priscagif.gif (2354 byte)

     Manga Scans   Gallery    Fanficsneko-up.gif (2869 byte) Skins

Personalizza   Wallpapers   Sigle   Il Film  Aggiornamenti



Una lettera di Girodel

prima parte

di Monica

 

Oscar era appena rientrata, quando la nonna di Andrè le si avvicinò. Teneva qualcosa in mano;

"Oscar, hanno portato questa lettera per te oggi pomeriggio"

Gliela porse.

"Grazie."
Osservò la busta, ma non vi era scritto nulla. Nessuna firma.

Salì in camera, si spogliò e dopo aver bevuto una tazza di cioccolata bollente riprese in mano la busta e la aprì. Non riconobbe subito la scrittura e quindi andò con lo sguardo alla firma.

"Girodel?"

Era passato parecchio tempo, da quando Oscar, aveva fatto la sua comparsa veloce al ballo che il padre aveva organizzato, per trovarle marito. Ed era presente anche Girodel..

Si sedette su una sedia, e cominciò a leggere:

 

 

Mia adorata Oscar,

ho esitato a lungo prima di scrivervi questa lettera, perché non ritenevo giusto disturbarvi ancora. Ma, ci tenevo a dirvi alcune cose..

Vostro padre ha mandato un vostro emissario a porgermi le sue scuse per quello che è accaduto al ricevimento che era stato dato in vostro onore. Non era necessario Oscar. Io non ho nulla da perdonarvi..semmai forse voi dovrete perdonare me.

Vi amo da tanto tempo Oscar, ormai lo sapete. E ho pensato di fare cosa giusta, chiedendo la vostra mano al generale Jarjayes. Volevo chiederlo direttamente a voi, dichiararmi..ma mi riusciva molto difficile.

Quando vi siete presentata al ricevimento in uniforme, non mi sono sorpreso. Non mi aspettavo certamente di vedervi comparire in trine e merletti. Non sareste stata la Oscar che amo. Se aveste accettato di diventare mia moglie, mai e poi mai, vi avrei chiesto di cambiare, io vi amo proprio per come siete. Bella, ma forte e fiera. Perché allora venire ugualmente al ricevimento? Dovevate dimostrare qualcosa agli uomini presenti..o forse solo a voi stessa?

Quando siete uscita dalla sala, dopo aver riso con ironia di un ballo senza dame con cui ballare, tutti gli uomini presenti sembravano non essersi resi conto del vostro gesto. Erano tutti rapiti dalla vostra bellezza e dalla vostra femminilità. Si Oscar. Voi eravate bellissima e molto femminile anche così. Con le mostrine, gli stivali e i gradi di comandante.

La femminilità è innata sapete. Non basta un bel vestito o un viso imbellettato per averla. Così come non basta indossare un’uniforme per cancellarne le tracce. E voi siete così Oscar. Nonostante facciate di tutto, da sempre, per comportarvi come un’uomo, la femminilità che sprigionate è più forte di ogni vostro sforzo di nasconderla.

Vedervi combattere con la spada, muovendovi flessuosa come una gazzella, mi ha sempre dato lo stesso turbamento che un’uomo potrebbe provare guardando la propria amata mentre si muove sensuale e provocante verso di lui.

La vostra femminilità, già così forte, ora è come sbocciata. Ancora di più. Io so cosa ha provocato questo. L’amore. Si Oscar, voi siete innamorata, anche se, forse ancora non ve ne siete resa conto. Di un’uomo che non sono io. E Iddio mi perdoni, invidio quest’uomo, che è riuscito a penetrare nel vostro cuore e nella vostra anima, al punto che i vostri occhi brillano e il vostro viso già bellissimo si riempie di una luce altrettanto bella, quand’anche ne sentite solo il nome.

Non avrei mai pensato, che sarebbe giunto un giorno in cui avrei invidiato un’uomo di posizione sociale inferiore alla mia..

Sono convinto di quello che dico. Ripensate al breve colloquio che abbiamo avuto il giorno in cui a vostra insaputa ho chiesto la vostra mano al generale Jarjayes, quella sera in cui vi ho aspettato, anche solo per potervi vedere, senza nemmeno la speranza di riuscire a parlarvi. Abbiamo scambiato poche parole..e quel nome è stato casualmente pronunciato..ironia della sorte, proprio da me.

