Il pomeriggio del ballo era trascorso in caserma tra l'euforia
generale: in fondo quei ragazzoni non desideravano che qualcosa su cui scherzare
pesantemente, per sentirsi più vivi, per ridere più forte e non pensare alla loro
miseria. E poi la battuta pesante era nella loro natura di esuberanti soldati popolani,
per loro era un modo per sfogare la vitalità in un crescendo, senza malizie né
cattiverie ma con tanto, tanto rumore. Quale occasione migliore che sapere del ballo
indetto in onore del loro comandante? Situazione ambigua che sembrava fatta apposta per
essere fonte di grasse risate.
Tutto il giorno così, dalle prime luci.
Oh, ce la vedo il comandante
Si, si
con la sua camminata
marziale deve essere uno spasso
-
Già, e sai chi ballerà con lei? Quel pupuetto chiaro chiaro
che se la fa con la Regina!-
Hi hi, povero lui
Non vorrei essere la suo posto-
Ma con una persona ambigua come il comandante Oscar
La Regina
avrà avuto un debole pure per lei e si troverà i suoi due amorucci danzare insieme!-
La Reginaaaa?!-
Mh-mh - il soldato annuì con aria vissuta e furba- io le ho lette le
"Memorie di Jeanne Valois!"1-
Quindi, fammi capire
potrebbe essere che la regina sia un uomo e
-
Forse, ma se lei è un uomo Fersen è
-
Ah, e allora cos'è il comandante? Sa qual' è la
differenza tra un uomo e una donna? -
Nessuno avrà mai il coraggio di farglielo capire, secondo me
-
Ore ed ore di discorsi del genere avevano saturato la soglia di
sopportazione di Andrè , che tuttavia fingeva di non sentire. Erano solo scemenze dette
da persone che di Oscar non conoscevano che l'uniforme. Certo, non gli facevano piacere e
accrescevano il suo nervoso. Più la luce calava, più la sua tensione aumentava
La sua Oscar avrebbe danzato tra le braccia di Fersen, come era
successo mesi prima
Non sopportava quell'idea. Era strano, non si aspettava di
scoprire in sé quella sensazione di possesso verso Oscar. .. da quando i loro rapporti
erano bruscamente mutati, e lui era diventato soldato , da quando non condivideva più
ogni istante delle vita con Oscar provava una sensazione di bisogno fisico, una carenza.
Lui la desiderava con una chiarezza mai avuta prima. Possibile? Allora la mancanza, il
vuoto creano i presupposti per la migliore comprensione?
Ricordava vagamente i discorsi che, da ragazzo, aveva studiato con il
precettore di Oscar: ragionamenti filosofici, in cui il vuoto era la chiave del moto . Nel
suo caso era un moto dell'animo, un moto dei sensi. Era una rivoluzione del cuore, un
sommovimento violento che lo faceva star male. Doveva ammettere che di quelle teorie non
ricordava un granché, che lui aveva sempre preferito la geometria mentre Oscar era
bravissima nella letteratura. I suoi ragionamenti, i collegamenti che riusciva a fare con
la massima naturalezza avevano sempre lasciato Andrè a bocca aperta. " Anche in
questo, confermi le vecchie teorie: le donne sono più brave nella
letteratura
Saresti stata più terribile di Voltaire se fossi
oh, no
fossi
nata
uomo"
Pensiero amaro: ad una donna era negato anche questo
. A maggior
ragione non voleva che Oscar danzasse con Fersen, perché chissà che effetto le avrebbe
fatto
e Fersen
non poteva capire Oscar
Non poteva capire la vera Oscar...però
poteva intuirla!! Non doveva cingere la sua vita con quelle braccia abituate a
balli eleganti e stupidi!
Era ora, ormai
I soldati si accalcarono alla porta per vedere il
comandante uscire.
Il suo accompagnatore era venuto a prenderla per andare con lei a
palazzo Jarjayes, affinché non viaggiasse da sola. Poi si sarebbe cambiata e sarebbero
andati al ballo.
Quella muraglia di uomini li fissava come si fissano gli animali rari.
Lui era elegantissimo, aveva un cavallo di razza e una posa impeccabile. I capelli serici
e ben pettinati, la pelle diafana e gli occhi cangianti, gli abiti raffinati...baciato dal
sole pomeridiano, sembrava una forma di luce.
C'era silenzio.
Lasalle contemplava la scena con occhi sgranati, meravigliati
Però, che tipo
mai visto nulla del genere
lui e il
comandante donna
- sussurrò senza alcuna malizia, ma colmo di infantile stupore -
Chissà se uno come lui riesce a darle una sfondata?2- pronunciò
quelle parole senza perdere l'espressione estatica, come se per lui fosse la cosa più
ingenua del mondo, come se nessuno lo sentisse.
Prima di rendersene conto si trovò a terra, sotto il peso di Andrè
che lo aveva afferrato per la giacca e gli sbatteva la testa contro il pavimento
Eh?! Che hai detto ?! Prova a ripetere quello che hai detto, bastardo!!
3 -
Lasalle, tramortito e impaurito, non capiva e non reagiva. I compagni
si aggiunsero in breve alla zuffa ma si accorsero che non era una delle tante
Ma Andrè, che diavolo ti ha preso? Che ti ha fatto Lasalle, poverino?-
gli gridava uno cercando di separarli. Per tutta risposta, si trovò immischiato nella
zuffa anche lui
Alain, ma che ha?! E' impazzito Andrè?!- chiese Joseph
Me lo dovevo aspettare
l'ho sottovalutato in quest'aspetto
-
dopo questa meditazione seria e saggia, Alain sfoderò un gran sorriso felice e si gettò
nella ressa. In fondo era una cosa che lo divertiva molto e lo scaricava. Ai problemi
creati da Andrè avrebbe pensato dopo una sana scazzottata.
