***
Durante il tragitto versi palazzo Jarjayes, Oscar era silenziosissima.
Il bel viso era teso, contratto, pensieroso. Un insulto alla sua vita, ecco cos'era quel
ballo
un insulto al suo passato, alla sua intelligenza e alle sue sofferenze
.Se
il padre non fosse stato ferito, si sarebbe opposta con tutte le sue forze. Se Fersen non
si fosse offerto di scortarla, non si sarebbe mossa dalla caserma. Semmai avrebbe chiamato
Andrè e sarebbero andati a far baccano in qualche vecchio locale, come ai tempi dorati
dell'adolescenza. Invece c'era un altro periodo passato che tornava
e stava
cavalcando affianco a lei, silenzioso e rispettoso dei suoi pensieri
Fersen. Come
avrebbe potuto danzare con lui, in abito da sera, senza ricordare ciò che era successo
mesi prima
i sentimenti provati
dolore, umiliazione e tanta, tanta desolazione
per
tutti: per lei , per lui, per Andrè
Ma era anche vero che, per lei , l'amicizia era sacra. Aveva un
concetto antico dell'amicizia, schietta ed eroica, quasi una fratellanza. Ora Fersen,
riservato e innamorato della Regina, si era offerto volontariamente per ricucire lo
strappo creatosi tra loro, e per aiutarla in una situazione imbarazzante. Il vero amico si
riconosce nel momento del bisogno
Ma ciò non le toglieva la rabbia e l'amarezza. Avrebbe voluto arrivare
nella sala da ballo armata come per una guerra, e se fosse stata sola lo avrebbe
fatto
ma Fersen
non poteva rifiutare l'aiuto, la cortesia, l'umanissimo
desiderio di far rinascere un'amicizia
ma non voleva nemmeno piegarsi alle
convenzioni sociali, che insultavano la sua vita
e neppure ricordare un altro
ballo, in altri panni
Un altro ballo? "No, non c'è stato solo quello !
Io ho ballato a Corte anche un'altra volta!!" la ribelle testarda come il padre che
c'era in lei ebbe un guizzo.
Fersen notò il viso di Oscar luccicare, lo sguardo riempirsi di
vitalissime scintille.
Oscar
Cosa c'è?-
Oh, in nome della nostra vecchia amicizia, Fersen, collaborereste con
me ad un bello scherzetto? Vi vergognate a danzare con
un soldato in alta uniforme?-
Lui rimase un attimo perplesso, non capendo1
poi
quello sguardo fiero e allegro che Oscar gli indirizzava gli portò in mente un ballo di
tanti anni prima
Oscar e la regina, Oscar in alta uniforme per coprire
Fersen
per coprire il suo amore
Uh, ora ricordo
Beh, devo restituirvi un favore
certo Oscar!
Certo! - lui rise.
Palazzo Jarjayes era all'orizzonte.
Fersen aspettava Oscar sotto lo scalone, sapendo che lei avrebbe
impiegato poco tempo a prepararsi . Un po' in imbarazzo all'idea di danzare con Oscar in
uniforme, per la verità , lo provava
ma Oscar aveva fatto un gesto analogo in nome
delle loro amicizia, e glielo doveva.
Le cameriere, la vecchia Marie guardavano con curiosità e stupore il
conte svedese, che non faceva visita al palazzo da molto tempo. E Marie intuiva anche i
motivi
Chissà cosa sarebbe avvenuto, quella sera. Se Oscar e Fersen
Oh, cielo!
Sarebbe stato un inaspettato miracolo, però pensando a suo nipote le piangeva il
cuore
."Povero, piccolo sciocchino mio
sei sempre stato troppo buono e
altruista. Ecco che ti manca, rispetto a questo fusto straniero
L'egoismo
"
Si sentirono i passi, e Oscar apparve in come allo scalone.
La divisa candida, bianca e argentea, il tricorno scuro sotto il
braccio, la spada luccicante con lo stemma dei Jarjayes. Le guance rosse dalla
soddisfazione, un sorriso mal trattenuto, come ai bei tempi, quando i due amici - la
soldatessa e il conte svedese - si divertivano per Versailles.
Il sorriso di Fersen si dischiuse nel suo biancore, aumentando la
luminosità della sua pelle chiarissima si portò una mano alla fronte
- Oh, Oscar
- sussurrò meravigliato ed entusiasta.
Lei stava correndo giù, sfregandosi le mani , quando si udì una voce
Oooooscaaaar!!!-
Pietrificati.
Il generale Jarjayes2 apparve con il viso rosso di rabbia,
la vestaglia sulle spalle, il braccio ferito al collo e con l'altro braccio cingeva il
manichino con l'abito che aveva fatto preparare per la figlia. Lo teneva stretto a sé,
trascinandolo di mala grazia. Sembrava un antico romano durante il ratto delle
sabine
Sotto un certo punto di vista, era buffissimo.