Oscar! Avreste dovuto vedervi in quel momento. Per me è stato tutto chiaro..ho capito in quel momento che la mia richiesta fatta poco prima a vostro padre era del tutto inutile.

Ho pensato che ormai il vostro cuore è di un altro uomo. In cuor vostro, sono sicuro che sappiate di chi sto parlando. Dell’uomo che è al vostro fianco da sempre. Che vi segue come un’ombra. L’uomo il cui sguardo vi circonda sempre, attento a proteggervi. L’uomo, che pur di starvi vicino si è arruolato nel reggimento di cui voi avete il comando. E pensare..che prima di capire tutto ciò ero disposto ad accogliere Andrè nella nostra casa ,come nostro servitore, se aveste deciso di sposarmi, facendo di me l’uomo più felice del mondo..ma questo destino tocca ad un altro uomo.

L’uomo che io..invidio. Si. Anche se è solo un valletto..anche se non è un nobile.
Andrè Grandier.

Mi sento liberato da un peso..non potrò mai avervi vicina a me. Ma proprio perché vi amo, ci tenevo che questa lettera vi giungesse, per aiutarvi a riflettere. Siate felice Oscar.

Spero non mi riteniate invadente e indelicato per questa mio messaggio, e spero che continuerò ad essere il

 

Per sempre vostro servitore

Girodel.

 

Oscar rimase a lungo immobile, fissando inebetita la firma del suo ex-tenente. Non si aspettava una lettera così aperta, semplice e sincera.

"Girodel..siete convinto di quello che dite. Tanto convinto da avermi mandato una lettera.."

Strinse il foglio tra le mani e appoggiò il capo alla sedia.

E tu Oscar?domandò a se stessa.. Tu di cosa sei convinta? Di voler vivere davvero come un’uomo? Gli ultimi episodi che si erano verificati, non ultimo l’intervento disperato di Andrè per salvarla, quando suo padre, il generale Jarjayes, voleva ucciderla per aver infamato la loro casata, ignorando l’ordine del Generale Bouillet di attaccare i rappresentanti del popolo a cui era stato impedito di partecipare all’Assemblea Generale, tutti questi episodi l’avevano scossa, le avevano fatto capire quanto Andrè l’amasse, e le avevano finalmente aperto gli occhi sui sentimenti che lei provava per quell’uomo...

"Era pronto a morire. A morire subito, in quel momento, pur di non vedermi uccisa per prima."

Oscar era riconosciuta da tutti come una donna coraggiosa e forte.

"Ma ora, con quale coraggio potrò affrontare Andrè..dirgli che anche io gli voglio bene..dopo tutto quello che gli ho fatto, dopo che ho cercato anche di allontanarlo da me, dicendogli che non avevo più bisogno di lui, una volta assunto il comando dei soldati della guardia…"

Oscar sapeva in cuor suo, che Andrè sarebbe stato felice di sentirle dire che lo amava. Che a lui non importava se era stata fredda e distante negli ultimi tempi. Lui le era stato vicino lo stesso dopo. Arruolandosi e diventando un suo soldato pur di non lasciarla.

"Mi perdonerebbe tutto. Il mio Andrè"

Nonostante questo Oscar sapeva, che non sarebbe riuscita a guardarlo negli occhi e a dichiarargli l’amore che aveva scoperto di provare per lui, da tanto tempo.

"Chissà..forse ti amo da sempre, Andrè"

Girodel le aveva chiesto nella lettera, il motivo per cui aveva partecipato al ballo, se non aveva alcuna intenzione di sposarsi..

"Non so perché l’ho fatto Girodel..forse avete ragione voi. Era un debole tentativo di dimostrare che Oscar Francois De Jarjayes deve essere considerata come un’uomo.."

Che sciocchezza! pensò Oscar. Come poteva convincere gli altri, quando si rendeva ormai conto, lei per prima che, come aveva capito anche Girodel, la sua indole femminile stava emergendo, più forte di tutto, spronata dalla scoperta del sentimento per Andrè.

