Professoressa Maria Luisa Gengaro

Nata a Milano il 29 giugno 1907, la professoressa Maria Luisa Gengaro passò la sua vita tra la sua bella casa milanese di via degli Olivetani e la rustica casetta di Colloro di Premosello-Chiovenda, nel rione Lüdürunch.

Molti premosellesi la ricordano ancora quando, ogni settimana, scendeva dal treno con scarponi, zaino e gonna-pantalone per dirigersi a piedi verso Colloro. Un legame affettivo che non si interruppe nemmeno durante la guerra, quando, essendo interrotta la ferrovia, arrivava a Premosello in bicicletta da Milano! Sembrava una delle tante contadine che, fino a pochi anni fa, salivano e scendevano per la mulattiera che collega la frazione premosellese al capoluogo, ma bastava scambiare con lei poche parole per accorgersi della sua profonda cultura. Maria Luisa Gengaro, infatti, era una studiosa d’arte che ci ha lasciato molte opere critiche, fra cui una Storia dell’arte italiana scritta in collaborazione con Wittgens e D’Ancona, adottata come libro di testo in molte scuole italiane.

Nel 1937 la professoressa Gengaro fu voluta da Paolo D’Ancona come assistente di ruolo all’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Milano, dove insegnò Storia della Critica d’Arte.

Nel 1957, delusa dall’ambiente universitario, divenuto – secondo una sua definizione – un “esamificio”, passò ad insegnare Storia dell’Arte al liceo Parini della stessa città. Negli anni Settanta, per breve tempo, insegnò anche al liceo classico “Mellerio-Rosmini” di Domodossola. Nel frattempo, continuava la sua attività di critica d’arte. Alla sua morte, avvenuta nel gennaio del 1985, lasciò un cospicuo lascito ad alcuni enti pubblici, tra cui il Comune di Premosello-Chiovenda, sua patria d’adozione, dove volle essere sepolta accanto ai suoi genitori.

Il lascito "Gengaro" comprende opere di Sironi, Tosi, Manzù, oltre ad una stampa di Picasso ritoccata all’acquarello dal Maestro. Prossimamente le opere saranno esposte al pubblico nella sala a Lei dedicata nel Palazzo Fontana-Rossi.


Testo a cura di Silvano Ragozza