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Un programma teso a perseguire e a rendere permanente lo sviluppo sostenibile della nostra città non può non tener conto dello strumento deputato alla sua progettazione e realizzazione: la politica. E la politica, a Triggiano, negli ultimi tempi, ha mostrato tutte le sue incongruenze e le sue crepe. L’esasperata personalizzazione della stessa, oltre a portare alla confusione ed al blocco amministrativo patito dal trascorso governo cittadino, ha partorito ancora per questa competizione elettorale un coacervo di liste, e di candidati alla prima carica di Triggiano, senza identità politica e, perciò, geneticamente votati al perseguimento di finalità particolari, spesso private, con danno per il pubblico interesse. Questo è accaduto a Triggiano anche con l’ultima amministrazione.

Di quella amministrazione ha fatto parte, con un assessore in Giunta ed un Consigliere comunale in maggioranza, anche il Partito della Rifondazione Comunista. La nostra presenza in amministrazione è stata costante, puntigliosa, critica nell’interesse dei cittadini e per questo osteggiata. Si deve all’impegno di tutto il nostro Partito se, grazie all’approvazione di un nuovo e più equo capitolato d’appalto per la Nettezza Urbana, i triggianesi si sono sottratti al vecchio contratto capestro con il risultato di non vedersi aumentare le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e con la possibilità, quindi, di destinare i risparmi così ottenuti verso altre pressanti priorità, non ultima la raccolta differenziata, realizzata con criterio e progettualità e non come una raccolta a punti da "supermercato dell’immondizia ".

Questo impegno si è accompagnato all’instancabile ricerca di nuove e più concrete possibilità culturali per la città e per i cittadini. Pur con le note ristrettezze di bilancio e le immancabili difficoltà incontrate nel comunicare con il resto della maggioranza e il sistema burocraticistico di cui è intriso il Municipio di Triggiano, l’assessorato alla Cultura retto dal Partito della Rifondazione Comunista è riuscito ad offrire ai triggianesi una rassegna cinematografica estiva degna di tale nome, concerti di musica popolare e barocca e manifestazioni teatrali di innegabile livello. E ancora lunga e costante è stata la pressione operata su tutto il governo cittadino per risolvere la questione del contenitore culturale e soddisfare così un annoso ed ormai indifferibile bisogno della cittadinanza. Abbiamo individuato il sito da ristrutturare ed adibire a luogo di socializzazione e di produzione e diffusione di cultura, l’ex Mercato Coperto, abbiamo individuato negli utili della vendita dell’immobile di via Volta le somme da destinare a tale scopo, sembrava tutto pronto perché si potesse procedere all’affidamento dell’incarico del progetto e quindi appaltare i lavori. Ma tra mille promesse e architettati rinvii si è giunti alla "conversione" del sindaco ad altri ideali, alla confusione che ha stravolto le altre "forze politiche" di Triggiano, all’abbandono da parte nostra della Giunta e della maggioranza.

Questa esperienza è servita. A toccare con mano l’inconsistenza politica dei nostri interlocutori, la loro indifferenza a progetti e proposte concrete, volti al miglioramento della qualità della vita e al benessere di Triggiano.

Per questo ci siamo battuti e ci battiamo, da soli, in Consiglio Comunale e tra la gente contro l’inquinamento elettromagnetico prodotto da antenne e ripetitori, che un regolamento comunale frettoloso e incompleto continua a non considerare.

Per questo ci siamo battuti e ci battiamo contro il disinteresse colpevole verso la Lama San Giorgio: "disinteresse" perché non si è dato seguito al progetto di recupero della lama, "colpevole" per l’intenzione di costruire, a ridosso della stessa, un ipermercato con annessa multisala, con il conseguente terrificante impatto ambientale e idrogeologico sul sito.

Per questo ci siamo battuti e ci battiamo perché le ruspe non facciano scempio e cancellino definitivamente la Chiesa in rupe San Lorenzo e i sottostanti ipogei, importante e decisiva testimonianza della storia di Triggiano e punto di riferimento dell’appartenenza e dell’identità culturale della collettività triggianese.

Per questo ci siamo battuti e ci battiamo contro i ritardi dell’amministrazione in ordine alla realizzazione del parco urbano, al rifacimento delle strade ed al ripristino della viabilità interna a Triggiano, minata dall’ultima decisione dell’amministrazione Dattoli di procedere all’allargamento della strada provinciale per San Giorgio, con un progetto che solleva molte perplessità tecniche, oltre all’indiscutibile asservimento dello stesso al famigerato ipermercato e all’insostenibile spesa di tre miliardi e mezzo per i cittadini di Triggiano.

Per questo ci siamo battuti e ci battiamo contro questo ipermercato che non risolverebbe i problemi occupazionali dei triggianesi e che, anzi, porterebbe alla chiusura dei piccoli esercizi commerciali del centro, togliendo vita e motivi di recupero funzionale ad un centro storico dimenticato e perciò sempre più precario, negli immobili e nelle possibilità di esistenza degna dei suoi abitanti.

Di fronte a questa desertificazione, a questo vuoto di valori, a questa assenza di una cultura sana del vivere civile e dell’agire politico ci siamo impegnati e ci impegneremo perché, finalmente, Triggiano abbia il suo contenitore culturale. Non una cattedrale nel deserto, bensì un luogo di aggregazione e di libera espressione, svincolato dai condizionamenti imposti dalla mercificazione e dalla privatizzazione di ogni fatto culturale e di ogni settore del sociale ed inserito in un progetto organico di iniziative tese al miglioramento della vivibilità.

Questo progetto, alternativo ad ogni "distruttiva" proposta di aumento della repressione attraverso un maggiore dispiegamento delle forze dell’ordine sul territorio, mira a stimolare e a ricostruire una partecipazione popolare alla vita cittadina di Triggiano, in ogni momento della giornata, per recuperare quella identità collettiva che rischia di essere annullata da un tessuto sociale già frammentato e dalle imminenti trasformazioni metropolitane.

E’ questo un progetto tutto "nostro". Nonostante reiterati tentativi di aprire un dialogo su questi temi con gli altri soggetti politici, questo progetto non è stato condiviso dalle altre forze politiche, distratte da improbabili alchimie di potere alle quali non abbiamo voluto aderire. Per questo il Partito della Rifondazione Comunista ha scelto di competere autonomamente come realtà di governo per Triggiano e per i triggianesi, senza vincoli poco chiari di cartelli elettoralistici privi di concrete prospettive.