Il generale Jarjayes aveva incaricato proprio lui, per accompagnarla al ricevimento. E Andrè, aveva accettato. Ripensò alle sue parole, quel pomeriggio, ormai lontano, in caserma;

Andrè era entrato nel suo ufficio, mentre lei scriveva alcuni rapporti;

"Oscar, è tardi..dovresti tornare a casa per prepararti. Stasera dovrò accompagnarti al ricevimento in tuo onore a casa del Generale Bouillet."

"No andrè. E’ ancora presto."

"Ma…Oscar.."

"Ho detto che è ancora presto! Non ho bisogno di tornare a casa. Andrò in uniforme. E inoltre, non c’è nemmeno bisogno che tu mi accompagni Andrè"

Andrè aveva un’espressione triste.

"Oscar. Ti accompagnerò. Ho dato la mia parola a tuo padre. E intendo rispettarla:"

"Basta Andrè! Ti ho detto che andrò da sola. Non intendo discutere oltre sull’argomento! Puoi andare adesso."

Andrè era uscito in silenzio.

"Oh Andrè…sono stata così dura con te. In quel momento ero furiosa..con mio padre. Aveva deciso della mia vita fin dalla nascita..educandomi alla vita militare e ora, tutto d’un tratto voleva vedermi vestita da donna, pronta a pavoneggiarmi tra quegli stupidi damerini..dimenticando tutto quello che ero stata fino a quel momento.e abbandonando un tipo di vita, che mi piace, per diventare una stupida madamigella che pensa solo al ricamo e ai pettegolezzi."

Oscar aprì la finestra e uscì sul terrazzo.

"Andrè" pensò "se provo a immaginare quale strazio, quale angoscia avrai provato in quel momento..dovevi accompagnarmi ad un ricevimento, dove fra tanti uomini avrei dovuto conoscere il mio futuro marito. Potevi rifiutare la richiesta di mio padre..con qualche scusa, ma hai accettato. Possibile, che pur di starmi vicino, avresti sopportato tutto questo?"

Ma forse Andrè non avrebbe avuto alcun problema ad accompagnarla. Lui sapeva. Conosceva la sua Oscar. Mai, sarebbe rimasta al quel ricevimento, circondata da uomini che l’avrebbero percorsa con lo sguardo, anelando anche ad un briciolo della sua attenzione.

Tornò nella sua camera e si sdraiò sul letto. Cosa doveva fare? Per la prima volta, nella sua vita Oscar Francois de Jarjayes non sapeva quale decisione prendere..o meglio lo sapeva benissimo, ma le mancava il coraggio.

"Il coraggio più difficile da dimostrare è quello di esternare i propri sentimenti a volte..Non sempre quello che bisogna tirar fuori nella battaglia" pensò ancora. Voltò il viso verso la finestra. Era stata una giornata molto calda, e finalmente il sole tramontava tingendo di rosso il cielo. Oscar si addormentò guardando il tramonto.

 

"Andrè! Che bello vederti!"

La nonna lo abbracciò con foga. Quante ansie aveva passato ultimamente, per il suo adorato nipote!

Prima, la grande nostalgia. Quando lui aveva abbandonato Palazzo Jarjayes, per arruolarsi nei soldati della guardia; anche se tutto sommato, aveva accettato la cosa di buon grado. Non sarebbe stata affatto tranquilla, sapendo che la sua piccola Oscar, avrebbe dovuto essere il comandante di uomini, che notoriamente erano rudi e molto diversi da quelli che era abituata a dirigere nel reggimento dei sovrani: Andrè, arruolandosi, avrebbe continuato a vegliare su di lei. Su quella piccola testarda, che lei aveva seguito fin da piccolina, come una seconda madre.

E poi. Aveva anche rischiato di perderlo per sempre. La furia del generale Jarjayes, quella sera era immensa..così come il dolore di dover uccidere l’amata figlia, per il grave comportamento avuto nei confronti del Generale Bouillet; non aveva mai visto il padre di Oscar, così infuriato. E Andrè, era entrato in tempo nella stanza, e si era offerto a morire piuttosto di veder soffrire Oscar.

"Nipote mio. Tu ami Oscar. Più di ogni altra cosa al mondo.."

Ricacciò questi pensieri, mentre continuava a tenere stretto Andrè che si mise a ridere;

"Nonna! Non esagerare! Sembra che tu non mi veda da un secolo..! E poi vedi..vengo sempre a farti visita..cosa credi? Che mi sia dimenticato di te?"

