terza parte
di Cetty
La tenuta era di proprietà della famiglia Jarjayes da molti anni ormai. Era stata
ristrutturata cinquantanni prima dal nonno di Oscar, secondo la moda di allora.
Era enorme, con molte camere, tutte riccamente arredate.
La cosa che affascinava di più i due era lo stemma di famiglia: un leone blu che
impugna una spada. Da piccoli lo avevano sempre ammirato. Piaceva di più ad André che,
quando da piccolo aveva cominciato a far parte di quella famiglia, lo sentiva anche suo.
Mangiarono qualcosa e poi si diressero ognuno nelle proprie stanze. Avevano salito la
scala insieme, luno di fianco allaltra. Le loro stanze erano vicine ma André
volle lo stesso accompagnarla alla porta della sua camera. A malincuore Oscar la richiuse
alle sue spalle, non era ancora pronta per rivelarsi, lo sentiva. Anche André si recò
nella sua stanza.
Fecero una bella dormita.
Si svegliarono solo poco prima che fosse servita la cena.
Oscar sera cambiata: aveva un paio di pantaloni, stretti in vita da una fascia
bordeaux e una delle sue solite larghe camicette di lino; aveva lavato i suoi capelli:
adesso erano di nuovo ondulati e soffici.
Uscì dalla stanza, si sentiva riposata e felice, felice di trovarsi in quel luogo a
lei tanto caro con il suo André.
André era fermo vicino le scale, cercava di rendersi utile, davanti agli occhi di
Oscar. In realtà la stava aspettando ma non voleva darlo a vedere: avrebbe potuto
offendersi pensando che lui la stesse trattando come una donna, cosa che le aveva sempre
dato fastidio.
Faceva avanti e indietro nella sala. Appena la vide scendere si fermò improvvisamente,
come un fulmine a ciel sereno. Quando scese le disse:
" Vedo che hai dormito a lungo" con una nota scherzosa come per dirle: "
Dormigliona!".
Si stupì vedendo che non ribatteva.
" Non mi avrà sentito" penso tra il sorpreso e il frastornato.
Invece laveva sentito.
Durante la cena parlarono a lungo dei ricordi dinfanzia. Quando Oscar aveva
compiuto sette anni, sue padre le aveva regalato due spade, non le solite spade corte che
usava a quelletà, ma lunghe spade da adulti. Quando le ebbe ricevute corse subito
da André, allora aveva otto anni.
" Questa è per te" gli disse con aria più che felice.
" No Oscar, non posso accettarla, questa spada fa parte del tesoro di famiglia,
lhai ricevuta in dono da tuo padre" aveva detto lui.
" Veramente è stato proprio mio padre a dirmi di dartela".
André laveva presa in mano; da quel giorno avevano tirato sempre di scherma come
fratello e sorella.
Avevano parlato tanto, tanto da dimenticare tutto ciò che era successo durante quel
periodo: lincidente di quella notte, il muro che sera creato tra loro
tutto era passato, era stato dimenticato come se non fosse mai esistito. Ora erano di
nuovo gli amici di sempre, forse adesso qualcosa di più.
Dopo cena, come sempre, quando tutta la servitù fu congedata, André e Oscar si
recarono nella stanza adiacente la sala da pranzo. Anche questa, come le altre stanze, era
riccamente addobbata. Era una delle stanze più grandi: un grande camino acceso emanava
calore per quasi tutto il pianterreno; cerano armi di tutti i tipi: spade, spadini,
coltelli, fucili, pistole. In passato era stata unarmeria ma, dopo la
ristrutturazione, era diventata un salotto.
André sera seduto su una massiccia poltrona di legno intagliata; vicino a lui
Oscar era accasciata su un divanetto, entrambi vicino al fuoco.
Avevano continuato a parlare come non facevano da tempo e tutto ciò li rese felici.
Dopo una lunga pausa di silenzio, André si alzò dalla comoda poltrona per recarsi
nellaltra stanza. Tornò dopo un po con due calici di vetro e una bottiglia di
Borgogna. Con suo grande stupore scorse la sagome di Oscar distesa sul divano, con la
testa inclinata verso il camino, che dormiva.
Aveva un viso così sereno e beato che André non volle svegliarla per portarla nella
sua camera, così prese una coperta a gliela mise addosso.
Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso ; era felice e beata come quandera
sulla spiaggia. Si versò un po di vino nel calice, ne bevve un sorso.
Il suo sguardo fu catturato da un libro posto sulla mensola del camino: era sottile e
piccolo, con la copertina rossa; dalla rilegatura poté osservare che il libro non era
stato acquistato di recente.
André lo prese, aprì una pagina a caso e incominciò a leggere:
"
la ragazza dai capelli corvini si avvicinò alle spalle di Victor
sfiorandogli con una mano la spalla. Appena lui si volse, lei si avvicinò e lo
baciò
"
Era una delle tante scene che aveva visto nei suoi sogni. Chiuse gli occhi. Non ebbe
neanche il tempo di formulare questo pensiero che una mano gli sfiorò la spalla.
Improvvisamente si girò.
Alla luce fioca del camino, ormai quasi spento, intravide una figura alta, esile e con
i capelli lunghi
era Oscar.
Provò a dire qualcosa ma lei gli mise un dito davanti le labbra, si avvicinò e lo
baciò.
Entrambi non avevano mai provato una sensazione così bella; anche quando lui
laveva baciata in quella famosa notte, non aveva mai provato ciò che invece sentiva
adesso. Ognuno poteva sentire il respiro dellaltro, le loro anime erano come
diventate una sola.
***
Nel letto a baldacchino di André, i due erano abbracciati. Oscar dormiva sul suo
petto. André non poteva dormire, la guardava incantato, in silenzio.
Finalmente era sua, la sua Oscar. Queste parole gli risuonavano nella mente; aveva
sofferto tanto, in alcuni momenti aveva quasi creduto di morire, ma ora
ora la
costanza e lamore che aveva sempre provato erano stati premiati.
Lei accanto a sé dormiva felice e soddisfatta.
Tutte le emozioni che aveva provato
che avevano provato insieme
una lacrima
gli scese lungo il viso; Oscar, che sera appena svegliata, con un lieve bacio sulla
guancia inumidì le sue labbra con la lacrima del suo amato.
La tentazione fu troppo forte.
Con la semplice scusa di voler restituita la lacrima la baciò appassionatamente
sfiorandole i capelli.
Improvvisamente pensò al libro sul quale aveva letto quella misteriosa frase.
Descriveva esattamente quello che era successo. Pensò che glielo avesse messo Oscar, ma
non ne era sicuro. Se fosse stata lei, come avrebbe saputo quale pagina lui avesse
intenzione di leggere?
Non ci pensò più, non ne ebbe il tempo; Oscar gli aveva messo le braccia intorno al
collo e lo stava fissando negli occhi. Egli si perse in essi e dimenticò tutto, non ci
volle più pensare, era impegnato adesso
impegnato a contemplare gli occhi della sua
amata.
Rimase con quel dubbio ma non gli importava: forse era stato il destino, chissà.