Alcune zone caratteristiche di Ardauli...

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                      G E N E R A L I T A '                            

 

La popolazione di Ardauli nel 1870 fu di 1020 abitanti. Dal 1870 al 1945 è raddoppiata. L'attività principale degli abitanti si svolge nell'agricoltura. Gran  parte del territorio è destinato alla viticoltura e alla frutticoltura, ma specialmente la prima. Queste colture, sebbene siano ancora esercitate in modo poco razionale, offrono, nelle annate favorevoli, una certa possibilità di vita alla popolazione, che è assai laboriosa, molto sobria e abituata a lottare con coraggio e tenacia per strappare alla terra gli alimenti indispensabili. I I territorio, però, è insufficiente al bisogno, in particolare quello adatto alla coltivazione dei cereali. Perciò non poche persone sono costrette a cercare nei territori dei paesi limitrofi, e anche non limitrofi, un pò di terra da coltivare a grano, col sistema della mezzadria, allo scopo di assicurare alle proprie famiglie il pane indispensabile. Per far ciò, questa povera gente veramente ammirevole, compie sacrifici durissimi e deve percorrere a piedi lunghissime distanze. Le donne, oltre ad accudire alle comuni faccende domestiche, partecipano attivamente, e spesso in condizioni assai penose, ai lavori agricoli. Ma qui è una dura necessità. Anche i ragazzi sono largamente occupati nelle attività medesime. Qui la proprietà è frazionatissima e non c'è famiglia, anche se povera, che non possieda qualche pezzetto di terra. L'eccessivo frazionamento della proprietà e l'assenza di unità poderali vere e proprie aumentano il disagio e rendono quasi impossibili le migliorie, le bonifiche razionali e le sistemazioni veramente redditizie. D'altra parte sono pochissimi i proprietari che possono disporre di mezzi adeguati per tentare con qualche successo lavori di miglioria tali da eliminare gli attuali sistemi ancora primitivi. Col passar degli anni e dei secoli, molti terreni una volta fertili si sono talmente impoveriti da scoraggiare chi voglia metterli a coltura. Data la conformazione, la mancanza di adeguati mezzi di difesa o la irrazionalità della loro sistemazione, hanno perso gran parte della terra, che le piogge invernali, un pò alla volta, hanno portato via, lasciandovi il sasso nudo, o con pochissima terra slavata e povera di sostanze. Laddove il primitivo aratro a chiodo non può essere adoperato, viene usata la zappa. La vanga, qui non si usa, anche perchè in terreni sassosi come questi c'è poco da fare con tale strumento. Il più grande nemico dell'agricoltura in questa zona, come del resto in tutta l'isola è il clima. Dal mese di Maggio fino alla metà di Settembre non piove quasi mai; la terra s'inaridisce e non dà più nulla finchè non viene nuovamente ristorata dalle piogge autunnali. Soltanto lavori grandiosi potranno modificare in Sardegna l'attuale stato di cose. E' da notare che, malgrado l'estrema povertà, nel paese di Ardauli non esistono mendicanti. Anche i più umili, i più miseri, i più straccioni, di fronte ai quali certi accattoni di città potrebbero essere considerati capitalisti, si vergognerebbero a stendere la mano per chiedere l'elemosina. E' in ciò un tradizionale senso di dignità, frammista ad orgoglio, un senso di fierezza e d'indipendenza che insegna a soffrire e a ingegnarsi in qualunque modo, piuttosto che adattarsi all'umiliazione estrema dell'atto di chiedere l'elemosina. I mendicanti arrivano di fuori, spesso da paesi che dispongono di vasti territori e di maggiori ricchezze; qui possono sfamarsi perchè trovano sempre sufficiente aiuto. Molti giovani che qui non trovano possibilità di guadagno emigrano temporaneamente in zone minerarie, allo scopo di procurarsi un gruzzoletto. Parecchi vanno in Francia o nel Belgio, altri nella zona di Iglesias. Quasi sempre riescono, a costo di duri sacrifici, a ragranellare qualche soldo e, se non possiedono una casetta se la costruiscono qui, facendo da manovali ai muratori. La casa, anche se inizialmente di due sole stanze sterrate, è qui una condizione assoluta, senza la quale non è lecito crearsi una famiglia. La casa è il simbolo della libertà, della indipendenza, della dignità. Si può esser poveri, e in realtà qui sono quasi tutti poveri, perchè il possesso di qualche pezzetto di terra improduttiva non è che il vinco load una vita di dure privazioni, poveri quanto si vuole, ma accattoni mai. Qui si è ospitali per tradizione. L'ospitalità è una regola, un dovere che non si mette in dubbio. L'amico (e spesso non si tratta che di un semplice conoscente) che capita qui, specialmente in occasione di feste locali, viene accolto con molta cortesia. Anche i più indigenti considerano quasi un obbligo offrire da bere, nonchè da mangiare e da dormire, modestamente come possono. Chi si mostra restio a queste usanze viene giudicato poco benevolmente. Il paese, assai esteso come abitato, non offre caratteristiche molto diverse da quelle dei comuni paesi della Sardegna. Non mancano però, specie nella campagna, località suggestive che, se passano inosservate a quelli del luogo, sono però oggetto di meraviglia peri visitatori che provengono dal continente. In altre zone vicino alla grande città, questi luoghi  sarebbero  incantevoli per i pittori e i turisti. Si tratta spesso di località impervie e stupende, ultimo rífugio alla superstite selvaggina, sempre più insidiata e braccata dall'uomo. 

 

L'EDILIZIA PRIVATA

 

L'edilizia privata, è in continuo progresso. Il numero delle case è quasi raddoppiato negli ultimi decenni. Se c'è qualche cosa da lamentare al riguardo è solo questo, che nella maggior parte delle costruzioni si è seguito più il criterio tradizionale che quello moderno. Non mancano tuttavia esempi di sensibile progresso, specialmente dal lato estetico.

 
     Una via di Ardauli...        Particolare di una via..    Finestra antica...

 

LE OPERE PUBBLICHE

 

Le opere pubbliche compiute negli ultimi decenni sono: l'acquedotto, il tronco stradale che porta alla località Odone, la strada di allacciamento al ponte di Tadasuni e a Neoneli, la linea dell'energia elettrica dalla diga di Santa Chiara ad Ardauli, la fognatura, la linea automobilistica e, ultimo in ordine di tempo, il dispensario provinciale antitubercolare. Questo non è ancora in funzione, ma sembra che debba essere presto attivato. Diverse di queste opere lasciano molto a desiderare per il cattivo stato di manutenzione, specialmente l'acquedotto. Tra le opere attualmente più urgenti possono annoverarsi: la revisione completa delle condutture dell'acquedotto e la costruzione di un deposito sussidiario, la sistemazione stradale, specie dentro l'abitato, il risanamento di vecchie case di abitazione assolutamente antigieniche, e, infine, la sistemazione della vecchia chiesa parrocchiale, la costruzione deil'edificio scolastico e dell'asìlo. Come si vede, le necessità sono tante, mentre i mezzi sono pochissimi. La chiesa parrocchiale, rovinata dal tempo, invoca l'aiuto degli uomini e della Divina Provvidenza. La scuola e l'asilo attendono da troppo tempo una soluzione. Sono due opere necessarie come il pane. La loro realizzazione non è forse lontana.

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