"Non scherzare sempre." gli disse facendogli un pizzicotto, come quando era bambino.

"Oscar è arrivata, vero?"

"Si Andrè..è salita subito in camera sua. Non è più riscesa, credo si sia addormentata."

"Accidenti, dovrò svegliarla..mi dispiace."

Il viso di Andrè si rabbuiò.

"Andrè, ci sono problemi? E’ per questo che sei venuto?"

"Bhè..si e no. Devo riferirgli un messaggio.."

"Capisco..vuoi che la chiami io?"

"No, nonna, non ti preoccupare, salirò io da lei, magari è già sveglia"

Salì rapido la rampa di scale e raggiunse la camera di Oscar. Bussò.

"Oscar? Sei sveglia? Posso entrare?"

Quasi immediatamente le giunse la risposta di lei.

"Andrè? Sei tu? Entra."

Andrè entrò. Oscar era seduta su una sedia, sulla terrazza. Era già buio, ma la notte era calda.

"Andrè, non sapevo che saresti venuto qui..altrimenti ti avrei aspettato. Saremmo tornati a casa insieme"

"Bhè..non era nei miei programmi Oscar. Ho brutte notizie.."

"Credo già di immaginarle Andrè, dobbiamo tenerci pronti vero?"

"Già. A partire da domani mattina, qualunque momento potrebbe essere quello giusto..per unirci agli altri reggimenti che sono a Parigi"

Oscar sospirò e gli indicò la sedia che aveva di fronte.

"Andrè, perché non ti siedi, parliamo un po’.."

Andrè annuì e la raggiunse.

"Che pace Oscar. Che silenzio. Non sembra possibile che a poca distanza da qui, si stia scatenando l’inferno..Parigi è piena di soldati..è terribile. Aveva ragione Alain. Le cose si stanno mettendo veramente male.."

"Andrè..non parliamo di questo, vuoi? Lasciamo perdere.."

"Hai ragione Oscar..meglio non pensarci, almeno non qui, in questo momento."

"Andrè. Volevo scusarmi con te. Per come ti ho trattato quel giorno, quando mi hai rammentato del ricevimento a Casa Bouillet."

"Non c’è problema Oscar..può succedere di essere nervosi.e poi, io avevo già dimenticato, sai."

Andrè la guardò con tenerezza. Il suo tono di voce, ricordò ad Oscar un velluto che scivolava sulla sua pelle. Un tono caldo e amorevole.

"Non ha importanza Andrè. Ho ripensato al tono con cui ti ho parlato ed è giusto che mi scusi con te. Quel giorno ero nervosa, hai ragione.."

"Oscar…" Andrè abbassò lo sguardo;

"Oscar, io..forse parlo da egoista, ma..sono contento che tu abbia deciso di non sposarti..almeno per ora"

"Andrè..ho sempre vissuto una vita diversa dalle altre donne. Ma, ho conosciuto l’amore, o perlomeno qualcosa di simile, quando ho conosciuto il Conte di Fersen.."

Un’ombra apparve sullo sguardo di Andrè, quando la sentì pronunciare quel nome. Rimase anche sorpreso…era la prima volta che ammetteva con lui quel sentimento che aveva provato per il conte svedese..

"E, di conseguenza" continuò Oscar "se mai mi sposerò, lo farò con un’uomo che amo, più di me stessa, un’uomo forte e gentile, coraggioso e di animo nobile e buono. Non certo con uno di quei damerini, ricchi solo di un titolo..e che ambiscono ad avere una moglie simile a loro.."

Andrè fece un sorriso triste;

"Oscar. Sono sicuro che incontrerai un’uomo così, lo meriti ed..io..te lo auguro, dal profondo del cuore"

La voce le uscì flebile e tremante.

"Andrè io.."

Furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta

Oscar disse di entrare e comparve la nonna di Andrè;

"Oscar! Ti sei svegliata finalmente! Non hai mangiato ancora nulla, se non per quella cioccolata calda che ti ho portato appena eri arrivata. Ti preparo subito qualcosa."

 

"No..grazie non ho fame.."

"Oh! Per favore Oscar! Non farmi arrabbiare come quando eri bambina. Devi mangiare qualcosa!"

Ad Oscar scappò un sorrisetto divertito;

"E va bene..come al solito, vinci tu..d’accordo.."

