Mentre un Angelo
dorme...
seconda parte
di Cetty
Pensando a tutto ciò non si rese conto che sera fatto tardi ed era ora di andare
a letto. Si infilò la camicia da notte e si mise sotto le coperte. Purtroppo questi
brutti pensieri non labbandonavano. Non poteva fare a meno di pensare a tutte le
cose che erano successe, soprattutto in quegli ultimi tempi. Comera stata triste la
sua vita
vivere come un uomo soffocando quegli istinti che normalmente nascono in
una donna, scoprirsi poi innamorata del Conte di Fersen che la considerava soltanto come
unamica. Poi, nel momento in cui stava per riprendersi dalla delusione, scoprire che
André era pazzamente innamorata di lei anzi, che laveva sempre amata, senza che lei
avesse avuto modo di accorgersene. Questa era la cosa che la faceva soffrire di più:
sapere che André lamava da sempre e che lei non ne era mai venuta a
conoscenza
o che forse, non voleva venirne a conoscenza. Dallepisodio del
Cavaliere Nero aveva capito che il suo migliore amico era forse di più che un migliore
amico, ma lei, forse per non soffrire, cosa che era accaduta a causa di Fersen, aveva
voluto nascondere a sé stessa i suoi sentimenti. Come era stata crudele con André
!
Pur conoscendo i suoi sentimenti, laveva trattato malissimo quando gli aveva detto
che non avrebbe avuto più bisogno di lui, e lui le era comunque rimasto accanto. Oh
Dio
. La vita le stava sfuggendo davanti agli occhi e lei non poteva fare niente, non
poteva rimediare a tutti gli errori commessi in passato, tutte le cose che avrebbe potuto
fare e che non aveva fatto.
Cominciò a piangere. Cercava di ricacciare via tutte quelle lacrime che le scorrevano
incessabili lungo il viso ma non ci riusciva. I rimorsi non le davano pace. Si sentiva
presa dalla sua stessa trappola.
Era già da tanto tempo che piangeva. Alzò lo sguardo e guardò verso lorologio
dorato posto sul commode della sua camera. Erano le 23:00 circa e tutti erano andati a
dormire. Si sentivano solo i suoi singhiozzi.
Non trovava pace così prese un candelabro e uscì dalla sua camera. Mentre camminava a
piedi nudi nel lungo corridoio, intravide la porta della camera di André.
"Chissà se sta dormendo" pensò "voglio andare a vedere
. No
aspetta!
ma cosa ti prende, Oscar? Calmati" si disse.
Niente
non riuscì a calmarsi. Ancora aveva quei brutti pensieri e pensò che con
André avrebbe potuto confidarsi. Entrò silenziosamente.
André era coricato sullampio letto a baldacchino, a torso nudo, con il lenzuolo
che gli arrivava alla vita. Oscar, pur promettendosi di essere silenziosa, attraversando
la soglia della porta stava per inciampare su qualcosa; André si svegliò:
"Ehi! Chi è? Ah
sei tu Oscar
ma
che cosa ci fai
qui
?" disse con voce assonnata.
Oscar avrebbe voluto dirgli: "André, non so cosa devo fare: non so se abbandonare
luniforme o no" ma riuscì a dire solamente, mentre le lacrime ritornavano a
rigarle il volto: "André
posso rimanere qua con te
?"
André, vedendola in quello stato, si limitò a farle un cenno di assenso e a farle
posto nella parte sinistra del grande letto.
André era rivolto verso Oscar, mentre lei gli dava le spalle: era una situazione
alquanto imbarazzante per lei. Essere nello stesso letto di un uomo, per di più
luomo che amava, era forse troppo per lei. André si addormentò mentre la guardava.
Oscar invece, era sveglia:
"André
come sono potuta essere così cieca
" cominciò a dire a
bassa voce "
io
solo adesso capisco quanto ti ho fatto soffrire. Tu mi
sei sempre stato vicino, come un angelo custode, al mio fianco ed io
io ti ho
trattato molto spesso con disprezzo, come quando ti ho detto che qualunque fosse stata la
situazione dei nobili, non ti saresti dovuto preoccupare visto che non sei un nobile e tu
mi sei stato comunque accanto, rischiando anche la tua vita per salvarmi [2]".
Alla sua destra André, non stava dormendo, a differenza di ciò che lei pensava; aveva
sentito tutto ciò che aveva detto; era un po perplesso, ma felice: Oscar aveva
pronunciato le parole che lui aveva sempre sognato: Oscar finalmente aveva capito che non
poteva essere ciò che non era, a dispetto di tutti gli insegnamenti del padre. Preferì
non dirle niente e continuò a far finta di dormire: se le avesse detto qualcosa
probabilmente lavrebbe messa in una situazione dimbarazzo, visto lora e
il luogo in cui si trovavano. Pensò però che non poteva rimanere così inerme e, sempre
continuando a far finta di dormire, mise con grande delicatezza il suo braccio alla vita
di Oscar, per farle sentire che lui era lì, che lavrebbe in qualche modo
confortata.
