più deboli, mettendo al centro del proprio impegno amministrativo la città e i cittadini, non solo perché elettori ma, soprattutto, perché titolari di diritti primari e inalienabili conquistati da anni di lotte storiche per quella dignità e speranza di futuro che oggi intendiamo restituire alle donne ed agli uomini di Triggiano.

Per continuare con quella tensione allo sviluppo prima di tutto sociale, senza il quale quello economico diventa utopistica meta di pochi e quello civile chimera irraggiungibile. Attraverso la adozione di politiche di sviluppo compatibili con l’umanità dei cittadini, la naturalità dell’ambiente, la irrinunciabile aspirazione della città a diventare un punto di riferimento dell’area metropolitana barese, in un’ottica di riconoscimento e valorizzazione del patrimonio storico, territoriale, ambientale e sociale come nuova possibilità di produzione di ricchezza collettiva durevole.

L’adottando Piano Regolatore Generale non sia solo il freddo strumento tecnico di espansione urbana ma, arricchito e corroborato da programmi e progetti di indirizzo urbanistico, ricomponga la frammentazione amorfa e restituisca al territorio la sua natura più vera di “bene comune”, pubblico e collettivo, coniugando la necessità di espansione cittadina con le esigenze di vivibilità dei suoi abitanti, con il loro diritto fondamentale ad avere una casa decente in un contesto ambientale sano e salubre, che non sia più declinato in ghetti e periferie di cemento, e che valorizzi le risorse esistenti e disponibili senza depauperarle fino al prosciugamento. E ancora restituendo ai cittadini la voglia di vivere Triggiano vivendo a Triggiano, suggerendo, incoraggiando, realizzando secondo le possibilità quelle situazioni, quelle attività, quegli eventi, quei luoghi fisici che, attraverso una programmazione seria e organica, innalzino il livello culturale della nostra città e la rendano terra da visitare e, perché no?, da abitare.

Una ricognizione del patrimonio immobiliare del Municipio ed una discussione partecipata sulla sua destinazione d’uso potrebbe suggerire tante iniziative, a favore soprattutto dei più giovani e dei meno giovani, che potrebbero diventare volano di sviluppo in più campi.

Il rispetto e la riconsiderazione della Lama San Giorgio, nonostante le ultime ferite infertele dalle calamità naturali e…politiche, sarebbe un memorabile e improcrastinabile “trattato di pace” con la natura e con l’identità dei nostri siti così fortemente offesa dalla egoistica insipienza di amministratori e burocrati senza scrupoli.

 Ma…stiamo già parlando di programma. Sentivamo l’esigenza di comunicarti le cose che ci stanno a cuore e che, sappiamo, condividi e, speriamo, potrai sostenere. Ora, però, dobbiamo festeggiare la tua candidatura.

 Un’ultima raccomandazione, però, ce la devi concedere; forse inutile, dato il destinatario, ma non inopportuna, dato “l’ambiente” che, ne siamo convinti, governerai fin dal prossimo giugno.

Disegna, con coraggio, per la “tua” Amministrazione, per la “nostra” Amministrazione, un alto profilo morale. Solo così, da subito, sarà chiara ed evidente la volontà di una rottura radicale con un passato squallido e pregno di commistioni affaristiche che hanno precipitato il Municipio triggianese. Solo così sarà sicura e veloce la rotta verso quel cambiamento che noi auspichiamo, assieme alle donne e agli uomini di Triggiano.

Porta all’Amministrazione cittadina donne e uomini che avvertano l’onere di assumere responsabilità per tutti e l’onore di rappresentarle a testa alta.

 Il lavoro da fare è tanto, “compagno” Michele…le nostre maniche sono già rimboccate!

 

                                                    Per le compagne e i compagni del circolo “A.Gramsci”

                                                                    Partito della Rifondazione Comunista – Triggiano

                                                                                     La Segretaria

                                                                                   Annalisa PANNARALE

                                                                                                      

Triggiano, 12 marzo 2006