La nonna di Andrè fece un gesto risoluto di assenso, e poi si rivolse al nipote:

"Andrè, tu cosa fai? Ti fermi qui o devi tornare in caserma?"

Andrè parve esitare. Si voltò verso Oscar.

"A me farebbe piacere che tu rimanessi Andrè, a meno che non preferisci tornare dai tuoi compagni" gli disse.

Andrè la guardò e pensò;

"Oscar..tu credi davvero che io preferirei tornare in caserma..quando ho la possibilità di starti vicino, noi due soli, come una volta?"

"No Oscar. Fa piacere anche a me restare."

"Bene, allora, vi chiamerò appena sarà pronto" esclamò la nonna di Andrè felice. Chiuse la porta e li lasciò nuovamente soli.

Passò un momento di silenzio. Poi Oscar riprese a parlare; "E poi Andrè, ti vorrei ringraziare per quello che hai fatto..quella sera. Io non lo dimenticherò mai..davvero.."

Andrè le prese la mano. Un gesto che Oscar non si aspettava. Quel contatto così innocente eppure così intimo per loro..la loro pelle che si toccava, questa volta non per caso, come succedeva spesso, ma piuttosto per un contatto cercato, e forse da entrambi.

"Oscar..io sarei pronto a rifare quello che ho fatto ancora ed ancora..lo sai. Non devi ringraziarmi di nulla.."

Nessuno dei due accennò alla frase che Andrè aveva rivolto al generale Jarjayes, mentre brandiva la spada in direzione dei due ragazzi.

"Io non potrei assistere alla morte della donna che amo. Uccidete prima me."

Oscar si accorse di avere gli occhi lucidi e si voltò di scatto, cercando di evitare di essere vista da Andrè; lui, intanto le aveva lasciato la mano. Oscar si rese conto di sentire immediatamente la mancanza di quel contatto, di desiderarlo ancora.

"Ma..io non merito l’amore di Andrè…" pensò.

Andrè intanto si era alzato e si era appoggiato alla terrazza. Il turbamento che provava, la volontà di stringere a sé quella donna tanto desiderata e amata era troppo forte. Per vincerlo, cercò di cambiare discorso.

"Oscar…che cosa farai..se ci daranno l’ordine di attaccare il popolo parigino?"

Oscar non rispose subito;

"Non lo so Andrè..davvero non lo so…io..ho fatto di tutto nel mio piccolo per evitare di arrivare a questo punto. Ho pregato la Regina Maria Antonietta di far ritirare le truppe..compreso il Royal Almans..ma è stato tutto inutile..e ora provo tanta amarezza..perché anche se sono pur sempre il Comandante della Guardia Nazionale e appartengo alla nobiltà..non posso fare a meno di ammettere che, forse, potrei anche abbandonare l’uniforme..piuttosto di attaccare un popolo che sta combattendo, a costo della vita per degli ideali giusti…e..si, magari anche unirmi ad esso."

Andrè si voltò di colpo.

"Davvero Oscar? Tu faresti questo?"

Oscar scosse la testa.

"Non so..Andrè io..io sono tanto confusa in questo momento.."

Oscar alzò lo sguardo verso di lui.

"Oscar..non posso mentirti. Io sono amico di Bernard Chatelet, ho partecipato a molte di quelle riunioni..ricordi? Ti ci portai una volta…tempo fa. Leggo libri clandestini..che parlano di un mondo nuovo, libero..senza gente che muore di fame..mentre altra vive nel lusso e nella ricchezza…di conseguenza..io sono dalla parte del popolo..Ma è anche vero che sono cresciuto con te, vivendo tra i nobili ed io per primo, vorrei evitare che si giungesse ad una rivoluzione, come afferma Alain. Oscar, io voglio solo che tu sappia, che qualunque decisione prenderai..io non ti lascerò. Sarò al tuo fianco, come sempre..puoi contare su di me"

Oscar aveva il cuore gonfio..quante cose bellissime aveva sentito dal suo Andrè quella sera. Tutto l’amore, la dedizione che quell’uomo aveva per lei. Da sempre…

"E questa la cosa che mi fa stare più male Andrè…tu sei da sempre così protettivo nei miei confronti, da sempre mi dimostri amore..ed io non me ne sono mai accorta..Andrè..io vorrei tanto dirti che ti amo..ma non ci riesco..perché?"