Cosa vuol dire questo?! Dove vuoi andare? Vuoi rendere ridicola la
famiglia Jarjayes davanti a tuttiiii?! Oooooscaaar! Se non vuoi scegliere nessuno, non
scegliere. Ma la famiglia Jarjayes ha preso un impegno , e devi obbedire in nome della
nostra casata!-
Padre, io non mi presto a questa pagliacciata! Se preferite, non vado
proprio al ballo!- Oscar rispose per le rime
Ooooscaaar!!!- il viso del generale era affaticato, quello di Fersen
era imbarazzato.
Se la mettete sul piano della fierezza, padre, allora vi farò vedere
io chi è Oscar François de Jarjayes! Anche con quel ridicolo abito! Lo vedrete tutti,
per il mio solo orgoglio!-
Ooooscar!- il generale ruggì di nuovo, perché sul piano dell'orgoglio
e della caparbietà erano davvero identici. Con aria contenuta e rabbiosa Oscar prese il
vestito dalle mani del padre, gli lanciò uno sguardo glaciale e serioso, poi si diresse
verso la sua stanza per cambiarsi
Il generale sospirò "Solo il fatto che ci sia Fersen mi fa stare
tranquillo
non so cosa potrebbe fare, altrimenti
ma so che Oscar rispetta gli
amici. E poi spero sempre che al ballo cambi idea
tutte le sorelle dicevano di non
volersi sposare, poi cambiavano idea al loro debutto
tutti quei corteggiamenti, quei
riguardi
E' la debolezza delle donne, l'ho vista in Louise
ma
Oscar
assomiglia tutta a me
"
"Il passato che ritorna
un destino non risolto a pieno,
forse? Forse devo saldare i miei conti? Oh, ma questa è una tortura
" Oscar
pensava con rabbia e con malinconia a ciò che stava per succedere. Di nuovo tra le
braccia di Fersen, in abito da sera. Ma questa volta per riaffermare la sua silenziosa
ribellione, il suo orgoglio e la sua autonomia.
"padre, io non sono un burattino
ve l'ho già detto e ve lo
dimostrerò, anche in questi panni
ma Dio solo sa quanto non vorrei metterli, quanto
non vorrei trovarmi in questa dannata situazione dannata e dannatissima
3mpf
sto
parlando come Alain" sorrise, alla constatazione di come quel suo sottoposto fosse
diventato un suo amico.
"Fersen, di nuovo
ma il passato è passato, non ci devo
pensare più. Mi estranierò, come quando guido il comando sotto il sole d'Agosto
I
ricordi non ci saranno
provvederò solo a raggelare quegli stupidi damerini
.ma
che odio, che odio
finché servivo soldato, guai a provare sentimenti di donna. Ora
che non va più bene, obbligo di provarli
papà, ma l'avrai mai capito che al
cuore di una persona non si può comandare? Si, lo sai
sei simile a me, anche se
fingi di non capirlo
.ma tu obbedisci, tu sei un uomo
Tu vedi le cose dal tuo
punto di vista, io posso vederle da due ottiche diverse
si è più consapevoli - e ne
sono felice, per questo ringrazio mio padre- ma si soffre anche il doppio"
Si guardò allo specchio . Per fortuna quell'abito da sera non
ricordava neppure un po' l'altro.
Era rosa pallidissimo, un colore che a tratti sconfinava nel bianco,
aveva una scollatura a "v" sul petto, contornata da un sottile ricamo argenteo e
dorato.
"Carine, però, le roselline d'argento
mi ricordano quelle
bianche, quelle di Arras
" E pensò ad Andrè, mentre una cameriera si perdeva
nella titanica impresa di intrecciarle i capelli . Lei si era del tutto estraniata
"Povero Andrè
Chissà che casino 3 bis avranno fatto
in caserma
e chissà che penserà
Non danzerò tra braccia che gli sono
simpatiche. Ma questo sono stata capace di capirlo solo dopo che lui...me l'ha
detto
in modo inequivocabile
" Un altro pensiero sgradevole, ma necessario.
Una rosa è una rosa che essa sia bianca o rossa
Non potrai mai
cancellare di essere nata donna
Ora la decorazione dell'abito, quelle minuscole
roselline d'argento , non le sembravano così graziose. Notava più le spine dorate
Siete perfetta!- esclamò la cameriera , tamponandosi la fronte sudata.
Massima semplicità, come sempre, ma la base era una treccia: Oscar l'aveva chiesto
esplicitamente
voleva che nulla le ricordasse, neppure lontanamente, quell'altro
ballo. E siccome a volte il cervello fa strane associazioni
Sfilò muta sotto gli occhio del padre, con sguardo rigido e
impenetrabile. Cioè chiaramente alterato e sofferente
Ma soprattutto fiero. Fiero
di "come"- già lo sapeva- si sarebbe comportata a quello stupidissimo,
offensivo ballo.
Fersen invece sgranò i suoi occhi violetti
Non poteva
immaginarsela così
Era Oscar, ora lo sapeva chiaramente
Ma così, così bella,
così donna
così Oscar
Continua
Sonia
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