"Hanno fatto battutacce tutto il giorno, e lui zitto. Io lo
guardavo, vedevo che ribolliva dentro
ora al povero Lasalle, che non fa mai male a
nessuno, è sfuggito di bocca un pensiero comune e Andrè si è sfogato su lui. La goccia
che fa traboccare il vaso. La considererei una serata memorabile, se ad andarci di mezzo
non fosse stato il povero Gerard!"
Alain e Andrè erano vicino ad un bacile, a togliersi il sangue
raggrumato dal viso
Bella però!! Potente!! Dovresti farlo più spesso!- scherzava Alain
Piantala.- lo seccava Andrè
Mh, una cosa devi dirmela, amico
hai sentito di tutto, tutto il
giorno e sei stato un angioletto come al tuo solito. Poi Lasalle si fa sfuggire di bocca
una parole sola, anche meno cattiva delle altre che hai sentito e tu tra un po' lo
ammazzi
Si può sapere che t'ha preso?-
Andrè non rispose, fissandosi il viso triste riflesso nel bacile scuro
E andiamo! Mi dai questa prova di virilità e poi non vuoi dirmi cos'ha
scatenato il mostro che cova in te!-
Ma la smetti di dire cretinate, Alain?! Io non sono affatto fiero di
ciò che ho fatto. Ho fatto una scemenza, ecco cos'ho fatto! Non mi sono controllato
quando Lasalle ha detto che Fersen avrebbe potuto
sfondarla
Non ci ho
visto più
e pensare che Lasalle è un mio amico
Non finirò mai di chiedergli
scusa
ma quella parola, quella parola
.io non posso sopportarla
perché
potrebbe anche succedere. Si, in fondo Oscar è libera
-
Uh-uh
sei
?-
Geloso? Si, da morire. E non me ne ero mai accorto. E la cosa non mi
piace. Penserai di parlare con un perfetto idiota
E lo sono. Che diritto ho di essere
geloso? Che diritto ho di privare della libertà, anche solo con il pensiero, una persona
che non potrà mai
-
Essere tua? E tu che ne sai?- Alain si stravaccò per terra,
sorridendo - Che ne sai che Oscar non potrà mai essere tua? L'hai detto un attimo fa: lei
è libera!
e quanto alla gelosia, ti capisco: fa diventare bestie, specie se è
irragionevole. In questo , ti capisco a pieno. Io sono gelosissimo di una persona che,
ovviamente, non è la mia donna
-
Parli di Diane?-
Ho spaccato una mascella, per lei4. E ne spaccherai anche
un'altra
Ma non è una cosa di cui andar fieri
Comunque, ora che ti sei dato una
pulita alla faccia, va a chiedere il tuo permesso e va da tua nonna. Lasalle
capirà
Tu sei un signorino, Andrè, quello che tu chiami "far
l'amore" tra la gente del popolo si chiama come ha detto lui
e come non ripeto,
perché non vorrei fare la fine di Lasalle! Anche perché io reagisco, e non conviene
nemmeno a te
!- rise sonoramente.
Grazie, Alain
- sussurrò Andrè , alzandosi. Parlare tra uomini
dava sempre una sorta di conforto, di normalizzazione di eventi sconvolgenti. Cose che
certo nobili come Fersen non potevano mai e poi mai capire.
E di che
figurati! Capisco che è brutto quando il tuo destino lo
decidono gli altri . E poi ,sai che ti dico? A me quel Fersen sembra un po'
un
po'
- Alain già luccicava, pronto a sparare una delle sue battute
No, ti prego Alain
.Mi sono già "acculturato"
abbastanza, per oggi. Vado a chiedere scusa a Lasalle e poi mi faccio fare il
permesso
-
Andrè aveva già imboccato la porta, quando Alain, in vena di
divertirsi, balzò in piedi come un gatto e lo chiamò
Andrè!! Ma lo sai cosa vuol dire questa tua forma di gelosiaaaa?!-
già ghignava, con un sorrisone tagliente che pareva appeso all'estremità delle basette.
Lui si voltò piano, con aria abbacchiata - Che la amo troppo? -
Non solo! Vuol dire che tu ti ritieni unico detentore del
diritto di darle una sfond
-
Sta zitto, scemo!!- lo mise a tacere con un urlaccio, arrossendo.
Esattamente il risultato in cui Alain sperava
Gli faceva tenerezza, quell'uomo e il
pudore per i propri sentimenti
Si divertiva a cacciagli fuori di bocca le cose che
non avrebbe mai detto
Quando Andrè entrò nella camerata ci fu il silenzio. Lo guardavano
intimiditi, spaventati
.E così anche il riflessivo, taciturno Andrè può spaccare
una faccia, per amore... La voglia di fare battute era passata a tutti , il ballo non
sembrava più un evento così divertente. Quella reazione così sconsiderata, ma tanto
umana, potevano capirla meglio di tanti dolci e tristi gesti di Andrè verso il comandante
Oscar.
Con Lasalle ci parlò un quarto d'ora. Finirono per ridere. D'altronde
se Andrè era un pezzo di pane, Lasalle era una zolletta di zucchero
Gerard, con una
pezza umida dietro la testa, recriminava di un bernoccolo che sarebbe costato ad Andrè
due turni di guardia in sua sostituzione, Andrè non finiva di chiedere scusa, cercando,
con parole smozzicate e sussurrate, di spiegargli cosa gli era passato per la testa.
Ma tra uomini semplici andava benissimo così
Continua
Sonia