La rabbia dei suoi pensieri si trasmise ai suoi movimenti. Andrè la vide stringere i pugni. Tremare leggermente;

"Oscar..cosa c’è? Non ti senti bene?" le chiese preoccupato;

Si chinò vicino a lei. Il suo viso era vicinissimo. Oscar riusciva a sentire i suoi capelli appena sfiorati dal respiro di lui.

"No..niente Andrè..non ti preoccupare..è solo la tensione di questi giorni…è tutto a posto"

Una voce fuori dal corridoio li distrasse:

"Oscar! Andrè..è pronto! Venite a mangiare"

"Subito nonna!"

"E’meglio andare Oscar..o mia nonna verrà qui e ci sculaccerà come quando eravamo piccoli!" le disse facendole l’occhiolino e sorridendo.

Fu una cena tranquilla, scandita dai racconti della nonna di Andrè, e dai suoi rimproveri verso Oscar;

"Bambina mia..tu ti trascuri troppo! Guardati. Sei così pallida! Dovresti prenderti una bella vacanza"

Finirono di cenare, ed Oscar propose ad Andrè di fare una passeggiata nel parco;

"Si. Andiamo Oscar. Ne ho bisogno. Sono abituato alla gavetta della caserma..e questi pasti così abbondanti..mi danno dei problemi!" affermò ridendo lui.

Uscirono fuori. Era una notte limpida, e tirava un venticello fresco, piacevole.

Andrè si stirò;

"Che bella serata Oscar..guarda..c’è un cielo meraviglioso.."

"Già, è vero..da tanto tempo non guardavo le stelle..sono sempre uno spettacolo incredibile.."

Rimasero per un po’ entrambi con il volto alzato ad osservare quel cielo infinito.

"Oscar..è tardi. Devo rientrare in caserma, anche se rimarrei ancora volentieri. Ma domani ho un turno di guardia con Alain, piuttosto presto, e vorrei riuscire a dormire almeno qualche ora.."

"Andrè. Io non andrò in caserma domani. In mattinata rientrerà mia madre, dal suo soggiorno ad Arras ed io ci terrei a salutarla..non la vedo da più di un mese e mezzo. E nel tardo pomeriggio verrà qui il pittore, per terminare il mio ritratto. Ma, vorrei anche trovare il tempo, di andare a fare un giro a Parigi..per vedere com’è la situazione. Mi farebbe piacere che tu mi accompagnassi..Che ne dici di fermarti qui stanotte e anche domani? Faresti anche un piacere a tua nonna..che si lamenta sempre di vederti così poco.." terminò la frase con un sorriso divertito.

"Oscar..sai bene, che non devi nemmeno domandarmelo.."

"Andrè..ti prego, non guardarmi così..mi sento così strana sotto il tuo sguardo..sento dei brividi.." pensò Oscar. Cercò di darsi un tono disinvolto;

"Bene, mi occuperò io di mandare un messaggio al Colonnello per riferirgli, che ti trattengo qui per tutta la giornata di domani. Anzi..vado a scriverlo ora e domani all’alba glielo farò consegnare.."

Andrè annuì.

"Ora vado Andrè..scriverò il messaggio e poi andrò a letto. Scusami..ma sono piuttosto stanca"

"Certo Oscar, buonanotte. A domani."

Andrè rimase solo. Si sedette per terra. Era stata una serata strana, pensò. Oscar si era comportata come sempre..ma…sentiva venire da lei qualcosa di strano, intangibile..Un’energia e delle sensazioni nuove..

Alzò il viso verso le finestre della camera di Oscar, che erano rischiarate dalla luce delle candele.

"Oscar…possibile che tu?..no..sarebbe troppo bello…per essere vero"

Una lacrima, lieve scivolò sul suo viso.

"Buonanotte Oscar..buonanotte amore" pensò, mentre si alzava per rientrare in casa.

 

Oscar passò una notte tranquilla. Fu svegliata solo un paio di volte dai suoi soliti attacchi di tosse.

Quandò si alzò, la mattina, andò ad aprire le tende. Il sole era già alto. Guardò l’orologio che era sul bureau;

"Le dieci!"