Oscar sobbalzò a quel contatto: non si aspettava minimamente un gesto simile anche se
nel profondo del suo essere, forse aveva sperato che succedesse qualcosa del genere; ma
poi, come presa da un istinto che neanche lei poté controllare, si avvicinò a lui
sfiorando il suo petto con le spalle:
"Ma che stai facendo!" pensò Oscar "come mè potuta venire in
mente una cosa simile, fortuna che André sta dormendo".
Lui labbracciò per la vita e la tenne stretta a sé. Oscar capì che André non
stava dormendo e che probabilmente, aveva sentito tutto; forse avrebbe dovuto allontanarsi
da lui, scusarsi per averlo disturbato, e andare via, ma ormai
il Comandante Oscar
François De Jarjayes stava andando via per lasciare posto a Oscar François.
Si girò verso di lui, che ancora le cingeva la vita:
"André io
"
Non ci fu bisogno di parole. André labbracciò con amore, e Oscar trovò
conforto con la sua testa appoggiata sul petto di lui. Alzarono il viso e si diedero un
bacio: intenso, travolgente. Si staccarono. Respiravano con affanno, come dopo una lunga
corsa.
Questo fu solo linizio di una bellissima notte, in cui i due giovani si amarono,
dimostrando così il loro amore, che era stato a lungo tormentato per via di paure, dubbi,
rimorsi.
Il giorno dopo Oscar si svegliò e ciò che vide le mozzò il fiato: Andrè era disteso
su di lei, addormentato sul suo seno. Allora questo era lamore, amare una persona
dal profondo, con il corpo e lanima. Gli carezzò i capelli; André si svegliò:
"Mi hai tenuto stretta, avevi paura che me ne andassi via
?"
"Si
" disse ridendo "pensavo che fosse solo un sogno"
"No André, non è un sogno; io sono qui
io ti amo André
ti amo più
della mia stessa vita"
"Anchio ti amo, Oscar".
E si baciarono ancora, a lungo.
"André, è meglio che ti rivesti
se tua nonna venisse
"
"Si Oscar, credo che sia meglio. Ti immagini se ci vedesse adesso, che cosa
direbbe?"
"Sicuramente non direbbe niente
rimarrebbe solo con la bocca aperta dallo
stupore"
"Già
per lei siamo sempre "i suoi piccoli bambini".
E risero fragorosamente. Risa che venivano direttamente dal cuore.
André si rivestì, diede un altro bacio alla sua amata e le disse:
"Oscar, ti aspetto in cucina"
"Va bene André, il tempo di rivestirmi e sono lì da te".
André uscì dalla stanza. Oscar era ancora sul letto, in mezzo alle lenzuola: aveva un
viso bellissimo, radioso: era felice.
Si rivestì e scese le scale. Arrivò in cucina. André le lanciò una mela che fu
presa al volo.
"Oscar, ti va di fare una passeggiata fino al fiume?"
"Si"
"Allora andiamo" e la prese per la mano, quasi scappando.
"Aspetta André!! Almeno fammi finire di mangiare
! E tua nonna
?!"
"Che importa Oscar, finirai di mangiare la mela mentre andiamo, dai"
"Si André
ma
"
Presero i cavalli dalle scuderie e andarono via al galoppo. Quando arrivarono al fiume
si sedettero sotto un albero di pesco, ancora in fiore.
"André, perché mi hai portato qui?"
"Oscar, ricordi, questo è il posto in cui stavamo annegando quando eravamo ancora
piccoli".
"Come potrei dimenticarlo. Tu avevi sei anni ed io cinque. Ma
non capisco
che centra"
"Ricordi che cosa è successo qui Oscar
? Ricordi quel giorno, dopo il duello
con il Conte Girodel, quando ci siamo presi a botte?"
"Si André".
"Bene, sono voluto tornare qui perché
ecco
questo per me è "il
nostro posto" Oscar, questo è il posto in cui tante e tante volte siamo venuti,
quando eravamo ragazzi".
Oscar allimprovviso si adombrò:
"Cosa cè Oscar, perché sei triste" le disse mentre la cingeva con un
abbraccio.
"Vedi André
stavo pensando che
io, non so
forse dovrei
abbandonare luniforme. Non mi sento di combattere una guerra persa in partenza,
perché io
so di essere una nobile ma
non voglio combattere contro il
popolo".
"Oscar, io sono contento che tu abbia fatto questa scelta ma
ne sei sicura,
sei sicura di voler abbandonare luniforme?"
Si guardarono negli occhi, che tradivano la tristezza di ognuno di loro. André
labbracciò forte. Oscar capì qualera la cosa giusta da fare: abbandonare
luniforme e seguire André ovunque sarebbe andato, anche in capo al mondo.
Rimasero così, abbracciati, mentre il sole con i suoi raggi li riscaldava, quello
stesso sole che qualche giorno dopo, sarebbe stato testimone di un grande avvenimento: la
caduta della Bastiglia.
Fine
[1] Questo è un omaggio alla mia carissima amica Silvia.
[2] Per chi non lo sappia, sto parlando dellepisodio "Il Cavaliere
Nero"
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