Si vestì, si lavò il viso e scese nel salone. Le venne incontro la nonna di Andrè;

"Oscar..stavo per portarti la colazione..o forse è troppo tardi?"

"No, la mangerò volentieri..ma, mettila pure sul tavolo. Grazie."

Si guardò intorno;

"Andrè dov’è?"

"Oh. E’ uscito presto stamattina. E’ andato a fare un giro a cavallo. Non ti ha chiesto di accompagnarlo..perché voleva lasciarti riposare."

Oscar sorrise.

"E’ stato un pensiero gentile. Mia madre non è ancora arrivata?"

"No Oscar. Ma non dovrebbe tardare. Bene, ti lascio la colazione e vado ad avvisare i valletti per tenersi pronti a scaricare la carrozza, quando arriverà"

Oscar si sedette, e stava per bere una tazza di cioccolata, quandò senti, il rumore delle ruote di una carrozza, che entrava nel cortile di palazzo Jarjayes;

"Oscar! Tua madre è arrivata" le disse la nonna di Andrè affacciandosi alla stanza.

Oscar si alzò, e corse fuori.

Un valletto stava aprendo la porta della carrozza. Oscar si avvicinò;

"Madre, bentornata"

"Oscar, bambina mia. Non pensavo di trovarti a casa. Sono felice di vederti" concluse la frase abbracciandola.

La madre di Oscar, aveva passato un lungo periodo di riposo ad Arras, a causa di problemi di salute. Il dottore le aveva consigliato un luogo di mare, che le avrebbe giovato molto.

"Madre..come state?"

"Bene Oscar. Sto veramente molto meglio ora. Davvero."

Oscar la osservò.

Si. Era vero. Lo sguardo limpido, il viso disteso e abbronzato le davano conferma delle sue parole.

"Non posso dire altrettanto di te Oscar. Hai il viso teso, pallido." mormorò preoccupata sua madre.

"Niente di grave, madre. Sono solo stanca per il lavoro di questi ultimi giorni.."

"E’ per questo motivo che non sei in caserma, con i tuoi uomini?"

"No. Era principalmente per vedervi madre."

La mamma di Oscar, la guardò con affetto.

"Bene. Ora, vorrei rinfrescarmi un po’. Il viaggio è stato piacevole, ma il sole forse un po’ troppo caldo. Dopo..ti vorrei parlare Oscar. Vieni pure nella mia stanza, tra una mezz’oretta."

"Bene, terminerò la colazione, e poi vi raggiungerò"

Oscar tornò in salone e finì di bere la sua cioccolata. Fece una passeggiata in giardino e poi salì da sua madre.

Entrò nella stanza. Sua madre era seduta su un divano, si faceva aria con un ventaglio.

"Vieni Oscar, siediti qui, vicino a me."

Quando si fu seduta sua madre abbandonò il ventaglio e cominciò a parlare;

"Oscar, anche se ero ad Arras, lontano da qui, ho saputo di quello che è successo durante la mia assenza..mi riferisco al ricevimento che aveva organizzato tuo padre a casa del generale Bouillet"

Oscar si alzò di colpo e si diresse davanti alla finestra.

"Ah..avete saputo."

"Si Oscar. E..so, come ti sarai sentita. Immagino che sarai stata in collera verso tuo padre..Ma, Oscar, devi capirlo. Lui..ti vuole bene..si è pentito davvero di averti negato di vivere come una ragazza, e ora vorrebbe recuperare..vederti felice"

"Si. Ammetto di non aver preso bene la cosa madre, ma è tutto passato.."

"Oscar, la Francia sta vivendo una situazione difficile..e forse è solo ‘l’inizio di qualcosa di ancora più tragico..tuo padre ti conosce. Conosce il tuo carattere, il tuo temperamento focoso e fiero..sa che ti butteresti nella battaglia senza esitare..e lui vorrebbe evitare tutto questo..Vorrebbe che tu.."

"Madre" Oscar non la lasciò finire;

"Ascoltatemi madre. L’educazione che mi è stata data, in fondo ha poca importanza. Come avete detto voi..io probabilmente non sarei mai stata una..damigella perfetta..non avrei tollerato un’educazione puerile come quella che si dà ad una donna... E vi dirò di più..ho avuto modo di riflettere, dopo alcuni episodi. Ho finalmente compreso che posso vivere la mia vita da uomo..ma è una grande ipocrisia, una battaglia persa..perché..dentro di me c’è un cuore di donna..ma sono pur sempre una donna a cui piace un tipo di vita diverso da quello che solitamente interessa ad una fanciulla..e intendo continuare a vivere così.."

"Si Oscar..hai ragione. Sei sempre stata saggia e matura..fin da ragazzina. Non voglio certo farti prediche ora, che sei adulta. Sono sicura..che alla fine, la decisione che prenderai sarà quella giusta. Come sempre.."

La madrè di Oscar le si avvicinò e la abbracciò;

"L’importante è che tu sia felice Oscar..ma sono contenta di sapere, che finalmente hai capito di poter vivere la tua femminilità..anche facendo il soldato.."

Oscar le sorrise.

"Bene madre. Sono felice di aver parlato con voi. Ora però vi lascio. Il viaggio da Arras è lungo e voi dovete riposarvi."

Oscar uscì dalla stanza della madre. Stava percorrendo il corridoio quandò sentì la voce di Andrè.

Si affacciò ad una delle finestre. Era nel parco, in compagnia della nonna.

Lo raggiunse.

"Andrè.." Stava per avvicinarsi a lui. Alzò lo sguardo e rimase a fissarlo immobile.

Era in sella ad un cavallo. I calzoni aderenti fasciavano le gambe lunghe e muscolose. La camicia, con le maniche arrotolate, e le sue mani, così grandi e forti che accarezzavano il muso del cavallo per tenerlo tranquillo. Stava ridendo di qualcosa che gli diceva la nonna. I bei capelli castani mossi dal vento..la sua bocca morbida piegata in un riso divertito e aperto. Era stupendo..

"Oscar!"

La sua voce la richiamò dai suoi pensieri;

"Andrè, sei tornato.."

"Ho saputo che tua madre è tornata da Arras. Più tardi andrò a salutarla..sta bene?"

"Si Andrè, sta molto meglio, grazie."

Lui annuì;

"Bene. Ah..Oscar, è bello tornare a cavalcare libero..e non sempre a passo di marcia.."

Oscar rise divertita;

"Immagino."

"Sei sempre dell’idea di andare a Parigi?"

"Si Andrè, ora faremo un pasto veloce e poi potremo andare"

"Bene."

La nonna di Andrè sobbalzò;

"A Parigi! Ma è pericoloso ragazzi! Santo cielo..perché non pensate a riposarvi una buona volta! Non siete in servizio adesso!"

Andrè disse ancora qualcosa per prenderla in giro e si rimise a ridere.

Oscar non riusciva a smettere di fissarlo.

Fecero un piccolo pasto e poi partirono. Purtroppo non riuscirono nel loro intento.

Mentre tornavano verso Palazzo Jarjayes, cavalcando tranquilli, Andrè le parlò;

"Oscar..il fatto che i soldati si trovino già alle porte di Parigi, e impediscano di entrare..è preoccupante.."

"Si..purtroppo hai ragione. Ci fa capire la situazione, senza nemmeno dover vedere di persona..non pensavo che si fosse arrivati già a questo.."

"Forse..se fossimo andati in uniforme, ci avrebbero lasciati passare Oscar"

"Si. Penso di sì..ma a questo punto, non ha importanza…"

"Senti Oscar. Stamattina, non ti ho invitato a cavalcare con me, per lasciarti dormire..ma, se vuoi possiamo recuperare..cosa ne dici di una bella gara..come facevamo quando eravamo ragazzi?"

Oscar lo guardò divertita;

"Ma si Andrè. Hai ragione tu..è troppo tempo che non lo facciamo.."

Partirono insieme, spronando i cavalli al galoppo.

Sembrava che il tempo non fosse passato.Quando, da ragazzi, passavano intere giornate insieme, sempre uniti..

Fu bello per entrambi. Ma ora, qualcosa era cambiato. Qualcosa di nuovo, di più intenso che mai, era cominciato tra di loro..e forse..

*1*  *2*

 WB01569_.gif (983 byte)


Wallpapers   Manga scans   Gallery  Fanfics   Sigle     Il Film

Home    Guestbook   Link me   Links   E-mail   My Mars Page

(Pat web Gaphics)